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I fantasmi sono tornati

Abbiamo finalmente potuto provare l'atteso ritorno della serie Ubisoft

PROVATO di Andrea Palmisano   —   14/06/2016
I fantasmi sono tornati

È passato diverso tempo da quando abbiamo sentito parlare per l'ultima volta di Tom Clancy's Ghost Recon: Wildlands: quasi un anno esatto in realtà, perché è stato proprio alla conferenza Ubisoft dell'E3 2015 che fu annunciato ingolosendo molti, e non soltanto i fan dell'apprezzato franchise rimasti scottati da quel tutto sommato deludente Phantoms uscito quattro anni fa. Questo perché, pur a fronte delle pochissime informazioni fornite, è stata fin da subito chiara ed evidente l'ambizione e la portata di un progetto su cui il publisher francese ha intenzione di puntare con convinzione. Uno sparatutto tattico multiplayer open world ambientato in Bolivia e in cui ogni zona del vastissimo ambiente di gioco è raggiungibile, con missioni affrontabili nell'ordine che si preferisce senza condizionamenti di sorta, sorretto da meccaniche intriganti e da un comparto tecnico di spessore: inutile dire che abbiamo accolto quindi con entusiasmo l'invito di Ubisoft a provare finalmente con mano Wildlands durante un esclusivo evento pre-fiera, così da verificare se le impressioni maturate 12 mesi fa erano effettivamente fondate.

A un anno dall'annuncio, abbiamo finalmente provato per la prima volta Ghost Recon: Wildlands

Santa Blanca!

La trama vede stavolta il gruppo di unità speciali Ghost impegnato a contrastare il il cartello di Santa Blanca, una organizzazione criminale di narcotrafficanti capeggiata dal malvagio El Sueño che sta ampliando il proprio controllo del territorio boliviano con la connivenza di politici corrotti e compiacenti, instaurando un vero e proprio regno del terrore. L'ambientazione adottata si rivela doppiamente efficace anzitutto per sostenere il setting che pone il giocatore tra cartelli della droga, bande di rapitori, delinquenti comuni e via dicendo. In secondo luogo, il Paese sudamericano è altrettanto adatto nel fornire al gioco una varietà di paesaggi e ambientazioni notevolissima, con la possibilità di attraversare montagne, deserti, giungle, città e villaggi. Premesse intriganti che sono state poi sostenute, durante la breve presentazione a cui abbiamo assistito prima di giocare, da alcuni concetti chiave che stanno evidentemente molto a cuore agli sviluppatori. Tra questi, spiccano le dimensioni del mondo di gioco: pur senza numeri precisi alla mano, Ghost Recon: Wildlands può comunque vantare il primato di possedere l'open world più vasto mai realizzato in un titolo Ubisoft.

I fantasmi sono tornati
I fantasmi sono tornati

Considerando che nel curriculum del publisher francese le produzioni di questa categoria non mancano di certo, è un ottimo segnale per inquadrare le ambizioni del prodotto. Un'altra parola importante poi è senza dubbio libertà: intesa non solo come quella ideale da restituire al popolo boliviano, ma anche più concretamente per quanto riguarda la meccanica di gioco, relativa alla facoltà di raggiungere liberamente fin da subito qualsiasi zona della mappa e affrontare qualsivoglia missione, senza alcun limite. Ogni missione potrà poi a sua volta essere approcciata in una moltitudine di maniere differenti, fornendo semplicemente all'utente l'obiettivo da raggiungere: la decisione di come quest'ultimo vada poi effettivamente ottenuto sta all'attitudine e alla "fantasia" del giocatore e del suo gruppo. In Ghost Recon: Wildlands i protagonisti sono infatti sempre quattro, sia che i compagni vengano controllati da utenti reali che piuttosto dalla CPU: in quest'ultimo caso, sarà compito del giocatore fornire indicazioni e ordini, proprio come avveniva negli episodi precedenti della serie. Ovviamente è a fianco di persone in carne e ossa con cui dialogare che il titolo riesce ad esprimersi pienamente, ed è proprio in questa configurazione che abbiamo affrontato l'abbondante mezz'ora della demo messa a disposizione. La missione si è aperta in una zona semi desertica, nei pressi di un edificio attorno al quale si trovava un informatore da interrogare e una manciata di soldati a sua protezione. Prima di iniziare abbiamo preso confidenza col sistema di controllo, a dire il vero piuttosto immediato per chiunque abbia un po' di dimestichezza con sparatutto in prima o terza persona: un tasto per cambiare arma, un altro per ricaricare, uno per accucciarsi o distendersi a terra, il grilletto sinistro per imbracciare e il destro per sparare. Premendo la croce direzionale in alto si può rilasciare un drone, utilissimo alleato grazie al quale analizzare la zona prima dell'attacco e individuare gli obiettivi sensibili o gli avversari. La coordinazione con i propri compagni, la comunione di intenti e la pianificazione delle mosse sono passaggi particolarmente importanti, come lo sono sempre stati in Ghost Recon: posizionandoci in maniera strategica e decidendo di attaccare all'unisono, siamo riusciti ad avere la meglio della resistenza nemica in maniera piuttosto semplice.

Tempo al tempo

Ovviamente non mancano i mezzi di trasporto, sia di terra che di aria: nelle immediate vicinanze abbiamo infatti potuto fare uso di fuoristrada e motociclette, ma più interessante ancora è stato salire su di un elicottero militare. A diverse centinaia di piedi di altezza abbiamo infatti potuto apprezzare la vastità dell'ambiente, la buona profondità visiva e l'elevato livello di dettaglio, aspetti fondamentali per rendere il mondo di gioco credibile e realistico. Discorso simile anche per quanto riguarda i personaggi che lo abitano, a partire dai civili, ognuno dei quali si trova impegnato in attività da compiere durante il giorno e del tutto indipendenti da quelle dell'utente. Dall'elicottero ci siamo poi lanciati col paracadute per raggiungere così un punto di incontro e proseguire, stavolta con un compito più complesso: infiltrarsi in una base fortificata per rubare dei dati da un computer. Anche in questo caso le possibilità di scegliere quale strategia utilizzare erano numerose, partendo dall'assalto di gruppo coi fucili spianati fino alla separazione del gruppo e all'infiltrazione in modalità stealth da diversi punti.

I fantasmi sono tornati
I fantasmi sono tornati

Ghost Recon: Wildlands ci ha trasmesso sensazioni positive attraverso una demo che ci ha sinceramente divertito: ciò nonostante non sono mancate alcune perplessità, a cominciare dalla scelta ben precisa di non introdurre un vero e proprio sistema di cover. Certamente ci si può nascondere dietro a qualsiasi elemento del paesaggio lo consenta, vuoi per tenere nascosta la propria presenza o piuttosto per proteggersi semplicemente dai proiettili nemici durante uno scontro a fuoco. Ma non ci si può "agganciare" per esempio ad una parete e sfruttarla per sporgersi leggermente fuori da essa, tanto per intenderci: considerando quanto questa meccanica sia oramai diffusa, la sua assenza potrebbe essere faticosamente digerita da una fetta di utenza. Di converso, tale scelta consente al gameplay di essere più scorrevole e sintetico, senza grandi fronzoli, senza dubbio maggiormente fedele ai precedenti episodi, mantenendo un livello di complessità dell'azione comunque più accessibile. Proprio l'equilibrio delle sue componenti e la capacità di attrarre un pubblico sia di "esperti" che di novizi sarà uno dei punti fondamentali da valutare nel prodotto finale. Ci è sembrata inoltre ben poco brillante e raffinata l'intelligenza artificiale dei nemici, che si comportano sottostando a logiche molto basiche ed elementari: si tratta però di una caratteristica su cui non ci sentiamo davvero di poter dare un giudizio più approfondito oltre alla semplice impressione superficiale, soprattutto tenendo conto dei nove mesi che mancano ancora all'uscita sul mercato. Per quanto riguarda invece la componente grafica, Ghost Recon: Wildlands sembra essere un gioco senza dubbio gradevole seppur non particolarmente impressionante: il buon livello di dettaglio, l'ottima varietà e la notevole profondità dell'orizzonte (perlomeno sulla versione PC che abbiamo provato) va in contrasto con le animazioni un po' scattose dei protagonisti e con il sistema di illuminazione piuttosto semplicistico, che non valorizza granché le ambientazioni. Anche in questo caso, visto il tempo a disposizione è più che probabile che il risultato finale sia più raffinato rispetto a quanto abbiamo avuto modo di vedere. Tutto sommato comunque, ci possiamo ritenere soddisfatti dal tempo passato col titolo Ubisoft, che ci sembra possa avere il potenziale per riuscire a riportare in maniera più che degna sulle scene una serie tanto apprezzata in passato. L'uscita è prevista per il 7 marzo 2017 su PC, Xbox One e PlayStation 4, per cui avremo con ogni probabilità diverse altre occasioni per verificare i progressi del gioco prima del lancio sul mercato.

CERTEZZE

  • Ambientazione dal grande potenziale
  • Meccaniche fedeli alla serie
  • Grande liberità di azione

DUBBI

  • Densità dell'open world da verificare
  • Tecnicamente migliorabile
  • L'assenza del sistema di copertura farà discutere