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Le ambizioni di Pikachu

Cosa succede se i mostri Nintendo incontrano il temibile Oda Nobunaga? La risposta è questo nuovo, promettentissimo spin-off

ANTEPRIMA di Christian Colli   —   21/06/2012

Di spin-off sui Pokémon ne sono stati prodotti una marea, ma forse nessuno ha destato tanto clamore quanto questo Pokémon Conquest. Di motivi ce ne sono parecchi, a cominciare dal fatto che ancora aspettiamo un episodio della serie madre su Nintendo 3DS mentre Game Freak si è limitata a sviluppare soltanto un sequel vero e proprio delle versioni Bianca e Nera uscite più di un anno fa su Nintendo DS;

Le ambizioni di Pikachu

dunque, non è difficile intuire perché questa bizzarra joint-venture con KOEI sia stata vista con sospetto dai fan di Pikachu e soci. Fondamentalmente, Nobunaga's Ambition con Pokémon non ha proprio nulla in comune. Eppure, rilasciato prima in Giappone e poi in America, Pokémon Conquest ha finito per incontrare gli insospettabili favori di critica e pubblico: ma cos'ha di tanto speciale da essere ora considerato il miglior spin-off del franchise Nintendo?

Tactics Pokémon

Nobunaga's Ambition è una serie di strategici a tema storico che getta le sue radici negli ormai lontani anni ottanta, e da allora ha generato almeno due dozzine di sequel e spin-off su praticamente ogni piattaforma. Ha avuto un'enorme influenza anche su molteplici produzioni, tra le quali spicca senza dubbio l'apprezzatissimo, e ben più famoso in occidente, Final Fantasy Tacics. Pokémon è... beh, è Pokémon: un jRPG per console portatile in cui il giocatore vaga per il mondo collezionando strambe creaturine da far combattere, a turni, contro altre creaturine.

Le ambizioni di Pikachu

L'idea che le strade dei due giochi prima o poi si incrociassero era veramente impensabile, eppure Nintendo ha avuto quest'idea e soltanto il tempo e i futuri, prevedibili sequel ci diranno se ha avuto ragione. Intanto, bisogna dare atto a KOEI di aver sviluppato il suo nuovo strategico tenendo in grande considerazione le caratteristiche del brand Nintendo, a cominciare dallo stile colorato e morbido dei personaggi e del mondo di gioco, una terra dai toni tipicamente orientali chiamata Ransei che, si racconta, sarebbe stata creata da un pokémon leggendario. Chi governa i diciassette regni di Ransei, può svegliare e controllare il pokémon del mito: ecco dunque che il giocatore deve riuscirci prima dello spietato Nobunaga. A ogni regione corrisponde un elemento naturale tematico, un po' come le palestre della serie Pokémon originale. Lo scopo del gioco, naturalmente, è affrontare innumerevoli battaglie utilizzando saggiamente i pokémon a disposizione, sfruttando vantaggi e svantaggi degli elementi per avere la meglio sugli avversari. Gli scontri tra il giocatore e le sue nemesi si svolgono questa volta su una mappa a griglia, dove si dovranno spostare i pokémon turno dopo turno per avvicinarli abbastanza ai nemici ed attaccarli: sconfitti tutti i pokémon che compongono il plotone nemico, la battaglia sarà considerata vinta.

I signori della guerra

Molto interessante il modo in cui KOEI ha affrontato la questione "Acchiappali tutti!", eterno slogan del franchise Nintendo. Anche in Pokémon Conquest c'è una sorta di PokéDex da completare, catturando le duecento creaturine sparse per Ransei: la differenza però sta nel fatto che il giocatore non recluta i pokémon veri e propri, quanto una serie di personaggi e comprimari ai quali potrà associare i pokémon catturati. Dunque, in un certo senso, sul campo vengono schierati gli "allenatori" di pokémon e le creaturine al loro comando.

Le ambizioni di Pikachu

Ogni allenatore può essere usato in base a una sorta di calendario e presenta punti di forza e debolezze, diverse affinità con i vari elementi naturali e altre statistiche che devono essere ben considerate quando si affidano i pokémon: nella fattispecie, ad ogni personaggio corrisponde un preciso pokémon con il quale stabilire un legame perfetto che influenza la potenza della creatura in battaglia. Insomma, c'è una forma di microgestione dell'esercito di pokémon e comprimari che non potrà che illuminare gli occhi dei fan più accaniti della serie, quelli che - a ragione! - vi guardano stralunati quando magari dite che Pokémon è un semplice gioco per bambini. Pokémon Conquest su questo aspetto calca parecchio la mano, riempiendo le varie mappe e i campi di battaglia di ostacoli, trabocchetti e pericoli ambientali da considerare mentre ci si sposta per circondare i nemici; ma anche offrendo tutta una serie di attività parallele alle battaglie, come l'edificazione e la gestione di castelli, risorse economiche e oggetti da fondere e riciclare. Immancabili le evoluzioni dei vari pokémon e, sorpresa sorpresa, dei loro relativi padroni. Il tutto è presentato da KOEI con una deliziosa grafica bidimensionale: gli sprite dei pokémon sono ricchi di animazioni e si muovono su dettagliate mappe isometriche, a occhio e croce sembra proprio che le creaturine siano state realizzate con perfino più cura che nella serie madre. Per Pokémon Conquest ad oggi non è stata ancora confermata una release europea o italiana: incrociamo le dita, dopo tanti spin-off mediocri sarebbe un vero peccato perderci quella che sembra una vera e propria perla.

CERTEZZE

  • Profondo e ricco come ogni Pokémon che si rispetti
  • Tante missioni e ore di gioco

DUBBI

  • Potrebbe non arrivare in Europa
  • Sembra decisamente meno accessibile ai più piccini