74

Coast to Coast digitale

Esplorazione, sfida e adrenalina nel nuovo racing game targato Ubisoft

PROVATO di Andrea Centini   —   25/07/2014

Se c'è una parte di videogiocatori che può davvero esultare per questo 2014, anno di transizione un poco avaro per quel che concerne nuove produzioni Tripla A, essa è indubbiamente quella degli amanti dei racing game: dopo i deliziosi "antipasti" composti da Assetto Corsa - a breve fuori dall'Early Access - e Grid Autosport, infatti, durante l'autunno non solo verranno rilasciate le punte di diamante di stampo arcade made in Microsoft e Sony, ovvero Forza Horizon 2 e DriveClub, ma scenderanno in pista anche Slightly Mad Studios col promettente Project Cars ed il colosso Ubisoft col mastodontico The Crew, oggetto della nostra prova. Figlio delle sapienti ed esperte mani di Ubisoft Reflections ed Ivory Towers, i cui sviluppatori hanno lavorato alla serie Driver e, soprattutto, ai due bellissimi Test Drive Unlimited, il titolo francese è un Open World con alcune componenti MMORPG; una diretta evoluzione del concetto M.O.O.R. (Massively Open Online Racing, marchio registrato da Eden Games) esportato sulle strade degli Stati Uniti d'America, dopo aver mosso i primi passi sulle isole di Ohau (Hawaii) ed Ibiza. I punti di contatto con i due Test Drive Unlimited sono infatti molteplici, ma non mancano similitudini con altre produzioni di successo, come Need For Speed Underground - per quanto concerne le modifiche alle vetture - Cruis'n USA ed Euro Truck Simulator 2, sia per l'atmosfera che si respira durante la fase di esplorazione che per la vastità della mappa di gioco, davvero immensa. The Crew ci era piaciuto anche in occasione delle nostre ultime prove all'E3 di Los Angeles, ed il contatto approfondito con la beta non ha fatto altro che confermare le impressioni positive. Se volete saperne di più, non vi resta che continuare a leggere.

Gli Stati Uniti a portata di mano in The Crew, sterminato e ambizioso racing game Ubisoft

Living in America

Tra i vari elementi che caratterizzano il racing game transalpino, quello più impressionante è senza ombra di dubbio la pantagruelica mappa di gioco, che definire vasta, varia e stracolma di sfide e dettagli è un eufemismo. Come già sottolineato, si tratta di una raffinata ricostruzione digitale degli interi Stati Uniti d'America, e per "interi" non dovete intendere un territorio che richiama a grandi linee la nazione a stelle e strisce, ma una certosina scala - con i dovuti limiti - delle principali città, strade, attrazioni ed atmosfere degli USA, con annesse variazioni naturalistiche ed orizzonti a perdita d'occhio. L'iconico Coast to Coast si trasforma così in una genuina esperienza nell'esperienza, tale da suggerire uno sguardo al prodotto Ubisoft persino agli amanti dei viaggi, anche solo per assaporare caratteristiche geografiche ed urbanistiche generali del grande paese nordamericano.

Coast to Coast digitale

La cura per il dettaglio è talvolta maniacale, e se siete appassionati di natura apprezzerete la riproduzione fedele degli habitat con tanto di flora e fauna caratteristiche, come i fenicotteri dei Caraibi, gli alligatori e le querce sempreverdi nelle meravigliose Everglades a sud di Miami, il verde avvolgente delle Black Hills o l'arida imponenza del Grand Canyon, ove è possibile scorgere avvoltoi e coyote. Poco importa che alcune aree d'interconnessione presentino a volte elementi ripetuti (ci vengono in mente le imponenti foreste di sequoie giganti), perché se volete farvi un giro ad Hollywood, saggiare le atmosfere della Grande Mela, lanciarvi a perdifiato per i saliscendi di San Francisco, visitare la pazza Las Vegas o curiosare attorno all'Area 51, con annessi bar ed edifici a tema ufo, in The Crew potete farlo, così come potete "perdervi" nell'immenso deserto del Nevada. Considerando che è possibile esplorare l'intero territorio di gioco senza caricamenti di sorta, e spostarsi da un punto all'altro (dopo averlo visitato) con un semplice click sulla mappa, si tratta di una conquista notevole in termini tecnici, che espande, come già sottolineato, i concetti già apprezzati in Test Drive Unlimited ed Euro Truck Simulator 2.

La terra delle opportunità

Il valore aggiunto di The Crew è dunque rappresentato dalla meravigliosa riproduzione digitale degli USA, scenario perfetto per un racing game in chiave MMO da godere preferibilmente in sinergia con la propria squadra (crew), perno centrale dell'intero progetto che ne dona anche il nome. Unendo le forze con i propri amici è infatti possibile creare delle vere e proprie fazioni e lanciarsi in adrenalinici testa a testa con le altre, il tutto accompagnato da classifiche, obiettivi e missioni di varia complessità, natura e durata.

Coast to Coast digitale

Sebbene l'accento sia dunque posto sulle sfide multigiocatore, che comprendono semplici corse clandestine, gare a checkpoint contro il tempo, take down delle vetture rivali, fughe dalla polizia e molte altre modalità ancora da svelare, è possibile affrontare The Crew anche in single player e godersi la storia principale, arricchita da cutscene davvero ben studiate sia dal punto di vista tecnico che registico. La trama, invero ricca di cliché e temi inflazionati, è basata sul classico infiltrato tra i criminali di turno e ruota attorno all'omicidio del fratello del protagonista, un tale Alex - curiosamente somigliante a Gordon Freeman di Half Life - che tra una corsa e l'altra dovrà dimostrare la propria innocenza (dopo ben 5 anni di carcere) e smascherare i traffici illeciti della banda 510, fiancheggiata dall'immancabile agente corrotto del FBI. L'intera mappa di gioco è suddivisa in cinque macro-regioni, ovvero Midwest, The South, East Coast, West Coast e Mountain States, e nella beta attualmente giocabile è possibile affrontare le sole missioni principali del Midwest, ambientate tra la cosiddetta città dei motori (Detroit), Chicago, Saint Louis e le Black Hills circostanti, al di là di un breve - ma intenso - excursus nel deserto del Nevada, nei pressi di Las Vegas.

Coast to Coast digitale

Nonostante le suddette limitazioni, l'intera area degli Stati Uniti è liberamente esplorabile, e non ci siamo lasciati sfuggire l'opportunità di visitare alcune iconiche metropoli, oltre che, naturalmente, monumenti ed attrazioni naturalistiche di grande rilievo. All'interno di ciascuna regione è presente un concessionario virtuale che mette in vendita vetture specifiche, che spaziano dalle comuni hot hatch - come la Ford Focus RS - sino alle cosiddette "hyper car" alla stregua della Pagani Huayra e della Ferrari LaFerrari, sebbene nella beta sia possibile fare acquisti nel solo Midwest (Detroit) e nella East Coast (New York), con una manciata di modelli a disposizione. Uno degli aspetti più interessanti ed attesi di The Crew è rappresentato dalla personalizzazione delle vetture, con la possibilità di intervenire su una ventina di parametri estetici e meccanici in grado di aggiornare profondamente i mezzi disponibili. Se ciò non bastasse, esistono ben cinque Kit distintivi che trasformano - letteralmente - le auto, rendendole adatte alle corse su sterrato, ai raid e persino alle competizioni su circuito.

Coast to Coast digitale

Il primo di essi, definito Street, rappresenta la tradizionale elaborazione "tamarra" adatta per le corse clandestine su strada; il secondo, ovvero Dirt, aggiunge quattro ruote motrici, maggiore resistenza ed elementi ideali per sentieri ed escursioni fuori pista; il terzo Kit, Raid, è una diretta evoluzione del secondo, che ne estremizza le specifiche attraverso enormi ruote da fuori strada ed un ulteriore aggiornamento in termini di potenza, resistenza e tenuta; chiudono il cerchio il quarto ed il quinto, rispettivamente Performance e Circuit, evoluzioni più raffinate del Kit Street che influenzano, oltre che l'estetica dedicata, l'altezza da terra, la larghezza degli pneumatici, la leggerezza dei cerchi, la potenza bruta di freni e motore e diverse altre caratteristiche. Il tuning di base, come specificato, tocca una ventina di elementi che possono essere acquistati o guadagnati vincendo competizioni e salendo di livello, esattamente come in un RPG, con la possibilità di installarli al volo (auto-tuning) o di recarsi comodamente nel quartier generale per un'elaborazione più accorta. Nella base, ove si possono ammirare sin nel minimo dettaglio - e testare - le componenti meccaniche ed estetiche dei bolidi posseduti, è altresì possibile spendere i punti conquistati nei cosiddetti Perks, ovvero le classiche abilità, che oltre a fornire, ad esempio, una maggiore efficienza dell'impianto frenante o del telaio, permettono di acquisire più punti XP o Bucks (crediti) da spendere in gioco. Le auto di The Crew sono dunque del tutto assimilabili ai personaggi di un comune RPG, e progredendo di livello si guadagnano centraline per il motore e sospensioni più efficienti al posto delle classiche armature ed armi, oltre che punti per potenziare skill a tema racing. La beta ha il level cap fissato a 10 ma nel prodotto definitivo si potrà raggiungere quota 50, e sarà interessante valutare il bilanciamento delle varie auto considerando il numero impressionante di variabili in gioco.

Al volante

Dal punto di vista del gameplay ci troviamo innanzi al classico arcade con alcune sfumature simulative, un ibrido che ricorda da vicino le alchimie di Need For Speed e Project Gotham ove è anche possibile impostare setup generici di aiuti - divisi in Full help, Sport ed Hardcore - senza indicazioni specifiche, ad esempio, sul controllo della stabilità (SCS) o della trazione (TCS).

Coast to Coast digitale

Le auto si controllano piuttosto agevolmente sia con un joypad che con una periferica ad hoc, ed hanno tutte la tendenza - più o meno accentuata - ad entrare in derapata, mentre un'attenta parzializzazione dell'acceleratore e dei freni è necessaria per non uscire fuori strada o andarsi a schiantare. La guida aggressiva è costantemente incentivata grazie alla pletora di obiettivi dinamici che si presentano su strada, e divincolarsi nel traffico, piuttosto sostenuto nelle metropoli con intere colonne di veicoli ferme ai semafori, è appagante ed estremamente divertente. Per accontentare il più ampio numero di giocatori, inoltre, sono state introdotte numerose visuali, sia esterne che interne, compresa quella dal cruscotto con dettagli ben riprodotti, sebbene ben lungi dalla raffinatezza di altri titoli congeneri. Tutte le auto godono della classica nitro, attivabile premendo il pulsante A sul joypad di Xbox 360 e Xbox One, mentre con X si aziona il freno a mano e con i grilletti si governano acceleratore e freni. Il numero decisamente elevato di menu e comandi per gestire le varie componenti del gioco può generare un pizzico di confusione in taluni frangenti, soprattutto per determinati tasti che dispongono di funzionalità sovrapposte, ciò nonostante tutto sembra essere al posto giusto e di rapido utilizzo. Ci ha lasciato un poco di amaro in bocca la gestione della mappa attraverso il joypad, non proprio precisissimo nelle zoomate e negli spostamenti, ma trattandosi di una beta c'è tutto il tempo per migliorarne usabilità e sensibilità.

Di necessità virtù

Se sotto il profilo della varietà, del gameplay e della ricchezza di contenuti non sembrano esserci particolari dubbi sui valori produttivi dell'opera, che andrà comunque valutata con un codice definitivo, quello puramente tecnico presenta alcune limitazioni ascrivibili allo status di beta e, soprattutto, al fatto che siamo innanzi ad un immenso open world senza caricamenti, con tutto ciò che ne consegue.

Coast to Coast digitale

Il primo elemento negativo che colpisce è l'inatteso frame rate bloccato a 30 frame al secondo su PC, una soluzione adottata - verosimilmente - nella sola fase di beta e facilmente aggirabile modificando il classico file di configurazione nella cartella dei documenti. Com'è noto, per un titolo di guida i 60 frame al secondo sono praticamente imprescindibili, tuttavia all'interno di un mondo aperto così vasto ed in un contesto MMO, alcuni giocatori potrebbero essere disposti anche a chiudere un occhio. Nella versione definitiva, comunque, non dovrebbero esserci limitazioni di sorta, ed un'opzione nel menu di gioco (attualmente in grigio) sembra piuttosto rassicurante in tal senso. Dal punto di vista squisitamente grafico l'impatto del titolo Ubisoft non si presenta pienamente "next-gen" per quel che concerne filtri, effetti e mole poligonale, ciò nonostante, analizzandolo nel complesso e tenendo ben presenti i naturali limiti per un prodotto con le suddette caratteristiche, emerge una cura per i dettagli davvero encomiabile. Basta percorrere le dune rigogliose di una spiaggia o lasciarsi alle spalle un tramonto che si staglia su campi coltivati per apprezzare la suggestiva componente artistica di The Crew, che offre un ventaglio di atmosfere e situazioni mai viste prima in un singolo racing game.

Coast to Coast digitale

Al di là di alcune sezioni particolarmente ispirate, come ad esempio la famosa Times Square a New York, le aree metropolitane si presentano generalmente più deboli e piatte dal punto di vista scenografico rispetto a quelle naturalistiche, sia per la qualità delle texture che per la solidità poligonale delle architetture, tuttavia esse acquisiscono nuova vita grazie all'illuminazione notturna (un po' come avveniva in Watch Dogs) ed al particolare filtro visivo associato che ne aumenta il realismo. Per quanto ben proporzionati e ricchissimi di elementi intercambiabili, i modelli delle auto si presentano piuttosto al di sotto degli standard qualitativi raggiunti dai racing game odierni, risultando nel complesso spartani ma sufficientemente godibili, laddove spicca un discreto sistema di danni e l'ottima resa delle componenti in fase di elaborazione. Buonissimi gli effetti particellari relativi a scintille, acqua, polveri e sabbia sollevate dalle auto, mentre il motore fisico necessita ancora di qualche rifinitura soprattutto per quel che concerne la resa degli incidenti e la distruzione di alcuni elementi ambientali, talvolta poco realistici e coerenti. Dal punto di vista audio alcune campionature risultano sottotono mentre altre sono incisive e profonde, sintomo dei pieni lavori in corso; buono il doppiaggio in inglese (la versione definitiva del gioco sarà molto probabilmente tradotta in italiano) così come la colonna sonora, estremamente varia e comprensiva persino di pezzi classici e lirici. Il netcode, al momento, risulta abbastanza stabile, ma è evidente che si trovi in piena fase di collaudo, dato che saltuariamente si incappa in crash della sessione e soprattutto si avverte del fastidioso lag in chat vocale. Per esprimere un giudizio definitivo sarà ovviamente necessario analizzare il tutto con un codice più maturo e, soprattutto, con i server pienamente popolati.

CERTEZZE

  • Mappa immensa e ricchissima di attività
  • Ottimo sistema di elaborazione e progressione
  • Scenografie varie ed artisticamente curate
  • Gameplay ibrido ben collaudato
  • Divertente da soli ed in compagnia

DUBBI

  • Solidità del frame rate impostato a 60 fotogrammi al secondo
  • Stabilità dei server pienamente popolati
  • Non stupisce sotto il profilo puramente tecnico
  • La guida tende po' troppo alla derapata