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Day of Infamy

New World Interactive è tornata alla ribalta con una total conversion di Insurgency pensata per evolversi con l'aiuto della community

SPECIALE di Mattia Armani   —   11/02/2016

Lo sbarco in Normandia ha un peso storico enorme: è arrivato a noi con forza grazie alle continue rappresentazioni mediatiche di quella che è stata senza dubbio un'offensiva decisiva, ma anche una tragedia di enormi proporzioni. Cinema e televisione hanno sfruttato a più riprese Omaha Beach e dintorni creando un immaginario nell'immaginario che nel videogioco è culminato in Medal of Honor, uno sparatutto in prima persona che ha lasciato il segno nel panorama degli shooter ambientati nella Seconda Guerra Mondiale. Poi all'improvviso l'orizzonte si è allargato, i nazisti non sono stati più gli unici nemici convenzionalmente accettabili, la tecnologia è avanzata ed ecco che si è verificato uno spostamento netto verso i conflitti moderni. Ma la trasposizione in chiave videoludica della Seconda Guerra Mondiale ha la sua schiera di sostenitori e continua ad avere dei punti di forza notevoli. Abbiamo già accennato al carico sentimentale ma dobbiamo anche sottolineare la possibilità di puntare al realismo, senza che questo abbia conseguenze estreme sulla complessità del gameplay. Entrambi questi elementi si combinano nella mod Day of Infamy che ha come base Insurgency, a sua volta nato come mod, ed è stata sviluppata dagli stessi sviluppatori a titolo gratuito.

Una panoramica di Day of Infamy, ambiziosa total conversion ufficiale dedicata a Insurgency

Total conversion

Day of Infamy è una total conversion che cambia radicalmente ambientazione rispetto a Insurgency. Modelli delle armi, campionamenti, texture, carri Abrams ed elementi dello scenario sono stati creati da zero e nel caso delle armi il lavoro di modellazione è decisamente buono. Non cambia invece la filosofia di base per una modifica che non vuole essere simulativa, ma realistica a partire dalla totale assenza di un'interfaccia, inventario escluso. Gli stessi presupposti hanno portato alla totale rimozione delle protezioni, che aumenta esponenzialmente la mortalità garantendo un certo realismo, ma causa anche qualche problema di bilanciamento in combinazione con la visibilità limitata da una onnipresente nebbia, con l'elevata precisione dei colpi e con il conseguente predominio del cecchino.

Day of Infamy
Day of Infamy

Forse proprio per questo non è stata implementata la penetrazione dei colpi, mentre altre mancanze derivano dai limiti intrinsechi del motore Source, come nel caso della balistica. Di contro Insurgency porta con sé anche net code solido e richieste hardware modeste che sono pregi da non sottovalutare. E il DNA di Day of Infamy include una delle peculiarità più riuscite di Insurgency che riguarda la gestione delle classi. Niente loadout ma slot limitati per ruoli che possono accedere a specifici equipaggiamenti. Il giocatore ha un quantitativo predeterminato di punti da distribuire tra armi, potenziamenti e granate che cambiano a seconda del ruolo ricoperto. Ogni squadra ha fino a sei slot per la fanteria e un massimo di uno o due slot per cecchini e demolitori, che sono senza dubbio le classi più importanti. Ma sarebbe sciocco non considerare l'ufficiale che, pur non avendo armi di distruzione di massa, può dare indicazioni ai sottoposti aumentando l'efficacia del team. Le modalità di Insurgency, giocabili in 32 utenti in multigiocatore e in 8 in cooperativa, si sposano piuttosto bene con le vicende militari dello sbarco in Normandia. Il multiplayer competitivo si basa sulle classiche varianti Push, Strike, Occupy, Firefight e Conquer che sono tutte a obiettivi e quindi adatte a un'ambientazione che vive di corse disperate verso un obiettivo, di esplosivi da detonare, della conquista di posizioni e del dominio di un'intera area. Inoltre c'è la modalità Invasion che è studiata apposta per esaltare la Normandia e per i boschi innevati di Bastogne. Questa modalità funziona come Push, con alcuni obiettivi da catturare in ordine sequenziale che culminano in un quarto obiettivo da neutralizzare. Gli attaccanti hanno quindici ondate di rinforzo a disposizione per ogni obiettivo conquistato mentre i difensori, in questo caso i nazisti, possono contare su rimpiazzi illimitati. Nel mucchio delle modalità c'è anche il classico Skirmish che, svincolato da obiettivi, è quello che causa maggiore frustrazione visto che il ruolo dell'ufficiale perde di importanza mentre quello del cecchino diventa ancora più decisivo. In cooperativa le modalità sono Outpost, Conquer e Checkpoint. La prima prevede una posizione da difendere, la seconda obiettivi da conquistare in ordine non sequenziale e l'ultima garantisce nuovi rinforzi, ovvero respawn, alla conquista del checkpoint successivo. In tutti i casi l'azione è garantita da torme di nemici controllati dall'intelligenza artificiale che non manifestano particolare reattività in fase di spawn ma, una volta prese le misure, sbucano da ogni lato e sparano con una discreta precisione.

Work in progress

Attualmente i giocatori possono contare su tre grosse mappe ufficiali per una modifica che punta a evolversi a stretto contatto con la community, da cui è già arrivata una quarta mappa chiamata Landfall. Ma in ballo c'è molto di più tra nuove mappe, concept, modelli, sotto-modifiche e artwork i cui embrioni si accumulano in questa pagina e vanno a comporre una roadmap decisamente interessante. La risposta di modder e giocatori, evidente anche dai 60.000 download nei soli primi dieci giorni dal lancio, ha dato ragione alla decisione di New World Interactive di tornare al culmine della Seconda Guerra Mondiale.

Day of Infamy
Day of Infamy

E anche se di pomeriggio non ci sono molte partite cooperative, quelle competitive non mancano mai confermando l'apprezzamento dei giocatori al netto della natura ancora acerba dell'esperienza. Dal punto di vista tecnico gli elementi meno riusciti riguardano texture non ben allineate e diverse approssimazioni nel design delle mappe, ma parliamo di una modifica gratuita e massiccia che deve ancora maturare e che comunque non ci fa mancare un net code solido, effetti di fumo efficaci e molto ampi, un gran numero di nemici in cooperativa e mappe piuttosto vaste. La mappa Dog Red, titolo ispirato dal vero codice usato per chiamare i settori da attaccare, ci cala nel bel mezzo dello sbarco in Normandia ed è la più riuscita anche se la resa non è paragonabile a quella di Insurgency e alcune texture, ripetute troppe volte, creano un effetto non sempre verosimile. Il peggio comunque lo danno i modelli, ma anche in questo caso possiamo senza dubbio aspettarci futuri miglioramenti. Ormai il Source Engine ha parecchi anni sul groppone e non è il più adatto nel caso delle mappe aperte, tanto che laddove interviene la nebbia la resa migliora benché nel caso di Red Dog non sia proprio realistica. Ma nasconde efficacemente i difetti e nelle due varianti di Bastogne regala un'atmosfera intensa, utile per compensare la minore varietà della mappa. In definitiva possiamo dire che la formula di Insurgency e la Seconda Guerra Mondiale vanno a braccetto anche se il lavoro da fare è ancora tanto. Manca una mappa cittadina come si deve e come abbiamo detto il bilanciamento non è perfetto, né in cooperativa né in multiplayer competitivo. Le lamentele più diffuse riguardano la troppa disparità a favore dei tedeschi dovuta anche al design di Dog Red e la supremazia dei cecchini, che per molti giocatori rappresenta una continua fonte di frustrazione, ma stiamo comunque parlando di una modifica massiccia e gratuita che deve ancora maturare. Con le dovute rifiniture e con qualche mappa in più potremmo trovarci per le mani un valido ibrido tra shooter accessibili e simulativi, capace di regalarci un'esperienza realistica e al contempo snella, rapida e intuitiva.