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Sono una marionetta, sono una marionetta!

A poche settimane di distanza dall'annuncio, la nostra prova in anteprima di Puppeteer!

PROVATO di Antonio Fucito   —   18/09/2012

Lo avevamo scoperto alla recente Gamescom di Colonia e ci era subito piaciuto, per fortuna non abbiamo dovuto aspettare molto per provare in prima persona Puppeteer, nuovo platform action in sviluppo presso Sony Studio Japan.

Sono una marionetta, sono una marionetta!

Ci siamo diretti infatti in una delle sedi principali del produttore giapponese, situata in un grattacielo di Shinagawa, per incontrare Gavin Moore, producer del titolo che ha tenuto una presentazione lampo di due minuti prima di accompagnarci per un breve studio tour e soprattutto alla prova del primo atto del gioco. Situato al decimo piano dell'edificio, il team di sviluppo di Puppeteer è composto da circa settanta persone. Tra i lavori precedenti abbiamo nientepopodimeno che Siren, un ottimo biglietto da visita per questo nuovo titolo completamente differente per scopo e realizzazione. La cosa interessante è che sono divisi in piccoli gruppi composti da un grafico e da un game designer, ognuno dei quali sviluppa un livello in maniera tale da crearne più in contemporanea; il risultato è anche estrema varietà dal punto di vista estetico, coordinata sempre da Gavin che ogni due settimana rivede in riunione lo stato di avanzamento dei lavori avvalendosi della tecnologia più avanzata: i cari e vecchi post it, associati ad ogni membro del team di sviluppo. Tornando al gioco vero e proprio, è bene ricordare la genesi di Puppeteer, Gavin è un grande ammiratore dei teatri di marionette giapponesi, quelli dove lo sfondo (scenografia) viene cambiato "sotto il sedere" delle marionette stesse mentre vengono fatte recitare.

Sono una marionetta, sono una marionetta!

Proprio da quest'ultimo aspetto e dal desiderio di dare vita all'immaginazione, il talentuoso sviluppatore ha deciso di creare un platform/adventure in due dimensioni che mima il teatro giapponese. I livelli sono infatti incastonati in un palco e c'è addirittura la partecipazione di un pubblico virtuale, che reagisce a quello che fa il giocatore applaudendo, sorprendendosi o tirando urla/sospiri in condizioni di pericolo. Il protagonista principale (il suo nome è Kutaro) viene rapito dal re malefico Moon Bear, imprigionato in un castello oscuro e trasformato in una marionetta senza testa. A questo punto però la fortuna arriva in aiuto, poiché diventerà un improvvisato eroe in grado di "vestire" teste tra le più disparate, ognuna delle quali gli porterà in dono una sorta di potere.

C'è una testa per ognuno di noi

Pad alla mano abbiamo avuto modo di provare in prima persona le caratteristiche principali del gioco, a partire dal tutorial, nel quale mediante schermate fisse (che cambiano come detto "spingendo" le precedenti fuori dallo schermo) e uno zoom sul protagonista principale abbiamo appreso tutti i comandi attraverso i quali è possibile gestire Kutaro. Non prima di aver acquisito quella che rappresenta l'arma principale della giovane marionetta: Calibrus, un'enorme forbice magica in grado di tagliare qualsiasi cosa, dalla stoffa ai malcapitati e fantasiosi nemici. Con il tasto quadrato è possibile infatti eseguire veri e propri tagli dell'ambiente in orizzontale, verticale, diagonale ma anche in forma circolare, e spesso è la maniera mediante la quale si avanza e si passa alla successiva scenografia.

Sono una marionetta, sono una marionetta!

Con la X si salta, Kutaro poi è sempre accompagnato da una sorta di ape/gatto volante che è possibile controllare direttamente con l'analogico destro per scoprire mediante il tasto L2 segreti, bonus e accessori presenti alle spalle degli oggetti che compongono la scenografia. Questi sono utilissimi per aumentare il punteggio, ma anche per proseguire o scoprire teste aggiuntive, le quali sono funzionali al gameplay oltre che cambiare l'estetica del protagonista principale. In ogni scenografia, infatti, ci sono diverse sezioni bonus disseminate un po' ovunque, nonché zone che è possibile superare solamente utilizzando la testa giusta. Nello specifico grazie a quella a forma di panino abbiamo trasformato una piattaforma fissa in un sandwich gigante e morbido che ha permesso a Kutaro di saltare più in alto e raggiungere un punto altrimenti inaccessibile. In un altro frangente c'era un passaggio bloccato da un grossa ragnatela, con la testa apposita lo sviluppatore ha richiamato un grosso ragno che se l'è pappata in un sol boccone, permettendo di accedere ad una sezione bonus. Chi temeva solo schermate fisse (ala Super Mario Bros., quello originale) all'interno delle quali giocare, potrà sentirsi risollevato perché lo scorrimento c'è, eccome, solo che avviene al contrario: è lo sfondo a muoversi attorno il giocatore, che rimane sempre all'interno del teatro delle marionette. Per rendere più chiara l'idea, pensate al personaggio come se fosse in un tapis roulant che si muove in continuazione. La nostra prova è continuata con alcune sezioni platform più impegnative, fino ad arrivare al primo boss, una sorta di armatura dotata di un mantello fatto di stoffa e in grado di farla volare. Ovviamente per sconfiggerla abbiamo tagliato più volte il mantello, fino a liberare "l'anima" di altri bimbi intrappolati come marionette. A questo punto la prova si è ahinoi conclusa, non prima però di poter vedere lo scontro con un altro boss più avanzato, la tigre gigante più volte mostrata nel trailer ufficiale. Il combattimento è stato più complesso, bisognava evitare le zampate avversarie e man mano tagliare le unghie, i denti e così via, con sequenze nel 99% delle volte interattive ma con anche un paio di dosi di eventi quicktime. Il sistema di controllo ci è parso funzionare alla perfezione, le dinamiche platform sono precise ed importanti per il gameplay (a differenza ad esempio di un LittleBigPlanet) mentre il tutorial permette un rapido apprendimento di tutto il resto.

Sono una marionetta, sono una marionetta!

Tra i vari sfondi che cambiano in continuazione il gioco sembra avere una varietà incredibile; nello studio tour e chiacchierando con Gavin abbiamo appreso che ci saranno decine (centinaia?) di scenografie dalle tematiche differenti, che vanno da quelle classiche come neve, vulcani o altro, ad altre come carte magiche sospese, treni in corsa, foreste incantate e altro. Il tutto incastonato in uno stile grafico delizioso: Puppeteer è fluido e definito come non mai ed è realizzato come una fiaba dove tutto ha una direzione artistica eccezionale, peculiare e adatta ad un pubblico di tutte l'età. A detta di Gavin Moore farà impazzire i bambini ma catturerà anche gli adulti perché ci sarà il giusto grado di sfida, una longevità adeguata ed una varietà incredibile; il titolo uscirà nella prima metà del prossimo anno, è completo circa all'80% e permetterà di giocare in due, anche col supporto Move; la seconda persona controllerà il compagno di Kutaro e non necessiterà di grande conoscenza videoludica, perché dovrà scoprire i segreti disseminati per i livelli grazie a semplici comandi. Per quanto riguarda la durata del gioco, a nostra precisa domanda ci è stato risposto che durerà almeno quindici ore se ci si dedicherà solo alla componente principale senza segreti e bonus, un'ottima longevità che speriamo venga supportata per tutta la sua durata da varietà e profondità di gioco. Non ci resta che attendere quindi, la nostra prima prova su strada di Puppeteer ci ha lasciato sicuramente soddisfatti e incuriositi!

CERTEZZE

  • Stile grafico eccellente
  • Un platform che poggia le basi su diverse idee interessanti
  • Tanta varietà e longevità

DUBBI

  • Che possa mancare di profondità al di là del vestito sontuoso