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Abbiamo provato la demo dell'assurdo cross over strategico degli autori di Xenoblade Chronicles

PROVATO di Christian Colli   —   30/05/2013

"Monolith Soft può toppare, Monolith Soft può toppare, Monolith Soft può toppare"... è questo il mantra che ci siamo ripetuti durante il download della prima demo - la seconda è prevista per fine giugno - di Project X Zone, lo strategico a turni in arrivo a luglio su Nintendo 3DS. E ce lo siamo ripetuti proprio per prepararci a una cocente delusione;

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del resto, Monolith Soft aveva già toppato nel 2005 con il prequel Namco X Capcom per PlayStation 2. Aver sviluppato uno dei migliori jRPG di tutti i tempi, Xenoblade Chronicles, non ti rende infallibile, e l'idea alla base di questo franchise è di un bislacco senza pari. Namco X Capcom è stato anche un gioco piuttosto mediocre che non ha valicato i confini del Giappone. Perciò quella di Project X Zone è una vera e propria scommessa. Finito il download, proviamo la demo. La concludiamo in mezzoretta, torniamo alla Home del 3DS e la riavviamo. Il mantra è cambiato: "Monolith Soft non toppa mai, Monolith Soft non toppa mai, Monolith Soft non toppa mai"...

Scusa, tu da che gioco vieni?

C'è un non so che di nostalgico in Project X Zone. Tutto profuma di anni '90: la premessa assurda, la grafica bidimensionale, l'apparente semplicità del gameplay. Ci ricorda qualcosa, e quando leggiamo chi ha contribuito allo sviluppo del gioco capiamo subito che cosa: c'è lo zampino di Banpresto, la software house che ha regalato ai videogiocatori otaku duri e puri la loro serie preferita di sempre, Super Robot Taisen. In quella serie di fenomenali strategici a turni, il giocatore muoveva un esercito composto da dozzine e dozzine di robot appartenenti alle più famose serie animate giapponesi, da Getter Robot a Evangelion passando per i tantissimi Gundam, Vultus V e molti alti altri.

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Il principio alla base di Project X Zone è fondamentalmente lo stesso, ma a scontrarsi questa volta sono i protagonisti di alcuni tra i più famosi videogiochi firmati da Capcom, SEGA, Banpresto e Namco Bandai. La trama sarà assolutamente demenziale e impossibile da prendere sul serio, come ci hanno dimostrato già i pochi dialoghi proposti nella demo: l'idea è che vari universi paralleli stanno collidendo tra loro, materializzando luoghi e persone dove non ci dovrebbero essere. Ed ecco che questa scusa giustifica l'incontro tra personaggi che appartengono a titoli completamente differenti anche in termini di stile grafico. Ryu e Ken di Street Fighter devono quindi collaborare con Kite e Black Rose di .hack// mentre Kurt e Riela di Valkyria Chronicles III combattono fianco a fianco a Ichiro e Sakura di Sakura Wars. Come abbiamo detto, è un minestrone di personaggi, situazioni e stili veramente assurdo che, per qualche incredibile ragione, sembra funzionare proprio bene. Basta non prenderlo sul serio e non aspettarsi chissà quale risvolto filosofico o spirituale in una storia che vuole essere puro fanservice, nonostante ci siano alle sue spalle gli stessi sviluppatori che ci hanno consegnato alcune dei jRPG più indimenticabili di sempre. Per fortuna, Monolith Soft ha deciso di impiegare i poligoni solo per modellare le mappe in cui si svolgono gli scontri, ridisegnando gli artwork e gli sprite di ogni personaggio in un 2D pulitissimo e dettagliato che regala al gioco un'insospettabile senso di coesione.

Un picchiaduro o un RPG?

Project X Zone sembra rifarsi pesantemente alla tradizione dei già menzionati Super Robot Taisen, e tutti quei giocatori che li avevano importati e che hanno trascorso ore e ore a decifrare e memorizzare i katakana nei menù completamente in giapponese si sentiranno subito a casa loro. L'inquadratura della mappa è isometrica: durante il proprio turno, il giocatore controlla uno dopo l'altro le unità a disposizione.

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Ciascuna di esse rappresenta una coppia fissa di personaggi: Ryu e Ken, Kurt e Riela, Erica e Gemini, eccetera. Ad alcune coppie è collegato anche un terzo personaggio di supporto che non combatte in prima persona e che può essere evocato soltanto per lanciare un singolo attacco durante la battaglia. In più, è possibile fare intervenire in combattimento anche le eventuali unità nelle vicinanze. Il modo in cui si svolgono esattamente gli scontri è sicuramente la parte più interessante del gioco: Project X Zone sembra quasi un picchiaduro. Ogni unità dispone di una serie di attacchi basati sulla pressione di una direzione e del tasto A, e durante il combattimento il giocatore può lanciare un numero variabile di questi attacchi, scegliendone liberamente la tipologia. Ogni attacco è graficamente diverso e produce una combo più o meno lunga rispetto agli altri, scagliando il nemico in aria in modi differenti: concatenando gli attacchi con il giusto tempismo si infliggono dei colpi critici e, quindi, ancora più danni. La strategia subentra tutta in quel momento. Durante la battaglia, il giocatore può appunto evocare le unità di sostegno per colpire ulteriormente il nemico, approfittando del loro attacco per allungare una combo o, magari, bloccarlo a mezz'aria e incrementare ulteriormente l'indicatore Cross Power o XP. Quest'ultimo ha due funzioni principali: può essere scaricato in combattimento per scatenare dei super attacchi devastante e assolutamente spettacolari,

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oppure può essere consumato sulla mappa per lanciare degli "incantesimi" curativi, protettivi, debilitanti e chi più ne ha più ne metta. Uno degli aspetti più tattici del gioco consiste quindi nel decidere quando consumare la barra XP e a quale scopo. La demo non ci ha permesso di esaminare l'eventuale componente gestionale dell'avventura; non è chiaro, quindi, se sarà possibile cambiare equipaggiamento ai personaggi o imparare nuovi attacchi e incantesimi. Di sicuro, la spettacolarità delle animazioni, la pulizia generale della grafica 2D, l'ottimo effetto stereoscopico e l'assurdità complessiva della situazione ci hanno fatto un'ottima impressione. La campagna definitiva proporrà quasi cento personaggi appartenenti anche a titoli come Xenosaga, Megaman X, Darkstalkers, God Eater e Tales of Vesperia. Per i fan di questi franchise potrebbe trattarsi di un appuntamento imperdibile, ma se oltre a tanta spettacolarità ci sia anche un bel po' di sostanza lo sapremo soltanto a luglio.

CERTEZZE

  • Tantissimi personaggi appartenenti ai brand più famosi
  • Ottima realizzazione tecnica
  • Sistema di combattimento molto originale

DUBBI

  • La storia probabilmente farà acqua da tutte le parti
  • Complessità e profondità da valutare
  • Potrebbe rivelarsi ripetitivo