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Ibrido giapponese

Abbiamo raccolto tutte le novità su Dragon Quest Heroes dopo l'E3 2015

ANTEPRIMA di Mattia Comba   —   29/06/2015

L'E3 2015 è stata un'ottima occasione per ritornare a puntare i riflettori su Dragon Quest Heroes, ultimo esponente di una serie storica che si appresta ad arrivare tra una manciata di mesi anche in Europa, esclusivamente per PlayStation 4.

Ibrido giapponese

Sono parecchi anni che un titolo della saga non sbarca nel vecchio continente su console casalinga, portando con sé tutti i pregi e le peculiarità di una pubblicazione strettamente nipponica. Nonostante sia seguitissima dagli amanti dei jRPG non possiamo certo riconoscerle particolari meriti in termini di rinnovamento delle meccaniche di gioco, con capitoli troppo spesso uguali a se stessi e una formula che è andata perpetrandosi negli anni avara di palpabili innovazioni, con il solo obiettivi di soddisfare i palati dei giocatori giapponesi che da sempre sostengono la saga con enorme entusiasmo. Lo scarso appeal per il pubblico occidentale si è presto trasformato in una chiusura totale della serie al resto del mondo, con molti capitoli confinati al paese di origine e disponibili solo su importazione per i fan più sfegatati, che però a ottobre avranno la possibilità di giocarsi un nuovo Dragon Quest, anche se non pertinente alla serie regolare. In modo del tutto analogo a quanto fatto da Nintendo con The Legend of Zelda e Hyrule Warriors, Heroes sarà sviluppato da Omega Force e si distanzierà dalle uscite principali nel tentativo di avere una propria identità solida e palpabile rispetto ai vari Dynasty Warriors.

Dragon Quest Heroes è sempre più vicino, a metà tra un classico jRPG e un musou movimentato

Sempre più action

Sullo showfloor di Los Angeles, il producer del gioco Ryota Aomi, si è dilungato nello spiegare nel dettaglio come Dragon Quest Heroes avrebbe avuto un'impronta diversa da tutti gli altri titoli legati ad Omega Force e alla serie Warriors, come appunto lo spin-off di Zelda uscito per Wii U. Il primo passo è proprio togliere quel Warriors dal nome e ribaltare il gioco delle parti: Hyrule Warrior era un titolo simile a mille altri musou, con elementi appartenenti all'immaginario di Zelda, mentre per Dragon Quest Heroes l'obiettivo è quello di farne un gioco di ruolo a tinte action più veloce e movimentato rispetto ai titoli della serie principale.

Ibrido giapponese
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In questo senso risulta quindi che Heroes rappresenterà un'evoluzione della serie, a metà tra uno spin-off vero e proprio e il tradizionale gameplay da jRPG. Tuttavia da quanto visto finora sembra più che questi due aspetti vadano a coesistere insieme nelle meccaniche di gioco piuttosto che dare vita a qualcosa di effettivamente innovativo. Durante i filmati e le demo mostrate in fiera, infatti, l'impostazione degli scontri non sembra di molto dissimile da quella dei titoli della serie Dynasty Warrior, con orde di nemici a popolare vaste arene di gioco da sconfiggere per proseguire attraverso gli schemi. Slime e goblin si fanno avanti a decine contro il giocatore e il suo party di eroi la cui gestione, al contrario, richiama molti elementi ruolistici. I nostri quattro eroi hanno tutti ruoli e abilità ben precise, definite da statistiche migliorabili con oggetti ed equipaggiamento specifico che ne potenziano l'efficacia in combattimento. In base al nemico che ci troveremo ad affrontare possiamo scegliere ad esempio se schierare il resistente cavaliere per attacchi corpo a corpo, oppure optare per il mago se preferiamo tenerci a debita distanza. In ogni momento della battaglia sarà comunque possibile cambiare al volo il personaggio controllato modificando la strategia in corsa e l'approccio tattico in base all'andamento dello scontro. Insomma, tutti elementi classici di un gioco di ruolo ma conditi da quella immediatezza e velocità tipiche degli action, per rendere il gameplay più movimentato ma allo stesso tempo maggiormente stratificato e tattico rispetto a quello di un musou tradizionale, dove il button mashing è l'unica via. Allo stesso modo è molto probabile che le missioni non si riducano solamente all'uccisione di tutti i nemici in una particolare area di gioco, ma riguardino obiettivi più vari e una maggiore esplorazione della mappa, con gli avversari dislocati in modo sparso nell'area di gioco. In tal senso si è parlato di missioni incentrate sulla difesa di un villaggio minacciato da un folto gruppo di nemici, dove condurre la resistenza e gestire le forze con giudizio per evitare di lasciare al nemico degli spiragli scoperti dai quali potesse portare a compimento l'assedio.

Solide certezze

Anche le battaglia con i boss sono state rivisitate. Non si tratta più di scontri relegati alla fine della missione, ma sono stati integrati maggiormente all'interno del flusso di gioco sfruttando stage creati apposta per l'occasione. Ne è una prova il ciclope di pietra visto in occasione della fiera losangelina intento a radere al suolo ogni cosa gli si parasse davanti.

Ibrido giapponese
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Per arrestare la sua corsa non c'era modo di avere la meglio con attacchi frontali, ma era necessario salire sulle torri più alte della città dove attivare armi magiche capaci di danneggiarlo nel suo unico punto debole: l'occhio. Tutta questa gestione del party e la maggior varietà di situazioni offerta dalla mappa, rappresentano forse il maggior distacco di Dragon Quest Heroes rispetto ai titoli Omega Force e mitigano in parte quella deriva musou che ai puristi farà inevitabilmente storcere il naso. A fare da filo conduttore con tutto il resto della produzione legata al fortunato franchise nipponico, c'è ovviamente la direzione artistica affidata al maestro Akira Toriyama che ha messo mano alla creazione dei nuovi personaggi che faranno il loro esordio proprio in Dragon Quest Heroes. Nonostante la data d'uscita sia fissata ad ottobre non abbiamo ancora potuto vedere in azione i nuovi arrivati Acht e Mehr, rispettivamente il protagonista maschile e femminile, ma quando si parla di character design Toriyama rimane una garanzia sulla quale riponiamo le più rosee aspettative. Tra gli altri personaggi ci saranno volti già noti dagli ultimi episodi, tra cui l'ottavo e nono capitolo che hanno riscosso una buona risposta in termini di vendite anche in occidente. Si sa ancora relativamente poco quindi di cosa ci riserverà il nuovo titolo Square Enix a livello di contenuti, ma siamo rimasti colpiti dal comparto tecnico stilisticamente molto interessante, nonostante la natura a cavallo tra due generazioni di hardware. L'uscita infatti è prevista in esclusiva su PlayStation 3 e PlayStation 4 e pertanto il motore di gioco è probabilmente il medesimo utilizzato da Omega Force per gli ultimi Dynasty Warriors, potenziato all'occorrenza ma ancora lontano dal mostrare le potenzialità della nuova home console Sony. Le ambientazioni non saranno particolarmente ricche di dettagli, ma i modelli e le animazioni dei personaggi si difendono bene soprattutto grazie all'utilizzo del cel shading accompagnato da colori accesi e vivaci. Sebbene non sia un titolo della serie principale e abbia un gameplay a metà tra il musou e quello tradizionale, Dragon Quest Heroes potrebbe quindi essere un buon modo per ingannare il tempo in attesa dell'undicesimo capitolo della saga.

CERTEZZE

  • Lo stile di Dragon Quest rimane intatto
  • Akira Toriyama è una garanzia
  • Graficamente gradevole...

DUBBI

  • ...nonostante sia a cavallo di due generazioni
  • La deriva action non piacerà ai puristi della saga