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Testa di tazzina

Uno degli indie più promettenti per Xbox One, finalmente giocabile alla GDC 2015!

PROVATO di Antonio Jodice   —   04/03/2015

Finalmente alla GDC 2015 abbiamo avuto a che fare con Cuphead. Lo shooter indie, annunciato come esclusiva console Xbox One all'ultima Gamescom, era giocabile all'evento organizzato da Microsoft per presentare i progetti indipendenti più interessanti in uscita sulla propria console. Quella di oggi è stata la prima prova pubblica del gioco, ma tanto è bastato per lasciarci parecchio impressionati. Basato su Unity, Cuphead è frutto del lavoro di tre amici che nel tempo libero si sono dedicati a questo progetto davvero accattivante, tanto da essersi convinti nei mesi a lasciare i loro impieghi per dedicarcisi a tempo pieno e a portare il gruppo a dieci persone. Lo stile è quello dei cartoni degli anni '30 (senz'altro ispirati a quelli Disney, ma anche quelli della serie del gatto Felix) e il tutto viene presentato a 1080p e a 60 fotogrammi al secondo, con controlli precisi al millimetro e una difficoltà tarata verso l'alto in modo che ci sia una sfida costante senza mai sfociare nella frustrazione. Si giocherà in coop in locale, volendo, e successivamente anche online. Oggi abbiamo giocato in solitaria e affrontato ben tre boss, una delle cose più spettacolari del gioco assieme ai reali protagonisti.

Alla faccia dei tripla A, Cuphead potrebbe essere uno dei giochi più interessanti del 2015 per Xbox One

Alien Soldier

La citazione è evidente e salta subito all'occhio di chi abbia più di trent'anni, come chi scrive e come chi sta sviluppando Cuphead: Alien Soldier, uno degli ultimi capolavori sviluppati dai giapponesi Treasure. Anche qui, come allora, l'azione è quella di uno shooter contro una serie di boss imponenti che costituiscono il vero cuore del gioco, intervallati da brevi sezioni platform.

Testa di tazzina

In realtà, in Cuphead, il personaggio si sposta in una mappa in 2D vista dall'alto, in cui incontrare personaggi non giocanti e sbloccare nuove armi sempre più potenti, nonché l'accesso a minigiochi e sezioni platform molto più complesse rispetto al riferimento nipponico. Il cuore del titolo è però rappresentato dai venticinque boss, difficili e fuori di testa, da affrontare con armi nuove e più potenti ma sempre con lo stesso set di regole e mosse base, proprio come vuole la tradizione più classica degli shooter. Pad alla mano, si è confortati dalla precisione certosina dei controlli e da una buona varietà di mosse a disposizione: si spara, c'è un lock per prendere la mira in maniera più precisa, si salta e c'è un'abilità speciale che si carica colpendo i nemici. C'è anche uno schiaffo, che si effettua premendo il salto quando già si è in aria unitamente alla leva verso il basso, mossa che serve per colpire parti del corpo dei boss contrassegnate dal colore viola. In questo modo si effettuano danni più ingenti e si carica più velocemente la tecnica di cui sopra. Oltre alla grafica, che vista in movimento è nientemeno che spettacolare, tutta disegnata a mano e ricchissima di animazioni, si resta quindi colpiti dall'ottima giocabilità, precisa e asciutta.

Testa di tazzina

Non avendo potuto provare nessuno dei minigiochi, né tanto meno delle sezioni platform (che verranno probabilmente mostrate al prossimo E3 di Los Angeles) abbiamo affrontato tre boss, uscendo vittoriosi solo in un caso con il team che ci ha promesso mille dollari se fossimo riusciti a batterne uno al primo tentativo. Il più semplice, superato agilmente, era una carota gigante (ma gigante sul serio) che sparava carote volanti più piccole mentre bisognava evitare una serie di colpi lanciati in ogni direzione. Più difficili invece, un pirata a bordo di un veliero che lanciava contro barili volanti ed esplosivi, per poi passare a due rane enormi, ottimamente animate, che ne combinavano di tutti i colori, costringendoci a imparare almeno tre pattern diversi d'attacco, tra proiettili esplosivi rimbalzanti e sfere energetiche lanciate a mo' di hadouken. Insomma, Cuphead è senz'altro ben fatto, ma sembra anche divertente e figlio di questo rinascimento dei giochi in 2D che affidano ai 60 fotogrammi al secondo il piacere di giocare, spingendosi al limite delle proprie capacità.

CERTEZZE

  • Graficamente meraviglioso
  • Gameplay divertente e frenetico

DUBBI

  • Potrebbe risultare troppo difficile
  • Ancora da verificare le fasi platform