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Nei panni del cattivo

Ci sono videogiochi che ci permettono di tirare fuori il peggio di noi, vediamo quali sono!

SPECIALE di Lorenzo Fantoni   —   15/08/2016

I videogiochi spesso ci mettono nei panni di personaggi positivi, ma diciamoci la verità, a volte tutto ciò di cui abbiamo bisogno è dare il peggio di noi senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. D'altronde c'è poco da fare, i buoni sono spesso noiosi, retorici, banali, mentre i cattivi hanno le battute migliori, le personalità migliori e i costumi migliori. Nei videogiochi ci sono alcuni esempi in cui le scelte morali ci permettono di comportarci in maniera più o meno malvagia, ma di solito sono sfumature sottili tra l'essere stucchevolmente buoni e metodi un po' più bruschi, il fine rimane sempre quello di fare del bene. Pensate a Mass Effect, per cui speriamo venga realizzata una remastered prima o poi, per quanto uno voglia fare lo stronzo sta pur sempre salvando la razza umana, no? Tuttavia ci sono anche videogiochi in cui ci è concesso il piacere proibito di impersonare personaggi che sono semplicemente molto, molto cattivi. Certo a volte per sbaglio fanno anche cose buone, ma rimangono comunque personaggi poco raccomandabili, un po' come quelli di Suicide Squad. Vediamo assieme i più memorabili, con qualche sorpresa.

A volte i giochi ci permettono di vestire i panni dei cattivi, ecco i migliori secondo noi!

Dungeon Keeper

Probabilmente uno dei primi giochi in cui possiamo a tutti gli effetti impersonare un personaggio cattivo senza sé e senza ma. Invece di farci gestire una città, un ospedale o un parco giochi, Dungeon Keeper ci mette nei panni di un onesto gestore di sotterranei pieni di mostri, trappole e strumenti di tortura. Lo scopo è ovviamente far prosperare il nostro intrico di cunicoli, ottenere un sacco di monete d'oro e creare un ambiente abbastanza orribile e spaventoso da attrarre i mostri migliori. Per farlo dovremo organizzare una degna accoglienza per gli sprovveduti avventurieri che sceglieranno il nostro dungeon come sfondo per le loro prodezze. Il gioco offre insomma un geniale ribaltamento delle prospettive, mostrandoci quanto lavoro ci sia dietro un'avventura con tutti i crismi, quanto sia complesso il lavoro del cattivo e quanto possano essere antipatici i buoni, finché non finiscono in un macchinario per le torture e il dolore li converte alla tua causa, ovvio.

Nei panni del cattivo

Destroy all humans!

Con un titolo così è abbastanza facile entrare in questo articolo, soprattutto quando sei un alieno che deve eliminare ogni forma di vita terrestre nel modo più atroce possibile (sonde anali incluse) per creare un esercito di cloni con cui dare vita a una campagna di conquista su scala planetaria. Le parti più crudeli ovviamente sono quelle iniziali in cui, una volta atterrati, dovremo vedercela con degli spaventati contadini che cercheranno in qualche modo di opporsi al nostro incredibile potere, ma finiranno comunque scaraventati per aria dalle nostre doti telecinetiche. In alcune parti del gioco dovremo anche usare un disco volante e friggere gli umani come se fossero formiche sotto una lente d'ingrandimento. Un gioco che in nessun modo cerca di addolcire il fatto che stiamo organizzando un genocidio su larga scala, ma in fondo gli umani hanno torturato il nostro collega che era atterrato nell'Area 51; hanno iniziato loro!

Manhunt

Ci sono personaggi che hanno dentro di sé alcune sfumature di cattiveria e poi c'è James Earl Cash, un sociopatico condannato a morte che invece di subire un'iniezione letale si sveglia con un sacco di telecamere addosso e lasciapassare per l'omicidio di massa. Manhunt è forse il gioco che più di tutti ci mette di fronte al lato peggiore dell'umanità. Non c'è umorismo, non c'è una morale positiva, non c'è redenzione. Ci sono solo centinaia di pazzi assetati di sangue che cercano di ucciderci e noi che forse siamo persino peggiori di loro. Manhunt ci permetterà di eseguire le esecuzioni più cattive e truculente della storia dei videogiochi. Non a caso gli sviluppatori sono i ragazzi di Rockstar, che qua lasciano a casa il loro lato più simpatico per un gioco dalle tinte decisamente fosche.

Nei panni del cattivo

Tutti i Grand Theft Auto

Dai, ci possiamo girare attorno quanto vogliamo, possiamo dire che Niko Bellic in fondo cercava solo di starsene per i fatti suoi e che tutti gli altri protagonisti sono brava gente trascinata in situazioni incasinate, ma la verità dei fatti è che in Grand Theft Auto impersoniamo dei criminali, brutta gente che non si fa problemi a piantarti una pallottola in testa o a rendere divertente un pomeriggio usando un fucile da cecchino dal punto più alto della città. Persone orribili che sono disposte a lanciare un jet militare su una spiaggia o consegnare una coppietta a dei cannibali per il puro gusto del piacere. Grand Theft Auto nasce per tirare fuori il peggio che abbiamo dentro e spesso ci riesce.

Prototype

Manhattan è stata trasformata in un inferno mutante da un virus che ha cambiato le persone in mostri. Il nostro alter ego, Alex Mercer, è uno di questi demoni, probabilmente il più cattivo. Certo, volendo possiamo raccontarci che non è colpa nostra, che i veri cattivi sono quelli che ci hanno ridotto così, che tutto sommato le nostre azioni sono giustificate, ma la verità è che in Prototype siamo semplicemente una macchina di morte e distruzione che si nutre di innocenti per portare avanti una vendetta. Non possiamo certo biasimare l'esercito americano per il tentativo di bombardamento nucleare che seguirà la nostra escalation di violenza. La furbizia di Prototype forse sta tutta qua, siamo così impegnati a mietere vittime e a sopravvivere che non ci rendiamo conto di essere malvagi esattamente come le forze che contrastiamo.

Jaws Unleashed

Il gioco non sarà un capolavoro ma è anche uno dei pochi in cui possiamo impersonare uno squalo, anzi, Lo Squalo. In Jaws il nostro alter ego è infatti un gigantesco predatore dei mari guidato da un'intelligenza superiore (la nostra) e da una vaghissima coscienza ecologica. Tuttavia quest'ultima è solo una scusa per lanciare per aria innocenti nuotatori, eliminare ogni essere vivente che ci si para di fronte e solcare i mari fischiettando il tema principale dello storico film di Spielberg. Ovviamente non poteva mancare anche una caccia al delfino, perché diciamoci la verità: alla fine i delfini sono solo squali a cui manca il coraggio per fare ciò che vorrebbero realmente compiere.

Nei panni del cattivo

Star Wars: Knights of the Old Republic

Diamo per scontato che ci abbiate giocato, altrimenti fermatevi subito e proseguite col titolo successivo. Bene, se avete proseguito la lettura sapete benissimo che il protagonista del gioco non è assolutamente ciò che sembra. Quello che appare come l'ennesimo eroe destinato a grandi cose altri non è che Darth Revan, ovvero l'equivalente per l'universo di Star Wars di Hitler, Stalin, Donald Trump e la vostra professoressa di matematica mescolati tutti assieme. Invece di uccidere Revan, i Jedi hanno deciso di cancellare le sue memoria e dargli una seconda chance, ma se decidiamo di intraprendere la via del lato oscuro potremo facilmente diventare i più grandi figli di puttana della galassia lontana lontana. Chi ha giocato il titolo sa benissimo cosa potremmo far fare al povero Zalbaar.