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Un pianeta su cui ricominciare

Starbound è la prova che l'universo si espande

PROVATO di Andrea Rubbini   —   17/02/2015

Siamo tornati dopo circa un anno sull'astronave di Starbound e, sebbene le stelle siano ancora al loro posto, la galassia è governata da leggi totalmente nuove. Giacché il gioco è immenso e da poco in fase beta, è meglio fare un rapido briefing prima del decollo. Le novità principali le abbiamo provate di persona durante la nostra esplorazione, e ne parleremo in dettaglio nel prossimo paragrafo, ma quello che accende la nostra curiosità sono i piani degli sviluppatori per l'endgame, ossia il momento in cui abbiamo esaurito tutte le missioni principali, sviluppato il nostro equipaggiamento al massimo e siamo quindi pronti per disinstallare il gioco, se non fosse che in realtà a quel punto si apre un nuovo mondo di possibilità. 

Le notizie relative all'endgame sono datate, ma vale la pena ripassarle per chi non ha ancora preso parte a Starbound in Accesso Anticipato.

Un pianeta su cui ricominciare
Un pianeta su cui ricominciare

Alla fine del gioco si offrono insomma due alternative: il Settore X, nel quale i giocatori possono formare fazioni e combattere fra loro, se lo desiderano, e la modalità Director, ospitata su un server apposito, nella quale possiamo creare ogni aspetto del mondo in tempo reale a beneficio di altri giocatori, un po' come se fossimo dei Dungeon Master spaziali. E a proposito di spazio, la prima grande sorpresa che abbiamo trovato ad attenderci una volta lanciati nel cosmo è stata la rimozione dei settori. Tutto il sistema di progressione di Starbound è stato infatti ripensato da zero. Adesso esiste una sola galassia, ed è il nostro grado di sviluppo tecnologico, insieme alla quantità di pixel nelle nostre tasche, a decretare se siamo pronti o meno per accedere ai contenuti successivi. Promettiamo di entrare nel dettaglio della questione fra pochissimo. Lasciate solo che vi aggiorniamo sulla quantità pazzesca di contenuti che sono stati aggiunti con l'ultima patch. Innanzitutto ci sono pianeti mai visti prima, come quelli oceanici. Grazie a uno speciale potenziamento possiamo fare comparire una simpatica barchetta sotto le nostra chiappe e veleggiare fra le onde, o immergerci nelle profondità del mare - sempre che la nostra tuta protettiva lo permetta. Certo, altri ecosistemi sono stati aggiunti a quello oceanico, ma la questione della barchetta meritava un discorso a parte. Armi, armature e sistema di rigenerazione dell'energia sono stati inoltre rivisti, così come il sistema di propulsione dell'astronave, alimentato ora da una gelatina rosa anziché dall'anacronistico carbone. I combattimenti sono diventati più tattici a causa del fatto che una volta esaurita la barra dell'energia si deve attendere che si ricarichi completamente prima di potere attivare nuovi sistemi di offesa e di difesa. Di base non è che attaccare le creature sia mai stato uno spasso in Starbound - non è questo il fondamento del suo sistema di gioco - ma ora le possibilità di interazione, sia in attacco sia in difesa, sono meno elementari. C'è perfino una nuova razza per chi si è scocciato di giocare con quelle vecchie, e ovviamente dispone di un suo set specifico di potenziamenti. Ma nulla di tutto questo, o di quello che non possiamo elencare qui perché se no ci addormenteremmo, può rivaleggiare con il retino. Ebbene sì: usando il retino possiamo catturare insetti da mettere in un vasetto (se ce lo siamo portati dietro). Cosa ci facciamo? Boh. Sappiamo solo che stanno benissimo sulla mensola della nostra astronave, ovviamente prodotta con il migliore duracciaio in circolazione. Ma ora basta con le ciance, partiamo dall'inizio e facciamo la conoscenza della nuovissima intelligenza artificiale di bordo, meno sexy di Cortana, ma decisamente più utile.

Se un dio di pixel esiste, allora c'è lui dietro il nuovo aggiornamento di Starbound!

Il prezzo del progresso

Alla fine bisogna sempre lavorare. La prima notizia che ci dà il nostro computer di bordo è che siamo all'ancora, con i motori fuori uso e senza un goccio di carburante. Partiamo male insomma, o forse dovremmo dire bene, perché finalmente c'è un tutorial che ci guida nei nostri primi passi. Con l'abolizione dei settori, l'avanzamento del gioco avviene in base al nostro grado di sviluppo tecnologico. Ci sono dieci fasi di avanzamento, ciascuna separata dall'altra da una missione chiave, che prevede alla fine l'uccisione di un boss. A quel punto possiamo accedere a un livello tecnologico superiore, esplorare un certo tipo di pianeti prima inaccessibili (a causa delle radiazioni, della mancanza di ossigeno o di qualche altro pericolo) e ottenere le risorse necessarie per sbloccare una nuova missione di passaggio. Le risorse chiave di cui parliamo sono i pixel, la moneta intergalattica di Starbound. E qui viene il bello.

Un pianeta su cui ricominciare
Un pianeta su cui ricominciare

Per guadagnarli possiamo infatti scegliere la strada che più ci piace fra l'agricoltura, la costruzione di locali da mettere in affitto, la pirateria o l'avventura. Ogni ramo di lavoro si sviluppa sempre più nel corso del gioco, così che dalla piantagione di grano si arriva all'allevamento di animali ecc. Il tutto all'interno della stessa galassia. Ma torniamo a noi. Dopo avere fatto due chiacchiere con l'intelligenza artificiale dell'astronave possiamo solo scendere sul pianeta sotto di noi e cominciare a scavare. Per fortuna il manipolatore di materia è ora molto più potente e dotato di nuove funzioni, come lo scandaglio di profondità, e si può potenziare nel corso del gioco. Questo succede perché gli amati picconi si consumano molto più in fretta, e quel che è peggio non si possono più riparare. Arriverà anche il giorno in cui potremo usare una trivella, ma fino ad allora il manipolatore di materia è nostro amico, anche perché adesso ci permette di assorbire i liquidi, come l'acqua curativa o l'olio, indispensabile per creare l'acciaio. In ogni caso mettetevi l'animo in pace, perché Starbound richiede molta pazienza. I minerali sono nascosti in profondità e sono decisamente più rari. Se giochiamo in modalità casual a ogni morte perdiamo solo preziosi pixel, ma già a livello normale si aggiunge una percentuale di risorse perdute a ogni decesso, perciò l'esplorazione dei pianeti richiede cautela. Soprattutto quando dobbiamo raggiungerne il centro, come siamo costretti a fare per riparare la nostra astronave. Comunque, superate le fasi del tutorial, arriva un'altra sorpresa, ossia l'introduzione dell'avamposto. Questo pianeta speciale è una specie di interporto, pieno di personaggi che ci forniscono missioni da intraprendere e occasioni per commerciare. Alcune missioni sono facoltative, altre invece, come quelle che segnano il passaggio da una fase tecnologia all'altra, sono obbligatorie per progredire nel gioco. L'introduzione delle missioni e la loro gestione tramite il sistema di bordo dell'astronave aggiunge quell'elemento di ordine necessario nel sistema di gioco aperto di Starbound, che fra l'altro si genera casualmente, aprendo infinite possibilità ma anche il rischio di perdersi. Grazie agli avamposti, invece, possiamo sempre ritrovare il filo di una storia che dà senso ai nostri progressi. Inoltre sono i principali centri commerciali per le nostre attività di lucro, che si tratti di vendere artefatti antichi o verdure dell'orto. Ecco perché abbiamo cominciato a frequentare sempre più spesso l'avamposto del nostro sistema solare (con i motori fuori uso non potevamo ancora andarcene a spasso). In seguito, liberi di esplorare un numero di pianeti superiore, abbiamo scoperto che le sorprese ci aspettano anche sotto terra. Sono stati aggiunti infatti veri e propri mini dungeon sotto le superfici dei pianeti, un'idea eccellente per spezzare il ritmo delle claustrofobiche operazioni di scavo. Così, presto o tardi, si arriva a costruire l'armatura di acciaio. A quel punto ci vengono fornite le coordinate per la prima vera missione di passaggio. Obiettivo: rispondere alla chiamata di soccorso di una stazione mineraria. Pensavamo fosse una passeggiata, invece ci siamo reincarnati almeno dieci volte. Poi abbiamo capito che per battere il boss contava più la testa della pistola. Mica come qui sulla Terra.

Rito di passaggio

Le missioni principali sono ambienti speciali, così come quelli degli avamposti. In questi scenari non possiamo modificare ciò che ci circonda, neppure posare una tenda per terra. Sono pensati infatti per un tipo specifico di interazione e, nel caso delle missioni che segnano l'evoluzione da una fascia di avanzamento tecnologico all'altra, anche la sfida si basa su precise scelte di design. Dobbiamo ammettere che è un po' strano passare da un sandbox dove tutto è possibile a una specie di platform predefinito, soprattutto perché i comandi di gioco non sono il massimo per quanto riguarda gli scontri, ma gli sviluppatori hanno pensato anche a questo.

Un pianeta su cui ricominciare

La prima missione per esempio sembra inizialmente troppo difficile per quelle che sono le nostre armi, ma poi si scopre che i simpatici alieni rosa che infestano la base non saltano per aggredirci se siamo su una piattaforma in posizione elevata. Possiamo così riposarci in zone sicure dalle quali scatenare l'inferno su chi sta sotto di noi. Inoltre ci sono operai armati e arrabbiati chiusi dentro alcune stanze, che se lasciati liberi di uscire sono ben felici di darci una mano a fare fuori gli invasori. Lo stesso discorso vale per il boss, l'occhio diabolico chiuso nel cristallo rosa. All'inizio sembra impossibile sfuggire ai suoi raggi saltando su e già per girare gli interruttori che attivano il macchinario che lo ferisce, ma poi, guardando bene la struttura del livello... be', vi lasciamo scoprire da soli di che si tratta. Già dal secondo boss, però, il disco volante pilotato da un pinguino (vi ricordate: è quello che un tempo arrivava lanciando il segnale radio) lo scenario cambia completamente, e con esso anche la strategia di gioco. Insomma, ci sono sufficienti variazioni tra una missione chiave e l'altra, e stiamo parlando solo di quelle di fine livello. Ciò che conta, considerando che molto potrebbe cambiare in corso d'opera, è che esiste un sistema di missioni strutturato e bilanciato per quelle che sono di volta in volta le possibilità tecnologiche del giocatore. Un incentivo insomma a padroneggiare le risorse ed esplorare ogni anfratto dei pianeti accessibili per essere pronti davanti alla prossima sfida. Quale possa essere è difficile da prevedere: ci sono infinite stelle là fuori, e tutto può accadere. Per lo meno, adesso sappiamo con certezza che c'è ordine nell'universo.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 13,99 €
Multiplayer.it

Lettori (66)

8.9

Il tuo voto

PRO

  • Un sistema di progressione razionale e soddisfacente
  • Agricoltore, costruttore, pirata o avventuriero: a noi la scelta
  • Più cose da fare di quante se ne possano scoprire
  • Combattimenti più strategici

CONTRO

  • Resta da vedere come sarà lo sviluppo dei rami lavorativi
  • Per quanto si manterranno interessanti le missioni?
  • PvP e Director Mode ancora da testare