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La sopravvivenza dura e cruda

Un incontro ravvicinato e a porte chiuse con The Last of Us!

ANTEPRIMA di Antonio Fucito   —   08/06/2012

Mostrato in chiusura della conferenza Sony, The Last of Us è il terzo gioiellino del trittico che ha tenuto banco durante questo E3 2012 per il produttore giapponese. Negli ultimi mesi si è speculato tantissimo riguardo il tipo di esperienza che avrebbe offerto, e fortunatamente Naughty Dog ha finalmente mostrato una demo giocata dal vivo in pubblico e un'altra in una presentazione a porte chiuse nella quale abbiamo assistito ad ulteriori spezzoni di gameplay.

La sopravvivenza dura e cruda

L'impatto iniziale non può essere che simile ad Uncharted, d'altronde ne condivide il motore grafico e alcune scelte stilistiche, come colori piuttosto accesi e ambientazioni lussureganti. Queste ultime sono però anche decadenti, perché The Last of Us pone tantissimo l'accento sulla sopravvivenza dei due protagonisti principali, Joel ed Ellie, che si trovano assieme dopo un'epidemia non meglio precisata dopo la quale da un lato ci sono mutanti non meglio precisati, dall'altro persone che lottano per la sopravvivenza diventando spesso sciacalli e depredando anche i loro stessi simili. Ogni cosa che accade sembra essere verosimile, il giocatore controlla Joel ed è in grado di trasportare un numero limitato di oggetti che appaiono visibili sul retro e nello zaino, l'energia non si ricarica e vanno applicate bende per ripristinarla le quali richiedono un certo lasso di tempo per essere applicate.

La sopravvivenza dura e cruda

Le munizioni non si trovano sottoforma di oggetti luccicanti e non appaiono dal nulla, ma vanno "prelevate" dai nemici uccisi o da appositi contenitori, gli oggetti invece possono essere trovati all'interno dello scenario di gioco: avete visto nella demo pubblica come Joel trovi dei componenti per costruire una molotov, in quella privata invece il protagonista principale ha preso una bottiglia vuota che ha lanciato in una stanza per attirare l'attenzione di due persone e attaccarle quindi alle spalle quando distratti. In generale i combattimenti sono molto "fisici" e cruenti, sono caratterizzati da scontri a fuoco, combattimenti corpo a corpo anche piuttosto lunghi, fughe, rincorse e altro, in una maniera molto interessante e che sembra essere molto varia. The Last of Us è anche un gioco che pone l'accento sul rapporto ai due protagonisti principali e, seguendo l'esempio di Uncharted e quello ancora più esteso di Bioshock Infinite, la frequenza dei dialoghi tra Joel ed Ellie è costante, sia durante le fasi di esplorazione che quelle di combattimento, rendendo il loro rapporto credibile e dotato di diverse sfaccettature.

E' un mondo difficile

Pur non essendo controllabile direttamente dal giocatore, Ellie dispone infatti di una propria intelligenza artificiale che si adatta e reagisce in base a quello che si sta facendo, gli sviluppatori ci hanno spiegato che seppur ovviamente ci siano dei comportamenti predefiniti, la piccola protagonista può morire, essere attaccata dai nemici e dare una mano senza soluzione di continuità. Questa cosa l'abbiamo in parte già appurata perché se ad esempio nella versione giocata in conferenza Sony ad un certo punto Ellie lancia un mattone per aiutare uno Joel quasi sopraffatto, questa cosa non è accaduta nella stessa sezione della presentazione privata, dove invece ha urlato contro uno dei cattivoni allo scopo di distrarlo. Gli aspetti di cui sopra dovrebbero essere i cardini all'interno dei quali dovrebbe muoversi il gioco, ogni sezione è integrata e funzionale alla storia ed ai due protagonisti principali. Nella demo privata abbiamo visto anche un magazzino inondato dove i due hanno cooperato per trovare una scala e poi raggiungere una posizione sopraelevata, ed un altro punto con un ascensore improvvisamente crollato che ci ha fatto ricordare quelle situazioni imprevedibili e visibamente spettacolari che hanno fatto la fortuna di Uncharted. Ritornando al comparto tecnico, il colpo d'occhio è senz'altro importante, con una profondità visiva perfetta, texture molto definite e tocchi di classe come il sangue che riflette l'ambiente circostante.

La sopravvivenza dura e cruda

Le animazioni forse sono la cosa più impressionante del gioco ed un ulteriore passo avanti rispetto a quanto visto in Uncharted: estremamente contestualizzate a quanto accade su schermo, Joel cammina, corre, si abbassa quando c'è un pericolo, tocca il muro per appoggiarsi oppure ancora reagisce con paura agli spari che riceve. Stesso discorso può essere applicato per la parte sonora, con musiche perfettamente adatte allo scopo e ovviamente dinamiche in base a quello che accade sullo schermo. Gli effetti sono molto netti e "pieni", inutile dire che la presentazione godeva di un impianto audio difficilmente affrontabile da noi comuni videogiocatori mortali. In definitiva il nostro primo incontro con The last of Us è stato assolutamente positivo, il titolo ha del potenziale molto alto e gode già a questo punto di un comparto tecnico eccellente e di buone idee in termini di gameplay. Confidando in una durata e narrativa adeguati possiamo guardare avanti con ottimismo per un titolo avvincente e ricco di personalità.