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Vita da mercenario

Mercenari, ISA e Helghast su PlayStation Vita. Pronti alla riscossa?

PROVATO di Massimo Reina   —   24/07/2013

La serie di Killzone si appresta a rinverdire il sodalizio vincente con le console di Sony anche su PlayStation Vita, grazie al nuovo progetto di Guerrilla Games intitolato Killzone: Mercenary. Dopo averlo sfiorato recentemente all'E3 di Los Angeles, siamo riusciti finalmente a provarlo in prima persona in una versione di sviluppo ancora più avanzata. Il gioco, realizzato dallo studio di Guerrilla con sede a Cambridge, è uno spin-off ambientato durante la guerra fra l'esercito ISA e gli Helghast, subito dopo il primo episodio della serie originale. Tuttavia, secondo quanto rivelato dal produttore, ripercorrerà anche altri eventi importanti dell'intera trilogia. Nei panni del mercenario Arran Danner il giocatore sarà chiamato a portare a termine delle missioni specifiche nel bel mezzo del conflitto, operando in favore di chi sarà disposto a pagarlo lautamente per il suo lavoro. L'uomo, infatti, combatte per una sola bandiera, quella del denaro, per cui non farà distinzione di sorta tra le forze terrestri e quelle aliene.

Mercenari, ISA e Helghast: Killzone sbarca su PlayStation Vita e noi lo abbiamo provato!

Colpo di fulmine

La nuova demo in nostro possesso era focalizzata sulla campagna in singolo, e precisamente sulla missione denominata Lightning Strike, della quale nelle scorse settimane abbiamo più volte visto brevi spezzoni in video e fotografie. La storia di questa operazione ha luogo due anni dopo l'attacco Helghast su Vekta, con l'esercito terrestre che si appresta a ricambiare invadendo Pyrrhus. Il giocatore assume quindi il ruolo del mercenario Arran Danner, ingaggiato da questi ultimi con lo scopo di infiltrarsi in un centro di controllo che gestisce le batterie anti-aeree degli Helghast, e di disabilitarne il sistema. In questo modo il fuoco dei cannoni laser verrà tenuto lontano dalla flotta ISA e dirottato sugli ignari incrociatori di difesa, facilitando così l'invasione.

Vita da mercenario

Più facile a dirsi che a farsi, visto che il complesso è fortemente sorvegliato da decine di soldati, telecamere di rilevamento e droni, e che i protocolli di sicurezza che proteggono i sistemi di controllo sono piuttosto elevati. Una volta scelto uno dei tre livelli di difficoltà disponibili (l'equivalente dei classici Facile, Medio e Difficile), entriamo subito nel vivo dell'azione, catapultati letteralmente dal cielo in piena zona di guerra attraverso un rocambolesco lancio in volo. Mentre voliamo in mezzo alle coltre di fumo sollevate da una serie di esplosioni, sfiorati dai traccianti dell'antiaerea nemica, non possiamo non notare, a livello di estetica, l'elevata cura del dettaglio del prodotto. Giunti dietro le linee nemiche, abbiamo appena il tempo di controllare le armi in dotazione, che di default sono il tradizionale fucile d'assalto più coltello, pistola, bombe a mano e corazza, che il comandante dell'agenzia di mercenari, Anders Benoit, ci indica il primo obiettivo da raggiungere: sbloccare l'accesso alle aree interne dell'edificio. Per farlo saliamo al piano superiore, facendo però attenzione a non farci scoprire.

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Individuata una sentinella decidiamo di eliminarla in maniera silenziosa. Come abbiamo più volte sottolineato anche nel corso di precedenti anteprime, una delle peculiarità del gameplay di Killzone: Mercenary è quella di consentire all'utente di approcciare le missioni, o delle fasi all'interno delle stesse, più o meno liberamente, in base al suo modo di giocare o in relazione allo scenario in cui si trova. Questi ultimi, pur non presentando chissà quante e quali biforcazioni, offrono comunque spesso delle opzioni tali, nel percorrerli, da invogliare l'utente ad agire anche nell'ombra, uccidendo quindi i nemici come nel più classico gioco stealth. Attraverso il touch screen di PlayStation Vita abbiamo eliminato il soldato conficcandogli un coltello sulla testa: per eseguire questa tipologia di assassinii basta premere il tasto triangolo non appena si è vicini alla vittima designata, e quando parte una sorta di QTE toccare lo schermo col dito, tracciando una ipotetica linea sull'indicazione a forma di freccia che appare in video. Da evidenziare come in ogni tipo di uccisione, quindi non solo in questo genere, il videogiocatore ottiene dei crediti che variano di punteggio in base alla tipologia di azione eseguita (esplosioni di gruppo, colpi perfetti alla testa o esecuzioni). Questi crediti si possono poi usare all'interno dello scenario per comprare nuovi potenziamenti, armi primarie e secondarie e quant'altro, interfacciandosi con appositi container chiamati Blackjack, oppure alla fine di ogni missione e prima di iniziarne una nuova.

Intelligenti quanto basta

Durante le nostre scorribande all'interno dello scenario Lightning Strike, la risposta ai comandi ci è parsa subito buona, naturale. Il movimento del personaggio è fluido e senza incertezze di sorta, e Arran esegue rapidamente gli ordini che gli vengono dati tramite i controlli, siano essi impartiti con quelli classici, vale a dire con levette e pulsanti, che con quelli tattili. Questi ultimi sono adibiti frontalmente per le già citate esecuzioni rapide, per la gestione rapida delle armi, dei gadget e per l'interazione con i sistemi da hackerare. Mentre a quelli sul pannello posteriore sono demandati i comandi alternativi alla corsa (l'imput può infatti essere dato anche premendo due volte il pulsante cerchio) o per zoomare un bersaglio a seconda dell'arma equipaggiata dal mercenario.

Vita da mercenario

Il che si è rivelato decisamente utile andando avanti nel nostro test, quando ci siamo dovuti cimentare con situazioni parecchio caotiche e difficili, anche a causa del numero e della buona intelligenza artificiale dei nemici. Questa ci è parsa davvero ben sviluppata già al livello di difficoltà normale, in grado di donare agli avversari delle reazioni naturali in rapporto a quanto avviene intorno a loro. In tal senso, come poi abbiamo avuto modo di sperimentare a nostre spese, essi sono sensibili ai rumori ambientali, ai movimenti repentini nell'ombra, e se trovano un cadavere iniziano a muoversi con circospezione e magari, dopo aver richiamato dei compagni, iniziano a dare la caccia all'autore del delitto. Allo stesso modo non lesinano sforzi per cercare di far fuori l'utente, accerchiandolo o costringendolo a snervanti sparatorie da dietro appositi ripari. In una delle locazioni in cui ci siamo imbattuti durante il nostro cammino verso l'obiettivo principale della missione, dovevamo affrontare un'area sorvegliata da un paio di cecchini posizionati su due torrette. Queste erano disposte lateralmente rispetto al punto centrale che dovevamo attraversare. A rendere più difficile il tutto c'era una terza guardia a pattugliare la zona in mezzo, e svariate telecamere di sicurezza con sensori di movimento ai fianchi. Impossibile passare senza dare nell'occhio. Due, quindi, le opzioni in nostro possesso: abbattere l'Helghast al centro e dopo scatenare un attacco contro la coppia di cecchini, rischiando però di rimanere bloccati nella nostra posizione per chissà quanto tempo, oppure aggirare i tiratori scelti sfruttando delle apposite passerelle, prenderli pazientemente alle spalle uno per volta, e dalla loro postazione aprire il fuoco contro l'ultimo rimasto. Ed è stata questa l'opzione che abbiamo scelto.

Missione compiuta

Non sono mancati momenti in cui il gioco ci ha forzati a combattere alla vecchia maniera degli sparatutto in soggettiva, vale a dire a suon di fucilate ed esplosioni, magari a causa di un nostro errore, come quando abbiamo rivelato la nostra presenza a una telecamera e fatto scattare l'allarme. O quando, sul finire della prova, dovevamo proteggere l'area di atterraggio del velivolo che stava arrivando a prelevarci una volta completata la missione. Ed è stato in quei frangenti che ci è stato possibile testare alcune delle altre armi che saranno a disposizione del protagonista. L'arsenale si pone di certo come uno dei punti di forza di Killzone: Mercenary, e Danner può impugnare tantissime tipologie di strumenti. Come per esempio il lanciagranate che per l'occasione ci eravamo procurati presso un Blackjack e che abbiamo sfruttato per far saltare in aria un consistente gruppo di nemici, in combinazione con il VAN-GUARD Porcupine, dotato di missili con lock-on automatico sui bersagli. Anche se il limite di tale soluzione, come al solito, risiede nei lunghi tempi di ricarica, il risultato che abbiamo ottenuto è stato devastante.

Vita da mercenario

Completato il livello si è conclusa purtroppo anche la demo. Al termine della prova le nostre impressioni sul gioco sono positive. Abbiamo apprezzato parecchio l'ottima giocabilità del titolo, che come detto poggia le sue basi su un buon mix di controlli classici e tattili all'interno di un gameplay in cui vengono esaltate l'intelligenza artificiale dei nemici e in egual misura lo stile tipicamente da sparatutto e quello da gioco stealth. Elementi, questi, che rendono Killzone: Mercenary unico a suo modo. Siamo rimasti soddisfatti anche della grafica, che sfrutta una versione modificata del motore di rendering utilizzato in Killzone 3, con tanto di sistema di illuminazione volumetrica ed effetti quali la lucentezza del metallo o le ombre dall'aspetto più realistico. In generale la grafica è davvero riuscita, con delle belle texture e una palette di colori decisamente azzeccata a impreziosire un level design ottimamente concepito. Di buona fattura anche i modelli poligonali dei personaggi che riempiono letteralmente tutto lo schermo della console portatile di Sony, senza prestare il fianco a consistenti cali nel frame rate (durante la nostra prova è capitato un paio di volte di vedere un lieve scatto durante qualche caotica sparatoria). Il tutto viene arricchito da un'ottima colonna sonora che sottolinea i momenti topici dell'azione, dai semplici appostamenti precedenti a un attacco alle spalle del nemico, a quello in cui si centra una vittima con un preciso colpo da cecchino, fino a situazioni più spettacolari caratterizzati dalla presenza di molti avversari ed esplosioni sul video. Insomma, a oggi la definizione di "Killzone 3 portatile" affibbiatogli dagli addetti ai lavori appare azzeccata, tale è la qualità della produzione, ma per un giudizio definitivo, come sempre, preferiamo demandare alla recensione finale.

CERTEZZE

  • I comandi sono precisi e reattivi
  • Buona varietà di situazioni anche all'interno dello stesso scenario
  • Intelligenza artificiale dei nemici tarata verso l'alto
  • Il comparto grafico si conferma di ottima fattura

DUBBI

  • Missioni forse troppo lunghe e impegnative per una console portatile
  • Riuscirà a mantenere un frame rate stabile?