66

Il Bandicoot che vorremmo

Nel vasto mare di rumor e smentite, quali dovrebbero essere le caratteristiche del nostro Crash Bandicoot ideale?

SPECIALE di Raffaele Staccini   —   28/02/2016

Sono ormai diversi anni che sviluppatori, publisher e addetti ai lavori sembrano divertirsi a giocare con i sentimenti dei fan di Crash Bandicoot. L'ultima illusione, per esempio, è stata lanciata da un tweet e, dopo essersi alimentata del solito susseguirsi di voci e conferme, arrivate stavolta per bocca del direttore di Neca Toys, è stata infine prontamente smentita dalle parti in causa, come da copione. Chi segue da vicino le vicende del marsupiale ovviamente non crede più a queste storie, ma tra un sorriso amaro e un accenno di ostentata superiorità, una piccola scintilla di speranza si accende sempre e ogni volta viene soffocata nel modo più brutale possibile. È infatti dal 2008 che Activision non porta sul mercato console un nuovo titolo dedicato a Crash Bandicoot, eppure le speculazioni su un ritorno del distratto marsupiale non mancano mai. Nel frattempo però, questi anni di pausa hanno permesso anche di riflettere su cosa potrebbe succedere se Crash tornasse davvero e su come dovrebbe essere il nuovo titolo per ripercorrere i fasti dell'epoca PlayStation.

Il Bandicoot che vorremmo: ecco come immaginiamo il ritorno di Crash sulle nostre console

Activision o Sony?

Il primo nodo da sciogliere quando si pensa al nuovo Crash è quello della pubblicazione. Chi deve mettere i soldi per pagarne lo sviluppo, il marketing e la distribuzione? Allo stato attuale i diritti sul marchio appartengono ad Activision.

Il Bandicoot che vorremmo

Da più parti ritenuto il colpevole del declino del bandicoot, il publisher americano non ha sicuramente avuto grande fortuna nel gestire l'eredità di Naughty Dog, commissionando giochi discreti ma mai veramente in linea con le aspettative. In questo caso comunque le risorse per rilanciare la serie non mancherebbero di certo e Activision potrebbe garantire l'accesso al gioco a una vasta fetta di pubblico, andando ad abbracciare anche il mercato PC. L'opzione presenta tuttavia molti rischi: non solo la fiducia dei fan verso il publisher è ormai ridotta ai minimi termini, ma l'eventualità che ci si ritrovi a giocare con Crash all'interno di un episodio principale o spin-off di Skylanders è tutt'altro che remota. Non è quello che aspettiamo da anni, anche se una serie di statuette dedicata al brand farebbe gola a molte persone. Così si ritorna all'ipotesi in auge al momento del lancio di PlayStation 4, quando un easter egg all'interno di un video promozionale aveva alimentato una serie di voci sull'imminente acquisto della licenza da parte di Sony. Ovviamente fu un nulla di fatto, ma per quella che è considerata la più importante icona PlayStation il ritorno a "casa" sarebbe sicuramente un segnale importante. Anche questa eventualità non mancherebbe poi di una solida copertura economica e il ricordo ancora vivo dei primi capitoli darebbe a qualsiasi campagna pubblicitaria quella spinta virale necessaria a far girare, in pochissimo tempo e in tutto il mondo, la notizia della resurrezione di Crash.

Non solo Naughty Dog

Se Sony è l'opzione preferita dai fan gran parte del merito va però attribuito a coloro che hanno creato Crash Bandicoot, ovvero i fondatori di Naughty Dog Andy Gavin e Jason Rubin, e l'idea che uno dei team di sviluppo più apprezzati della scuderia Sony Computer Entertainment possa tornare a lavorare sulla sua serie d'esordio è senza dubbio molto suggestiva.

Il Bandicoot che vorremmo
Il Bandicoot che vorremmo

Tuttavia lo studio non è più nelle mani dei suoi creatori da diverso tempo e, nonostante ci siano ancora persone che hanno lavorato su Crash, gli attuali vertici appaiono ormai focalizzati su altre serie, che sono piuttosto distanti dal genere platform. Nonostante le indiscusse capacità, non è allora così scontato che un nuovo Crash venga affidato a Naughty Dog. Tra i team interni si potrebbero allora valutare Media Molecule e Sucker Punch, ma entrambi hanno già avuto le loro serie platform di successo e potrebbero non essere molto inclini a un progetto di reboot. All'esterno è invece affascinante l'ipotesi Insomniac Games, che andrebbe in qualche modo a concretizzare quel collegamento ideale tra Spyro e Crash, che un po' tutti i fan PlayStation hanno sempre percepito. Lo sviluppatore californiano è però già al lavoro sul remake di Ratchet & Clank e per questo, oltre a essere valido quanto già detto per MediaMolecule e Sucker Punch, qui si rischierebbe anche un riciclo di idee che non farebbe bene a nessuno dei due progetti. Non potendo nemmeno lontanamente sperare in una separazione di Retro Studios da Nintendo, allora bisogna tornare di nuovo da Naughty Dog, questa volta in veste di supervisore dei lavori. Accettando questa possibilità diventa però difficile scegliere tra i tanti sviluppatori che potrebbero essere coinvolti: si parte dai più noti come Ready at Dawn e Japan Studio, si passa per Senzaru Games e Sumo Digital, e si arriva infine agli studi indipendenti che collaborano con XDev. Nel dubbio noi prendiamo Ready at Dawn, perché ha già collaborato con Naughty Dog e perché ci è simpatico Pessino, ma anche gli altri team potrebbero rivelarsi scelte altrettanto valide sulla carta. Visto che ci siamo, poi, assumiamo anche Gavin e Rubin come consulenti.

Al lavoro!

Ora che abbiamo convinto SCE a ricomprare il marchio, Naughty Dog a produrre il gioco e Ready At Dawn a sviluppare concretamente il nuovo Crash Bandicoot per PlayStation 4, possiamo quindi affidarci completamente a loro senza riserve? In uno scenario reale probabilmente sì, anche perché ci staremmo ancora crogiolando nella gioia dell'annuncio.

Il Bandicoot che vorremmo
Il Bandicoot che vorremmo

Ma visto che qui siamo tutti un po' frustrati per l'ennesima delusione, non possiamo esimerci dal proporre anche qualche accorgimento per lo sviluppo. Innanzitutto, visto che sono in ballo due studi piuttosto fissati con il comparto tecnico, per prima cosa è bene precisare che non ci importa nulla di avere un titolo con una grafica "spaccamascella". Certo, il nuovo Crash dovrà essere valido anche da questo punto di vista, ma che le casse si distruggano in dieci milioni di minuscoli pezzettini, diciamocelo: non interessa a nessuno finché non viene sbandierato in qualche comunicato stampa. Tecnicamente si chiede allora il minimo sindacale per un platform di current-gen: scenari colorati in alta definizione, frame rate stabile a 60 fotogrammi al secondo, animazioni fluide e un'immagine pulita in ogni circostanza. Non venga in mente a nessuno, poi, di immaginare restyling bizzarri per i personaggi storici. Chiarito ciò e stabilito implicitamente chi saranno i protagonisti, non sarebbe male se si utilizzasse l'esperienza maturata dai due team per costruire una storia interessante attorno alle caratteristiche già ben delineate dei personaggi. Non è tuttavia un tema prioritario e, qualora si volesse procedere con il classico dottor Cortex che vuole conquistare il mondo, non sarebbe un dramma. Ciò che ci preme davvero è, infatti, quello che l'esperienza di gioco potrà offrire. Attenzione massima al level design, dunque, al motto di pochi ma buoni: è inutile avere centinaia di livelli se poi in tutti vengono proposte le medesime situazioni. Senza derive forzate verso l'open world, non ci sarebbe poi nulla di male nell'ampliare leggermente i livelli di gioco per spingere i giocatori alla ricerca di cristalli e gemme, mantenendo così intatta quella vocazione all'esplorazione che ha sempre caratterizzato il peramele. Infine, non andranno dimenticate i boss che, come tutta la produzione, dovranno mantenere quel tono canzonatorio e leggero che i Crash originali sapevano offrire in ogni situazione, persino nelle sconfitte dei nemici e nella morte del protagonista.