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I disastri dei crowdfunding giapponesi

Non sempre i grandi nomi sono garanzia di successo

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   31/01/2017

Gli sviluppatori giapponesi hanno dei grossi problemi con il crowdfunding. Sono diversi i progetti finanziati tramite Kickstarter e affini che hanno finito per deragliare, uscendo con ritardi mostruosi, o rivelandosi di qualità misera. Certo, ogni gioco fa storia a sé, ma è evidente che molti grandi autori del passato non si trovino a loro agio fuori da contesti protetti, com'erano quelli dei publisher giapponesi. Tutti i giochi riportati hanno seguito un percorso comune: hanno sfruttato alcuni nomi noti per ottenere soldi, ma hanno sbattuto contro la difficoltà di formare team di sviluppo capaci di garantire una qualità sufficiente a mantenere le promesse. In alcuni casi i team non sono riusciti a produrre semplicemente nulla. Insomma, c'è differenza tra una campagna di Obsidian, che è un team completo e rodatissimo e non un singolo nome, o una di inXile, per cui vale lo stesso discorso, e quella di un Mighty No. 9 o di un NightCry, che si sono rette soprattutto su Keiji Inafune e Hifumi Kono, ma che dietro non avevano praticamente altro. Vediamo caso per caso quali sono le campagne finite in malora e quali sono quelle che vanno osservate attentamente, sperando che non facciano la stessa fine.

Gli sviluppatori giapponesi hanno dei problemi con il crowdfunding, come dimostra il nostro speciale

I disastri verificati

Mighty No. 9 - 3.845.170 dollari raccolti
Com'è andata a finire la vicenda di Mighty No. 9 è storia nota, purtroppo. Al lancio della campagna Kickstarter l'esaltazione fu tangibile. Keiji Inafune fu accolto nel mondo del crowdfunding come un eroe: era il prototipo dell'autore giapponese che si staccava da giogo dei publisher e tornava a fare quello che gli era sempre riuscito, ossia Mega Man, ma con un altro nome e un nuovo team, Comcept. La campagna fu un immenso successo, con molti più soldi raccolti di quanti richiesti inizialmente. Le aspettative si fecero altissime. Siamo a fine 2013, il lancio del gioco è previsto per l'aprile del 2015, e tutto sembra andare per il meglio. Senonché appare il primo materiale e non convince praticamente nessuno. Certo, lo sviluppo è ancora agli inizi, ma possibile che il nuovo Mega Man sia quella roba lì? A fine 2014 diventa chiaro che Mighty No. 9 non uscirà mai nel 2015. Inizia la serie di ritardi che condurrà al lancio di giugno 2016. Intanto le voci sulle difficoltà della lavorazione del gioco si moltiplicano, con ex-sviluppatori che confessano una gestione insostenibile del progetto. L'idea di rendere Mighty No. 9 il capitolo iniziale di un franchise più grande tramonta miseramente, abbattuta dal fallimento di una seconda campagna Kickstarter, quella di Red Ash: The Indelible Legend, e dalla qualità finale del gioco, decisamente sotto le aspettative. La verità è che Mighty No. 9 non è brutto, ma insignificante, difetto forse ancora più grave per un titolo che aveva fatto sognare moltissime persone.


NightCry - 314.771 dollari raccolti
NightCry non ha una storia travagliata come quella degli altri progetti raccontati in questo articolo. Certo, alcune voci parlano di problemi di sviluppo, dovuti soprattutto alla scarsità di fondi disponibili rispetto alle ambizioni del gioco, mentre altre di discussioni interne al team che hanno complicato la lavorazione; ma per il resto niente ritardi colossali o fughe con il bottino. Nude Maker ha fatto il possibile, ma il risultato è stato comunque disarmante: il nuovo survival horror di Hifumi Kono, considerato l'erede spirituale della serie Clock Tower, è venuto fuori un disastro. Dopo la pubblicazione del gioco su PC sono stati rilasciati degli aggiornamenti per sistemare alcuni dei problemi maggiori, e ora risulta leggermente più godibile, ma non ci siamo comunque. Nel frattempo si sono perse le tracce delle versioni PlayStation Vita, iOS e Android, che a questo punto difficilmente vedranno la luce, nonostante facessero parte della campagna Kickstarter. Di rimborsi nemmeno a parlarne.


Unsung Story: Tale of the Guardians - 660.126 dollari raccolti
Unsung Story: Tale of the Guardians di Playdek è il prototipo della campagna di crowdfunding disastrosa. Viene lanciato su Kickstarter a inizio 2014 e mira a diventare l'erede spirituale di Final Fantasy Tactics, con cui condivide il creative director Yasumi Matsuno. I fan accorrono numerosi a dare soldi a un JRPG strategico con un simile nome alle spalle, sperando di ritrovarsi a giocare con un emulo del capolavoro per PlayStation. Peccato che, Matsuno a parte, il resto del team di sviluppo sia formato da incompetenti di prima categoria, che non riescono a portare avanti il progetto come preventivato. Per lunghi mesi non si sa più nulla del gioco e il poco materiale mostrato non è per niente convincente. Quindi arriva improvvisa la confessione: abbiamo combinato un disastro, scusate, ma Unsung Story non sarà mai quello descritto nella campagna. Altro silenzio, quindi a febbraio 2016 si torna a parlare del gioco: c'è un nuovo publisher che aiuterà a finirlo. Non vengono fatti nomi, si parla di multiplayer (quando il progetto originale doveva essere essenzialmente single player) e il tutto muore lì... almeno fino a inizio 2017, quando un nuovo aggiornamento svela la tragedia: Unsung Story: Tale of the Guardians non esiste più, ossia il nome è rimasto, ma sarà probabilmente legato a un gioco solo online. Il design originale è stato buttato via a favore di non si sa bene cosa. Ovviamente di rimborsi non se ne parla. Insomma, i backer hanno finito per finanziare un gioco che probabilmente piacerà ad altri, ma non a loro.

I disastri dei crowdfunding giapponesi


Project Phoenix - 1.014.600 dollari raccolti
Dopo tante brutte storie, raccontiamone una terribile: quella di Project Phoenix. Siamo nel 2013, in pieno delirio da Kickstarter. Creative Intelligence Arts, team formato da sviluppatori occidentali e orientali, lancia la campagna di Project Phoenix, che sulla carta mira a segnare il ritorno dei giochi di ruolo giapponesi classici sul mercato. Viene raccolto più di un milione di dollari e tutto sembra bellissimo: il sole è più luminoso, l'umanità è migliore, le coppie non si lasciano e anche i gatti fanno meno danni. Peccato che tanto ottimismo nascondesse il più puro dei disastri. Il lancio del gioco era inizialmente previsto per la metà del 2015, ma a luglio dello stesso anno arriva un aggiornamento che confessa l'incapacità del team di trovare un singolo programmatore. Cosa è stato fatto nel frattempo? Zero, stando all'aggiornamento di settembre, sempre del 2015, in cui non si mostravano progressi con la sceneggiatura, la grafica e la programmazione. Infine, a dicembre 2015 arriva la mazzata finale, che ha fatto letteralmente inferocire i backer: lo sviluppatore annuncia che una build giocabile di Project Phoenix sarà completata entro il 2018, dopodiché ci vorranno almeno altri sei mesi per rifinirla e avere il gioco completo. Insomma, a essere ottimisti ci giocheremo nel 2019, sempre che nel frattempo Creative Intelligence Arts non faccia finire il tutto nel limbo, anche perché la cifra raccolta è sì alta, ma non infinita. Ovviamente molti si sono precipitati a chiedere il rimborso dei soldi dati, che però non è stato concesso a nessuno. Insomma, impegniamoci a essere ancora vivi per la fine del decennio, se vogliamo davvero giocarci.

I disastri dei crowdfunding giapponesi

I titoli a rischio

I titoli riportati qui di seguito non sono considerabili dei disastri, quindi non alzate subito l'ascia di guerra, ma rischiano seriamente di diventarlo. Quelli che sembrano molti soldi, sono in realtà cifre basse nel mondo dei videogiochi, soprattutto se si considera lo sviluppo di titoli tripla A. Quindi ogni errore può far sprecare tempo e risorse preziose, facendo andare i progetti alla deriva. Noi speriamo che non accada, ma è giusto essere realisti e ricordare che il rischio è concreto, anche perché qualche segno di crisi già c'è.

Bloodstained: Ritual of the Night - 5.545.991 dollari raccolti
Che Bloodstained: Ritual of the Night, l'erede spirituale della serie Castlevania, sia un disastro è presto per dirlo. Certo, il rinvio del gioco non lascia ben sperare, soprattutto perché l'autore principale, Koji Igarashi, non ha speso ottime parole sul lavoro fatto fino a questo momento dal team di sviluppo (e se lo dice lui). Non che abbia definito il gioco brutto, ma si è voluto prendere più tempo per migliorare alcuni aspetti che, semplicemente, non lo convincono. Probabilmente la decisione è stata maturata anche di fronte ai problemi avuti da Mighty No. 9, con polemiche e insuccesso commerciale susseguenti, che lo hanno persuaso a non commettere l'errore di lanciare un gioco sub-standard. Il dramma suo e di molti altri degli autori citati in questo articolo, è che, come già detto, quando hanno prodotto i loro capolavori avevano alle spalle dei publisher di grande livello e dei team di sviluppo rodati, formati da persone con immensa esperienza sul campo. I soldi servono, l'engine è importante (in questo caso l'Unreal Engine 4), ma nello sviluppo sono le persone a contare più di tutto. Puoi avere le idee migliori del mondo, ma se chi deve applicarle non è in grado di farlo al 100%, il rischio di disastro è sempre dietro l'angolo. Di nostro speriamo che Bloodstained sia un ottimo titolo e rimaniamo dei grandissimi estimatori del lavoro di IGA.

Shenmue 3 - 6.333.295 dollari raccolti
Difficile parlare di disastro per la nuova fatica del sempre ottimo Yu Suzuki, ma sicuramente lo sviluppo di Shenmue III richiederà più tempo di quanto preventivato, ossia di quanto credano i fan. Annunciato dal palco di Sony all'E3 2015 e oggetto di una campagna Kickstarter di grande successo, Shenmue III è uscito dalla preproduzione a fine 2016. Facile ipotizzare che lo vedremo in una forma più definitiva verso il 2018 (tre anni di sviluppo sono davvero il minimo per un progetto simile). Magari nel frattempo sarà pubblicato qualche scatto di lavorazione o qualche video, ma di nostro siamo pronti a scommettere che non riuscirà a uscire per dicembre 2017, come indicato dalle informazioni della campagna. Siamo anche convinti che la cifra raccolta, per quanto apparentemente molto alta, non sia sufficiente per realizzare un open world al passo con i tempi. Certo, la fiducia non ci manca, visto che stiamo comunque parlando di un nome prestigioso, ma allo stesso tempo invitiamo a non farsi aspettative stellari per il gioco, perché il rischio è quello di rimanerne seriamente delusi... sempre che Suzuki abbia trovato altri finanziatori per dare a Shenmue III le caratteristiche che merita.