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Labirinto di paura

Il gioco horror più pauroso e sconosciuto di sempre arriva su PlayStation 4

ANTEPRIMA di Simone Tagliaferri   —   25/11/2015

Quando è stato annunciato White Day per PlayStation 4 qualche appassionato di videogiochi horror ha fatto un balzo dalla sedia, facendo correre la mente all'inizio del millennio. Siamo esattamente nell'anno 2001, horror è Resident Evil, PlayStation 2 è appena uscita in Giappone e il mercato videoludico ha una fisionomia molto diversa da quella di oggi. Oggi è facile entrare in contatto con titoli provenienti da ogni parte del mondo, ma allora la faccenda era molto più complicata. Non stupisce quindi che la pubblicazione in Corea del Sud di uno dei videogiochi più terrorizzanti mai realizzati sia passata completamente inosservata dalle nostre parti.

Versione PlayStation 4
Versione PlayStation 4

White Day: A Labyrinth Named School di Sonnori, disponibile solo per PC, era un prodotto d'avanguardia, con dentro tante di quelle idee riguardanti l'orrore virtuale che è difficile enumerarle tutte. Peccato che le scarse vendite e la conseguente mancata traduzione in inglese, annunciata e cancellata nel 2004, abbiano condannato il team di sviluppo al fallimento con conseguente abbandono del gioco. A questo punto vi starete chiedendo da dove sia spuntata la versione PlayStation 4. Ma andiamo con calma, perché la storia di White Day non si esaurisce che la chiusura di Sonnori. Cessato il supporto ufficiale il gioco viene dichiarato abandonware. È allora che i fan occidentali iniziano una paziente opera di traduzione e adattamento, distribuendo il loro lavoro come freeware. Pensate che gli sviluppatori originali stessi, nonostante la perdita di ogni interesse economico intorno al titolo, hanno deciso di aiutarli mantenendo vivo il sito ufficiale e usandolo per rendere più semplice reperire e scaricare i file del gioco. L'ultima versione, la V16, è stata pubblicata il 1° luglio 2014, dopo quattordici anni dal lancio, e si porta dietro tutta una serie di migliorie che nel tempo sono state apportate all'originale, soprattutto dal punto di vista grafico. Certo, guardandolo non sfugge che è un titolo d'epoca e il primo dubbio riguardo alla versione PlayStation 4 viene proprio domandandosi come sarà stato gestito il remake dal punto di vista tecnico. Ma di questo parleremo in un paragrafo dedicato, anche perché White Day non viene citato dagli appassionati di horror per le sue virtù tecniche, ma perché è considerato il survival horror più pauroso di sempre.

White Day è uno dei titoli più spaventosi di sempre: scopriamo le sue potenzialità su PlayStation 4

Amnesia, dieci anni prima

Figuratevi che molti giocatori scrissero agli allora ragazzi di Sonnori lamentandosi di non riuscire a finire White Day perché troppo pauroso. Fu per quel motivo che furono inseriti dei livelli di difficoltà più bassi, in modo da rendere l'esperienza più accessibile e meno spaventosa. Ma cos'ha di tanto terribile questo titolo?

Versione PC
Versione PC

In Corea del Sud il White Day è una specie di San Valentino in cui i ragazzi regalano dei cioccolatini alle ragazze. Il protagonista del gioco, nel tentativo di fare colpo su una sua compagna, decide di omaggiarla del suo coraggio entrando a scuola di notte per recuperare il di lei diario, opportunamente dimenticato, lasciandole anche una scatola di dolciumi nella scrivania come pegno del suo amore. Purtroppo la romantica infrazione diventa presto qualcos'altro. La scuola, esteriormente innocua, si rivela essere un luogo infernale e pericolosissimo. L'intera avventura si svolge tra le sue mura, con il ragazzo, rinchiuso al suo interno, che deve cercare di sopravvivere ai fantasmi che le popolano e scoprirne i terribili segreti. C'è molto oltre le placide apparenze. Con il passare delle ore quei corridoi così familiari diventano per lui un oscuro e surreale labirinto, con pericoli che lo attendono dietro a ogni angolo. In termini di meccaniche di gioco ciò si traduce in qualcosa che gli appassionati del genere dovrebbero facilmente riconoscere. White Day si gioca in prima persona e il protagonista è totalmente impotente di fronte ai fantasmi, ossia non può danneggiarli in nessun modo: può solo fuggire cercando un qualche rifugio dove nascondersi. Bravi, è Amnesia: The Dark Descent dieci anni prima.

Il padre dell’orrore

Le similitudini di White Day con Amnesia sono molte, in verità, tanto che viene da pensare che Frictional abbia giocato a fondo il titolo di Sonnori prima di sviluppare il suo. In White Day si avanza lentamente, quasi si striscia. Il buio è il più grande nemico da affrontare, perché portatore di follia, con le presenze che iniziano a farsi più frequenti e oppressive.

Versione PC
Versione PC

L'unica arma per contrastarlo sono dei cerini. Ovviamente capirete che non è la fonte di luce più affidabile e accendendone uno al massimo si riesce a illuminare un'area di una manciata metri per pochi istanti. Insomma, non ci si sente mai al sicuro. Anche questo non vi ricorda una certa lampada a olio? Ma c'è di più. In onore della sua epoca, White Day non ha mai preteso di essere abbordabile. Per avanzare non si devono solo esplorare i corridoi ed evitare i fantasmi, ma anche risolvere alcuni puzzle ambientali ben congegnati che costringono a pensare... di corsa, se non si vuole essere uccisi mentre si favella su come proseguire. Ogni rallentamento dell'azione porta con sé una tensione impressionante. Ecco, se c'è una lezione che White Day può insegnare a chiunque voglia realizzare un titolo horror è che per funzionare il sistema di gioco deve essere il più spietato possibile verso il giocatore, anche a costo di frustrarlo. L'orrore non nasce dal mostro brutto o dal "bu" improvviso. Quelle sono scorciatoie del pensiero che vanno bene per le menti semplici e gli youtuber che devono farci spettacolo. White Day costruisce l'orrore con inesorabile lentezza attraverso il sapiente uso di tutti i mezzi espressivi a disposizione dei designer. Giocandoci la tensione ti si attacca addosso come fosse umidità: si inizia quasi a sentirla nelle ossa. Vi confessiamo che oggi come allora, riprovandolo ci sono stati momenti in cui siamo stati costretti a staccarci dal titolo perché l'atmosfera era diventata insopportabile.

L'eredità di Sonnori

Una piccola nota sul team di sviluppo. La versione PlayStation 4 di White Day è attualmente nelle mani di Roi Games, team diretto da Lee Won Sool, CEO della fu Sonnori. Non sappiamo quanti altri membri dello sviluppatore originale partecipino al progetto di remake.

La versione PlayStation 4

Della versione PlayStation 4 del gioco sappiamo ancora poco, ma vi confessiamo di nutrire grandi aspettative. Intanto la consideriamo l'occasione perfetta per far conoscere ai giocatori moderni uno dei videogiochi più terrorizzanti di sempre. Pensiamo che sia giusto che White Day esca dall'anonimato e che finalmente abbia la notorietà che merita.

Versione PC
Versione PC

Riteniamo anche che l'uso di una periferica come PlayStation VR per giocarci potrebbe renderlo ancora più terrorizzante, immergendo i giocatori nella scuola maledetta come non è mai stato possibile fare prima. Certo, qualche paura l'abbiamo, e non nasce dai fantasmi. La più viscerale riguarda il trattamento che sarà riservato al gameplay: sarà mantenuto quello originale? Quantomeno, si eviterà di banalizzarlo? Come scritto nell'articolo White Day su PC è un titolo dannatamente difficile, ma funziona bene anche per questo. Chiunque abbia avuto modo di provarlo a diversi livelli di difficoltà saprà che selezionare il più facile gli fa perdere buona parte del suo fascino. Ora, non vorremmo che in onore della modernità si ritenga di dover ammorbidire l'intera esperienza, in un certo senso banalizzandola. Altro dubbio riguarda il già accennato lato tecnico. Come già detto l'originale White Day è uscito nel 2001. Per il remake non si potranno semplicemente aggiungere filtri o aumentare la risoluzione, perché i modelli 3D sono quello che sono e le texture anche. Dal filmato e dalle immagini visionate sembra che si stia lavorando in tal senso per modernizzare il tutto, ma riteniamo che ci sia da sudare parecchio per renderlo accettabile dai giocatori contemporanei. Altrimenti già immaginiamo le lamentele che saranno espresse sulla scarsa qualità della grafica. Certo, trattandosi di un gioco per PlayStation VR non potrà sicuramente ambire a fare concorrenza a prodotti visivamente più complessi come Uncharted 4, ma un minimo bisognerà farlo evolvere, se si vuole che venga considerato.

CERTEZZE

  • La matrice è quella giusta
  • Con il visore VR sarà ancora più terrorizzante

DUBBI

  • Devono evitare di banalizzarne le meccaniche
  • C'è bisogno di un bell'aggiornamento tecnico