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Piccoli controller multiuso

Abbiamo provato i Joy-Con in tutte le loro configurazioni, scoprendone (quasi) tutti i segreti

SPECIALE di Vincenzo Lettera   —   14/01/2017

Dalla croce direzionale del NES ai tasti dorsali del Super Nintendo, dallo stick analogico al Rumble Pack di Nintendo 64, passando ovviamente per il Wiimote e il GamePad di Wii U; fatta qualche rara eccezione, quasi sempre la ricerca d'innovazione di Nintendo è passata per i controller delle sue console, e non stupisce quindi vedere lo stesso approccio adottato anche per Nintendo Switch. Dei piccoli Joy-Con da attaccare ai lati dello schermo pensavamo di sapere più o meno tutto, eppure sono stati proprio i due mini-controller a riservare il maggior numero di sorprese durante l'evento di presentazione della console. Venduti singolarmente a 50$, e in coppia a 80$, i Joy-Con sono dei concentrati di tecnologia, due piccoli controller high tech all'interno dei quali accelerometri e giroscopi sono solo la punta dell'iceberg.

Piccoli e sorprendenti concentrati di tecnologia, i Joy-Con sono alla base della versatilità di Switch

Hop hop gadget!

Esattamente come il caro vecchio Wiimote, ciascun Joy-Con può essere utilizzato in maniera estremamente versatile a seconda del gioco. In Arms diventano le braccia del proprio alter-ego, per sferrare colpi all'avversario o bloccare attacchi in arrivo; in Mario Kart 8 Deluxe si trasformano in un volante; in 1-2-Switch, a seconda del minigioco, possono diventare una katana, una pistola, una racchetta o anche la mammella di una mucca pronta per la mungitura. Siamo rimasti poi piacevolmente sorpresi da quello che Nintendo chiama HD Rumble, l'avanzato sistema di vibrazione che è stato svelato durante la conferenza stampa.

Piccoli controller multiuso

Questo particolare feedback aptico è in grado di restituire vibrazioni variabili in qualsiasi punto del Joy-Con, ingannando il giocatore e facendogli credere che "all'interno" dei controller ci possa essere qualcosa. Nel demenziale minigioco delle mucche menzionato poco fa, sembra davvero che il latte scorra all'interno del Joy-Con, mentre un'altra sfida di 1-2-Switch invita il giocatore a indovinare quante palline sono presenti dentro il controller, inclinandolo, agitandolo e sentendole scorrere al suo interno. È una sensazione piuttosto difficile da spiegare, ma vi basti sapere che funziona alla grande. Purtroppo nessuna delle demo che abbiamo provato sfruttava la telecamera a infrarossi del Joy-Con. Stando alle parole di Nintendo, questa tecnologia di motion tracking permetterebbe di rilevare la distanza, la forma e i movimenti degli oggetti che si trova davanti. Una sorta di Kinect portatile, la cui applicazione all'interno dei giochi è però ancora tutta da vedere. Guardando all'esperienza di Wii e Wii U, il timore infatti è che tutto questo ben di dio verrà sfruttato solo da pochi party game e raccolte di minigiochi come 1-2-Switch, lasciandoci con dei controller molto speciali ma dalle potenzialità inespresse. Nei due colori personalizzati (blu neon e rosso neon) i Joy-Con sono ancora più vivaci e giocattolosi, belli da vedere e rendono Switch ancora più appariscente quando lo si gioca in mobilità. I controller non sono però solo stilosi, ma anche sorprendentemente comodi in (quasi) tutte le loro configurazioni.

Piccoli controller multiuso

Leggeri ed ergonomici, questi due telecomandi in miniatura si adattano perfettamente nel palmo della mano, specialmente quando si aggiunge il piccolo guscio con laccetto, visto che le dimensioni aumentano leggermente e un lato diventa più arrotondato. Un po' come l'accoppiata Nunchuck e Wiimote, è possibile giocare a molti titoli tenendo i due Joy-Con sganciati liberamente in ciascuna mano, una configurazione stranamente piacevole, soprattutto in assenza di qualsiasi cavo che limita i movimenti. Prevedibilmente, la posizione meno confortevole dei piccoli Joy-Con è quella orizzontale, quando ciascuna delle due parti diventa un mini-controller a sé stante, col suo stick, i suoi tasti frontali e i suoi dorsali. Le dimensioni molto ridotte dei Joy-Con costringono ad avvicinare molto i pollici, e il fatto che siano asimmetrici vuol dire che vengono impugnati in maniera leggermente diversa (un Joy-Con ha i tasti in posizione più centrale rispetto all'altro). Nonostante questo, complice l'ottima fattura dei controller e il piccolo guscio menzionato prima, l'esperienza non risulta mai fastidiosa o troppo innaturale; magari questa configurazione non sarà adatta per lunghe sessioni di gioco, ma di sicuro è perfetta per una serata tra amici o per ingannare il tempo durante un viaggio in treno. Tra gusci, piccoli volanti e altri ammennicoli immaginiamo un futuro pieno di periferiche di plastica per questi due mostriciattoli colorati, ma mentre stringiamo i piccoli Joy-Con tra le mani non possiamo fare a meno di pensare a quando li perderemo in casa, magari sotto un cuscino del divano. La possibilità di farli vibrare da remoto sarebbe una manna per chi è distratto e disordinato come chi scrive. Capito, Nintendo?