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La fauna di Steam #5

E il settimo giorno, invece di riposarsi, Gabe creò le recensioni di Steam

RUBRICA di Simone Tagliaferri   —   30/05/2016

Non c'è fine al meglio perché il meglio, come il peggio, è una variabile indeterminabile che vive di attese e supposizioni. Benvenuti in questo nuovo numero della rubrica che pesca a piene mani dal mondo deterministico delle recensioni di Steam, dove l'impossibile diventa possibile e l'ovvio diventa tendenza. Pensateci bene, siamo al quinto speciale dedicato al peggio rintracciabile tra le recensioni del negozio di Valve e il mondo ancora non è imploso. Cerchiamo un senso a questa contraddizione e combattiamo contro il disagio che proviamo di fronte al nostro permanere nell'esistenza. Come al solito avvisiamo che la rubrica ha un chiaro intento antologico e non vuole denigrare nessuno. Anzi, a dirla tutta ultimamente alcune mosse di Valve hanno migliorato enormemente la fruibilità delle recensioni, permettendo a quelle più utili di risaltare sula lunga distanza. Insomma, come solea dire il poeta, lasciateci divertire.

Per la quinta volta affrontiamo a testa bassa quanto di meglio hanno scritto i recensori di Steam

Stellaris e i rettiliani

Quale inizio migliore per questo nuovo numero della rubrica di Stellaris? Possibile che uno strategico così serio abbia delle recensioni buffe? Dai, non ci crediamo. È sicuramente un complotto ordito da qualche fan dei giochi d'azione.

La fauna di Steam #5

Oppure è colpa dei rettiliani, come ci fa capire un certo Neru (no, non è la versione romena del gioco di Storm in a Teacup) che scrive: "- Ho giocato con una razza di rettili. - Ho trovato la Terra nelle vicinanze della mia posizione di partenza. - Ho costruito un avamposto di osservazione. - Ho infiltrato il governo degli umani. - Li ho annessi. 10/10 per il realismo." Vita difficile quella dei rettiliani, che passano il tempo a girare per l'universo conquistando razze inferiori. In fondo anche la nostra ironia su di loro è la dimostrazione che i simpatici lucertoloni antropomorfi esistono e lottano insieme a noi. Rimaniamo su Stellaris cambiando però completamente argomento. Cos'è la solitudine? Quanto è brutto non poter condividere con gli altri i momenti più significativi della nostra vita, come ad esempio spalmarsi la crema sulle emorroidi? Un certo Joe Solo ci fa riflettere sulla difficoltà di rapportarsi con gli altri scrivendo "12,4 ore di gioco dopo 13 ore dal lancio. Tirate le vostre conclusioni." Come non volergli bene? Sui drammi esistenziali dei videogiocatori interviene anche TheHucks, che ha scoperto la malvagia natura dell'ultima fatica di Paradox e vuole raccontarcela: "Questo gioco e i suoi designer sono malvagi. A differenza di un Civilization, dove puoi auto ingannarti continuando a ripetere 'solo un altro turno', qui non ci sono turni. Non c'è nessun 'solo un altro turno', ma 'solo un'altra ora'. E prima che te ne renda conto hai dato le chiavi dell'auto a tua figlia di tre anni dicendole di andare a scuola e di fermarsi quando vede le luci rosse per non avere problemi." Una testimonianza commovente, non è vero? Un grande spaccato della famiglia moderna. E che dire del drammatico intervento di RileyWRussell, che possiamo definire come pura TV del dolore distillata in una recensione? Leggiamolo: "Dal lancio ci ho giocato per quattordici ore filate e ho smesso soltanto perché è l'una di notte e ho una moglie, due figli e un lavoro. Diventerà un terribile problema..." Ma Stellaris non è soltanto racconto dell'inutilità della vita sociale. Il gioco di Paradox permette di esprimere anche alcune profonde considerazioni storiche. Ad esempio quella di High King Emeric, che riassume la sua esperienza di conquista in una sola frase: "Nello spazio nessuno può sentirti commettere un genocidio. 10/10" Già, genocidio è la parola da usare per fare i fighi con gli amici. In fondo è così che è nata la nazione più potente del mondo e bisogna sempre prendere esempio dai vincenti. Concludiamo con l'illuminante recensione di War_Tiger, che prendendo in giro alcuni suoi colleghi videogiocatori (quelli che scrivono recensioni dopo dieci minuti di gioco), ci racconta: "Sto scrivendo mentre il gioco sta ancora caricando. +Bella musica di caricamento +Bella schermata di caricamento +Facile identificare la percentuale di caricamento MIGLIOR GIOCO DI SEMPRE!" Già, a volte alcuni hanno un po' troppa fretta di dire la loro.

DOOM e il passare delle stagioni

DOOM ha ispirato moltissimo i recensori di Steam, che si sono sbizzarriti nella realizzazione di testi creativi e pieni di senso. Si va dal classico "666/10" di Zaphael, che ci ricorda che 666 è il numero del demonio e 10 il suo prefisso, all'altrettanto scontato "Promuove i buoni valori cristiani. 10/10" di LeoTheLion, creatività, dove sei?

La fauna di Steam #5

Nel vecchio [320] EquiNoxE, uomo vissuto e dalla vita piena di aneddoti che ci racconta l'incedere del tempo in due righe ricolme di passione: "1994: è fantastico, ma prego Dio che mia madre non entri e veda cosa sto facendo con quella sega elettrica. 2016: è fantastico, ma prego Dio che mio figlio non entri e veda cosa sto facendo con quella sega elettrica." Dio è la parola chiave quando si parla di creature ancestrali vestite da marine spaziali che vanno a caccia di demoni potenziati con arti meccanici. Ma DOOM è anche narrazione. Non fate quelle facce stupite. Ripetiamo: DOOM è anche narrazione, come ben ha capito il buon astize che ci spiega: "Mi è davvero piaciuto il subplot con il protagonista emotivamente fragile e il suo amore. Era scontato che all'inizio lui usasse soltanto il fucile a pompa, ma alla fine puntasse tutto su di lei." Lei chi? Ma la B.F.G., chi altri? Illuminante uno dei commenti a questa recensione, che fa capire quanto id Software abbia scavato a fondo nell'animo umano prima di produrre il suo gioco. Casinomorph ci dice infatti che "Mi è piaciuto poter parlare con i mostri, esplorare i loro sentimenti e le loro motivazioni, apprenderne le sfumature e le fragilità emotive, ciò che li rende vivi e pulsanti." Parlare con i mostri è l'unico modo per uscire dall'inferno. Anche sparargli in faccia con la doppietta non è male. Insomma, scegliete voi.

Il senso della storia in Civilization V

Alcune recensioni di Steam di Civilization V sono pura letteratura. Peccato che molte siano troppo lunghe da includere in questa rubrica. Fortunatamente anche tra quelle più brevi ci sono dei piccoli gioielli che vale la pena riportare.

La fauna di Steam #5

Ad esempio Shank ur Nan ci racconta il suo amore per il gioco partendo dal punto di vista della sua etnia: "Da nativo americano sono felice di aver trovato un gioco che mostra fedelmente la nostra cultura. Non dimenticherò mai il giorno in cui costruimmo le piramidi su una collina erbosa, o quando usammo dei super robot per distruggere l'impero Inca che voleva convertire le nostre città al confucianesimo. 10/10." Derpnshire vuole invece farci capire che c'è sempre un motivo per dichiarare guerra a qualcuno, anche a chi magari non aveva tutti i torti a insultarci: "Alessandro il Grande ha insultato il mio esercito dicendo che è pieno di debosciati. Gli ho dichiarato guerra. Aveva ragione." Comunque Civilization V è anche cultura con la C maiuscola. Furious and narcissistic Brit lo sa bene e lo ha usato per ampliare le sue conoscenze: "Ho passato l'esame di storia perché sapevo della Grande Guerra del 1956 tra l'India fascista del dittatore Gandhi il Terribile contro l'America comunista." Questo significa avere le idee chiare e conoscere i processi storici che ci hanno reso la gloriosa civiltà di Instagram e Facebook che siamo oggi! C'è però anche chi, come l'intraprendente dulexo, ha sfruttato il gioco di Firaxis per creare delle situazioni storico sociali inedite: "Ho portato i tedeschi a credere nel giudaismo. 10/10." A parte tutto, a emergere con prepotenza dalle recensioni di Civilization V sono i rischi per la vita sociale di chi si fa intrappolare nelle sue spire.

La fauna di Steam #5

La prima testimonianza che vogliamo riportare è quella di BenjiOfTheZulu, che dopo quasi tremilatrecento ore di gioco ci dice con immensa umiltà: "Non ci ho giocato molto ma è stato divertente". Si vede che non voleva dare un giudizio affrettato sul gioco. Come lui e più di lui spicca per modestia il buon Baby-Akbar che non vuole proprio saperne di adeguarsi al trend delle recensioni scritte in fretta e furia e ci dice: "Troppo poco tempo di gioco per dare la mia opinione definitiva, ma è bello." In fondo quasi cinquemila ore non sono sufficienti per conoscere tutte le sfaccettature di Civilization V. Molto più drammatico è stato un certo T'Challa, che ci parla della sua dipendenza dal gioco: "È come il crack. Ti continui a ripetere 'solo un altro turno', ma poi sei costretto a realizzare che sei stato seduto in mutando per trentasei ore e che la notte scorsa ti sei dimenticato di tua moglie che stava per dare alla luce il vostro bambino." Non tutti hanno le stesse priorità nella vita (l'avrà chiamato Ghandi?). kDevil, con cui chiudiamo paragrafo e rubrica, riassume per punti la grandezza e i rischi del titolo di Sid Meier: "A uso e consumo di quelli che stanno decidendo se acquistare o no Civ V, ecco un elenco di pro e contro per aiutarvi. PRO: - Il miglior gioco sul pianeta. CONTRO: - Fa perdere gli amici - Consuma molto tempo - Fa perdere il lavoro - Fa perdere il pesce rosso (poverino) - Fa perdere il sonno - Niente sesso - Fa sprecare soldi in snack - Fa sprecare soldi in bibite - Fa sprecare soldi in caffè - Tutti sanno che è la porta per il crack - Ghandi - Probabilmente da qualche parte è illegale - Ci ho giocato 350 ore - L'ho acquistato 3 settimane fa - Aiutatemi..." Qualcuno avrà ascoltato il suo grido disperato?