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Anche questa è arte

Sono passati dodici anni e tre generazioni di console, eppure il capolavoro SEGA continua a essere uno dei più amati nella storia del media

ANTEPRIMA di Christian Colli   —   08/06/2012

C'era un tempo in cui un gioco dal concept semplice come Jet Set Radio poteva essere una killer application, un tempo in cui SEGA non era ancora la pallida ombra di sé stessa ma una software house alle prese con una console meravigliosa e incompresa. C'era una volta anche un giovanotto che non era ancora diventato redattore e che voleva comprarsi un Dreamcast per Marvel Vs Capcom 2 ma che alla fine ripiegò su Jet Set Radio perché ne parlavano bene tutti, ma proprio tutti, e una volta inserito il disco nella console e finita la prima partita,

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il motivo era assai chiaro: era proprio un bel gioco. Quello succedeva dodici anni fa, oggi le cose sono cambiate: SEGA barcolla, le killer application sono talmente complicate che servono venti righe per spiegare soltanto le basi e quel giovanotto alla fine è diventato redattore. Jet Set Radio, però, è rimasto sempre quella coloratissima esplosione di colori, musica e fantasia: alcune cose cambiano, altre restano le stesse. Per fortuna c'è chi se lo ricorda.

Prova a prendermi

Perdonate l'introduzione nostalgica, ma Jet Set Radio fa quest'effetto, ricorda i tempi che furono e la tragica fine di una console davvero fantastica. Insomma, è chiaro che noi siamo felicissimi di rivederlo, ma dodici anni son tanti, qualche lettore magari è troppo giovane per ricordarsi il Dreamcast e tanti altri può darsi che non abbiano mai giocato la versione per Game Boy Advance o il sequel Jet Set Radio Future per Xbox. Dunque, cos'ha di tanto speciale questo action-game di SEGA? Innanzitutto, il contesto: ambientato nel moderno Giappone, Jet Set Radio "racconta" le disavventure di Beat, un giovane teppistello che passa le sue giornate a girovagare per la città sui suoi pattini, decorando più superfici possibili con le bombolette spray. Guidato dalla voce del Professor K, il DJ di una emittente pirata chiamata, per l'appunto, Jet Set Radio, Beat metterà su una gang di artisti di strada come lui per controllare i vari quartieri della città e ribellarsi a un governo che non si fermerà davanti a nulla per mettere un freno alla loro creatività. Attorno ai murales ruota praticamente l'intero gameplay: il giocatore infatti può scorrazzare dappertutto ma per completare ogni stage dovrà pitturare alcune superfici specifiche, in qualunque ordine.

Anche questa è arte

L'interazione è semplice: avvicinandosi al muro da dipingere ci verrà richiesto di muovere in vari modi la levetta analogica, un po' come se fosse un Quick Time Event. Alle nostre espressioni artistiche si oppongono un inesorabile timer, la vernice nella bomboletta spray che andrà ricaricata raccogliendo le bombolette sparse un po' ovunque nell'area, i membri delle gang rivali e, a un certo punto, perfino la polizia in grande stile. Durante i nostri spostamenti a tempo di musica potremo scivolare su praticamente qualunque superficie o oggetto, effettuando delle vere e proprie acrobazie durante i salti, aumentando il punteggio finale che verrà calcolato alla fine dello stage. Come vi abbiamo anticipato, insomma, quello di Jet Set Radio è un concept dannatamente semplice e, come in tanti casi simili, anche davvero molto divertente.

Dal 2000 con furore

Il titolo SEGA oltretutto ci è rimasto impresso anche per il suo ruolo di pioniere nello sviluppo della grafica in cel shading: è stato il primissimo gioco a sfruttare uno stile diventato sempre più popolare negli anni, che si adattava perfettamente a un character design graffiante e stilizzato. Questo porting in HD per PlayStation Network, Xbox Live Arcade e PC Windows sembra aver mantenuto perfettamente la coloratissima cosmesi dell'originale, adesso impreziosita dall'alta risoluzione e, nel caso del portatile Sony, dalla nitidezza dello schermo OLED. Jet Set Radio assomiglia davvero a un cartone animato interattivo: la pulizia dell'immagine è decisamente di buon livello e il peculiare stile grafico nasconde senza troppi problemi l'età piuttosto avanzata del gioco.

Anche questa è arte

Naturalmente non mancherà l'integrazione di feature di nuova generazione, tra i quali la possibilità di caricare i propri record su una leaderboard via Internet. PlayStation Vita, dal canto suo, offrirà alcuni vantaggi legati alle peculiari capacità dell'hardware, per esempio sarà possibile agire sul touchpad posteriore per manipolare l'inquadratura della telecamera: quest'ultima era tra le poche pecche del gioco originale e SEGA pare essere intervenuta in questo senso, migliorando il controllo del giocatore sulla telecamera tramite gli stick analogici e i tasti dorsali. Un'altra buona notizia riguarda la colonna sonora del gioco, che ai tempi fece non poco scalpore: una compilation di brani j-pop, hip-hop, funk, dance, jazz e metal, alcuni prodotti da firme di un certo rilievo come Hideki Naganuma, Guitar Vader o Rob Zombie. Ebbene, pare proprio che SEGA sia riuscita a ottenere i diritti per riproporre tutti i brani originali, sia giapponesi che americani ed europei, dato che la colonna sonora si differenziava leggermente di Paese in Paese: all'appello al momento pare ne manchino soltanto due, ma sembra che lo sviluppatore stia facendo il possibile per riproporci anche quelli.

CERTEZZE

  • Tutti i brani musicali originali
  • Una buona dose di extra per chi l'ha già giocato

DUBBI

  • Potrebbe non essere invecchiato bene come sembra
  • Il genere si ama o si odia