61

Miti e leggende di Death Stranding - La teoria del contatto

Il trailer di Death Stranding, il nuovo progetto di Hideo Kojima, ha scatenato la fantasia dei fan

SPECIALE di Massimo Reina   —   29/07/2016

Che Hideo Kojima sia un troll, nell'accezione simpatica del termine, lo abbiamo scritto più volte sulle pagine del nostro sito. Che sia un genio, anche a livello di comunicazione e marketing, pure. D'altronde come definire altrimenti chi ci ha regalato mille sorprese negli anni, dal teatrino montato ad arte per Metal Gear Solid V con il Moby Dick Studio, passando per il playable teaser del compianto Silent Hills, fino al recente annuncio del suo nuovo lavoro intitolato Death Stranding? Oggi come allora, un progetto di Hideo Kojima ha portato dietro di sé più domande che risposte, grazie anche a una serie di indizi nascosti nel trailer, su quelle che potrebbero essere tematiche e ambientazioni del gioco. Informazioni celate che come sempre hanno risvegliato la comunità mondiale di videogiocatori, ormai abituata ai giochetti del game designer, che s'è messa subito in moto prima per cercarle, e poi per tentare di dargli qualche spiegazione "razionale" o fantasiosa.

Miti, segreti e leggende di Death Stranding, il nuovo misterioso progetto di Hideo Kojima

Un trailer, mille interrogativi

Il genio un po' folle di Kojima ha stimolato diverse teorie, soprattutto sulla possibile trama del gioco, e noi in tal senso abbiamo raccolto in due speciali alcune delle ipotesi meno conosciute e all'apparenza più affascinanti, nonostante parecchie contraddizioni, mettendoci un po' anche del nostro. Ovviamente con esse non vogliamo dare nessuna spiegazione ufficiale al progetto, né dare per certa qualche teoria. Semplicemente vogliamo anche noi "giocare" con Kojima e coi nostri lettori, dando loro uno stimolo per discutere, fantasticare e argomentare nei commenti, dove potete esporre liberamente le vostre idee. D'altronde è stato lo stesso artista giapponese a sottolineare come "il fatto che ci siano queste discussioni sul teaser era il mio obiettivo. Era ciò che volevo accadesse".

Miti e leggende di Death Stranding - La teoria del contatto

Nel formulare le nostre teorie, o nel riportare quelle che abbiamo giudicato più interessanti, abbiamo seguito lo stesso metodo adottato in occasione di un articolo simile su P.T., la demo che annunciava il defunto Silent Hills. Quindi abbiamo tenuto bene a mente un particolare fondamentale: anche se quello che il videogiocatore ha visto nel trailer di Death Stranding è una scena di intermezzo che sarà presente nel gioco, questa potrebbe essere ingannevole (un sogno? Un momento particolare della storia?) e non essere in alcun modo lo specchio di quello che sarà l'ambientazione principale, oppure contenere davvero indizi simbolici sulla sua trama, ma estrapolati dal loro contesto originale per ingannare i giocatori e condurli su una serie di false piste. "Ciò che vedete nel filmato sarà nel gioco", ha dichiarato Hideo Kojima. Ma in che forma o contesto? Ad ogni modo, il trailer si apre con una citazione tratta dal poema Auguries of Innocence (in italiano Auguri di innocenza) del poeta mistico-visionario inglese William Blake. La quartina fa parte di uno dei quaderni ora conosciuto come The Pickering Manuscript. Il poema presenta una serie di paradossi che parlano di innocenza contrapposta a malignità e corruzione e comincia così: "To see a World in a Grain of Sand / And a Heaven in a Wild Flower, / Hold Infinity in the palm of your hand / And Eternity in an hour".

Miti e leggende di Death Stranding - La teoria del contatto

La frase tradotta in italiano dovrebbe significare pressappoco questo: "Vedere un mondo in un granello di sabbia e un cielo in un fiore selvatico, tenere l'infinito nell'incavo della mano e l'eternità in un'ora". Queste parole hanno qualche connessione diretta con la storia del gioco, o sono un indizio su come interpretare il filmato, "guardando cioè oltre ciò che l'occhio vede, perché ci sono cose incredibili nascoste anche dentro al più insignificante granello"? Il video mostra un uomo interpretato dall'attore Norman Reedus, a terra, nudo sulla spiaggia, spogliato di tutto quello che aveva, a parte ciò che resta di un paio di manette super tecnologiche, e di un cordone ombelicale sintetico che lo connette a un bambino. Era prigioniero, forse vittima di qualche esperimento? Il fatto però che il bambino a cui è legato scompaia lascia presupporre che in realtà lui e le manette possano essere o un'immagine simbolica, oppure un ricordo vissuto in quel momento del personaggio. Di questo particolare ne riparleremo comunque più avanti, quando affronteremo la questione trama. L'uomo a un certo punto affonda le mani nella sabbia che sembra intrisa di una sostanza nera, apparentemente olio. Ma siamo sicuri che sia quello? Qualcuno ha ipotizzato per esempio che in realtà potrebbe trattarsi di una sorta di energia liquefatta legata all'attraversamento di un buco nero (in fondo parliamo di fantascienza). Il "naufrago" ha infatti al collo alcune piastrine con sul lato delle scritte corrispondenti ad equazioni di fisica quantistica e teoria della relatività, nello specifico il raggio di Schwarzschild e L'equazione di Dirac. Elementi che fanno pensare alla possibilità che il protagonista del gioco sia finito dentro a un cunicolo spazio-temporale e da lì in un punto imprecisato dello spazio, o in un'altra dimensione. Può infatti darsi che l'uscita anche se temporanea dall'universo fisico come lo conosciamo, possa essere coinciso per lui con l'intrusione in una dimensione metafisica dove entrerà in contatto con particolari entità senzienti.

Orizzonte degli eventi

È dunque possibile che Norman Reedus sia un viaggiatore dello spazio finito dentro a un buco nero, dopo essere rimasto invischiato in quel punto specifico che gli esperti definiscono come "orizzonte degli eventi", il confine oltre il quale nemmeno la luce è in grado di fuggire alle forze gravitazionali? Magari l'astronauta è stato attratto da un segnale misterioso emesso da qualcuno o qualcosa che si trova in un altro universo oltre a un tunnel spaziotemporale. E dopo si sarebbe "spiaggiato" su un pianeta sconosciuto. Tra l'altro anche quel logo di Kojima Productions, Ludens, è molto strano e guardando bene sembra che sotto lo scafandro ci possa essere proprio Norman Reedus: che sia in realtà un ulteriore indizio sul progetto Death Stranding? Ad ogni modo, e i cetacei e gli altri pesci accanto a lui? Forse sono lì simbolicamente per suggerire quanto accaduto. Molte e controverse sono infatti le teorie avanzate dagli studiosi per spiegare i veri spiaggiamenti: quella più diffusa sostiene che siano causati dai sonar militari il cui potente segnale finirebbe per far perdere l'orientamento alle creature marine che hanno un senso acustico molto più sviluppato dell'essere umano, provocandogli anche delle lacerazioni al cervello provocandone la morte.

Miti e leggende di Death Stranding - La teoria del contatto

Resta però una domanda senza risposta: che nel filmato possano avere una funzione simbolica o meno, perché tutte le creature morte accanto a Reedus hanno pure loro una sorta di cordone ombelicale? Ci sono poi teorie più articolate che collocano invece gli eventi del gioco sul nostro pianeta, ma molti secoli indietro nel tempo. Queste ipotesi, nonostante presentino alcune incongruenze o forzature rispetto a quanto abbiamo visto nel teaser trailer del gioco e a quanto poi lasciato intendere da Hideo Kojima nelle interviste successive, sostengono che la trama di Death Stranding possa collegarsi alla teoria degli antichi astronauti o del paleo-contatto.

Miti e leggende di Death Stranding - La teoria del contatto
Miti e leggende di Death Stranding - La teoria del contatto

Secondo i suoi sostenitori, alcune civiltà extraterrestri avrebbero avuto contatti con i Sumeri, gli Egizi e le civiltà precolombiane, che li avrebbero scambiati per divinità, condizionandone le conoscenze e dunque l'evoluzione. Partendo da questa teoria, alcuni fan hanno ipotizzato che Norman Reedus possa essere una creatura proveniente dallo spazio e che, come il mitologico Prometeo, possa contribuire a creare la vita sulla Terra. Secondo la leggenda, Prometeo ebbe l'incarico da Zeus di forgiare l'uomo. Il Titano lo modellò dal fango e lo animò con il fuoco divino, poi quando ne ebbe occasione gli donò l'intelligenza e la memoria rubando ad Atena uno scrigno che le conteneva. Per alcuni questo mito greco verrebbe rielaborato in chiave fantascientifica in Death Stranding: i "Titani", ovverosia degli scienziati alieni, attraverso un esperimento e un complesso sistema di ingegneria genetica e clonazione di se stessi, creerebbero l'uomo. Poi, per qualche motivo che verrà spiegato nel gioco, "Zeus" si infurierebbe con loro e scoppierebbe una guerra civile tra alieni: alla fine vincerebbero gli "déi", che grazie all'uso di armi potentissime spazzerebbero via tutti, danneggiando però pesantemente l'ecosistema, provocando inondazioni e piogge continue, quasi un diluvio universale. Poco prima di perire, "Prometeo", con l'aiuto del figlio "Deucalione", riuscirebbe a mettere in salvo su una navicella (una sorta di arca), dei campioni nonché alcuni cloni in uno stato ancora fetale. "Deucalione/Reedus" sarebbe però l'unico superstite del veicolo, che durante la fuga verrebbe danneggiato e precipiterebbe in mare, causando involontariamente la morte di centinaia di animali. Il figlio di "Prometeo" sarebbe un naufrago in un territorio da dove potrebbe quindi riprendere la sua lotta contro gli "déi", e gli esperimenti del padre per popolare il pianeta. Le cinque figure che si vedono sospese nel cielo nel trailer, altri non sarebbero quindi che una sorta di rappresentazione degli Dei dell'Olimpo. Rimanendo in tema di miti greci, qualcuno ha ipotizzato perfino che il gioco possa invece riprendere l' Odissea di Omero. Reedus, novello Ulisse dello spazio, starebbe rientrando da qualche missione con la sua astronave, ma durante il viaggio di ritorno verrebbe ostacolato da una entità ostile. Questa cancellerebbe dalla memoria del computer di bordo le mappe e i comandi utili per riportare a casa lui e i membri dell'equipaggio, che contrariamente al loro comandante si troverebbero in uno stato di stasi criogenica programmata per disattivarsi automaticamente a destinazione, costringendo l'Ulisse del futuro a iniziare un vagabondaggio nello spazio nel tentativo di raggiungere la Terra. Il viaggio culminerebbe però con una sorta di atterraggio d'emergenza sul pianeta che abbiamo poi visto nel trailer, dove "Ulisse" si ritroverebbe faccia a faccia con coloro che hanno dirottato il suo viaggio. Un viaggio, che per quanto ci riguarda, continuerà invece ancora nella seconda parte di questo speciale, che potrete leggere tra una settimana.

Miti e leggende di Death Stranding - La teoria del contatto