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La furia di Odino

Nuovo incontro con Call of Duty: Ghosts... la guerra inizia nello spazio

PROVATO di Matteo Santicchia   —   26/09/2013

Lo scorso lunedì siamo volati a Londra per un breve ma intenso hands-on con Call of Duty: Ghosts. La presentazione ci ha permesso di conoscere qualche dettaglio in più sulla Campagna e di vedere una nuova mappa del comparto multiplayer. Informazioni non proprio corpose, ma senza dubbio interessanti per gettare uno sguardo in più sul progetto next gen di Infinity Ward. L'incontro è terminato con una veloce sessione del multigiocatore ma, ahinoi, mappe e modalità di gioco provate erano le stesse testate all'E3 e alla Gamescom. Dopo un lungo "recap" su tutto quella che è l'impalcatura del multiplayer, che potete trovare a queste coordinate, si è passati a vedere una nuova arena di gioco, l'enorme Stoneheaven.

Call of Duty: Ghosts arriva nello spazio. Nuove informazioni sulla Campagna

Catapulte e olio bollente

L'ambientazione è singolare: un gigantesco castello diroccato, situato in una lussureggiante vallata e circondato da diverse casupole, anch'esse ridotte a mucchi di pietre. In pratica il perfetto borgo medievale, incastonato tra collinette e ruscelli, il tutto all'insegna di un map design in cui sono predominanti i punti rialzati e i resti delle strutture da usare come coperture. Non solo zone esterne ovviamente: il resto del castello, col muschio che corre sulle sue pareti, sembra essere in buona parte percorribile. Il trailer non mostrava una partita, bensì un semplice "walktrough" della mappa, con tanto di poche e sporadiche scariche di fucile a rompere l'idillio agreste caratterizzato dal placido scorrere del ruscello e del canto degli uccelli.

La furia di Odino

Abbiamo visto le sale del castello rischiarate dalla flebile luce delle torce, lunghi corridoi, scalinate semidistrutte dalle quali avere un buon punto di vista e più in generale tutte quelle ambientazioni che tipicamente associamo ad un maniero con torri, merli e fortificazioni varie. Una mappa dalla duplice anima, un esterno arioso e molto ampio, che ci fa venire in mente il castello di Boletaria in Demon's Souls, mentre avvicinandoci ed entrando la mente vola subito ad Harrenhal in Game of Thrones. Il tutto da prendere cum grano salis, ovviamente. Un bel quadretto medievale, insomma, se non fosse per un satellite schiantato a terra che si erge come un gigantesco totem nella valle. Non possiamo ovviamente tentare un giudizio sulla reale efficacia del map design, ma per quello che abbiamo potuto vedere sembra ci siano tutte le caratteristiche per un'ambientazione realmente intrigante, capace di adattarsi a tutti gli stili di gioco. Staremo a vedere, come si dice, ma per ora le sensazioni sono positive. Subito dopo Tina Palacios, Senior Community Manager di Call of Duty, ha introdotto il background narrativo della campagna.

La furia di Odino

Tregua infranta

Tutto ha inizio quando la Federazione, un gruppo di nazioni del Sud America, rompe la tregua con il gigante a stelle e strisce e la attacca proditoriamente, devastandolo e mettendolo in ginocchio, per poi invaderlo in forze. L'attacco, come abbiamo visto nel trailer rilasciato qualche settimana fa, avviene dallo spazio. La telecamera si sposta a 350 chilometri d'altezza: osserviamo nitidamente sullo sfondo la costa occidentale degli Stati Uniti, mentre in primo piano due astronauti stanno volteggiando tra la stazione spaziale e l'Odin, il gigantesco satellite militare armato con enormi proiettili non esplosivi ad energia cinetica, praticamente dei piccoli meteoriti dalla forma cilindrica, capaci di scatenare, grazie all'impatto ad alta velocità, gli stessi danni di una bomba atomica, ma senza le "complicazioni" causate dalle radiazioni e dal fallout.

La furia di Odino

Non proprio fantascienza, il vero progetto Thor esiste, ma qui è portato alle estreme conseguenze. I due rientrano nella stazione, proprio mentre uno Shuttle sta attraccando. Il tempo di iniziare le procedure di sicurezza, che da un boccaporto escono due astronauti che iniziano a sparare e uccidere gli occupanti. Lo scontro a fuoco è a gravità zero, i cadaveri galleggiano nel vuoto, i grumi di sangue rimangono fermi a mezz'aria e "sporcano" il punto di vista. L'obiettivo dei terroristi, anzi dei regolari della Federazione è ovviamente l'Odin, da riprogrammare per colpire gli Stati Uniti. Nonostante gli sforzi dei due che si muovono e contrattaccano negli stretti cunicoli della stazione, la Federazione riesce nel suo intento. Los Angeles, San Diego, Phoenix, Houston e Miami vengono spazzate via. I prossimi obiettivi sono tutti sulla costa est. L'unico modo per fermare il lancio è quello di uscire di nuovo nel vuoto e cercare di distruggere l'Odin stesso. Una volta nello spazio, la stazione spaziale inizia ad andare in pezzi, ed assistiamo ad una scena del tutto simile a quanto visto nel trailer del Gravity di Cuaron. Detriti dappertutto, esplosioni, enormi pezzi bianchi della stazione schizzano via a tutta velocità, ma nonostante tutto i due riescono ad arrivare all'Odin, non prima di aver ucciso un altro uomo della Federazione con un preciso colpo di fucile da lontano.

La furia di Odino

C'è da fare una solo cosa: aprire i condotti del carburante in cima e farli saltare in aria a suon di proiettili. Una missione suicida, in pratica. Dei due astronauti, la donna muore quasi subito, il casco perforato da una scheggia, mentre l'altro passa a miglior vita accompagnando il satellite ormai fuori uso nel suo rientro incontrollato sulla Terra. Lo schermo vira sul rosso, il calore dell'attrito lo uccide, ma Washington e New York sono salve. Gli Stati Uniti no, la guerra è solo iniziata. L'azione si sposta quindi dieci anni dopo: abbiamo assistito, di fatto, ad un prologo. Impersoneremo nel gioco due fratelli, Logan e Hersh, membri della squadra Ghosts, un gruppo estremamente piccolo, d'élite, veri e propri partigiani che combattono dietro le linee nemiche, in un contesto in cui sono soli sul campo di battaglia, senza tutti quegli aiuti, senza tutta quell'enorme potenza di fuoco che abbiamo imparato a conoscere nei precedenti Call of Duty. Non ci sono due eserciti che combattono; ci sono solo pochi uomini "male" armati (Riley il cane a parte) che resistono ad un potente invasore. Un background per certi versi inedito per la serie, che dovrebbe dare il la ad un gameplay diverso da solito, fatto magari di silenziose infiltrazioni e rapidi assalti toccata e fuga. Ma anche qui solo quando avremo il codice finale potremo realmente testare sul campo quanto dichiarato da Infinity Ward.

Spendiamo due parole per l'aspetto tecnico del gioco. La sua natura "cross gen" è evidente, è inutile negarlo, ma ancora una volta siamo rimasti piacevolmente sorpresi dall'ottimo quadro visivo offerto dal gioco. Il livello ambientato nello spazio è estremamente pulito, con le texture degli ambienti e dei modelli ricchi di dettaglio.

La furia di Odino

La stessa cosa la possiamo trovare nel multiplayer, ma l'effetto è moltiplicato rispetto alla Campagna, visto che da sempre il comparto multigiocatore ha sofferto di un certo downgrade in funzione della stabilità dell'azione. La nuova effettistica è particolarmente visibile, così come il rinnovato sistema di illuminazione, senza dimenticare texture e conta poligonale al passo coi tempi. Le mappe (mediamente più grandi del passato) risultano più vive, le esplosioni hanno effetti maggiori, "smuovono" di più l'ambiente, e anche l'inedito ed efficace audio posizionale ci mette il suo. Dopo le prime perplessità iniziali, Call of Duty: Ghosts sta rapidamente conquistando la nostra fiducia. La Campagna è tutta da scoprire certo, ma poggia su premesse senza dubbio interessanti, mentre il multiplayer con il suo mix tra novità (la modalità di gioco Squads), assodate certezze (le Pointstreak di Modern Warfare 3) e "prestiti" da Treyarch (il nuovo Pick 8 relativo ai perk) sembrano garantire il solito divertimento a lungo termine. Il cinque novembre, data di uscita del gioco, sapremo darvi se Infinity Ward avrà mantenuto le sue promesse.

CERTEZZE

  • Il solito impatto cinematografico della Campagna
  • Le nuove modalità di gioco del multiplayer
  • Notevoli, ma non sconvolgenti passi avanti tecnici

DUBBI

  • Ritmo e narrazione della campagna sono tutti da scoprire
  • Da approfondire il bilanciamento dei perk e delle Pointstreak