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L'inizio di una guerra

Il marchio EndWar viene rispolverato per uno strategico free to play giocabile via browser

PROVATO di Umberto Moioli   —   12/09/2013

Se il nome EndWar non vi dice molto, probabilmente siete in buona compagnia. E tutto sommato è un peccato, perché lo strategico per console di qualche anno addietro aveva alcune idee interessanti, su tutte i controlli vocali, e si avvaleva della sempre valida licenza Tom Clancy.

L'inizio di una guerra

Spunti positivi che si perdevano in una realizzazione in parte deludente, un pacchetto che dopo l'entusiasmo iniziale mostrava presto tutti i suoi limiti. Fino a ieri pensavamo che l'esperimento del 2008 non avrebbe avuto un seguito ufficiale, in sviluppo ma bloccato a metà strada e mai arrivato nei negozi, e che la proprietà intellettuale sarebbe per sempre rimasta su un binario morto, quindi abbiamo accolto con una certa sorpresa l'annuncio di EndWar Online, sviluppato da Ubisoft Shangai e diretto al mercato dei free to play giocabili via browser. Ad un recente evento di presentazione abbiamo potuto provare una versione preliminare dell'imminente beta pubblica, tastando per la prima volta il polso ad uno spin off interessante pur con alcune zone d'ombra.

Il marchio EndWar viene rispolverato per uno strategico free to play giocabile via browser

Non il solito strategico

Nonostante l'originale si avvicini al concetto di strategico in tempo reale classico, per EndWar Online Ubisoft ha deciso una strada differente. Il free to play è un tower defense competitivo nel quale due giocatori si sfidano per distruggere l'altrui base. Ciascuna mappa ha diverse linee di attacco e, scelta l'unità che si desidera mettere in campo e la strada da fargli percorrere, non resta che osservarla raggiungere l'obiettivo oppure scontrarsi con le forze nemiche opposte.

L'inizio di una guerra

Ognuna ha pro e contro diversi rispetto alle altre, quindi per fare un esempio gli elicotteri sono perfetti contro i carri armati ma subiscono i mezzi leggeri dotati di missili terra-aria. Meccaniche e strategie da carta-forbice-sasso si applicano alla perfezione al gameplay di EndWar Online, insomma, anche se la presenza di nove tipologie differenti di unità rende un po' più varia del previsto l'azione. In particolare i droni per spiare le mosse avversarie e la fanteria attraverso cui conquistare gli edifici necessari per ottenere i punti che attivano le abilità speciali, ci sono sembrate due soluzioni con notevoli risvolti strategici. In linea di massima la giocabilità può essere considerata riuscita, immediata e divertente pur senza richiedere una grossa micro gestione delle proprie forze, quindi restando accessibile a chiunque. D'altra parte ci chiediamo se le limitate soluzioni strategiche non rischino alla lunga di stancare e appiattire l'esperienza. Un problema che, però, forse neppure Ubisoft si pone dato che il gioco sembra diretto ad un pubblico trasversale come ci ha spiegato Thomas Paincon di Ubisoft.

L'inizio di una guerra

"Consideriamo i free to play un'occasione per far crescere nei giocatori la consapevolezza nei confronti dei nostri brand, per questo spesso utilizziamo proprietà intellettuali pre esistenti. Spesso partiamo da nomi celebri in determinate aree geografiche, come The Settlers e Might & Magic, per far sì che si possano espandere anche altrove. I risultati ottenuti sembrano darci ragione. Vogliamo che per ciascuno dei nostri marchi ci siano differenti punti d'ingresso in modo da farvi avvicinare giocatori differenti. In futuro sarà sempre più spesso così. EndWar Online nello specifico, considerando la componente strategica e ruolistica, ha come target un pubblico dai diciotto anni in sù, numericamente molto vasto dato che essendo sviluppato in Flash e girando all'interno dei browser non richiede computer potenti. Sappiamo che i nostri giocatori vogliono confrontarsi con altri e allo stesso tempo la sfida è una leva importante per tenere alto l'appeal del gioco nel lungo termine. Non mi riferisco agli e-sport, che sono qualcosa di differente ed occupano un panorama distinto, riservato a pochi protagonisti, ma in generale alla possibilità di sfidarsi e giocare assieme".

Terminata ogni partita, si torna al proprio quartier generale dove si possono spendere i punti e gli oggetti ottenuti per migliorare l'esercito, livellare le unità e completare tutti quei piccoli compiti che tradizionalmente vengono associati alle esperienze di gioco online e che dovrebbero intrattenere nel tempo.

L'inizio di una guerra

Ubisoft Shangai si è addirittura prodigata per sviluppare una mappa del mondo contenente centinaia di missioni single player, per chi fosse interessato, ma soprattutto la possibilità di contendersi e conquistare i territori dello scacchiere mondiale giocando online contro gli altri sfidanti umani. Nella narrativa del gioco, infatti, nel 2030 tre fazioni si contendono il pianeta in una guerra iper tecnologica all'ultimo sangue. La collocazione temporale dopo gli eventi dell'originale EndWar, tra l'altro, è stata la scusa per dare a ciascun utente una base da ricostruire e progressivamente arricchire con nuove strutture che gli garantiscono tecnologie migliori, nuove armi e via dicendo. Ovviamente per chi non avesse pazienza ci sarà sempre la possibilità di mettere mano al portafogli e velocizzare questo processo, ma gli sviluppatori garantiscono che non è nel loro interesse allontanare o disincentivare anche coloro non intenzionati a spendere. Siamo in definitiva rimasti tiepidi di fronte a questo esperimento: il gameplay immediato e divertente dovrà dimostrarsi profondo e vario a sufficienza, scampando il pericolo che l'interesse iniziale scemi in fretta. Tutto sommato essendo gratuito e via browser un tentativo varrà probabilmente la pena concederglielo.

CERTEZZE

  • Si gioca gratuitamente dal browser
  • Variante competitiva ai classici tower defense
  • Parecchi upgrade, extra sbloccabili ed elementi personalizzabili

DUBBI

  • Non sembra essere l'esperienza più profonda in circolazione
  • Valori tecnici limitati
  • Non è mai semplice trovare un equilibrio quando ci sono le microtransazioni