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Cosa vorremmo in… Red Dead Redemption 2

Red Dead Redemption 2 è finalmente ufficiale, e noi abbiamo iniziato a cavalcare la nostra fantasia lungo il sentiero dell'immaginazione, provando a fantasticare su come potrebbe essere la nuova avventura di Rockstar Games ambientata nel selvaggio West

RUBRICA di Massimo Reina   —   22/10/2016

Cosa vorremmo in... è una rubrica a cadenza mensile dedicata ai giochi più attesi dal pubblico. Ma rispetto alle tradizionali anteprime, essa tratta l'argomento in maniera più diffusa, immaginando come potrebbe essere un titolo, o come si vorrebbe che fosse, piuttosto di come sarà.

Ora che Red Dead Redemption 2 è realtà, adesso che finalmente è stato annunciato dopo anni di attesa, per milioni di fan è iniziata il lento ma inesorabile conto alla rovescia che li separerà da qui fino al giorno del rilascio, che è stato confermato per la fine del 2017. Duelli all'ultimo sangue, saloon affollati da ballerine e da gente poco raccomandabile, furiose sparatorie lungo strade impolverate, assalti alle diligenze, animali selvaggi da prendere al lazo, sono in tanti i videogiocatori che non vedono l'ora di poter tornare a cavalcare attraverso le verdi praterie o gli aridi canyon del vecchio West americano. E noi, come loro, in attesa di informazioni ufficiali, ci siamo lasciati prendere dal desiderio di immaginarlo, di ipotizzarne alcuni scenari, personaggi, situazioni, sperando di vederne poi qualcuno o buona parte nel gioco vero.

Prequel o seguito, Vecchio West o anche ambientazioni "moderne"? Come vorremmo Red Dead Redemption 2?

I magnifici sette

Sono passati oramai diversi anni da quando Red Dead Redemption arrivò sugli scaffali dei negozi di tutto il mondo suscitando l'entusiasmo di pubblico e addetti ai lavori. Bollato all'epoca da alcuni come un Grand Theft Auto ambientato nel West, il titolo sviluppato da Rockstar San Diego proponeva in realtà una struttura che condivideva molto con l'opera creata da Rockstar North, ma anche diverse caratteristiche peculiari che ne delineavano l'identità, oltre a un multiplayer che per certi versi rappresentava all'epoca un nuovo step evolutivo per il genere. E poi, ovviamente, c'erano la trama, le ambientazioni evocative e un protagonista fortemente carismatico, tutti elementi capaci insieme di riproporre in un videogioco il duro e affascinante mondo del selvaggio West.

Cosa vorremmo in… Red Dead Redemption 2
Cosa vorremmo in… Red Dead Redemption 2

Ebbene, noi per prima cosa vorremmo che Red Dead Redemption 2 mantenesse inalterati questi elementi, e proponesse quindi atmosfere, scenari e tematiche non dissimili da quelle del predecessore. Riguardo la trama, da una serie di indizi sparsi qua e là nella locandina e nel trailer, appare abbastanza chiaro che l'ambientazione storica sarà antecedente ai fatti narrati in Red Dead Redemption, una sorta di prequel che consentirà probabilmente ai giocatori di rivivere le gesta di John Marston. Volendo, per amalgamare il tutto con i fatti di Red Dead Redemption, si potrebbe pensare a una voce narrante che introduce il "mondo" del gioco, i protagonisti, alcune situazioni chiave nel corso della nuova avventura. Questa sarebbe quindi, come scopriremmo nel finale del gioco, una sorta di flashback, e che la voce è quella del figlio di John Marston, il ventiduenne Jack, che magari la stava raccontando a un giovane commilitone al fronte, nel 1917, poco prima di un assalto durante la Prima Guerra mondiale. Chissà che tempo dopo aver ucciso l'agente federale Edgar Ross e aver vendicato la morte del padre, il giovane Marston abbia gestito un po' il ranch di famiglia, e poi si sia arruolato nell'esercito finendo in Europa per il conflitto. Sia nel trailer che nella locandina, si vedono sette individui, le cui figure ricordano piuttosto bene i membri della banda di Dutch van der Linde, quella che formò nel 1890 e che vedeva tra le sue fila Bill Williamson, Javier Escuella, John e Abigail Marston. Ma siccome potrebbe anche darsi che gli sviluppatori ci riservano qualche sorpresa, chissà che in realtà il gioco non inizi molti anni prima, dal 1860 (vent'anni prima di Red Dead Revolver), magari nelle Grandi Pianure, permettendoci come in GTA di utilizzare tre personaggi diversi, e di vivere le loro vite in momenti diversi e poi anche contemporaneamente fino al momento del loro incontro.

Il caro, vecchio, selvaggio West

Magari inizialmente potremmo impersonare Zio da giovane, l'anziano che non ha alcun legame di parentela con John, ma che in Red Dead Redemption vive con la famiglia Marston nel suo ranch: chissà che il vecchio ubriacone di quella storia, in realtà in gioventù non fosse un tipo in gamba. L'uomo è nato nel 1838, quindi nel 1860 avrebbe ventidue anni. Mentre John Marston si potrebbe interpretare più avanti, visto che nascerà invece solo nel 1873, nel periodo in cui diciassettenne inizierà a frequentare Dutch van der Linde. Il terzo personaggio potrebbe essere un membro più vecchio della banda, Bill Williamson (la caccia a Williamson da parte di Marston, in seguito allo sfaldamento della gang, è stata grande protagonista di Red Dead Redemption nel primo atto e in parte del secondo), oppure un antagonista. Ad ogni modo, collocare la storia in un arco di tempo così ampio, dal 1860 al 1908, quando durante una rapina, Marston viene colpito e lasciato a morire dai suoi compagni, consentirebbe a Rockstar di inserire i propri personaggi nel periodo delle guerre indiane.

Cosa vorremmo in… Red Dead Redemption 2
Cosa vorremmo in… Red Dead Redemption 2
Cosa vorremmo in… Red Dead Redemption 2

Ma anche della guerra civile americana e della nascita della linea ferroviaria nazionale, così da coinvolgerli in storie reali di personaggi quali Cavallo Pazzo, il Generale Custer, Buffalo Bill e Toro Seduto, giusto per citarne alcuni, con tutte le implicazioni del caso anche a livello di gameplay. La presenza dei nativi americani potrebbe servire agli sviluppatori per introdurre una nuova serie di eventi casuali, di missioni secondarie facoltative e di varianti agli schemi di quelli invece già introdotti nell'originale Red Dead Redemption. Muoversi a piedi furtivamente lungo gli argini di un fiume per cercare di sorprendere un daino in una fase di caccia, e sentire tutto intorno degli strani richiami che potrebbero rivelare la presenza di pellerossa nei paraggi, oppure cavalcare lungo una pista polverosa circondata da cactus e da alti spuntoni di roccia all'inseguimento di un bandito, e vedere improvvisamente in lontananza dei segnali di fumo che non lascerebbero presagire nulla di buono, offrirebbero un'ulteriore grado di sfida al giocatore, che dovrebbe stare quindi doppiamente all'erta. E poi, oltre a salvare una diligenza assaltata dai banditi o scortare una donna in difficoltà a cui si è ribaltato il carro in prossimità di qualche città, nelle zone più selvagge si potrebbe aiutare una colonna di coloni a sfuggire a una banda di nativi, respingendo i loro attacchi a colpi di fucile fino alla meta, oppure, in casi estremi, resistere a un loro assedio dietro a un'improvvisata barricata costituita dai carri stessi dei viaggiatori disposti in cerchio, il tempo necessario all'arrivo della cavalleria, come nella più tipica tradizione cinematografica. Alle sfide "cittadine" come quello dei dadi, delle carte o delle freccette, se ne potrebbero poi aggiungere altre più da frontiera: gare di tirassegno con i tomahawk, battute di caccia dove utilizzare solo arco e frecce, giochi col pallone (ce ne erano alcuni molto diffusi proprio fra i nativi americani), gare podistiche e corse coi cavalli. Lo "spirito" dei nativi americani non mancherebbe di influenzare anche lo stile e i bonus degli abiti sbloccabili per il protagonista di Red Dead Redemption 2. In tal senso non ci dispiacerebbe una condizione di gioco che, in base alla risoluzione di certe quest secondarie, ci desse la possibilità di guadagnare la fiducia dei vari capi indiani e di ottenere da loro in cambio qualcosa che fungesse da lascia passare nei territori controllati dalle rispettive tribù o migliorare i parametri del protagonista. Per esempio una simbolica cintura di Wampum, da indossare per essere lasciato in pace, oppure un oggetto in grado di migliorare alcune abilità in combattimento in cui gli indiani d'America erano maestri, come nel caso dei corpo a corpo o degli attacchi a sorpresa. Nel primo caso si tramenerebbe di una sorta di versione alternativa degli abiti del primo Red Dead Redemption, come per esempio il vestito dei Gemelli Bollard o quello da ribelle di Reyes, mentre nel secondo un evoluzione di oggetti come il rosario Obscuridad del Santo Andres che la suora italiana del convento di Las Hermanas dava al giocatore quando l'onore raggiungeva il massimo valore, per ridurre le probabilità che questi potesse essere colpito dai proiettili nemici del 25%.

Un mondo molto più vasto

Un'altra idea che ci è venuta in mente è quella di legare il sistema di fama, onore e taglia, non più solo alle azioni compiute durante l'avventura ma anche alle scelte compiute durante degli appositi dialoghi. Non chiediamo qualcosa di complesso alla Mass Effect, ma solo un paio di opzioni attraverso le quali il giocatore potrebbe influenzare in positivo o negativo la percezione che gli altri hanno di lui, la possibilità di ottenere benefit o meno da un determinato personaggio e così via.

Cosa vorremmo in… Red Dead Redemption 2

Passando alla parte tecnica, se la grafica è quella vista nel trailer, allora siamo.... a cavallo, giusto per rimanere in tema. Ad occhio Rockstar ci sta preparando un mondo più grande da esplorare, ma anche bello da vedere e credibile sotto ogni punto di vista. Anche da quello delle performance, con l'eliminazione in partenza di tutti quei glitch riscontrati nell'avventura di John Marston, dalle creature antropomorfe alle strane situazioni che accadevano a Tumbleweed, e che hanno generato tuta una serie di miti e leggende sulla "reale" infestazione della cittadina abbandonata, fino ai carri che decollavano verso l'infinito e oltre. Per quanto concerne l'audio, chissà poi che finalmente non si possa avere un doppiaggio in italiano, per consentirci di calarci meglio nella storia senza stare a leggere troppo i sottotitoli, a patto ovviamente che l'interpretazione dei personaggi da parte delle voci nostrane sia di primo livello, e non fatto coi piedi. Sull'online, che si chiamerà Red Dead Online, non ci sbilanciamo invece, anche perché abbiamo una "certezza", a pelle, che sarà un'ulteriore evoluzione di quello visto nel titolo originale e in GTA V, separato come modalità ma integrato nella mappa del single player. Per il resto, come sempre, di cose che si potrebbero fare per rendere bello un gioco ce ne sarebbero tante, almeno secondo quelli che sono i gusti di ognuno: in tal senso, noi abbiamo detto la nostra, adesso tocca a voi dire cosa vorreste vedere nel "vostro" West.

Cosa vorremmo in… Red Dead Redemption 2