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Space Marine cooperativi

Abbiamo visto in azione Space Hulk: Deathwing, interessante sparatutto cooperativo basato sull'universo di Warhammer 40'000

ANTEPRIMA di Umberto Moioli   —   19/08/2016

Uno Space Hulk è un ammasso di detriti, relitti spaziali e asteroidi che vaga per lo spazio. Un oggetto gigantesco e potenzialmente pieno di infiniti segreti e risorse, ma anche un posto dannatamente pericoloso. Il luogo perfetto, insomma, per ambientarci un videogioco. Warhammer 40'000 - ma anche la sua controparte fantasy - negli ultimi anni sono stati al centro di un rinascimento videoludico, protagonisti di produzioni tripla A e giochi meno ambiziosi, capaci di prodezze che hanno fatto la gioia dei fan (chiedere a Creative Assembly per informazioni) ma anche di titoli assolutamente dimenticabili. Provare a collocare Space Hulk: Deathwing in una delle due categorie non è semplice: da una parte l'ambientazione e alcune idee sono davvero interessanti e ci hanno convinto appieno, dall'altra una realizzazione tecnica così così e alcuni possibili problemi ci suggeriscono di mantenere alta la guardia. Sia come sia, alla GamesCom 2016 siamo stati in grado di vederlo in azione all'interno dello stand del publisher Focus Home Interactive e questo è quello che abbiamo scoperto.

Space Hulk: Deathwing intende fare la gioia dei fan di Warhammer 40'000, ma non mancano le insidie

Decadente

Partiamo dalle basi: in Space Hulk: Deathwing si impersona uno Space Marine e, in compagni di altri tre "colleghi" controllati dall'intelligenza artificiale oppure di altrettanti compagni di gioco, ci si deve avventurare in ampli, enormi livelli al cui interno muoversi per completare l'obiettivo di turno.

Space Marine cooperativi

Non abbiamo potuto approfondire il discorso più di tanto ma ci è sembrato che le possibilità di personalizzazione siano parecchie: le due braccia possono equipaggiare armi differenti, sia dalla distanza come i fucili che da corpo a corpo come asce e spade, ma nulla toglie di scegliere, magari dopo essersi coordinati con il proprio team, una configurazione con solo scudo e mazza, così da fare da copertura vivente per i propri amici intenti a sparare da dietro il nostro enorme alter ego. Ci sono inoltre alcune magie che, dopo aver atteso l'immancabile tempo di ricarica, danno modo di allontanare gli avversari, potenziarsi e via dicendo. Una struttura abbastanza semplice e di certo già vista, che però dovrebbe garantire la flessibilità per creare strategie di attacco e difesa sempre diverse. Sì perché i livelli di Space Hulk: Deathwing come accennato sono di grandi dimensioni, ma sono anche strutturati in modo tale da muoversi liberamente e scegliere quale strada meglio si addice alle proprie esigenze. La demo che ci è stata mostrata ci portava ad esempio all'interno di una gigantesca astronave dei templari oramai abbandonata da moltissimi anni, un luogo dove i segni di chi l'aveva popolata erano ancora ben visibili nelle decorazioni e nelle sculture sparse ovunque, ma che allo stesso tempo evidenziava segni di un inesorabile decadimento. E ancora non abbiamo detto nulla dei nemici...

L’inferno in movimento

Varcata la soglia dell'astronave, il quartetto di Space Marine si è quasi immediatamente trovato circondato da mostruose creature intente ad attaccarci in massa. La natura cooperativa dell'esperienza e l'enfasi posta sulla frenesia dell'azione ci hanno ricordato da vicino Left 4 Dead, ma qui la trovata non sta tanto nella possibilità da parte dell'intelligenza artificiale di modificare in corsa l'ambientazione, quanto nella particolare natura di questo "sciame" di avversari.

Space Marine cooperativi
Space Marine cooperativi

Facendosi largo per il livello ci è infatti dato modo di blindare alcune porte, chiudere dei passaggi e rinforzare le difese in determinate aree. Di convesso i nostri avversari tendono a raccogliere le forze e raggiungerci in massa cercando degli spazi aperti, facendo uso di quelle zone che giocoforza non siamo riusciti a proteggere. Si crea quindi una sorta di costante assedio, una battaglia che non lascia fiato e che ha il potenziale per dire qualcosa di piuttosto originale nel panorama degli shooter cooperativi. Allo stesso tempo è complesso non osservare Space Hulk: Deathwing senza notare che da qui all'uscita, prevista per novembre su PC mentre ancora non ci sono certezze per le conversioni su console, c'è davvero tantissimo lavoro da fare. La grafica in sé è decorosa, lontana dai pesi massimi del genere ma sostenuta dallo stile di Warhammer 40'000, forse non raffinatissimo ma ben distinguibile dal resto della produzione fantascientifica. L'immagine però è ancora sporca, le animazioni, specialmente quelle dei nemici più grandi, fin troppo rozze e soprattutto manca una resa credibile delle collisioni delle armi, troppo leggere. Non sono problemi da poco ed è difficile dire fino a che punto potranno essere risolti arrivati a questo punto dello sviluppo. Saremmo anche curiosi di capire quale varietà di situazioni e obiettivi ci aspettano nel titolo finale, perché per ora le missioni prevedevano di andare semplicemente da un punto all'altro, senza particolari spunti. Qualora il prezzo non dovesse essere troppo alto, comunque, c'è più di una possibilità che i fan si ritrovino per le mani un'esperienza con cui passare diverse ore in compagnia, prima di passare al prossimo, inevitabile progetto legato al franchise.

CERTEZZE

  • Meccaniche che sembrano ben sposarsi alla natura cooperativa del progetto
  • Interessante interazioni tra i nemici e i livelli

DUBBI

  • Tecnicamente non fa certo gridare al miracolo, anzi
  • Permangono dei dubbi relativi alla varietà dell'offerta