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Elegante ma indisciplinato

Dopo aver furoreggiato sulla scena indipendente, Slender Man ha trovato la via di un titolo commerciale. Cerchiamo di capire come sta venendo su

ANTEPRIMA di Simone Tagliaferri   —   12/03/2013

Slender Man è figlio dei nostri tempi. Probabilmente è la creatura nata su internet più riuscita di sempre, un mito che si perde nelle nebbie di una manciata di anni fa. In realtà questa creatura alta e sottile, completamente priva di volto e capace di muoversi come un ragno grazie ai suoi lunghi arti e ai tentacoli che gli escono dalle spalle, ha una data di nascita molto precisa: 10 Giugno 2009.

Elegante ma indisciplinato

Fu partorita dall'ingegno di Victor Surge, probabilmente ispirato dal Tall Man della serie di giochi d'avventura Chzo Mythos di Ben 'Yahtzee' Croshaw, che la inventò per partecipare a un contest fotografico a tema horror lanciato sul forum Something Awful appena due giorni prima (8 Giugno). Ai partecipanti era richiesto di manipolare delle normalissime foto per aggiungere elementi sovrannaturali che le rendessero inquietanti. Surge postò due foto d'archivio con ritratti dei bambini e, sullo

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sfondo, la figura di una creatura indefinita che incombeva su di loro. Ottenuto un successo inaspettato e immediato, l'11 Giugno Surge postò un'altra foto e da lì fu seguito da altri utenti che iniziarono ad alimentare il mito con materiale grafico e testuale. Arrivato su 4Chan, Slender Man è presto diventato un meme, per poi diventare il protagonista di uno videogiochi horror indipendenti più famosi del 2012: Slender: The Eight Pages. Al fenomeno nato da quella piccola tech demo abbiamo dedicato uno speciale, cui vi rimandiamo per tutti i dettagli. Ora è arrivato il momento di vedere il passo successivo della vicenda dello Slender Man, ovvero il salto nel mondo dei titoli commerciali con Slender: The Arrival, di cui abbiamo provato la beta rilasciata in occasione dell'avvio dei preordini del gioco.

Di nuovo da soli nel buio

Slender: The Eight Pages è un'opera di una semplicità estrema, che ci vede nei panni di un personaggio perso in un ambiente boschivo dove sono stati sparpagliati otto fogli che vanno recuperati. Il protagonista dispone solo di una torcia e il suo unico nemico è Slender Man, contro cui non può fare assolutamente nulla se non scappare. Il livello offerto nella versione beta di Slender: The Arrival riprende esattamente questa struttura, aggiungendo pochissimi elementi al sistema di gioco: ora la torcia ha due modalità d'uso, ossia un fascio di luce

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più ampio e uno più concentrato, e l'azione non è più inquadrata in soggettiva, ma dal display di una telecamera, con tanto di durata della batteria in bella vista e distorsioni dell'immagine in caso di vicinanza o di apparizione dello Slender Man. Per il resto, a parte le ovvie differenze di natura tecnica e la presenza di tre punti di spawn invece di uno, ci troviamo di fronte alle stesse meccaniche. Quindi tornano i fogli da trovare, tornano le lunghe passeggiate al buio in attesa dell'arrivo del mostro e torna il far leva sulle paure primarie del giocatore per farlo sobbalzare. La mappa della beta offre diversi luoghi da esplorare. Ci sono aree boschive, c'è un campo di grano particolarmente inquietante perché camminandoci dentro il campo visivo diventa limitatissimo, c'è una baracca sulla sponda di un lago e c'è un edificio abbandonato dentro cui si rischia di rimanere intrappolati nel caso di arrivo improvviso dello Slender. L'azione si svolge di notte e non ci sono interazioni possibili oltre a quelle descritte. Fortunatamente l'atmosfera è davvero curatissima e andarsene in giro in cerca delle pagine è abbastanza inquietante, anche se l'effetto sorpresa è davvero minimo se si è giocato Slender: The Eight Pages.

I limiti della notte

L'intervento di uno studio di sviluppo professionista si vede nella cura posta nella composizione dello scenario. La mappa della beta è molto più grande di quella della tech demo e offre una geografia più varia, andando ben oltre al mondo piatto di The Eight Pages. Anche gli elementi grafici sono ben modellati, soprattutto per essere un titolo che sarà venduto a un prezzo economico, e in generale sono enormemente migliori di quelli dell'originale del 2012, che sembrava composto con i modelli standard di Unity (niente di male, visto che era una tech demo, ma è giusto dirlo). In realtà il buio aiuta a mascherare alcune incertezze, ma poco male se poi il quadro complessivo è riuscito.

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La versione finale, in uscita a fine marzo, dovrebbe contenere una campagna composta da più mappe, tutte diverse. Speriamo che, a differenza della versione beta, non richiedano tutti di andare soltanto in giro a cercare dei foglietti di carta, perché si tratta di una soluzione che può andare bene per un prodotto breve e focalizzato, ma non certo per uno che ambisca ad avere un respiro più ampio. Per molti comunque, l'importante è che faccia paura. E da quel punto di vista l'opera di Parsec Productions e Blu Isle Studios ci sembra riuscita. Rimane però sempre lo stesso dubbio: reggerà un'intera campagna? In fondo Slender: The Eight Pages era un'esperienza concentratissima e colpiva anche per questo. Un sistema di gioco simile, protratto per ore, potrebbe diventare asfissiante e rivelarsi un'arma a doppio taglio, rendendo fin troppo evidenti i suoi limiti. Insomma, se la prova su strada con la versione beta non ci è affatto dispiaciuta, temiamo che Slender: The Arrival possa schiacciare se stesso se mal condotto, ossia se gli sviluppatori non saranno riusciti a trovare elementi di gameplay che possano conferirgli un po' di varietà.

CERTEZZE

  • Sembra essere un bel gioco horror bonsai
  • La semplicità delle meccaniche sembrano funzionare...

DUBBI

  • ...ma reggeranno per un'intera campagna?
  • Tutta qui l'interazione?