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Singolarità tecnologica

Di Mankind Divided abbiamo già parlato nel dettaglio: non ci siamo però addentrati nel suo universo, su cui Square Enix ed Eidos montreal stanno lavorando duramente

SPECIALE di Aligi Comandini   —   16/06/2016

Il primo Deus Ex è un titolo di rara profondità, che ha rappresentato un faro nel buio per i gdr in prima persona. La stratificazione del suo gameplay e l'incredibile varietà di approcci erano rivoluzionari per l'epoca, ma non fu solo la riuscitissima ibridazione delle meccaniche a far meritare alle avventure di JC Denton un posto nell'olimpo dei videogiochi. Agli Ion Storm, dopotutto, il centro perfetto riuscì anche con la costruzione del mondo; una sorta di distopia cyberpunk, fortemente influenzata da autori come Philip K. Dick e capace di toccare temi delicati come l'eugenetica e le problematiche morali dell'eccessiva spinta alla ricerca scientifica. Costruendo su quelle basi, Human Revolution non poteva certo risultare carente dal punto di vista del background, nonostante la sua natura di prequel lo limitasse sensibilmente in certi campi. Square ha quindi deciso di cogliere la palla al balzo e di sfruttare al massimo le potenzialità della narrativa dei Deus Ex con la creazione del Deus Ex Universe, una sorta di universo espanso che si concentra principalmente su Adam Jensen e la sua cronologia. Potrebbe sembrare la solita operazione commerciale da quattro soldi, portata avanti giusto per rendere il progetto più pomposo e guadagnarci qualche moneta in più; eppure Eidos non si è avvicinata in modo grossolano all'espansione del suo universo: lo ha cullato e coccolato, tratteggiandone finemente le caratteristiche e assicurandosi di non renderlo caricaturale ed eccessivo. Oggi analizziamo alcune delle mosse attuate dalla software house e da Square per dare ad Adam Jensen e ai suoi comprimari ancor più validità storica, ed esploriamo in vostra compagnia il crudele mondo di Mankind Divided

Seguiteci nel mondo di Deus Ex Mankind Divided, è molto più esteso di quanto si possa pensare

Delirio tecnologico

La direzione in cui i responsabili di Mankind Divided si sono mossi è evidente da subito, e traspare in particolare dal trailer legato all'Apartheid Meccanico. Mankind Divided mostra un mondo dove gli esseri umani sono passati da una sorta di culto della tecnologia e delle protesi robotiche a un'età oscura di rifiuto quasi totale dell'innovazione medica, a seguito di un gravissimo incidente che ha portato (alla fine di Human Revolution) chiunque possedesse arti potenziati a compiere atti di violenza contro la sua volontà.

Singolarità tecnologica

Nello sguardo di chi osserva gli Augmented ora c'è disgusto e diffidenza, e la tesissima situazione politico-sociale ha portato a una vera e propria segregazione di questi individui, peraltro sempre più provati dai blocchi nella produzione di neuropozina (unico medicinale in grado di eliminare il rigetto del corpo per gli arti robotici). Eidos ha quindi creato un background dove si incrociano situazioni pericolosamente vicine a quelle che viviamo tutti i giorni: malcontento sociale, terrorismo, razzismo ingiustificato e deliri provocati dalla mentalità di massa; non certo un'ambientazione in cui è facile muoversi per un personaggio come Adam Jensen. La volontà di restare legati a doppio filo a tematiche realistiche non è una novità, ma a livello di art direction c'è stato comunque un secco cambio di direzione, principalmente dovuto alla volontà di indicare il degrado dell'età dell'oro degli Augmented. Praga, splendida città europea, è costellata di edifici modernissimi, ma il loro aspetto minimal è sporcato da graffiti e spazzatura, e da edifici in pietra che ne turbano l'estetica fantascientifica come coltellate. Il futuro si è fermato a causa del terrore e dei pregiudizi, e le mappe del gioco vogliono renderlo cristallino da subito al giocatore.

Messianic Jensen

Gli sviluppatori sono molto fieri del lavoro fatto sulla narrativa, e non sembrano intimoriti dai rischi che un'eccessiva vicinanza a fatti reali possono portare. "la discussione è l'anima della rete" secondo loro ed è inevitabile che vi siano voci contrastanti tra i fan per le scelte fatte, ma la strada da seguire è piuttosto chiara, specie con una storyline futura già formata.

Singolarità tecnologica

Non che la conoscenza del punto di arrivo abbia reso di molto più facile la stesura di una storia, comunque: ricollegarsi a Human Revolution non è banale, e le scelte multiple sul finale di quel gioco hanno costretto il team a "mescolare" gli avvenimenti della fase conclusiva per giustificare il ritorno di Adam Jensen. Ritorno peraltro fortemente voluto, poiché il personaggio (oltre a trasudare carisma) ha ancora molto da dire secondo gli sceneggiatori, ed è amatissimo dalla maggior parte della fanbase. Forse è proprio per questa motivazione che le visual novel e i fumetti appartenenti al Deus Ex Universe si concentrano proprio sugli avvenimenti che lo hanno portato da Human Revolution a Mankind Divided, che nella campagna principale vengono spiegati con un misto di narrativa ambientale e comunicazioni dirette nelle fasi iniziali. Difficile dire quanto possano effettivamente approfondire la storia questi extra, ma è piacevole constatare come vadano anche a toccare personaggi alternativi come Ben Saxon di Deus Ex: The Fall, o i "cattivi". Siamo invece leggermente meno attratti dalla volontà del team di sperimentare con la realtà virtuale, al momento limitata a un benchmark che sfrutta gli asset del gioco. I campi in cui Eidos si sta muovendo, però, non si limitano certo ai fumetti e ai visori.

Il futuro è reale

Tra le verdi praterie cavalcate da Eidos Montreal c'è ad esempio quella dei giochi mobile, affrontati a testa bassa con Deus Ex GO, altro capitolo della fortunata serie di titoli minori dedicati ai marchi Square Enix.

Singolarità tecnologica

Si tratta di un puzzle game dal gameplay molto semplice, che richiede solo di muovere Adam Jensen all'interno di mappe con percorsi prestabiliti e ramificati, e di farlo interagire con vari elementi per evitare delle guardie e raggiungere un obiettivo finale. Può sembrare limitato, eppure il gioco funziona, grazie a puzzle interessanti e persino personalizzabili con un editor estremamente intuitivo. Siamo insomma davanti a un'ennesima dimostrazione di impegno da parte della casa, non fosse bastata la presentazione della nuova modalità Breach a dimostrare la presenza su più fronti. Tralasciando la linea di vestiti (che era oggettivamente evitabile) forse persino più interessante è la scelta di buttarsi nel mondo delle protesi reali. Durante la dimostrazione londinese era infatti presente un braccio robotico ispirato agli arti di Adam Jensen, creato con la stampa 3D in collaborazione con Open Bionics e Razer. Si parla di protesi a basso costo dal look modernissimo, di cui è possibile muovere le dita grazie al tracking di una speciale telecamera. La risposta ovviamente non era perfetta, ma un arto del genere può comunque avere molte applicazioni utili, specie considerando il prezzo limitato. L'universo di Deus Ex, in pratica, sta prendendo rapidamente forma, e la vicinanza allo sviluppo tecnologico reale è così marcata che gli sviluppatori si stanno muovendo per donare parte della loro estetica e delle loro idee alle tecnologie robotiche moderne. Non ci sono dunque solo fumetti e spin-off nel futuro della serie. Forse è proprio il nostro futuro, il futuro della serie.