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Botte, violenza, e cuore italiano

L'italianissimo Team Aiduzzi tenta il grande passo con Rotten Core, un picchiaduro tecnico ispirato ai classsici ricco di personalità

ANTEPRIMA di Aligi Comandini   —   02/05/2016

Sarà anche vero che il nostro Bel Paese a forma di stivale non vanta campioni all'EVO, o gigantesche comunità di giocatori cresciute tra gli stick e i chiassosi bottoni dei cabinati, ma da queste parti non mancano comunque le persone che hanno passato la gioventù tra gli storici picchiaduro creati da Capcom e SNK. Alcuni di questi hanno abbandonato la loro passione da anni, altri invece la coltivano in silenzio (imprecazioni dopo le sconfitte a parte) continuando a sfidare mezzo mondo in rete con i nuovi titoli del genere. Una coraggiosa manciata ha deciso di fare il passo successivo: sviluppare un loro picchiaduro. È questo il caso del Team Aiduzzi, una software house con base a Palermo che quest'oggi affronterà le inospitali e pericolose lande del crowdfunding, per tentare di dare i natali a un picchiaduro di nome Rotten Core. E su Rotten Core c'è davvero molto da dire, perché se è vero che si nota immediatamente la mancanza di risorse guardando i pochi video e screenshot di gioco disponibili, è anche impossibile non percepire la passione per i vecchi classici che il titolo trasuda da ogni pixel. Perché il gioco in questione si rifà in larga parte ai sistemi di alcuni dei più grandi picchiaduro mai esistiti, ma forte dell'esperienza degli Aiduzzi nel campo (sono molto noti nella scena Mugen per i loro personaggi di altissima qualità) sembra poter mettere sul piatto un sistema di combattimento che nulla ha da invidiare a quelli dei fighting game più blasonati, e una direzione artistica davvero particolarissima. Se avete consumato i polpastrelli a forza di botte virtuali, questa è un'anteprima che potreste non volervi perdere.

Rotten Core è un picchiaduro tutto italiano ispirato ai grandi classici dell'era arcade!

Ossa Rotten

Senza una build disponibile, abbiamo fatto qualche dettagliata domanda al team sul combat system del gioco; ci siamo in particolare soffermati sulle meccaniche offensive dopo aver visto l'unico spettacolare trailer e dato un'occhiata all'interfaccia.

Botte, violenza, e cuore italiano

Sono venute fuori notizie davvero interessanti dallo scambio di messaggi, specialmente per chi in sala giochi ha speso cifre immorali a causa dei gloriosi picchiaduro SNK: Rotten Core si basa infatti su un sistema a cinque tasti con due pugni, due calci e una mossa distintiva. Le basi del combattimento sono estremamente vicine a quelle dei The King of Fighters originali (fino al 2001, per intenderci) e le mosse speciali hanno input classici, ma il Team Aiduzzi non ha voluto esagerare con la complessità e le barriere legate alla precisa esecuzione delle combo, optando per un sistema più accessibile rispetto a quei titoli. Le combo non richiederanno quindi un tempismo da robot per essere eseguite e saranno votate alla spettacolarità, una cosa che non si fa certo fatica a notare osservando il gioco in movimento. Le peculiarità non sono poi nascoste nelle combinazioni, bensì in una serie di meccaniche difensive particolarissime, che a nostro parere potrebbero donare una forte personalità all'opera di questi ragazzi italiani. Parliamo della meccanica chiamata Cross Impact, una serie di attacchi contenenti una sorta di "Guard Impact" o "Parry". Per spiegarci meglio, ogni personaggio dispone di certe mosse speciali che bloccano i colpi avversari durante l'attacco, e così facendo permettono di eseguire un contrattacco diretto, possibilmente molto dannoso. È davvero raro vedere meccaniche contemporaneamente offensive e difensive, e il bello è che c'è molta altra ciccia da spolpare se si va più a fondo con l'analisi.

Più violenza, più tecnica

Piazzare un Cross Impact lascia infatti l'avversario scoperto, ma per punire il proprio nemico in modo degno è necessario avere obbligatoriamente a disposizione una tacca di barra special. Ogni combinazione eseguita dopo la contromossa sopracitata richiede infatti una mossa EX per partire, ed è persino possibile per l'avversario reagire entro un certo lasso di tempo per dare il via a una Cross Charge Reaction.

Botte, violenza, e cuore italiano

Quest'ultima è una scenica serie di attacchi da ambo le parti (con tanto di minigioco dedicato in cui premere forsennatamente i tasti) che ha la sola utilità di ricaricare la barra di entrambi i combattenti. Attenzione però, se il Cross Impact viene piazzato alla perfezione dà vita a un Perfect Cross Impact, che non può venir contrastato in alcun modo. Vi sembra complicato? Lo è, ma è pure gustosissimo per un appassionato, e sarà interessante vedere quanti Cross Impact perfetti sapranno piazzare i giocatori di alto livello dopo un po' di sano allenamento sul gioco. Ovviamente la barra special dà modo di eseguire anche delle super chiamate Rotten Arts, addirittura potenziabili con l'uso di due barre (Uber Rotten Arts). Se infine si considera la presenza del quinto tasto specifico di cui abbiamo parlato all'inizio, l'equazione si fa ancora più contorta, per via di meccaniche legate ai singoli personaggi che potrebbero cambiare completamente l'esperienza. Se il velocissimo Kuando sembra poter eseguire combo a raffica con le sue tecniche speciali, la spettrale Ella ci ha dato l'impressione di essere un personaggio difensivo basato su schivate e contromosse, ed è davvero difficile al momento prevedere quali sorprese ci riserverà il resto del roster. L'unica certezza è che ci vorrà molto tempo per apprendere tutte le finezze legate a ogni singolo combattente.

Tu dimmi Kuando, Kuando

Dal punto di vista del gameplay, insomma, Rotten Core sembra poter essere una gran bella sorpresa. L'unico elemento criticabile è forse quello tecnico, poiché il motore utilizzato è una variante aggiornata di quello degli Elecbyte - creatori proprio del noto Mugen - e ciò comporta sprite molto pixellosi a schermo. Forse a stonare è stata la scelta di usare sfondi disegnati, che staccano parecchio dai combattenti.

Botte, violenza, e cuore italiano

La visuale d'altra parte è piuttosto ravvicinata, quasi alla Art of Fighting, e seppur sia stato fatto un ottimo lavoro sulle animazioni, sull'espressività e sugli effetti di luce (aggiunti manualmente per ogni mossa su tutti gli sprite), la grafica appare grezza e fin troppo vecchio stile per poter offrire un colpo d'occhio davvero memorabile. A controbilanciare le cose ci pensa un'art direction di tutto rispetto, capace di donare un forte carattere ad ogni guerriero: Ella può sembrare una scopiazzatura della Sadako di The Ring, ma quando si vedono le folli animazioni delle sue super o si osserva un orsacchiotto che lancia missili spuntando dalla sua gonna, è difficile non farsi scappare una risata; Kuando è tanto violento quanto depravato e Giano pare una versione demoniaca del Maestro Muten. Le ispirazioni principali vengono ovviamente dall'immaginario horror e dalla cultura nipponica, tuttavia c'è un forte elemento comico nelle animazioni e nei vari personaggi, che dona freschezza e originalità al tutto. Se questo è il risultato con mezzi risicati, chissà cosa avrebbe potuto combinare il team con più soldi e un motore grafico più moderno a disposizione. Poco male, la loro campagna Indiegogo parte oggi stesso, quindi c'è tutto il tempo per dargli il supporto di cui hanno bisogno e far sì che il gioco arrivi su console oltre che su PC. Noi, da amanti dei picchiaduro, speriamo solo di avere presto Rotten Core tra le mani.

CERTEZZE

  • Combat system complesso e ricco di meccaniche interessanti
  • Roster diversificato e particolarissimo
  • Artisticamente unico e molto ispirato...

DUBBI

  • ...ma tecnicamente arretrato