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Level-5 - Monografie

È una delle software house più importanti del panorama videoludico, ma non è sempre stato così. Cosa c'è dietro il Professor Layton e White Knight Chronicles?

RUBRICA di Christian Colli   —   20/11/2012

Sono passati soltanto pochi giorni dal lancio europeo dell'ultima avventura del Professor Layton e non troppi mesi ci separano da quello di Ni no Kuni; più che mai, oggi, Level 5 è sulla bocca di tutti. Ma non è sempre stato così. Fino a pochi anni fa, Level-5 era semplicemente uno sviluppatore tra tanti, una società di quelle che possono restare per sempre nell'ombra, senza mai realizzare il proprio potenziale, senza mai essere ricordate davvero.

Level-5 - Monografie

La svolta per Level-5 fu Dragon Quest VIII, senza il quale probabilmente non avrebbe mai raggiunto il livello di popolarità odierno. Ma del resto, gran parte del suo fascino Dragon Quest VIII lo deve proprio al talento dei ragazzi di Akihiro Hino. Da allora, è stato un susseguirsi di successi, se non di critica quantomeno commerciali. Vediamo di scoprire qualcosa di più su questi maghi del cel-shading.

Riverhillsoft

Fondata nel 1982 a Fukuoka, Riverhillsoft si distinse inizialmente soltanto dal 1986 in poi per un'avventura thriller per NEC-PC 98 e MS-DOS, J.B. Harold no Jikenbo #1: Murder Club. Riscosse un buon successo e il primo gioco della serie fu anche portato in America, scatenando peraltro non poche polemiche per via dei riferimenti, nella trama, a un caso di stupro. Erano tempi di versi e GTA non esisteva ancora, dopotutto. La serie, peraltro, fu convertita anche per MSX e TurboGrafx-CD fino al 1991; nel 2008 e nel 2011, rispettivamente, fece capolino su Nintendo DS e iOS. Ma non è certo per questi thriller che Riverhillsoft è famosa: nel 1990 infatti si occupò della conversione giapponese, per PC-9801 e PC Engine, dell'originale Prince of Persia.

OverBlood, PlayStation
OverBlood, PlayStation

Fu allora che il principe assunse l'aspetto che l'ha reso più famoso, con mantello e turbante: Jordan Mechner, il creatore del franchise, ne rimase così colpito da scegliere la versione di Riverhillsoft come base per tutte quelle future. In seguito, Riverhillsoft sviluppò, tra il 1994 e il 1998, svariati giochi d'avventura, tra i quali il survival horror Doctor Hauzer, e la serie sci-fi Overblood. Nel 1999 fu la volta dello strategico World Neverland Plus: Orurudo Oukoku Monogatari per Dreamcast, poi il nulla: Riverhillsoft chiuse i battenti l'anno successivo. A questo punto vi starete chiedendo cosa c'entra tutto questo con Level 5. Ebbene, facciamo un passo indietro: il primo Overblood fu progettato e sviluppato da Akihiro Hino, che poi si occupò del sequel anche in qualità di direttore. Quando si cominciarono a intravedere i problemi di Riverhillsoft, Hino aveva appena trentanni. Deciso a non restarsene con le mani in mano, Hino reclutò una dozzina di ex colleghi e fondò insieme a loro una nuova società per concentrarsi sullo sviluppo dei videogiochi tridimensionali con il supporto di Sony che, crogiolandosi nel successo di PlayStation, già si preparava al lancio della sua seconda console. Era il 1998 e così nasceva Level-5, il nome ispirato alla massima valutazione assegnata dal sistema scolastico giapponese: l'obiettivo di Hino e compagni, del resto, era produrre giochi della massima qualità.

Level-5 e Sony

Mostrato a più riprese durante varie conferenze per dare prova delle capacità della nuova macchina Sony, Dark Cloud avrebbe dovuto accompagnare il lancio di PlayStation 2 previsto per il marzo del 2000 ma, alla fine, Level-5 chiese una proroga di circa sei mesi. Il gioco fu rilasciato in Giappone a dicembre, poi nel resto del mondo l'anno successivo. Vuoi per il fattore novità, vuoi per l'originalità di alcune meccaniche di gioco, Dark Cloud riscosse un ottimo successo e vendette poco meno di un milione di copie in tutto il mondo.

Dark Cloud, PlayStation 2
Dark Cloud, PlayStation 2

In realtà, si trattava di un JRPG abbastanza mediocre, sopratutto per quanto riguardava la storia e la caratterizzazione dei personaggi: il protagonista, Toan, riceve l'incarico di combattere il Genio Oscuro assieme a un gruppo eterogeneo di compagni e di ricostruire il mondo tramite la principale feature del gioco, il sistema Georama. Il successo del titolo convinse Sony a dare l'OK per lo sviluppo di un sequel, che Level-5 intitolò Dark Chronicle e sviluppò per circa due anni, rilasciandolo alla fine del 2002 in Giappone. Quando giunse in America, nel 2003, cambiò titolo in Dark Cloud 2. In realtà, erano pochi i punti di contatto con il prequel, perlopiù limitati al fatto che, ancora una volta, fossero le armi ad aumentare di livello al posto dei personaggi, e si potesse costruire il mondo tramite un sistema Georama riveduto e corretto. I protagonisti questa volta sono due, Max e Monica, provenienti da epoche diverse con la stessa missione: sconfiggere il perfido imperatore Griffin. Dark Cloud 2 fu il primo gioco che Level-5 realizzò completamente in cel-shading tramite Softimage 3D, rivelando un incredibile talento nella modellazione poligonale e nella manipolazione di colori e texture. Il gioco fu accolto con grande entusiasmo, sopratutto in occidente, e confermò la bravura del team, che non a caso fu scelto da Square Enix per sviluppare l'ottavo Dragon Quest.

Dragon Quest VIII, PlayStation 2
Dragon Quest VIII, PlayStation 2

La fusione delle due grandi società era avvenuta da poco e Level-5 ebbe il difficilissimo compito di realizzare la nuova avventura partorita dalle menti di Yuji Horii, Akira Toriyama e Koichi Sugiyama, praticamente i tre pilastri di uno dei franchise più famosi in assoluto. Sarebbe stato il primo Dragon Quest completamente tridimensionale e il primo a essere localizzato anche in Europa, una sfida che Level-5 vinse nel 2004 senza mezzi termini, realizzando un prodotto incantevole, ancora oggi considerato tra i migliori JRPG di tutti i tempi. Per i fan, poi, rappresentava il matrimonio perfetto tra la formula classica di Dragon Quest e la nuova tecnologia videoludica. Ormai trovata la propria strada, e ampliato ulteriormente lo staff, Level-5 poteva dedicarsi allo sviluppo di un nuovo JRPG in cel-shading, che vide la luce alla fine del 2005 in Giappone e nel 2007 nel resto del mondo. Ci vollero quasi due anni per localizzare Rogue Galaxy proprio perché l'eccellente successo commerciale nel Sol Levante convinse Level-5 a immettere nel mercato occidentale una versione migliorata sotto numerosi aspetti, sia tecnici che narrativi che di gameplay vero e proprio. Rogue Galaxy raccontava le disavventure di Jaster, un giovane pirata spaziale, e di una sgangherata ciurma di anti-eroi alle prese con una vera e propria caccia al tesoro intergalattica.

Rogue Galaxy, PlayStation 2
Rogue Galaxy, PlayStation 2

Il gioco presentava le principali caratteristiche dei titoli Level-5: una splendida grafica in cel-shading, dungeon generati casualmente, combattimenti in tempo reale, complessi sistemi di potenziamento, mini-giochi e una forte componente di crafting. I miglioramenti apportati alla versione occidentale furono poi implementati in un'edizione Director's Cut per il solo mercato nipponico, mentre la società si dedicava allo sviluppo del suo primo titolo per PlayStation Portable, l'ottimo strategico Jeanne d'Arc, cui seguirono un paio di RPG basati sulla serie animata Gundam AGE e tre bizzarri RPG intitolati Danbōru Senki. Level-5 in effetti era già a lavoro su PlayStation 3: in realtà, sulla nuova console Sony la società di Hino fece qualche passo falso. Il suo nuovo brand, White Knight Chronicles, sviluppato in collaborazione con Sony Computer Entertainment Japan, vedeva incrociarsi un'ambientazione fantasy cappa e spada con elementi sci-fi tutti nipponici, come enormi creature simili a mech dalle fattezze cavalleresche. La serie riscosse un buon successo, ma mai al livello delle produzioni passate, sopratutto in occidente.

Jeanne d'Arc, PlayStation Portable
Jeanne d'Arc, PlayStation Portable

Uno degli aspetti più controversi era la modalità multigiocatore online, ma anche la realizzazione tecnica al di sotto delle aspettative e, questa volta, non in cel-shading. È importante sottolineare che il mediocre White Knight Chronicles Origins per PlayStation Portable fu sviluppato da Matrix Software, e non da Level-5. Il primo episodio di White Knight Chronicles vide la luce nel 2008; tre anni dopo fu la volta del sequel, migliorato sotto vari aspetti ma non abbastanza da convincere la critica occidentale. Al momento, Level-5 non prevede di proseguire il franchise: la sua attenzione è tutta rivolta a Ni no Kuni: La minaccia della strega cinerea, che vedremo anche in Europa il prossimo anno. Con questo JRPG, realizzato con la collaborazione del famosissimo Studio Ghibli, il team di Hino torna al cel-shading e alle coloratissime ambientazioni fiabesche che avevano caratterizzato i suoi primi titoli. Riuscirà a riscuotere, in occidente, lo stesso successo avuto in Giappone?

White Knight Chronicles II, PlayStation 3
White Knight Chronicles II, PlayStation 3

True Fantasy Live Online

Durante lo sviluppo dei vari titoli PlayStation 2, Level-5 si trovò alle prese con l'imbarazzante cancellazione di un progetto che Microsoft aveva presentato in pompa magna fin dal 2002 per il lancio di Xbox e del servizio Xbox Live in Giappone.

True Fantasy Live Online, Xbox
True Fantasy Live Online, Xbox

True Fantasy Live Online sarebbe dovuto essere un Massive Multiplayer Online RPG che avrebbe permesso fino a tremila giocatori di socializzare e combattere assieme mostri e nemici vari. Lo sviluppo, durato due anni, ebbe molti problemi, sopratutto perché Level-5 non riuscì a gestire il netcode e l'implementazione della chat vocale. Le difficoltà di Level-5 e le richieste di Microsoft generarono degli attriti fra le due società che condussero a sempre più ritardi nel rilascio del gioco, prima previsto per il 2003, poi per il 2004. Alla fine, True Fantasy Live Online fu cancellato ufficialmente il 2 giugno 2004. Akihiro Hino si lamentò in seguito che la principale causa delle incomprensioni era dovuta all'inesperienza di Microsoft nel rapportarsi con le società e la mentalità giapponese. I rapporti tra le due compagnie restano tuttora piuttosto tesi.

Level-5 e Nintendo

La collaborazione tra Level-5 e Nintendo prese quasi subito pieghe inaspettate. Iniziò nel 2007 con Il Professor Layton e il paese dei misteri per Nintendo DS, prima avventura in un franchise destinato a diventare uno dei più grandi successi degli ultimi anni. La combinazione di un'ottima sceneggiatura con l'intelligenza degli enigmi e la qualità delle sequenze animate d'intermezzo conquistò il pubblico orientale prima e occidentale poi, conducendo alla vendita di oltre quattro milioni di copie.

Il Professor Layton e il paese dei misteri, DS
Il Professor Layton e il paese dei misteri, DS

Il protagonista di tutta la serie è il professor Herschel Layton, spesso accompagnato da un giovanotto di nome Luke Triton: un grande punto di forza del franchise risiede proprio nella caratterizzazione e nella simpatia dei vari personaggi, sia principali che comprimari. La struttura di ogni gioco è generalmente molto simile: il giocatore usa il touch-screen per esplorare e interagire con l'ambiente, risolvendo dozzine di enigmi per proseguire nella storia. Non tardò ad arrivare un sequel, Il Professor Layton e lo scrigno di Pandora, appena l'anno successivo. Durante lo sviluppo del terzo episodio, Il Professor Layton e il futuro perduto, parte di Level-5 si concentrò anche su un nuovo RPG per Nintendo DS, Inazuma Eleven: il titolo vide la luce nell'estate del 2008 in Giappone, e ci vollero quasi tre anni perché venisse localizzato anche per l'occidente.

Inazuma Eleven 2, Nintendo DS
Inazuma Eleven 2, Nintendo DS

Si trattava probabilmente dell'idea più bizzarra della società, che decise di ispirarsi profondamente a serie animate sportive come Captain Tsubasa, conosciuto da noi come Holly & Benji. Era, insomma, un RPG a sfondo calcistico: le battaglie non avvenivano a colpi di spada e magia, ma tra dribbling e passaggi, conditi da spettacolari quanto esagerati tiri in porta. Il successo di Inazuma Eleven in patria fu tale da condurre alla lavorazione di un manga e di una serie animata, realizzata proprio da Level-5 con la collaborazione di TV Tokyo e OLM. Da allora, non è raro vedere Level-5 alle prese con questo tipo di animazione, come hanno dimostrato anche i lungometraggi dedicati al Professor Layton (Il Professor Layton e la diva eterna) e a Inazuma Eleven, ma anche le serie Danball Senki e Mobil Suit Gundam AGE, quest'ultima prodotta in collaborazione con Sunrise. In seguito, Level-5 sviluppò due sequel per Nintendo DS, adottando l'idea della "doppia versione" elaborata da Pokémon tanti anni fa e seguita poi da altri sviluppatori, come per esempio Capcom per la sua serie Megaman Battle Network.

Dragon Quest IX, Nintendo DS
Dragon Quest IX, Nintendo DS

Inazuma Eleven 3 si presentava addirittura in tre versioni differenti. Mentre le serie animate di Inazuma Eleven si susseguivano, superando abbondantemente le cento puntate, Level-5 continuava lo sviluppo di nuovi titoli per console Nintendo. Il Professor Layton e il richiamo dello spettro fu l'ultima avventura del professore per il primo portatile a due schermi della grande N, la stessa console per la quale fu prodotta la serie di puzzle game Atamania e, sopratutto, Dragon Quest IX: Le sentinelle del cielo. Dopo sei anni, Level-5 tornava a lavorare sul franchise di Yuji Horii, sviluppando un JRPG in cel-shading con tanto di modalità multigiocatore in grado di conquistare milioni di giocatori in tutto il mondo.

Una scena de Il Professor Layton e la diva eterna
Una scena de Il Professor Layton e la diva eterna

Caratterizzato da un'incredibile longevità, da una storia più articolata e da un'enorme libertà di personalizzazione e crescita, Dragon Quest IX si configura tranquillamente come uno dei migliori JRPG degli ultimi anni, dimostrando ancora una volta le capacità del team di Hino. Un anno dopo, Level-5 proponeva un altro JRPG per Nintendo DS, Ni no Kuni: Shikkoku no Madōshi. Si tratta di una specie di versione parallela dell'omonima avventura, dal sottotitolo però diverso, in uscita nel 2011 per PlayStation 3. Le basi e le idee sono le stesse, ma lo sviluppo della storia e il gameplay cambiano drasticamente da una versione all'altra: in quella per Nintendo DS, per esempio, il touch-screen è fondamentale per interagire con il libro magico del protagonista Oliver. Una feature che, sfortunatamente, ha reso impossibile la localizzazione del gioco in Occidente. Oggi Level-5, dopo una breve parentesi per Wii caratterizzata da tre spin-off di Inazuma Eleven di stampo più action (Inazuma Eleven Strikers), ha cominciato a dedicarsi a Nintendo 3DS con le nuove avventure del Professor Layton (che includono un cross-over con la famosa serie Ace Attorney di Capcom), la serie-sequel Inazuma Eleven GO e la visual novel Time Travelers (rilasciata anche per PlayStation Vita e PlayStation Portable).

ROID

È abbastanza difficile elencare ogni singolo prodotto minore sviluppato da Level-5 in questi ultimi anni, ma tra essi merita sicuramente menzione il servizio ROID.

Level-5 - Monografie

Acronimo per Revolutionary Original Ideas Discovery, ROID non è una console, nonostante le apparenze, né un robot come mostrato per scherzo da Level-5 alla presentazione durante il Tokyo Game Show 2008, ma un servizio per la distribuzione digitale di vari giochi attraverso il servizio Internet mobile giapponese di NTT DoCoMo. Per usufruire di questo servizio, acquistare giochi e utilizzare le funzioni social è necessario pagare una tariffa mensile. Al lancio, nel 2009, il servizio ROID proponeva sei giochi, tra i quali un'avventura del Professor Layton e un installment della serie Atamania. Solo tre di essi, comunque, sono stati sviluppati autonomamente da Level-5, mentre gli altri sono stati affidati a compagnie esterne.