8

Lento scorre il fiume

Da un progetto Kickstarter a Xbox One, il passo è breve

PROVATO di Andrea Palmisano   —   05/08/2015
Lento scorre il fiume

Durante la conferenza Microsoft a Colonia largo spazio è stato riservato alla sezione dei titoli indie, a conferma dell'impegno della casa di Remond in tal senso e della volontà di irrobustire il catalogo di Xbox One con piccoli progetti originali da affiancare al pur corposo elenco di giochi tripla A in uscita nei prossimi mesi. Con The Flame in the Flood, la divisione di Phil Spencer ha scelto di intervenire all'interno di un progetto Kickstarter già finanziato con successo (oltre 251.000 dollari sulla base dei 150.000 richiesti), andando di fatto a mettere mano al portafogli così da consentire al titolo di approdare anche sulla propria console oltre alle già previste versioni PC e Mac. Abbiamo avuto modo di provare con mano il gioco subito dopo la conferenza, raccogliendo quindi le nostre prime impressioni in attesa del lancio previsto per inizio 2016.

Un fiume, una zattera, una ragazza e un cane sono i protagonisti di un titolo indie molto interessante

Acqua e fuoco

In prima battuta, merita di essere citato il pedigree del team responsabile del progetto, The Molasses Flood con sede a Boston. Già il nome è atipico, in quanto si riferisce a una tragedia (l'inondazione di melassa appunto) che nel 1919 colpì proprio la città americana in questione, quando un serbatoio del liquido dolce esplose provocando 21 morti e 150 feriti. Chiusa la parentesi, è interessante sapere come la software house sia composta da ex membri di Irrational Games, Harmonix e Bungie, che in passato hanno contribuito allo sviluppo di "robetta" come Bioshock, Guitar Hero e Halo. The Flame in the Flood è però quanto di più lontano ci possa essere dagli altisonanti nomi appena riportati, dal momento che si tratta per l'appunto di un roguelike con alcuni punti di contatto con Don't Starve, che però non disdegna di proporre anche qualche elemento di novità piuttosto interessante.

Lento scorre il fiume

L'eroina è Scout, una esploratrice accompagnata dal cane Aesop, che deve navigare lungo un fiume cercando di sopravvivere il più a lungo possibile. Il corso d'acqua è di fatto il protagonista principale, in quanto costituisce l'elemento principe della progressione nel gioco: Scout infatti può contare su una zattera, davvero poco rassicurante nell'aspetto ma in realtà perfettamente capace di affrontare i flutti anche nei tratti più rapidi e pericolosi. Il fiume offre sia sezioni con acque calme e di facile navigazione, sia altre con correnti molto forti che richiedono un certo impegno per evitare di andare a impattare contro rocce o ostacoli. Durante questi momenti l'unica possibilità di controllo della zattera è, oltre al timone, anche una sorta di boost (tramite il tasto X) fondamentale appunto per proseguire sani e salvi. Anche perché in caso contrario sono dolori: nella migliore delle ipotesi si può finire per bagnarsi, nella peggiore per rompersi delle ossa o morire. E, come in ogni roguelike che si rispetti, la morte è permanente. Ovviamente la fase di navigazione non è l'unica, al contrario essa costituisce il collante per raggiungere le varie isolette che popolano il fiume e che è possibile visitare attraccando nel loro porticciolo. Scendere a terra è un momento fondamentale, ma anche ricco di pathos in quanto non si può mai sapere cosa ci sia ad attendere Scout: la generazione procedurale delle isole e dei loro contenuti è un aspetto che consente ad ogni partita a The Flame in the Flood di essere diversa dalla precedente.

Lento scorre il fiume

Il rischio va però necessariamente preso, perché il proprio alter ego ha dei valori di cui tener conto relativi a fame, sete, temperatura corporea e fatica, per i quali è necessario provvedere con le relative risorse da raccogliere in giro. Con oggetti e materiali si possono anche costruire manufatti a proprio uso: nel breve tempo della nostra prova abbiamo solo potuto ammirare una lunga lista di possibilità da sbloccare, il che comunque dà la prospettiva di una grande profondità a disposizione. I rischi come già detto sono però dietro l'angolo, letteralmente: una delle isole che abbiamo incontrato, apparentemente tranquilla, era invece la casa di un famelico lupo che con un paio di attacchi ha decretato anzitempo la fine della nostra avventura. The Flame in the Flood dal punto di vista delle meccaniche ci è quindi sembrato un prodotto interessante, non totalmente originale ma comunque potenzialmente in grado di offrire qualcosa di nuovo nel genere roguelike. Dove probabilmente avrebbe bisogno di qualche rifinitura maggiore è nella componente grafica, contraddistinta da uno stile cupo e intrigante e da una buona personalità ma che inciampa in alcuni elementi di contorno, come gli alberi bidimensionali veramente bruttini che si incrociano sugli argini del fiume. Al contrario ci ha lasciato una ottima impressione l'accompagnamento musicale, elemento particolarmente importante per gli sviluppatori che infatti hanno scelto di affidarlo a Chuck Ragan, esperto e talentuoso artista che ha scritto una colonna sonora inedita. I brani che abbiamo ascoltato in cuffia ci sono davvero piaciuti, molto evocativi e perfettamente inquadrati nell'atmosfera del gioco. In definitiva quindi crediamo che Microsoft abbia fatto un investimento su un team di talento, e che The Flame in the Flood possa avere le carte in regola per rivelarsi una piacevole sorpresa. Le incognite sono ovviamente ancora moltissime, ma chi apprezza il genere dei roguelike farebbe bene a tenere un occhio aperto su questo gioco.

CERTEZZE

  • Approccio roguelike intrigante
  • Il ritmo di gioco sembra ben tarato
  • Bella atmosfera

DUBBI

  • Tantissimi elementi da valutare
  • Tecnicamente migliorabile