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PC Magazine #76

Il successo di Diablo III è il segno di un definitivo rilancio del PC come piattaforma da gioco? E la prossima settimana arriva Max Payne 3...

RUBRICA di La Redazione   —   26/05/2012

C'è stato un moto di giubilo nel corso della settimana all'annuncio delle 6.3 milioni di copie vendute, seppur con l'aiuto degli abbonamenti annuali a World of Warcraft, da Diablo III nella miseria di sette giorni: certe cifre non sono abituali per titoli mono piattaforma, men che meno su PC. StarCraft II, per restare in casa Blizzard, aveva fatto numeri ben inferiori. Diverse voci, tra cui quella di Mike Sharkey su GameSpy, si sono affrettate a parlare di una sorta di nuovo inizio per il mercato su sistemi Windows, sommando questo risultato con altri, come quelli che settimanalmente si registrano su Kickstarter. E' difficile però unire trend positivi così diversi tra loro per arrivare a una conclusione simile: l'utenza Blizzard è in parte esclusivamente attratta dai giochi Blizzard, facendone le uniche esperienze di gioco PC, mentre lo stato di forma della scena indie e delle iniziative di finanziamento dal basso sono da una parte il segno che certe meccaniche del passato hanno più spazio per tornare di quanto gliene viene normalmente concesso dai publisher, dall'altra che là fuori è pieno di utenti stanchi della miserie di idee che questo finale di generazione console riflette un po' in tutto il mercato. Per poter davvero celebrare una "rinascita" - termine comunque scorretto perché implicherebbe una morte precedente - come piattaforma di riferimento servirebbe che in effetti riprendesse un ruolo centrale nello sviluppo e tornasse ad essere attraente anche per grosse produzioni che la sfruttino a dovere. E quando questo è accaduto di recente, non sempre le cose sono andate per il verso giusto. Come nel caso, parrebbe, di The Old Republic che tra licenziamenti e angoscianti numeri sulla popolazione dei server, sembra passarsela meno bene di quanto inizialmente preventivabile.
I delusi da Diablo III - o gli insaziabili da action RPG - che guardano già oltre probabilmente puntano in direzione di Torchlight II che tra beta e update sempre più frequenti, sembra oramai pronto al lancio: ne abbiamo parlato in settimana e ora consigliamo questo articolo che approfondisce punti di contatto e divergenza tra i due hack and slash appena citati. L'altro enorme appuntamento sul calendario è quello con Guild Wars 2 che, pur non avendo ancora una data, sembra a buon punto e più in forma che mai. Noi torniamo a suggerire il blog ProjectTyria, che si impegna a mostrare per immagini l'evoluzione dell'universo fantasy di ArenaNet. Suggeriamo un unico articolo, corposissimo: DigitalFoundry ha indagato ancora una volta su The Witcher 2 attraverso un Making Of che si focalizza sulla versione console ma finisce per parlare a tutto tondo del progetto. Chiudiamo embeddando la video presentazione di Leap 3D, sistema di controllo che promette una precisione ben superiore a quella di Kinect, a una frazione del prezzo. Sul sito tutte le informazioni e la possibilità di ordinarlo in previsione dell'uscita, entro fine 2012 o inizio 2013.

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In preda a mania da hack and slash serve un PC da poche centinaia di euro per giocare a Diablo III e poi Torchlight II o Path of Exile? La soluzione sotto riportata dovrebbe essere adeguata alla necessità e non si discosta da quanto suggerito il mese scorso, seppur con qualche aggiustamento di prezzo.

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Star Wars: The Old Republic
La Forza non è stata molto potente in BioWare negli ultimi giorni, sopratutto quando un paio di giorni fa è stato ufficialmente annunciato il licenziamento di un numero indefinito di collaboratori, incluso Stephen Reid, il famoso Community Manager, portavoce e punto di contatto con l'utenza di The Old Republic.

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La faccenda ha sollevato un gran polverone: nonostante Greg Zeschuk e Ray Muzyka abbiano cercato di rassicurare i giocatori circa la salute del loro MMORPG, la "ristrutturazione" del team di sviluppo non ha fatto che alimentare il panico e i dubbi sulla sorte della Vecchia Repubblica. Neanche l'annuncio ufficiale dei contenuti dell'aggiornamento 1.3, avvenuto strategicamente nello stesso lasso di tempo, sembra aver rincuorato i più fatalisti. In un certo senso, non possiamo dar loro torto. Facciamo una piccola premessa: uno dei problemi più gravi che affligge The Old Republic attualmente è la scarsa popolazione dei server. Secondo le stime di un ardimentoso giocatore, si parlerebbe di una media di circa trecento giocatori collegati contemporaneamente ai server più popolati, con un picco di circa settantamila giocatori tra tutti e gli oltre duecento server disponibili. Sono cifre davvero basse per la media di un MMORPG, un genere che, ovviamente, si appoggia sopratutto all'interazione tra i giocatori. La patch 1.3, intitolata Allies, cercherà di risolvere il problema consentendo ai giocatori di trasferirsi gratuitamente da server a server e di creare automaticamente gruppo con un nuovo tool dedicato sulla falsariga di quello già esistente in molti altri MMORPG.

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L'inghippo? Il "dungeon finder" non cercherà i giocatori in tutti i server, ma soltanto in quello del giocatore che lo utilizza. "La maggior parte degli sviluppatori ritiene che [la ricerca di giocatori tra tutti i server] non faccia bene alla comunità": un'affermazione che lascia sbigottiti, considerando la popolazione dei singoli server. Nella speranza che, per magia, tutti i giocatori si trasferiscano su una manciata di server ben precisi, non resta che aspettare anche gli altri contenuti della patch 1.3, a dire il vero un po' miseri: una nuova espansione del sistema Legacy che consentirà di sbloccare dei "perk" con i quali migliorare la fase di leveling e la possibilità di modificare l'equipaggiamento "social" per poterlo indossare anche nei combattimenti veri e propri...

World of Warcraft
Sembra che lo sviluppo della nuova espansione del tronista Blizzard proceda a gonfie vele, lo dimostrano le build Beta che continuano a susseguirsi a ritmo frenetico, proponendo ogni settimana qualcosa di nuovo. Qui e lì fanno capolino nel codice di gioco le nuove armature, mascotte e cavalcature varie, ma questa settimana ci sono due novità, una ufficiale e l'altra un po' meno, e una congettura interessante che val la pena fare. Parliamo delle novità: la nuova schermata di log-in, innanzitutto, uno dei momenti più attesi dagli utenti di WoW.

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In primo luogo, perché viene rilasciata a sviluppo avanzato dell'espansione, e poi perché segna ogni nostro ingresso nel gioco nei prossimi mesi e anni, perciò è giusto che sia bella. In questo caso, Blizzard è tornata al concetto metaforico di portale del classico WoW e dell'espansione The Burning Crusade, con due immense statue pandaren che segnano l'ingresso a Pandaria. Non particolarmente spettacolare, ma elegante. E sempre legata ai pandaren è la seconda notizia, l'annuncio ufficiale delle loro cavalcature razziali, cioè degli enormi tartarugoni o Dragon Turtle: si tratta in realtà del solito modello di tartaruga di Azeroth leggermente modificato, ma sicuramente più originale dei cavalli senza sella spacciati per cavalcatura dei worgen qualche mese fa. Veniamo invece alle ovvie ipotesi che possiamo fare sulla data di uscita, basandoci sui nuovi oggetti epici ottenibili durante l'evento festivo del Brewfest: secondo i giocatori ninja che hanno analizzato i codici della Beta, la qualità di questi oggetti corrisponderebbe ai primi epici acquisibili in Mists of Pandaria. Considerando che il Brewfest è a fine settembre e che non avrebbe senso introdurli prima del lancio dell'espansione o pochi giorni dopo o addirittura al successivo Brewfest del 2013, sembrerebbe sensato aspettarci l'uscita del gioco intorno a luglio o agosto. Che ne pensate?

Diablo III
Se avete letto la nostra recensione del terzo Diablo saprete certamente che ci è piaciuto con qualche riserva, ma un po' meno contenti di averlo comprato sono stati tutti coloro che negli ultimi giorni hanno subito una violazione dell'account, apparentemente dovuta a una falla nella sicurezza lato server. È stata immediatamente polemica, sopratutto perché molti utenti affermano che il loro account è stato compromesso nonostante la protezione in più offerta dal famigerato Authenticator.

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Blizzard tuttavia ha assicurato i giocatori che i server Battle.net non sono stati compromessi e che, anzi, tutti gli account violati non erano associati ad alcun Authenticator. A questo punto è difficile capire cosa sia successo veramente, ma vi suggeriamo ancora una volta di rinunciare a una pizza settimanale (o a un caffé, nel caso preferiate l'app per iPhone) per usufruire di una protezione ottimale dei vostri beni virtuali. Nello stesso intervento, il community manager "Nethaera" ne ha approfittato anche per annunciare una serie di hotfix che saranno apportati al client nei prossimi giorni, a cominciare dalla breve manutenzione di sabato 26 maggio: la lista contiene delle informazioni sulla storia del gioco, perciò leggeteli a vostro rischio e pericolo. Inoltre, si è parlato anche della Real-Money Auction House, l'asta basata sul denaro reale che tanto ha fatto discutere negli ultimi mesi: il lancio di questa feature era previsto per la scorsa settimana, poi rimandato nuovamente alla fine del mese, adesso però Blizzard ha deciso che i tempi non sono ancora maturi e che se ne riparlerà dopo maggio, quando saranno stati risolti una serie di problemi di stabilità di server e gioco.

The Secret World
Se state ansiosamente aspettando il nuovo MMORPG di Funcom, vi suggeriamo di non trattenere il respiro: il lancio di The Secret world è stato infatti posticipato

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dal 19 giugno al 3 luglio per risolvere alcuni problemi dell'ultima ora (tra i quali speriamo vivamente ci siano anche le animazioni, al momento decisamente scadenti). Il nuovo accesso anticipato per gli utenti che hanno preordinato il gioco avverrà il 29 giugno. Funcom ha approfittato dell'annuncio anche per rivelare le date degli ultimi due weekend Beta. Il primo, intitolato Hell Raised, inizierà il 15 giugno e si concluderà il 17, e consentirà di cominciare il gioco nei panni delle fazioni Illuminati e Dragoni e di lasciare Kingsmouth per dirigersi verso Savage Coast. L'ultimo weekend, dal 22 al 24 giugno, invece, permetterà ai partecipanti di sperimentare il PvP, sia libero che nell'apposito scenario intitolato Eldorado.

di Christian La Via Colli

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Lands of Lore I + II
Westwood Studios è un nome che ai più giovani di voi non dirà niente. In fondo sono passati anni dal fallimento (si parla del 2003) e come si sa il mondo dei videogiochi ha un ricambio d'utenza piuttosto veloce, con le dovute eccezioni.

Lands of Lore: The Throne of Chaos
Lands of Lore: The Throne of Chaos

La storia ricorderà sicuramente Westwood per Dune II e l'invenzione degli strategici in tempo reale (Blizzard è arrivata seconda, così come la serie Command % Conquer, quest'ultima sempre di Westwood), ma il portfolio della società è molto più ricco e conta classici in diversi generi di punta (per l'epoca) come la poco citata trilogia di The Legend of Kyrandia per le avventure grafiche o l'incompreso Nox per gli hack-and-slash (era un titolo infinitamente più innovativo di quelli che stanno uscendo in questi mesi, con delle idee uniche che non sono state più riprese dai concorrenti... tanto per rispondere a quelli che dicono che gli hack-and-slash sono impossibili da innovare). Qui arriviamo ai Lands of Lore, una serie formata da tre episodi che al suo interno ha visto fluire il cambio di un'epoca.
Lands of Lore: The Throne of Chaos doveva in realtà essere Eye of the Beholder 3, ma per una storia di diritti Westwood non potette sviluppare il terzo capitolo della trilogia che l'aveva (e aveva) resa celebre e decise di creare una serie tutta nuova. Il risultato fu un titolo eclatante, forse l'ultimo grande dungeon crawler che sia stato sviluppato prima dell'abisso. Nei panni di un party fantasy, il giocatore doveva fermare la malvagia strega Scotia per salvare un re morente. In quel gioco c'era veramente tutto quello che gli appassionati di giochi di ruolo potevano desiderare: dungeon ricchissimi e pieni di enigmi, mostri di varia natura disegnati con grande maestria e una gestione del party realizzata ottimamente. No, niente semplificazioni per accontentare le masse. All'epoca il concetto di "massa" mal si applicava ai videogiochi, soprattutto su PC. I risultati commerciali furono ottimi e Westwood decise di proseguire la serie. Era un momento di passaggio, difficile da raccontare efficacemente in poche righe.

Lands of Lore: Guardians of Destiny
Lands of Lore: Guardians of Destiny

Il 2D stava diventando obsoleto e le produzioni maggiori (ancora non si parlava di tripla A... bei tempi) cercavano tutte di sfruttare in qualche modo le due più importanti tecnologie dell'epoca: l'uso massiccio del 3D (non che il 3D non esistesse prima, sia chiaro, solo che nella metà degli anni 90 divenne lo standard se volevi vendere) e lo sfruttamento dello spazio extra messo a disposizione dai CD-Rom. Fu per questo che con Lands of Lore: Guardians of Destiny, Westwood scelse di abbandonare l'impostazione alla Dungeon Master e puntò su un ambiente in simil-3D con l'introduzione di filmati in full motion video a condire il tutto. Il risultato fu un gioco di ruolo dignitoso, ma sicuramente inferiore rispetto al primo episodio. Fu Lands of Lore III, non compreso nel pacchetto in vendita su GOG, a segnare la fine della serie. Westwood aveva capito alcuni degli errori commessi con Guardians of Destiny, ma non riuscì comunque a tornare ai fasti del primo episodio, nonostante lo sfruttamento di una nuova tecnologia che stava furoreggiando su PC, ovvero l'accelerazione 3D. Se siete appassionati del genere, o avete gradito il recente Legend of Grimrock, fatevi un favore e acquistate il pacchetto, anche solo per giocare con il primo episodio.

di Simone Tagliaferri

Linea: GOG.com
Prezzo: 5,99$
Storico: La serie Lands of Lore è composta da tre capitoli. L'ultimo non fa parte dell'offerta e, senza dubbio, è il peggiore dei tre.
Voto originale Multiplayer.it: N/D

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Un gruppo di studenti della University of Utah ha deciso di unire l'utile al dilettevole. Il risultato è un videogioco molto originale, totalmente gratuito e pronto per essere scaricato dal client di Desura. Si tratta di Robot Pinball Escape, l'avventura di una pallina da flipper, stanca di rimbalzare da tutte le parti, che un bel giorno decide di usare la sua abilità di trasformarsi in robot per darsela a gambe. Con un semplice tasto possiamo cambiare forma e alternare così sezioni di gioco in stile flipper a dinamiche tipiche dei platform 3D. Sconsigliato a chi soffre di vertigini.

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Se invece avete voglia di un gioco meno frenetico è da poco disponibile Deadly Steps 4, ultima fatica dell'inesauribile Daniël Weldink. A dispetto di quanto possa sembrare a una prima occhiata questo non è il solito platform arcade a scorrimento orizzontale in stile Metal Slug. Sarà necessario infatti un approccio ragionato per uccidere quei simpatici nemici tondeggianti e sfuggire alle loro raffiche come infallibili commando. Un altro gioco gratuito, delizioso nella presentazione e senza controindicazioni per il vostro weekend di fine maggio.

La recensione della settimana: Reprisal
Reprisal rende omaggio al genio di Peter Molyneux, e in particolare al suo leggendario Populous. Già: c'era un tempo in cui il vecchio Peter era una divinità nel mondo dei videogiochi. E da buon megalomane inventò un gioco straordinario nel quale un Dio irascibile guidava il suo popolo in guerra contro le tribù delle divinità rivali, piegando gli elementi al suo volere e modificando il pianeta Terra come fosse argilla. Tale appunto era il succo di Populous. Reprisal fa un ottimo lavoro nel riprendere tutti gli elementi di quel glorioso gioco, ripulendoli quel tanto che basta a dargli una parvenza di modernità. In questo caso comunque non siamo più divinità, ma semidei: capi tribù capaci di controllare gli elementi grazie a speciali totem. Il primo totem che dobbiamo recuperare ci permette di alzare e abbassare il terreno a piacimento, un potere indispensabile per creare pianure adatte all'espansione del nostro villaggio, o per fare emergere dal mare lingue di terra che ci mettano in comunicazione con le tribù nemiche. In seguito impariamo a dominare il fuoco, l'aria e altri tredici totem. Un parco di abilità distruttive molto ambiziose per un piccolo uomo. D'altronde nel mondo di Reprisal non siamo soli. Altre tre tribù, ognuna con il suo bellicoso semidio sono in lotta con noi per dominare il pianeta.

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Conviene perciò sapersi difendere. I livelli sono in tutto 30, molto ben distribuiti lungo la curva di difficoltà, dolce all'inizio e poi sempre più ripida. È facile lasciarsi irretire da Reprisal , perché la curiosità di scoprire quali terrificanti disastri possono scatenare i totem più avanzati è dura da ignorare. L'interfaccia inoltre è semplice e intuitiva; solo i movimenti del cursore danno qualche problema dovuto alla visuale isometrica. Può capitare infatti di valutare male le distanze e alzare un picco di terreno quando invece si voleva creare un dislivello. Nulla di preoccupante comunque. C'è sempre la deliziosa grafica in pixel art a farci sorridere, con un apprezzabile effetto sfocature delle aree più distanti che aiuta a concentrarsi sulla porzione di terreno nella quale ci troviamo. Peccato per le musiche, adatte allo stile grafico ma un po' troppo ossessive, almeno per i nostri gusti. Insomma se non avete mai giocato a Populous, questa è una buona occasione per scoprire un gameplay geniale che ha fatto storia. Se invece siete giocatori di vecchia data, l'occasione è perfetta per riportare alla memoria pomeriggi di sfrenato potere. In ogni caso tenete d'occhio Jon Caplin, perché con un esordio del genere potremmo sentire parlare nuovamente di lui molto presto.

di Andrea Rubbini

Titolo: Reprisal
Sviluppatore: Jon Caplin
Distribuzione: Freeware
Sito di riferimento: Pagina ufficiale
Browser game: Gioca
Da sapere per giocare al meglio: Nulla di rilevante da segnalare.

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HP - Licenziamenti in massa

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Nonostante un secondo quarto ottimo, con guadagni per 30.7 miliardi di dollari, HP ha rivelato che tra il 2012 e il 2014 lascerà a casa ben 27 mila dipendenti. Tra i motivi troviamo la solita ristrutturazione aziendale e le stime non entusiastiche per il prossimo quarto fiscale. Si tratta senza dubbio di una cifra immensa che coinvolge l'8% dell'intera forza lavorativa della compagnia. L'organico globale dell'azienda conta infatti 324.000 dipendenti che sono impiegati in varie parti del mondo. Secondo voci trapelate durante la scorsa settimana, saranno probabilmente i lavoratori europei e americani ad essere puniti dalla ristrutturazione. Al contrario il lato cinese della compagnia dovrebbe essere risparmiato anche perchè centrale nelle politiche di crescita della compagnia. Tralasciando le ovvie considerazioni sul vantaggio di operare in Cina, e le relative riflessioni sulla correttezza dello sfruttamento sul posto di lavoro, quello che balza agli occhi è il fatto che una compagnia in salute possa effettuare indisturbata il più grosso taglio di dipendenti della propria storia. Ma d'altronde in un mercato dove crescere è sinonimo di sopravvivere anomalie come queste capitano spesso. Per di più la velocità con cui procede il mercato dell'informatica non aiuta certo i lavoratori a difendersi. Emblematiche le recenti ristrutturazioni nel mondo videoludico con interi team che sono stati chiusi anche dopo aver sfronato un gioco di successo. Il problema è quello di non avere avuto abbastanza successo o quello di essere vittime di spese eccessive nel marketing o, ancora, quello di lavorare in un paese che ha ridotto le sovvenzioni per l'informatica. Insomma, tutte cose che non dovrebbero certo ricadere sotto la fatidica "giusta causa".

Il brivido dell'alta velocità

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Una delle attività preferite dagli appassionati di PC è quella di overcloccare la propria macchina. Qualcuno lo fa per ottenere un pizzico di performance in più, qualcun altro semplicemente per dimostrare che è in grado di farlo, altri ancora solo per sfoggiare un nuovo sistema di raffreddamento a liquido rigorosamente fluorescente e vistoso. L'elite invece, generalmente composta da persone dotate di buone risorse economiche, fa dell'hobby una passione assoluta, affiancantosi agli appassionati di tuning delle automobile ma alla ricerca di un tipo decisamente diverso di velocità. Come in ogni hobby di nicchia non mancano ovviamente raduni orientati a magnificare le sessioni di modding, tra birre, barbeque e mutuo scambio di informazioni. In occasioni del genere la goliardia del gruppo è senza dubbio fondamentale, ma chi fa le cose sul serio, e i ragazzi di Team Madshrimps e Team Overclocking rientrano senza dubbio in questa categoria, ne approfitta per mettersi in mostra e questo, nel mondo dell'overclocking, include il rischio di superare un record del mondo. E' successo nel caso dell'Extreme Overclocking Session III Event 2012 che ha visto i suddetti team impegnati nella tortura di svariati PC. Per alcuni record legati alle schede grafiche è mancato fisicamente l'hardware mentre nel campo dei processori i risultati sono stati senza dubbio migliori. I 6668Mhz raggiunti da un Ivy 3770K, che ha tenuto per i canonici 5 minuti, non sono niente male e Green Nerd è riuscito a stupire portando una CPU Intel Pentium 4 561 a ben 8047.8Mhz. Parliamo del record del mondo, in relazione alla specifica CPU, che ha portato parecchi punti in classifica all'overclocker in questione. Punti fondamentali visto che il recordman si trova alla posizione 1406 della HWBOT Xtreme Overclocking League. Si tratta ovviamente di una delle infinite classifiche e competizioni legate al tuning per PC ma questa è strutturata in modo dinamico, con tanto di achievements e include ben 2408 partecipanti. Tra questi molti sono italiani e due sono nella top 10. Pixy si trova al quarto posto mentre spl è in sesta posizione ed entrambi sfoggiano risultati di primissimo piano sia nel campo delle CPU che delle schede video.

Lo strano caso della quadrupla configurazione

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Durante lo scorso mese Rockstar ha rilasciato le specifiche hardware necessarie per far girare la versione PC Max Payne 3 e nel farlo ha scatenato il panico. I dati infatti indicavano, per far funzionare il gioco al meglio, la necessità di un Core i7 3930K 6 Core o un FX8150 8 Core x 3.6 GHZ affiancati da una GTX 680 2GB VRAM o da una Radeon HD 7970 3GB VRAM. Abbastanza da terrorizzare chi non compra un PC all'anno e talmente esagerati da far presumere o un'ottimizzazione pessima o una grafica da capogiro. Dopo un mese Rockstar è corsa ai ripari specificando che la configurazione rivelata è la massima configurazione su cui il titolo è stato testato. Per giocare Max Payne con le feature DX11 attive, sperando che il tutto non sia un gioco al ribasso per tranquillizzare i potenziali acquirenti, dovrebbe bastare una GeForce 450 (o una Radeon HD 4870 ma in DX 10) abbinata a un Dual Core da 3.0 Ghz. Per non sbagliare però Rockstar ha aggiunto un'ulteriore distinzione rivelando una seconda configurazione probabilmente destinata alle alte risoluzioni. In sostanza, per andare sul sicuro, servirebbe almeno una GeForce 480 (o una Radeon HD 5870) accompagnata da una CPU Quad Core a 2.8 GHz. La configurazione minima invece resta la stessa del mese scorso, con una GeForce 8600 GT o una HD 3400, e Rockstar assicura che consente di giocare pienamente il titolo.

CONFIGURAZIONE MINIMA DI TEST
Windows 7/Vista/XP PC (32 or 64 bit)
Intel Dual Core 2.4 GHZ o AMD Dual Core 2.6 GHZ
2GB di RAM
NVIDIA GeForce 8600 GT 512MB RAM o AMD Radeon HD 3400 512MB RAM

REQUISITI RACCOMANDATI BASSI
Windows 7/Vista/XP PC (32 o 64 bit)
Intel Dual Core 3GHz o equivalente AMD
3GB di RAM
NVIDIA GeForce 450 512MB RAM
or AMD Radeon HD 4870 512MB RAM

REQUISITI RACCOMANDATI ALTI
Windows 7/Vista (32 o 64 bit)
Intel i7 Quad Core 2.8Ghz o equivalente AMD
3GB di RAM
NVIDIA GeForce 480 1GB RAM
or AMD Radeon HD 5870 1GB RAM

CONFIGURAZIONE MASSIMA DI TEST
Windows 7/Vista (64 bit)
Intel i7 3930K 6 Core x 3.06 GHZ o AMD FX8150 8 Core x 3.6 GHZ
16GB di RAM
NVIDIA GeForce GTX 680 2GB RAM
or AMD Radeon HD 7970 3GB RAM

di Mattia Armani