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Le dimensioni contano

Abbiamo provato l'interessante Dreadnought, entrato da poco nella fase di closed beta

PROVATO di Rosario Salatiello   —   09/05/2016

Prima dello shooter Spec Ops: The Line, il team indipendente Yager Development era conosciuto principalmente per il titolo che porta il suo stesso nome. Dopo aver lanciato Yager nel 2003, lo studio con base a Berlino si è infatti dato con buoni risultati al suddetto titolo d'azione, prima di decidere di tornare in un certo modo alle proprie origini. Nel mezzo, anche le problematiche insorte con Dead Island 2, che hanno portato Yager Development a chiudere la sua divisione al lavoro su questo titolo. Archiviato anche questo passo falso, gli sviluppatori tedeschi hanno potuto dare vita al nuovo progetto: Dreadnought. Di nuovo combattimenti aerei come in Yager, ma stavolta in larga scala con l'utilizzo di navi spaziali dalle dimensioni imponenti, ma soprattutto un gameplay fortemente orientato alla tattica piuttosto che all'azione nuda e cruda. Approfittando della closed beta partita a fine aprile, ci siamo messi anche noi alla guida di una delle navi di Dreadnought: vi raccontiamo le nostre primissime impressioni su questo titolo.

Diamo una prima occhiata alle navi enormi e alle battaglie spaziali di Dreadnought!

Solo multiplayer… per ora

A beneficio di chi finora non dovesse aver sentito parlare di Dreadnought, prima di analizzare la closed beta diamo uno sguardo al quadro generale presente nella mente di Yager Development. Allo stato attuale, l'unica modalità di gioco presente è quella multigiocatore, all'interno della quale troviamo il classico deathmatch e l'eliminazione a squadre, dove a vincere è, come ci si aspetterebbe, l'ultimo a essere rimasto in vita. Ad affiancare queste due possibilità ne troviamo una ulteriore, dedicata però alla pratica con compagni e avversari controllati dall'intelligenza artificiale.

Le dimensioni contano
Le dimensioni contano

Un elemento da tenere in particolare considerazione, perché come vedremo per riuscire a combinare qualcosa di buono in Dreadnought bisogna affrontare una curva d'apprendimento abbastanza alta. Non per i controlli in realtà, visto che gli sviluppatori hanno studiato uno schema abbastanza semplice, basato su un doppio sistema di fuoco (in genere più o meno potente) e quattro diverse abilità da attivare con altrettanti tasti. I movimenti avvengono invece con l'uso della solita combinazione WASD, unita ai pulsanti shift e barra per muoversi in su e in giù. Tornando alle modalità, quelle attualmente giocabili si basano su team composti da cinque giocatori, i quali possono scegliere la loro nave da guerra tra altrettante tipologie, ognuna delle quali identifica naturalmente un diverso stile di gioco. Il dreadnought, per esempio, è un mastodonte lento nei movimenti ma dotato di difese elevate e armi in grado di fare un discreto danno, mentre la corvette è un tipo di nave più veloce ed estremamente manovrabile, ideale per attacchi lampo in quanto dotata di difese così scarse da poter essere tagliate come il burro. Tra le varie figure non manca ovviamente quella di supporto, dotata di abilità di riparazione con cui aiutare chi si trova in prima linea. Per quanto riguarda le mappe, le intenzioni di Yager Development sono quelle di ambientare le battaglie sia nell'atmosfera terrestre che nello spazio, dando comunque in entrambi i casi al giocatore la possibilità di usare angoli e gole per sfruttare al meglio le caratteristiche della propria nave. Completiamo la carrellata soffermandoci sulla personalizzazione di Dreadnought, fortemente incoraggiata dal gioco. Attraverso il mercato è infatti possibile apportare modifiche di ogni tipo alla versione base di ogni nave posseduta, sia per quanto riguarda armamenti e abilità aggiuntive, sia dal punto di vista estetico. Il risultato è già da ora più che positivo, visto che garantisce la possibilità di vedere sui campi di battaglia versioni altamente diverse dello stesso tipo di nave. Come gran parte dei titoli free-to-play presenti in circolazione, Dreadnought possiede una doppia valuta: la prima può essere ottenuta giocando, salendo contemporaneamente di livello per sbloccare i vari oggetti acquistabili, mentre la seconda si può accumulare scambiando soldi reali. Allo stato attuale è difficile dire se ci sarà o meno pay-to-win, ma il sistema almeno per ora ci sembra in grado di scongiurare questo pericolo.

Dogfight o tattica?

Appurato che i controlli sono abbastanza semplici, la curva d'apprendimento di cui parlavamo più sopra riguarda esclusivamente le dinamiche che dominano le partite a Dreadnought. Al di là della modalità eliminazione, dove la tattica è necessaria per non rimanere subito fregati, anche in deathmatch occorre fare sempre attenzione a non trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato, perché il rischio è quello di avere una vita veramente breve.

Le dimensioni contano
Le dimensioni contano

Arrivare su un server di gioco aspettandosi un'azione libera e spensierata vuol dire sbattere col muso sulle prime partite, durante le quali a tratti la frustrazione riesce anche a prendere il sopravvento. Dopo un po', ci si rende però conto di quale sia la visione di Yager Development per questo titolo, imparando a sfruttare ogni particolarità della propria nave e a individuare il momento giusto per svolgere una determinata azione. Dopo qualche match, anche se le modalità sono poche (la stessa eliminazione è giocata molto poco), diventa davvero difficile staccarsi da mouse e tastiera: niente male, considerando che che siamo solo in closed beta con poche tipologie di gioco. Volendo trovare qualche difetto, oltre a dei menu dalla navigazione un po' ostica abbiamo riscontrato una mancanza di ricompense adeguate quando ci troviamo nel mezzo della battaglia. Proprio perché Dreadnought offre un'esperienza di gioco particolarmente votata alla tattica, ci aspetteremmo di vedere scoppi spettacolari quando abbattiamo una nave avversaria, che finisce invece per disintegrarsi con qualche effetto grafico di poco conto. A proposito del comparto tecnico, a farsi apprezzare sono soprattutto i dettagli di cui possono godere le navicelle: grazie al sistema di personalizzazione di cui abbiamo già parlato, quasi ogni singolo pezzo del velivolo può essere cambiato, compresi stemmi e vernici varie. Per il resto, attualmente Dreadnought soffre di qualche problema di pop-in delle texture e di perdita di frame in alcuni casi, ma trattandosi di una closed beta c'è sicuramente tempo e modo per ottimizzare il tutto prima del lancio. Concludiamo ricordando la possibilità di garantirsi un posto in questa fase di sviluppo, grazie al Founder's Pack messo a disposizione da Yager Development: con 9,99 euro, è possibile ottenere 500 GP (Grey Box Point, una delle due valute del gioco) più qualche boost. Allo stato attuale, però, decidere di partecipare con questa somma vuol dire soprattutto dare un aiuto economico allo sviluppo del gioco: se quanto avete letto in questo articolo vi piace e le poche modalità per ora vi possono bastare, non rimarrete delusi.

Conclusioni

Versione testata PC Windows Closed Beta
Digital Delivery Sito Ufficiale
Prezzo 9,99 €
Multiplayer.it

Lettori (2)

5.5

Il tuo voto

PRO

  • Navi spaziali enormi, serve altro?
  • Ottime possibilità di personalizzazione
  • Ci sarà una modalità campagna...

CONTRO

  • ...ma per ora neanche l'ombra!
  • Poche modalità anche in multiplayer
  • Qualche incertezza tecnica