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Cinque videogiochi che hanno tradito le aspettative

Quando l'hype si trasforma in una doccia fredda

SPECIALE di Lorenzo Fantoni   —   05/05/2016

Dato che oggi nelle sale cinematografiche sbarcherà "Il traditore tipo", ci siamo chiesti quali giochi nel corso degli anni più hanno tradito le nostre aspettative e le promesse originali. Non è semplice fare una classifica del genere, i possibili esempi sono tantissimi: noi ne abbiamo scelti cinque, fateci sapere nei commenti se il vostro traditore tipo videoludico non corrisponde al nostro...

Cinque videogiochi che hanno deluso drammaticamente le aspettative del pubblico

Duke Nukem Forever

Probabilmente il re indiscusso dei fallimenti videoludici, tanto da aver vinto per 4 anni di fila il premio per miglior Vaporware dell'anno, per poi ottenere direttamente un premio speciale, una sorta di Oscar alla carriera, ma al contrario. L'originale è stato uno dei giochi più amati, citati e giocati del suo tempo, ma niente devasta la fanbase di un gioco come 15 anni di promesse, ritardi e bugie. Inoltre, quando il prodotto finale si rivela tecnicamente arretrato e ormai ancorato a un'idea dei videogiochi e dei suoi personaggi ormai antiquata il risultato non può che deludere in maniera drammatica. Immaginate la band preferita della vostra adolescenza che torna sul palco per rivelarsi un gruppo di vecchietti con poca voce che dimenticano le note e ancora non sarete neppure vicini all'entità di questo fallimento. Duke Nukem Forever è ancora oggi una lezione di tutto ciò che non si dovrebbe mai fare nel mondo dei videogiochi dal punto di vista di sviluppo, comunicazione, finanziario e marketing. Si narra che la sua storia venga raccontata ai programmatori più giovani quando non vogliono studiare, per spaventarli.

Too Human

Nell'epica classica la "Hybris", che potremmo tradurre come "tracotanza", "eccesso" o "superbia" è una delle principali causa di sventura dell'uomo. Fondamentalmente si basa sulla presunzione di sfidare gli dei o avere la loro conoscenza e il puntuale schiantarsi contro la realtà dei fatti o una punizione divina, di solito terribile. Quindi forse non è un caso che anche Too Human, che tentava di raccontare l'epica nordica in chiave tecnologica, sia naufragato sulle secche del fallimento. I suoi sviluppatori volevano troppo e si sono ritrovati tra le mani un gioco mediocre. Pensato per la prima PlayStation, Too Human è poi diventato uno dei titoli di punta per GameCube, salvo poi cambiare di nuovo casacca e fare una mediocre figura su Xbox 360, nove anni dopo. Nel frattempo per crearlo erano stati spesi circa 100 milioni di dollari e il suo padre spirituale, Denis Dyack, ha pensato bene di difenderlo insultando mezza internet. Alla fine una disputa legale sull'Unreal Engine 3 ha spazzato via dalla faccia della Terra il franchise. Morale della favola? Non lasciate che la vostra mania di grandezza prenda il sopravvento sui tempi di sviluppo sensati.

Aliens: Colonial Marines

Un background perfetto per uno sparatutto, un nome conosciutissimo e un sacco di giochi da cui prendere spunto, cosa potrebbe mai andare storto? Beh tutto, soprattutto se giochi sporco e fai sviluppare il titolo sottobanco a qualcun altro. La storia di Aliens: Colonial Marines è un altro classico esempio di come sia facilissimo mandare a gambe all'aria anche il progetto più solido. Dopo l'annuncio del 2006 di SEGA e Gearbox il gioco è entrato ufficialmente in produzione con ottime ambizioni, basate anche sull'arruolamento del concept artist di Aliens e il doppiaggio di alcuni membri del cast originale. Poi Gearbox si è fatta risucchiare dallo sviluppo di Borderlands e ha cercato di appaltare di nascosto il gioco ha un team molto meno competente. SEGA si è accorta che il suo studente si stava facendo fare i compiti da uno molto meno bravo e ha stoppato temporaneamente il progetto. Questo ha causato ulteriori ritardi e casini inenarrabili, mentre all'esterno Gearbox faceva credere che tutto stesse filando liscio come l'olio. Il risultato è un gioco affrettato, programmato male e del quale nessuno ha fatto un beta test, in cui i mostri più pericolosi non sono gli xenomorfi, ma dei bug devastanti che l'hanno ovviamente fatto sprofondare nella media voti. Game over man, game over.

Kinect Star Wars

Il momento esatto in cui Kinect è comparso nelle nostre vite, tutti hanno pensato la stessa cosa: "tutto molto bello, quando esce un gioco su Star Wars?". Quando il gioco è uscito ha impartito a tutti una lezione sulla differenza fra aspettativa e realtà. Nella nostra mente già ci immaginavamo come intrepidi maestri Jedi pronti a sbaragliare gli assaltatori imperiali con un gesto della mano e invece non eravamo altro che frustrati in tuta che si agitavano come ossessi, cercando di far riconoscere i propri movimenti a un gioco impreciso e programmato male. La colpa è anche di Microsoft, che spacciò il gioco per quello che non era, presentando all'E3 con una demo totalmente recitata in cui un tizio faceva un sacco di mosse convincenti di fronte a un filmato, per non parlare della copertina del gioco, in cui un bambino impugna una spada laser! Bisogna essere dei pazzi (o molto furbi) per sapere che titolo hai tra le mani e venderlo così! In confronto la gente che mette quattromila filtri e tira in dentro la pancia per beccare qualche Like su Instagram sembra quasi moralmente accettabile!

Resident Evil 6

Per i veri puristi solo i primi tre capitoli meritano rispetto, ma il quarto capitolo è senza dubbio un ottimo gioco, col quinto il rapporto con i fan si è incrinato ma il sesto è stato senza dubbio il capitolo meno amato della saga. Il perché è molto semplice: Resident Evil si basa sulla tensione, sui puzzle e sull'esplorazione, se lo trasformi in una brutta copia di Gears of War con gli zombie gli togli tutto il gusto. La parte iniziale, quella con Leon, ogni tanto si ricorda di far parte di una saga che ha quasi inventato il genere survival horror, ma quando entrano in scena Jake e Chris ogni possibile speranza di divertimento viene presa a calci nei denti e buttata dalla finestra. A rendere le cose ancora più tristi ci pensa Revelations, lo spin-off per Nintendo DS che, pur non essendo perfetto, sarebbe comunque stato un proseguimento migliore della serie principale. Quante volte è capitato, nella storia dei videogiochi, che uno spin-off surclassasse il suo gioco di riferimento?