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Il futuro dei racing game su console parte da qui

Abbiamo provato la modalità VR di Gran Turismo Sport e ne siamo rimasti folgorati

PROVATO di Tommaso Valentini   —   07/04/2017

L'amore per le auto è ciò che ha sempre permesso a Kazunori Yamauchi di dedicarsi anima e corpo al suo Gran Turismo, di far diventare il brand uno dei punti di riferimento per tutti gli amanti delle corse su quattro ruote. PlayStation è nata e cresciuta insieme alla serie e non stupisce né meraviglia che, con l'arrivo della realtà virtuale, anche Polyphony Digital cerchi di mostrare agli utenti Sony i punti forti di PlayStationVR. In una lunga giornata in quel di Milano, Sony Italia ha preparato per noi una prova con tutti i suoi titoli più recenti dedicati al visore e tra questi non poteva che esserci anche Gran Turismo Sport. Ci siamo quindi seduti comodamente facendoci abbracciare dal playseat, abbiamo imbracciato il volante, regolato la pedaliera e ci siamo lanciati in un paio di giri veloci sul circuito del Nurburgring. Pronti ad accogliere le nostre impressioni?

Con PlayStation VR Gran Turismo riesce a dare davvero il massimo, l'immersione è totale

A tutto gas

Appena indossato il visore la prima cosa che salta subito all'occhio è la minor definizione dell'immagine, un gradino sotto a quella grafica sontuosa e magnifica che abbiamo visto nei trailer e nelle demo di gameplay presentate fino ad oggi. Giocare con PlayStation VR indosso significa innanzitutto perdere parzialmente la pulizia dell'immagine a cui siamo abituati, ma Polyphony non si è certamente dimenticata di come si curano i dettagli delle automobili, riuscendo a regalare una qualità visiva più che soddisfacente.

Il futuro dei racing game su console parte da qui

Gli interni delle vetture sono particolarmente ricercati, i volanti ricreati alla perfezione e tutta la strumentazione non è inserita solo per migliorare il colpo d'occhio ma rappresenta un'interfaccia integrata da utilizzare per ricevere tutta una serie di informazioni essenziali. Velocità, giri del motore e marce sono tutti a portata di sguardo e andare ad orecchio per il cambio delle marce non solo diventa la cosa migliore da fare ma risulta persino naturale tanto è il coinvolgimento durante la guida. È infatti quando si accende il motore che le cose iniziano a farsi interessanti, con un sistema di guida che trova in questa sua incarnazione virtuale un'anima del tutto nuova, pure se siamo soliti utilizzare simulatori e telecamere interne per giocare. La possibilità di inclinare la testa per vedere poco oltre il cofano e la necessità di girare di soli pochi gradi il collo prima di scalare marcia e buttarsi in curva permettono di leggere alla perfezione le traiettorie, di seguire meticolosamente una corda immaginaria che possiamo solo disegnare con gli occhi senza dover forzatamente spostare il muso della nostra auto. Il vecchio Grid aveva tentato di fare qualcosa di simile attraverso la visuale del casco ma solo oggi, con il completo controllo del collo e della rotazione della testa possiamo godere di un'immersività ulteriore. Correre a duecento all'ora sul circuito del Nurburgring non ha inoltre provocato in noi nessuna sensazione di disorientamento ma ci teniamo anche a precisare, come sempre, che questo elemento è strettamente personale e la sensibilità dei soggetti può variare in maniera sostanziale. Quello che però ci pare ovvio è che con questo sistema, dove il giocatore ha solo la possibilità di muovere la testa e non il proprio corpo nello spazio, i problemi vengono per forza di cose ridotti all'osso proponendo un'esperienza decisamente meno traumatica di progetti come Rigs, ad esempio.

Il futuro dei racing game su console parte da qui

L'unica cosa di cui realmente sentivamo la mancanza per sentirci parte integrante del gioco era ovviamente la forza G, che non ci incollava al sedile durante le accelerazioni e non spingeva all'esterno il nostro casco durante le curve più strette, unico tassello assente per una simulazione pressoché perfetta, pure con le limitazioni del caso dovute alla presenza dei numerosi aiuti abilitati. Vogliamo sottolineare inoltre come, durante una gara con il sole a picco, diventi altresì importante cercare di spostare lo sguardo dalla luce diretta per restare concentrati sulla pista, elemento contro cui i piloti reali sono solitamente abituati a combattere, lasciando invece che siano i lens flare a fare il lavoro sporco nelle simulazioni di guida su console e PC quando si gioca con il pad in mano. Quello che esce da questa veloce e sbrigativa prova è insomma una sensazione di reale appartenenza al circuito. Il modo di guidare diventa ancora più naturale, intuendo in anticipo quando scalare e come impostare le curve successive. La possibilità di alzarsi leggermente per guardare oltre al cofano ci permetterà altresì di anticipare con lo sguardo i saliscendi (utile soprattutto nella simulazione delle competizioni rallistiche), ma anche indispensabile in piste come il Nurburgring. Per rivivere un'esperienza del genere anche nel vostro salotto sarà però indispensabile dotarsi di tutte le periferiche del caso, sedile e postazione inclusa, oltre ovviamente che al caschetto. Se per DRIVECLUB VR ci si poteva accontentare e chiudere un occhio i veri appassionati potrebbero decidere di vivere al 100% l'esperienza offerta da Gran Turismo VR senza compromessi, con un esborso importante da sostenere però per godere di tutto quello che vi abbiamo raccontato fino a qui. Se siete soliti giocare con una postazione da racing potreste davvero pensare di fare il passaggio alla VR anche solo per giocare questo titolo, altrimenti nell'eventualità che il pad sia ancora il vostro miglior amico nei racing, il prezzo per l'intera esperienza potrebbe non valere il prezzo del biglietto.

CERTEZZE

  • Immersione totale
  • Le nuove feature giovano alla guida

DUBBI

  • Il costo per godere appieno di tutto questo è ancora molto alto
  • Resa visiva inferiore rispetto alla versione standard