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Eredità maledetta

Tra famiglie maledette, case abbandonate e bambini mutaforma, abbiamo provato il nuovo e visionario gioco narrativo dagli autori di The Unfinished Swan

PROVATO di Vincenzo Lettera   —   24/02/2016

Con The Unfinished Swan, l'obiettivo dello sviluppatore californiano Ian Dallas e del suo team Giant Sparrow era di stupire chi giocava, di lasciarlo a bocca aperta mentre scopriva a colpi d'inchiostro l'ambientazione nascosta dietro a una tela bianca.

Eredità maledetta

Annunciato in occasione dell'ultimo PlayStation Experience, What Remains of Edith Finch sembra perseguire quella stessa filosofia, ma stavolta la tela è già tutta dipinta e il compito di sorprendere l'utente è affidato alla capacità di Dallas di raccontare storie. A Londra abbiamo avuto un primo assaggio del gioco, ma un attimo prima di mettere mano al pad, veniamo avvertiti che la demo che stiamo per provare è basata su un codice ancora grezzo, un invito discreto a ignorare bug e imperfezioni tecniche. Avendo spesso a che fare con giochi in sviluppo ci siamo abituati, ma di "imperfezioni tecniche" Edith Finch ne era pieno fino al collo. Un frame rate da film in stop-motion, un fastidioso audio gracchiante in cuffia, tempi di caricamento tendenti all'infinito e bug talmente gravi da costringerci a riavviare almeno un paio di volte. Edith Finch era sicuramente il gioco più rotto di tutto l'evento londinese, ma allo stesso tempo era anche quello più affascinante.

What Remains of Edith Finch racconta la morte attraverso gli occhi di una famiglia disgraziata

Storie di morte vissuta

Un tema che accomuna il lavoro creativo di Giant Sparrow è sicuramente quello della morte. The Unfinished Swan è stato realizzato a seguito della perdita della madre di Dallas e vede il protagonista alla ricerca del significato di un quadro lasciato incompiuto. Edith Finch, invece, è una raccolta di piccole storie che ruotano attorno a una famiglia disgraziata e ogni racconto narra l'ultimo giorno di vita di ciascun membro del nucleo familiare. La demo che abbiamo provato vedeva protagonista Molly, una bambina di dieci anni mandata a letto senza cena. Nei suoi panni abbiamo setacciato la cameretta in cerca di qualcosa da mangiare, ingoiando un tubetto di dentifricio, bacche da una pianta e addirittura il cibo rancido del suo criceto.

Eredità maledetta
Eredità maledetta

Quando Molly si accorge di un uccellino alla finestra, la storia prende una piega inaspettata: nel tentativo di afferrare la preda, la bambina si trasforma in un gatto in grado di saltare da un albero all'altro; poi di nuovo muta in un gufo, vola su un bosco e divora una succulenta lepre fino a strozzarsi. È una scena che fa venire i brividi e che mostra quanto la natura possa essere splendida e raccapricciante allo stesso tempo. Nelle scene che seguono, Molly subisce altre trasformazioni e va a caccia di prede sempre più particolari, ma non vogliamo svelarvi oltre. Quello che è importante sottolineare è che questa piega fantastica e ferale è circoscritta alla sequenza che racconta gli ultimi momenti di vita di una bambina di dieci anni, e che la morte di ciascuno dei membri della famiglia sarà narrata in maniera completamente differente. Dopotutto, il modo di vedere il mondo di una figlia adolescente è completamente diverso da quello di un padre di famiglia o di un nonno anziano. Queste differenze emergono già nei primi minuti di gioco, quando nei panni di Edith si fa ritorno nella sua vecchia casa abbandonata e la si comincia a esplorare stanza per stanza. L'edificio è credibile come l'abitazione vista in Gone Home, l'arredamento dà un senso di vissuto e gli innumerevoli libri accatastati nei corridoi o negli scaffali riportano titoli di opere vere, lasciando intuire i gusti letterari dei Finch. Entrare nella camera da letto di ciascun membro della famiglia vuol dire non solo prepararsi a scoprire qual è stata la tragedia che l'ha colpito, ma anche curiosare tra i suoi effetti personali mentre era ancora in vita: i suoi giocattoli, i suoi romanzi, la gabbietta di un animale o il colore della carta da parati. È una sensazione forte, di sconforto mista a morbosa curiosità. Siamo convinti che le mille "imperfezioni tecniche" della versione che abbiamo provato saranno risolte prima dell'arrivo su PlayStation 4, su cui al momento non ci sono dettagli in merito alla data, ma se tutte le storie raccontate da What Remains of Edith Finch saranno efficaci, emozionanti e visionarie come quella che abbiamo provato, allora il gioco di Giant Sparrow ha tutte le carte in regola per essere una delle esperienze narrative più affascinanti e memorabili dell'anno.

CERTEZZE

  • Emozionante, struggente e visionario
  • Enorme cura nei dettagli
  • Scrittura competente e con un pizzico di umorismo nero

DUBBI

  • Le altre storie saranno tutte all'altezza?
  • I controlli sono perfezionabili