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Il ritorno di Ivalice

Abbiamo provato Final Fantasy XII: the Zodiac Age, durante l'E3 2016

PROVATO di Antonio Fucito   —   19/06/2016

Final Fantasy XII è stato forse uno dei Final Fantasy più sottovalutati dai fan storici della saga, nonostante l'ottimo riscontro da parte della critica e le indubbie qualità del prodotto Square Enix. I motivi sono da ricercarsi in una storia più articolata e di difficile assimilazione rispetto al solito, e nel sistema di combattimento mutuato in parte da quello dei MMORPG dell'epoca, con i nemici visibili su schermo e la possibilità di impartire comandi ai propri compagni di squadra non in maniera diretta e nemmeno seguendo i classici turni, bensì all'interno del fluire automatico dell'azione offensiva.

Il ritorno di Ivalice

Diverse caratteristiche introdotte dal dodicesimo capitolo erano piuttosto avanti per il tempo, e non tutte sono state apprezzate al di là delle qualità oggettive o meno; tra le altre cose qualche tempo dopo, in Giappone, è uscita una versione che non ha mai visto la luce in occidente, denominata International Zodiac Job System. Questa edizione apportava diverse modifiche al titolo originale, come il sistema di abilità non basato più unicamente su una tavola comune a tutti, ma su ben dodici differenti, una per segno zodiacale. E ancora, nuove classi, la possibilità di controllare direttamente gli Esper, raddoppiare la velocità di combattimenti ed esplorazione con L1, e tante altre piccole modifiche tese a rendere il gioco più completo. Proprio tale versione ha rappresentato la base per lo sviluppo di Final Fantasy XII: The Zodiac Age, versione in alta risoluzione del JRPG Square Enix che uscirà il prossimo anno su PlayStation 4. Durante l'E32016 di Los Angeles abbiamo avuto modo di provare una breve demo del titolo, e scambiare quattro chiacchiere con gli sviluppatori.

Le nostre impressioni Final Fantasy XII: The Zodiac Age, direttamente dall'E3 2016

Giudici di se stessi

In The Zodiac Age gli sviluppatori hanno lavorato molto sull'aspetto tecnologico, a partire dalla risoluzione in Full HD fino al potenziamento di tutte le texture, passando per un frame rate che sarà ancorato ai sessanta fotogrammi per secondo ed una migliore gestione della telecamera. La base ovviamente proviene da PlayStation 2, e giocoforza il titolo non può rivaleggiare con le attuali produzioni, ma da quanto abbiamo potuto vedere è invecchiato in maniera accettabile e rimane piacevole, grazie soprattutto all'eccellente comparto artistico che lo caratterizza. Il comparto audio invece non teme il passare del tempo, ed anzi tutte le tracce musicali sono state nuovamente eseguite dal grande Hitoshi Sakimoto con un'orchestra dal vivo, per un risultato eccellente che esalta a nostro modo di vedere ancora di più la colonna sonora del titolo.

Il ritorno di Ivalice

Detto questo, sarà possibile scegliere tra i brani originali e quelli rimasterizzati, la capienza maggiore del supporto Blu-ray, inoltre, ha permesso agli sviluppatori di inserire sia il doppiaggio in giapponese che quello anglosassone all'interno dello stesso disco, con la possibilità di scegliere quello che più aggrada. La demo presente in fiera metteva in disposizione la sezione all'interno delle Lhusu Mines, qualche dialogo tra i protagonisti e la ricerca da parte di Vaan della scomparsa Penelo. Da giocatori del titolo originale abbiamo gradito la possibilità di accelerare il gioco per tagliare i tempi morti senza perdersi al contempo le parti di trama e i combattimenti più ostici, per il resto l'impatto come detto rimane valido anche se si tratta di un titolo che chiaramente dimostra le sue origini ancorate a due generazioni di console fa. Final Fantasy XII: The Zodiac Age rappresenta per noi un titolo assolutamente da giocare soprattutto per chi non ha provato l'originale; le novità introdotte dalla versione giapponese e gli adattamenti tecnici implementati per la versione PlayStation 4, ovviamente comprensivi di trofei e auto salvataggio, ne faranno la versione migliore, sconsigliata solo a chi non digerisce un comparto tecnico non in linea con le grandi produzioni attuali: il gameplay, all'interno del panorama degli JRPG, è invece invecchiato molto meno.

CERTEZZE

  • Un Final Fantasy atipico ma di qualità
  • Buon lavoro di rimasterizzazione, soprattuto sonoro
  • Basato sulla versione giapponese mai arrivata in occidente

DUBBI

  • Il comparto tecnico sente il peso degli anni