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Le Specie Videoludiche – Parte 3

Si conclude lo studio dell'alieno Scatarraz che ci parla di complottisti, giornalisti videoludici, youtuber, piratoni e molto altro

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   02/04/2017

Lo studio dell'alieno Scatarraz ha fatto scalpore al punto che molti membri delle specie descritte nelle uscite precedenti lo hanno denunciato. Fortunatamente pensano che per finire in tribunale basti scrivere parolacce con le lettere maiuscole sui forum e quindi, per ora, non è successo niente. Così il nostro alieno preferito ha potuto completare il suo lavoro per poi ritornare al suo pianeta, dove i maschi hanno quattro peni e le femmine otto vagine (sapete, per quando ci sono ospiti...). Prima di andarsene ci ha tenuto a precisare che è cosciente di come molte specie possano essere ibride e che non c'è bisogno di ricordarglielo sulla sua pagina Facebook prendendolo a male parole. Ad esempio sa che esistono i jappominkia playstationari e nintendari (i jappominkia boxari sono invece rarissimi... se ne conoscete qualcuno cercate di fotografarlo e segnalatelo alla scienza), sa che i PC Master Race e-sportivi sono frequentissimi, così come sa che molti mobile gamer sono spesso dei giocatori sul tubo. Pensate che ha conosciuto anche un videogiocatore afflitto da disturbo dissociativo dell'identità che ha una personalità misogina e una timorata delle donne, capace di litigare da solo sui forum e di farsi scherzi sadici come ad esempio sostituire il poster di Call of Duty con quello della Sarkeesian. Insomma, il mondo dei videogiochi è così avariato che non mancano certo casi di studio. Prima di lasciarvi all'ultima parte della benemerita opera di Scatarraz, ecco i link utili per non perdervi le puntate precedenti.

La prima parte
La seconda parte

Il terzo speciale dedicato alle specie videoludiche ci parla di youtuber, pirati e molto altro

Il complottista

Leggendo questo paragrafo, il complottista ipotizzerà che siamo stati corrotti per scrivere male di lui, ovviamente perché vogliamo nascondere le malefatte dei poteri forti che governano il mondo dei videogiochi, quelle che solo lui vede chiaramente, mentre il resto dei videogiocatori fa finta di ignorare per manifesta malafede.

Giornalista videoludico fotografato da un complottista
Giornalista videoludico fotografato da un complottista

Il complottista non è cattivo, ma è "leggermente" paranoico. Se un gioco prende un voto molto alto, il complottista tuona: "siete stati corrotti per giudicarlo positivamente!1!" Anche un voto sotto le aspettative ha motivazioni scontate: "La concorrenza vi ha corrotto per penalizzarlo, così da spingere il suo gioco!!1!" Sta per uscire una nuova console e se ne parla un po' di più, com'è normale che avvenga per tutti i prodotti che destano curiosità nei lettori? "Siete stati corrotti dal produttore hardware!!!1!1!" Non escono notizie interessanti su una console e non se ne parla per qualche ora? "Non vi mettono più le pubblicità1!!1!" Dai, ammettiamolo, il complottista è un tipo simpatico. Ragionarci è utile come sperare che la Nappi usi una banana per mangiare, ma se lo si osserva da lontano, magari dentro a una gabbia, è fonte di grande divertimento. Peccato che prima o poi rischi di diventare Hitler... Fate attenzione perché il complottista non è necessariamente un ignorante. Anzi, spesso è in grado di produrre ragionamenti raffinati e, apparentemente, molto assennati. Il problema è che non riesce mai a uscire da quel labirinto circolare di specchi deformanti che gli mostra l'universo come popolato da creature ambigue che tramano nell'ombra per fregarlo!

Il giornalista videoludico

Esiste creatura più patetica del giornalista videoludico? Questo presenzialista dei social è un feticista di eventi del mondo dell'entertainment, cui si reca anche quando non invitato. Non c'è tavolino con tartine davanti a cui il giornalista videoludico non dimostri la sua inumana voracità, azzannandone anche tre alla volta. Spesso scarsamente alfabetizzato, votato all'assoluta povertà, acquista ogni pezzo di hardware che viene sputato sul mercato solo per parlarne alla sua platea, perdendosi in preziose disquisizioni sulla durata della batteria di una console portatile quando si gioca sul cesso, o sul profondo significato dell'annuncio della presenza di spade e magie in un gioco fantasy. Accusato tutti i giorni di essere un corrotto, vive in realtà per anni in compagnia di un paio di maglioni, rintanato in una qualche redazione larga come un tanga, oppure nella sua cameretta, che ama riempire di trofei raccolti ai vari eventi. Trofei che sfoggia come se fossero sudati premi di incredibili imprese da raccontare a figli e nipoti: "Piccoli miei, è da quando le strusciai su una natica di Kojima che non lavo queste mutande." "Nonno, perché stavi in mutande davanti a Kojima?" "Be', toccarsi con i jeans fa perdere sensibilità..." I peggiori della categoria, la vera feccia della specie, sono quelli che mettono notizie sui siti specializzati. Sì, insomma, parliamo della bassa manovalanza, gli stura fogne, gli spazza palta, quelli che devono scavare nei meandri della rete per riportare le preziose dichiarazioni di Phil Spencer rilasciate a un blogger bengalese in occasione di un coca party; quelli che non possono proprio perdersi gli sviluppatori, sempre emozionatissimi, che dichiarano che i loro giochi sono i più belli del mondo. Insomma, non odiateli e se li incontrate per strada tirategli una monetina: cercate di centrarli bene però, che se poi si riprendono tornano a scrivere.

Il mobile gamer

Il mobile gamer non sa di esistere. È spesso un casualone estremo associato all'uso di smartphone e tablet.

Non fatevi ingannare: sta sicuramente spaccando delle gemmine!
Non fatevi ingannare: sta sicuramente spaccando delle gemmine!

Nonostante disponga di terminali che costano centinaia di euro, che aggiorna regolarmente ogni anno, gioca solo a titoli free-to-play o scaricati illegalmente. Quando qualcuno gli chiede 0,99€ per un gioco, il mobile gamer trasecola e pretende che sia graficamente all'avanguardia, che duri almeno duecento ore, che non sia mai ripetitivo, che non abbia acquisti in-app, che sia tradotto nella sua lingua, che non s'impalli mai e che gli sviluppatori gli puliscano casa nel week-end. Ovviamente finisce per non comprarlo, perché nessun gioco vale davvero quella cifra spropositata! E poi ce ne sono così tanti gratuiti... alcuni sono così belli che basta cliccare sullo schermo e fanno tutto da soli! E le gemmine che scoppiano! Per il mobile gamer hanno un fascino smisurato! Un'attrazione quasi sessuale. La verità è che esistono diversi titoli interessanti per le piattaforme mobile, ma il mobile gamer non lo sa, anche perché per alcuni dovrebbe addirittura sborsare dei soldi. Meglio quelli gratuiti pensati per le scimmie tocca schermo.

Il monotematico insicuro e inopportuno

Esempio 1: "Salve, lo so che state parlando dell'annuncio di PlayStation 6, ma io avrei un problema con 'Uncharted 5: Il Priapismo di Drake' e vorrei sapere se c'è qualcuno che può darmi una mano. Sono bloccato nel livello delle grotte.

Immagine assolutamente inopportuna e monotematica
Immagine assolutamente inopportuna e monotematica

Lo vedo da solo che c'è una grossa uscita con scritto sopra uscita che dovrebbe essere proprio l'uscita, ma non mi fido e volevo chiedere a voi se è l'uscita." Esempio 2: "Perché parlate di questo gioco di calcio che è uguale a quello dell'anno scorso? È appena uscito 'The Legend of Zelda: Fap of the Wild' GOTY! Di quello dovete parlare... OVUNQUE!" oppure "Sembra un gioco di ruolo carino, ma tanto Sforza Motorstore 8, che uscirà tra sei mesi, è sicuramente meglio." Esempio 3: "Di cosa si parla in questo forum chiamato 'Strategia e miniature'? Posso chiedere qui per dei problemi che ho con FIFA 20?" Esempio 4: "Ciao, mi chiamo Gigi e sono indeciso, mi consigliate una PlayStation 8 Quasi-Pro, una Xbox Biscia o una Nintendo Switch U? Magari due su tre, tutte e tre o nessuna delle tre e riporto di due?" Esempio 5: "Cliccate qui per allargare il vostro pene e conoscere una calda ragazza dell'est che vive nel vostro condominio e aspetta solo voi: potete picchiarla, portarla con voi nei bordelli e usarla come scendiletto, non si lamenterà." Ah no, quest'ultimo è spam e almeno ha una funzione sociale, per quanto fastidiosa. Il monotematico insicuro e inopportuno non ha nemmeno quella.

Il piratone

Quella dei piratoni è una specie videoludica molto diffusa. Osservandola superficialmente sembra essere caratterizzata dall'utilizzo massiccio di software copiato, ossia privo di licenza d'uso, ma un'analisi più approfondita ha rivelato altre sue proprietà, decisamente più interessanti. Un piratone è vittima di una strana sindrome che lo fa sentire furbo rubando.

Il passamontagna è un'esagerazione iconografica
Il passamontagna è un'esagerazione iconografica

Magari non sottrarrebbe mai una penna dall'ufficio, o non prenderebbe mai, senza prima chiedere, una gomma al suo compagno di scuola, ma quando si tratta di intrattenimento i suoi freni inibitori svaniscono e si trasforma in una creatura bulimica capace di riempire hard disk su hard disk di film e serie TV che non vedrà mai, libri che non leggerà mai e videogiochi che non giocherà mai. L'importante è scaricarli e dimostrare di poter fottere il sistema. Un singolo piratone può rubare prodotti dal valore complessivo di migliaia e migliaia di euro senza sentirsi minimamente in colpa (poi magari chiede ad alta voce che uno che ruba una mela venga impiccato... ma questa, come si suol dire, è un'altra storia). Mica è scemo lui: mai spenderebbe dei soldi veri per dei software originali quando li può avere gratis! È talmente malato di download che scarica le versioni pirata anche dei giochi gratuiti. Purtroppo, anche quando messo di fronte alla realtà dei fatti, il piratone nega ogni accusa e ogni sua responsabilità, perché si sente candido come un prete che guarda un'orgia: lui è solo un cittadino onesto che risparmia. Per continuare a tenere in piedi questa sua convinzione, con gli anni ha prodotto un vasto apparato teorico fatto di giustificazioni idiote e tesi giuridiche bislacche. La sostanza è che se lui pirata è sempre per colpa di qualcun altro: il prezzo è sempre troppo elevato, la legge non è chiara, la qualità dei giochi è sempre troppo scarsa, la società è sempre ingiusta, la mamma mi ha picchiato troppo, il papà poco e così via. Insomma, è davvero difficile che un piratone prenda coscienza di se stesso e si definisca un ladro. Purtroppo non esistono centri di recupero o gruppi di ascolto per questa specie, che continua a proliferare indisturbata da quando esiste l'informatica.

Il retrogamer

Il retrogamer è un bambino di cinquant'anni che vive del ricordo di ore di felicità e spensieratezza passate insieme alle sue prime macchine da gioco, risalenti quasi tutte agli anni '80. Attenzione: non è semplicemente un'amante della storia dei videogiochi, ma un vero e proprio feticista del suo passato, che non appena vede più duecentocinquantasei colori contemporaneamente sullo schermo, impugna il suo joystick monotasto e parte alla conquista del medium perduto.

Scena tratta da un porno per retrogamer
Scena tratta da un porno per retrogamer

L'unico modo per calmarlo è avviare un Atari 2600 e fargli lampeggiare davanti gli occhi Haunted House, il solo survival horror che gli abbia mai messo davvero paura. Nei social è quello che dice "Eh, gli sviluppatori di oggi sono pigri e incapaci, non come quelli di un tempo che ci mettevano la passione." Infatti come dimenticarsi della prima edizione della versione per ZX Spectrum di Outrun, che non era proprio stata registrata sulle cassette finite nei negozi, o il magnifico Dangerous Streets per Amiga 1200, il cui sistema di collisioni rimane a tutt'oggi uno dei misteri insoluti della storia umana? Purtroppo la verità non tange il retrogamer, che come Santa Teresa d'Avila va in estasi di fronte a ogni videogioco che risalga a prima della metà degli anni novanta, anche quelli che nemmeno si avviano (conta l'amore, non che funzionino). Le sue passioni sono i vecchi sistemi da gioco e, ovviamente, l'emulazione, che pratica su ogni macchina moderna in suo possesso: PC, retro-console, sistemi mobile generici e dedicati e così via. Ultimamente si eccita ogni volta che sente la parola Raspberry (alla "p" è già venuto), mentre l'unica console moderna che concepisce è la Pico-8, che regala ai suoi amici sperando che prima o poi abbandonino quelle dannate macchine prive di sentimenti chiamate PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch.

Lo Youtuber

L'Inferno descritto da Dante Alighieri nella Divina Commedia è un luogo in cui i dannati pagano per i peccati commessi durante la loro vita mortale, secondo la legge del contrappasso: hai trombato troppo? Allora via a farti sbatacchiare nell'eterna bufera infernale! Hai ammazzato? Allora giù nel Flagetonte e non lamentarti per il troppo caldo (Obizzo non fare il furbo e torna giù, che i centauri ti hanno visto)! Hai creduto che il medium videoludico potesse crescere? E allora via nel girone degli youtuber, dove tra urla disumane, flatulenze, scollature vertiginose, gambe aperte, parolacce e incerte formulazioni grammaticali capirai che quest'industria vuole solo rimanere quell'allegro baraccone che è sempre stata, fino allo spegnimento dell'ultima luce.

Papà!
Papà!

Purtroppo per te, l'ultima luce non si spegnerà mai (sennò che pena eterna sarebbe?) Lo youtuber è una strana creatura polimorfa nata in anni recenti sull'isola di YouTube. Diventata immediatamente dominante, la specie degli youtuber non è completamente disprezzabile: cercando bene si trovano anche alcuni esemplari molto validi, ma in generale vengono sommersi dai peti degli youtuber alpha, quelli cioè che vantano più follower, che si accoppiano di più e che fanno tendenza. A loro viene perdonato ciò che non sarebbe perdonato a nessun'altra specie. Facciamo degli esempi generici che non hanno alcuna attinenza con la realtà (ci raccomandiamo di non riconoscerci nessuno... al limite venite a tirarci la Nutella che noi portiamo il pane): dedichi video e video a pubblicizzare, senza esplicitarlo, le carte a pagamento di un certo gioco free-to-play amato soprattutto dai ragazzini? Parli benissimo di un film orrendo che, guarda caso, è spinto dall'agenzia che vuole prenderti sotto contratto? Spali escrementi sui videogiochi solo per rimanere nel tuo personaggio bicefalo, anche se così facendo danneggi il lavoro di centinaia di persone e fomenti le reazioni più ormonali e sguaiate del pubblico? Ti fai fare visite ginecologiche in ogni video, ma poi ti lamenti se qualcuno pensa che vieni guardata solo per come esponi la tua vagina? Non fa niente, sei ggiovane e parli da un canale ggiovane, puoi permetterti questo e altro perché tanto sono sempre gli altri che non capiscono. In fondo chi ti critica è un vecchio. Che ne sa lui del profondo malessere esistenziale da cui nascono i tuoi rutti? Come può interpretare serenamente le tue parolacce, che in realtà nascondono una complessa visione del mondo che Schopenhauer levati e Kant vienimi a spicciare casa? Perché si permette di valutare la profonda incompetenza con cui affronti l'argomento che dici di conoscere e che è oggetto dei tuoi video? Non lo ha ancora capito come funziona questo pianeta? È la specie dominante che fa la storia. Tutte le altre, con il tempo, si adegueranno, si inchineranno e in qualche modo inizieranno a tessere le lodi dei vincitori. Altrimenti spariranno tra i fischi del pubblico e nessuno baderà più a loro.