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Le ambientazioni che vorremmo in Battlefield 1

Fronte francese, italiano e arabo. E poi?

SPECIALE di Matteo Santicchia   —   20/05/2016

Sappiamo tutti come è andata con Battlefield 1. La prima guerra mondiale raccontata attraverso il gameplay tipico dei ragazzi DICE ha saputo sorprendere e appassionare come mai un episodio della saga era stato capace di fare precedentemente. Basta semplicemente di dire che il trailer di annuncio ha superato il milione di like su YouTube, una cifra che ha di fatto ridicolizzato quella del suo "nemico" Call of Duty: Infinite Warfare. Una scelta molto azzardata quella di tornare così tanto indietro nel tempo e che ha inizialmente spiazzato i fan della guerra moderna, ma che sembra proprio aver fatto breccia nella comunità di appassionati in cerca di qualcosa di diverso dal solito.

La Prima Guerra Mondiale non è solo trincee: le ambientazioni che ci piacerebbe vedere in Battlefield 1

Trincee, vette innevate e sabbia

Le ambientazioni che vorremmo in Battlefield 1
Le ambientazioni che vorremmo in Battlefield 1

Il trailer ha mostrato però solamente tre "ambientazioni", tre fronti della Grande Guerra, quello occidentale (Francia), quello alpino (Italia) e quello mediorientale. La scelta francese era obbligata, ma senza dubbio il fronte italiano e quello arabo sono due setting che ci hanno sorpreso. È facile capire come a livello di immaginario collettivo non siano così conosciuti e iconici come quello generalmente chiamato occidentale, nonostante l'epopea di Lawrence d'Arabia e Addio alle armi di Ernest Hemingway. Tre teatri di guerra diversissimi tra di loro: le pianure (e i boschi) tra Francia e Belgio, il Carso con le sue condizioni climatiche estreme, con i suoi picchi e le sue asperità e il fascino dei deserti, sono luoghi perfetti per zittire tutti quelli che vedevano la guerra di posizione e le trincee come inadatte per il gameplay ad ampio respiro tipico di Battlefield. Ma cosa vorremmo vedere, quali altri campi di battaglia vorremmo calcare? Nel trailer c'è un grande assente, il fronte orientale. Le gigantesche carneficine di Tannenberg o dei laghi Masuri tra l'Impero zarista e quello tedesco sono molto diverse rispetto alla guerra di trincea che tutti conosciamo. La grande vastità dei campi di battaglia, le foreste della Lituania e le vaste pianure di Polonia, Russia e Ucraina fecero in modo che si ebbe praticamente sempre una guerra di manovra, mai solamente statica come il famigerato tritacarne di Verdun, la battaglia durata dieci mesi che detiene il record per la maggior densità di morti per metro quadro. Avere a disposizione tanto campo aperto può permettere a Battlefield di esprimere al meglio il suo gameplay tipico, slegandosi dall'immaginario classico fatto di fango, trincee e filo spinato per spingere forte l'acceleratore su battaglie colossali dove i sessantaquattro giocatori possono scontrarsi non solo a terra, ma anche a bordo di aerei, su carri armati e autoblindo, e ovviamente a cavallo, replicando le grandi emozioni di mappe gigantesche come Golmund Railway e Operation Firestorm.

Africa tedesca e non solo

Le ambientazioni che vorremmo in Battlefield 1

Un altro campo di battaglia che ci piacerebbe fosse presente in Battlefield 1 è quello di Gallipoli. No, non stiamo parlando del bellissimo paesino pugliese sul mare, ma della campagna che ha visto gli inglesi e i loro alleati del Commonwealth attaccare lo stretto dei Dardanelli per sconfiggere rapidamente l'Impero Ottomano in modo da costringerlo ad uscire dalla guerra. Non andò così, e Gallipoli fu una delle sconfitte più cocenti della Triplice Intesa. L'epopea di Gallipoli a noi interessa perché rappresentò il prototipo delle operazioni anfibie che poi avremmo visto trenta anni dopo in Europa e ovviamente nel Pacifico. Pensate allo sbarco in Normandia, solo che qui gli obiettivi non vennero raggiunti e i soldati Anzac inglesi, australiani e neozelandesi vennero inchiodati sulle spiagge per quasi un anno, costantemente sotto il tiro nemico, col mare alle spalle e di fronte le scoscese alture della zona. In piena estate poi. Se vi ricordate l'apertura della campagna sovietica nel primo Call of Duty, quella che ci fa rivivere l'arrivo delle truppe russe a Stalingrado "sbarcando" dal Volga sapete cosa aspettarvi.

Le ambientazioni che vorremmo in Battlefield 1
Le ambientazioni che vorremmo in Battlefield 1

Un setting del genere sarebbe perfetto per una missione della campagna, ma immaginandolo nel multiplayer non facciamo fatica a pensare una mappa più stretta rispetto a quella ipotetica del fronte orientale, ma ben più caotica, con le corazzate che incrociano al largo e prendono di mira i difensori arroccati sulle colline che danno sulle spiagge. Un campo di battaglia perfetto per modalità ad obiettivo quindi. Ci piacerebbe poi poter rivivere la grande impresa del generale tedesco Paul Emil von Lettow-Vorbeck e la sue battaglie nell'Africa Orientale Tedesca, l'unica campagna che ha visto l'esercito del Kaiser Guglielmo II imbattuto. Quattro anni di guerriglia in cui un piccolo contingente di soldati tedeschi insieme ad un agguerrito e fedelissimo gruppo di Ascari locali riuscì a tener testa all'esercito inglese, belga e portoghese. Le battaglie e le peripezie di von Lettow-Vorbeck ebbero luogo in Kenia, Tanzania e Zimbabwe, nella giungla e nella savana, e fu impegnato anche contro vere e proprie operazioni anfibie, con tanto di scontri navali. Un setting del genere, unito a quello mediorientale visto nel trailer, potrebbe essere davvero interessante, originale e non banale, efficace per dare un tocco ulteriore di varietà alla visione bellica dei ragazzi svedesi. Non solo trincee quindi, combattere all'ombra dei palmizi sulle spiagge che si affacciano sull'Oceano Indiano potrebbe essere un'esperienza indimenticabile. E poi? Sarebbe interessante se venissero replicate, più nella campagna che nel multiplayer, le imprese di quella che poi sarebbe diventata la volpe del deserto, Erwin Rommel. Con soli 150 uomini riuscì ad aver un ruolo importante nella sconfitta italiana a Caporetto, sorprendendo intere brigate con ardite tattiche di infiltrazione. Stealth ante litteram potremmo dire. E sempre rimanendo sul fronte occidentale la battaglia di Messines in Belgio del 1917 fu l'apice della cosiddetta guerra delle mine. Dopo due anni di scavi gli Alleati fecero brillare circa 455 tonnellate di esplosivo sotto le linee tedesche, creando 19 giganteschi crateri e uccidendo 10000 tedeschi. Fu probabilmente l'esplosione programmata più grande sino allo scoppio della prima bomba atomica, Trinity, nel luglio del 1945, talmente dirompente che la deflagrazione fu avvertita anche a Londra. Sarebbe una missione perfetta per la campagna, ma anche esemplare nel mettere in scena la distruttibilità del motore di gioco Frostbite.