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Assalto spaziale

Strike Suit Zero promette di mescolare azione, spazio profondo, mech e qualche grande nome

PROVATO di Umberto Moioli   —   20/08/2012

Strike Suit Zero è un indie ambizioso e con alcuni importanti nomi alle spalle, dei valori produttivi che solitamente non sono associabili a titoli venduti a prezzo budget: Paul Ruskay, già compositore per la colonna sonora di Homeworld, si sta occupando dell'audio mentre il mech design è curato da Junji Okubo, noto per aver disegnato le macchine da guerra di Steel Battalion ed Appleseed: Ex Machina. In Giappone è stata cercata anche la voce per la canzone d'accompagnamento al tema principale, della cantante di jpop Kokia.

Assalto spaziale

Gli sviluppatori, un gruppo di circa sedici persone con base in Inghilterra, prendono ispirazione da titoli come X-Wing e Wing Commander, portando la battaglia per il destino della Terra nello spazio, all'interno di livelli lineari e incentrati sui combattimenti. Da anni questo genere di esperienze, in particolare all'interno di un'ambientazione spaziale, sembrava in difficoltà, oramai dimenticata da gran parte degli utenti ma soprattutto da sviluppatori e publisher. Un gradito ritorno, quindi, che abbiamo provato in anteprima sul chiudersi della GamesCom 2012.

Trasformazione

Il gioco è immediatamente comprensibile e privo di fronzoli. Ogni livello inizia al comando dell'astronave da combattimento messa nelle mani del giocatore con un obiettivo generico, come difendere una fregata spaziale o dare l'assalto con altri compagni comandati dall'intelligenza artificiale alla flotta nemica, anche se i due schemi provati mutavano nel corso della partita la loro struttura dando un minimo di dinamismo ad un set di compiti da eseguire già abbondantemente visti altrove. La non straordinaria originalità delle missioni viene bilanciata da un'azione senza sosta: noi abbiamo giocato con il controller di Xbox 360 ma configurazioni pensate per mouse e tastiera oppure il joystick sono in lavorazione, dando totale libertà di customizzazione quando si tratta di decidere come virare, capovolgersi, sparare con i mitragliatori, lanciare i missili e regolare la velocità in modo da sfuggire da un inseguitore. Si tratta di un'esperienza arcade che prende in prestito il feeling di volo da titoli come Ace Combat e Hawk, seppur in salsa spaziale, che acquisisce però un ulteriore - e necessario - strato di profondità nel momento in cui si decidere di trasformare la navicella in un mech.

Assalto spaziale

La velocità rallenta improvvisamente, si diventa facili bersagli ma si guadagna tantissimo in maneggevolezza, rapidità di movimento e capacità di schivare i colpi. La situazione tipo che gli sviluppatori di Strike Suit Zero vogliono mettere in scena prevede ad esempio di avvicinarsi a tutta velocità ad un incrociatore nemico, l'obiettivo finale di una missione testata, far fuori la scorta che nel frattempo si disperde e prova a passarci alle spalle, trasformarsi e quindi passare all'attacco del bersaglio principale, contando sulle dimensioni maggiori e la relativa lentezza per girarci attorno agilmente. Si tratta per quanto testato di un processo impegnato ma gratificante, anche se senza corpi spaziali estranei come pianeti ed asteroidi, e a causa di quella che sembra uno scripting ben fatto ma essenziale, non sarà semplice rendere varia l'esperienza per tutte i 13 livelli previsti.

Assalto spaziale

La durata complessiva si assesterà tra le quattro e le cinque ore, con l'incentivo a tornarci sopra suggerito principalmente dai punteggi e i giudizi finali che valutano lo stile di combattimento. Un compito, quello di riprendere in mano Strike Suit Zero, che di certo non spiacerà per qualità visiva dato che l'ottima lavoro fatto sul motore proprietario e gli asset grafici mette in mostra spettacolari sfondi spaziali, navi gigantesche e, appunto, il mech-astronave pilotato, che tra l'altro può essere migliorato con upgrade e nuovi pezzi nel corso dell'avventura. Contiamo di tornarci sopra all'arrivo di un codice giocabile. L'uscita, comunque, è prevista entro l'anno il che dovrebbe dare anche tempo al team di organizzare la localizzazione in italiano dei sottotitoli. Oltre ad aggiungere ulteriori dettagli, come il cockpit per la visuale interna al mezzo. Vi terremo informati su come si andranno a disporre tutti i pezzi del puzzle.

CERTEZZE

  • Interessanti collaborazioni
  • Immediato ma impegnativo
  • Audio e video ben fatti

DUBBI

  • Varietà da verificare
  • Per ora la componente narrativa non sembra sviluppata come promosso in fase di presentazione