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Sabbia rovente

Abbiamo provato la demo del nuovo shooter di Yager Development per 2K Games

PROVATO di Matteo Santicchia   —   10/05/2012

Passato un pò in sordina rispetto ai molti titoli in uscita in questi ultimi tempi, Spec Ops: The Line si è mostrato in una corposa demo rilasciata su PlayStation Store e Xbox Live che ci ha permesso di capire quali saranno le meccaniche di gioco di questo nuovo sparatutto in terza persona, che vi ricordiamo sarà in uscita il prossimo ventinove giugno. Il lungo provato scritto da Umberto Moioli lo scorso febbraio ha fatto il punto sulle ambizioni di un titolo che si presenta come uno shooter in terza persona che più classico non si può, non senza però alcune feature che sulla carta potrebbero distanziarlo molto dal canone degli sparatutto con le coperture.

Turista fai da te?

Stiamo parlando di una spiccata voglia di raccontare una storia adulta, in cui la differenza tra buoni e cattivi non è così marcata, con il protagonista, il capitano Martin Walker, che sarà chiamato a prendere decisioni immediate moralmente discutibili, che fanno il paio con la terribile situazione in cui versa la città che ospita il gioco, una Dubai che è solo un lontano ricordo della metà turistica da favola che tutti conosciamo. Una città in preda al caos, devastata da gigantesche tempeste di sabbia che l'hanno semi sepolta, percorsa da bande di predoni e terroristi. Alle porte della città comincia la missione (e la demo) del capitano Martin Walker che insieme ai sui uomini della Delta Force viene spedito a scoprire cosa sia successo ai militari americani agli ordini del colonnello John Konrad mandati mesi prima in città per soccorrere ed evacuare la popolazione durante la tempesta.

Sabbia rovente

Il nome dell'alto papavero dell'esercito mette in chiaro che qualcosa è andato storto. Konrad ha "disertato", ed ha istituito il suo regno di terrore tra le dune della città. I riferimenti sono chiari quindi, Cuore di Tenebra e di conseguenza Apocalypse Now. Una volta atterrati, dopo una sessione a bordo di un elicottero in cui tra i grattacieli dobbiamo mitragliare gli inseguitori, accecati dal sole e dalla sabbia in sospensione che ci oscura la vista, ci siamo fatti largo verso la periferia della città attraversando una strada ingombra dei resti delle vetture e dei posti di blocco dei militari. Qui è stato facile capire quale saranno le dinamiche del gioco. Spostarsi velocemente di copertura in copertura, e come da subito il gioco mette in chiaro, sfruttare la tanta strombazzata coprotagonista del gioco, ovvero la sabbia. Di fronte ad un nutrito gruppo di nemici abbiamo spaccato una vetrata posta alle loro spalle per farli inghiottire da tonnellate di sabbia, senza insomma impegnarci in lunghe e rischiose sparatorie. La demo non ha proposto ulteriori spunti, ma da quanto hanno detto gli sviluppatori più volte in sede di anteprima, l'interazione ambientale giocherà un ruolo importante nella progressione.

Sabbia rovente

Party of three

Andando avanti non abbiamo riscontrato particolari sussulti, almeno sino a quando, rispondendo ad una richiesta di soccorso, la stretta progressione lineare ha lasciato posto a un level design più arioso, grazie al quale le nostre manovre di aggiramento hanno avuto gioco facile di postazioni fisse e avversari piuttosto coriacei e svelti nel muoversi di copertura in copertura. Poco prima di prendere d'assalto i resti di un Boeing, dove all'interno alcuni marine erano tenuti prigionieri, abbiamo testato la possibilità di impartire alcuni basilari ordini ai nostri compagni. Possiamo semplicemente specificare un obiettivo al nostro fido cecchino, utilissimo quindi per colpire i nemici più distanti dando il la ad un efficacissimo head shot, mentre se siamo bloccati dal fuoco di sbarramento nemico possiamo far lanciare ad uno dei nostri una flashbang, in modo da guadagnare alcuni preziosi secondi per tirare su la testa e superare l'empasse. Subito dopo passando ad una porzione di gioco successiva, l'azione si è spostata nel centro città, più precisamente sul tetto di un grattacielo disabitato. Qui la piattezza del deserto in periferia ha lasciato il posto ad una spiccata verticalità degli ambienti, con diversi momenti in cui la squadra ha usato delle funi per calarsi tra i vari palazzi, ripetendo lo stesso schema precedente, ovvero avvicinamento lineare e guidato verso una sorta di "piazza" più ampia, magari su più livelli, luogo ideale per prolungate sparatorie, graziate per fortuna da un bel level design pieno di coperture, punti sopra elevati e defilamenti inseriti al punto giusto, senza poi il tanto odiato respawn infinito.

Sabbia rovente

Una volta all'interno di un salone con un grande lucernario abbiamo fatto la conoscenza di un nemico particolarmente coriaceo, una sorta di kamikaze che si getta allo scoperto armato solo di machete, che si muove con rapidità eseguendo scarti e finte degne del miglior numero dieci. Particolarmente letale quindi se non lo si colpisce dalla distanza. Un plauso va fatto all'intelligenza artificiale dei nemici, senza dubbio ben congegnata, che ci spinge a muoverci il più possibile senza fare il tiro al piccione dietro una copertura sicura. Che dire quindi di questo primo assaggio del prodotto di Yager Development per 2K Games? Le premesse sono certamente buone. Spec Ops: The Line non è sicuramente un titolo rivoluzionario, ma questa demo ce lo ha restituito come un prodotto senza dubbio solido e con alcune feature particolarmente interessanti. Le sparatorie sono piuttosto fluide e gratificanti, molto divertenti in pratica, e cosa da non sottovalutare non tediano il giocatore con quintali di piombo da scaricare addosso ad un nemico per ucciderlo. Inutile dire che abbiamo solamente scalfito il potenziale del titolo, ma per quanto visto e giocato Spec Ops: The Line potrebbe essere una bella sorpresa. Solo la recensione insomma ce lo dirà.

CERTEZZE

  • Solide meccaniche shooting
  • Il level design esalta le sparatorie
  • Buon impatto visivo

DUBBI

  • A tratti molto lineare
  • Progressione e multiplayer tutta da scoprire