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Nella morsa di ferro

Hearts of Iron è stato un successo tra i grand strategy di Paradox: ora, prevedibilmente, arriva un nuovo DLC a rimpolparlo.

PROVATO di Aligi Comandini   —   17/05/2017

Alla Paradox Con di Stoccolma i grand strategy - che di norma hanno un ruolo secondario nelle grandi fiere, per via della loro natura di nicchia - sono da sempre al centro dell'attenzione. Il publisher ha abbracciato con affetto questa piccola ma granitica community di appassionati di strategia, dandogli negli anni tutto ciò che poteva desiderare ed ergendosi a paladino del genere, sempre pronto a soddisfare i palati con qualche nuovo prodotto di qualità incredibilmente complesso. Per gli amanti della seconda guerra mondiale, in particolare, il più recente dono di Paradox è stato Hearts of Iron IV, un gioco di non facile comprensione, ma capace di trattare l'elemento tattico e gestionale di quel terribile conflitto in modo spaventosamente profondo. Eppure gli sviluppatori dei grand strategy non si accontentano mai, probabilmente perché mossi dalla volontà reale di dare il controllo assoluto della situazione ai loro giocatori, con la massima cura possibile. Hearts of Iron IV si è perciò arricchito di un nuovo DLC chiamato Death or Dishonor, incentrato sulle nazioni che durante la guerra si trovavano incastrate tra le forze dell'asse e gli alleati, in una situazione di instabilità politico-militare a dir poco imprevedibile. Lo abbiamo provato per un'oretta, e oggi tenteremo di dirvi la nostra, anche se è davvero difficile comprendere le potenzialità di un DLC simile in poco tempo.

Hearts of Iron IV si arricchisce molto con Death or Dishonor: vediamo esattamente come

L'albero della guerra

Mettiamo subito nero su bianco la base di questo nuovo pacchetto: l'espansione si concentra su Ungheria, Romania, Jugoslavia e Cecoslovacchia, con ognuna di queste nazioni pesantemente ritoccata per risultare più godibile da giocare e per completare nel miglior modo possibile il quadro storico generale.

Nella morsa di ferro

Il centro delle modifiche, ovviamente, sono i cosiddetti "Focus Tree" un insieme di opzioni ricercabili durante la campagna divise in "tragitti" di sorta, che modificano pesantemente l'orientamento politico-religioso della propria nazione, modificano le varie alleanze, e portano a sviluppare il paese controllato in modo sempre diverso ad ogni partita giocata (un purista potrebbe tentare di ripercorrere passo dopo passo gli eventi storici, ad esempio, mentre un amante della sperimentazione darsi alla pazza gioia e tentare di stravolgere ogni cosa). Per la cronaca, trattandosi di paesi in situazioni alquanto caotiche, i loro alberi in questa espansione portano a soluzioni più dirette del normale, tra cui alleanze con l'asse, con i comunisti o con gli alleati, strategie espansionistiche significative, o una militarizzazione totale guidata da un governo di stampo dittatoriale. Tutte scelte molto interessanti che si ricollegano bene alle situazioni di base da cui le succitate nazioni partono, come la volontà dell'Ungheria di riformare l'impero Austroungarico, o l'instabilità interna della Romania causata dagli scandali reali. Sì, insomma... se non si fosse capito, questo non è un giochetto su cui si possa passare qualche ora spensierata; siamo davanti a un prodotto mostruosamente complesso, che da questi semplici ampliamenti può guadagnare innumerevoli possibilità e decine e decine di ore di gioco. Il pane per i denti degli appassionati non manca.

Il valore di un DLC

Il dubbio fondamentale del pubblico non riguarda dunque la natura dell'espansione, che è sensatissima, quanto la sua effettiva validità all'interno di un titolo che può contare su un'armata di modder appassionati, che secondo alcuni utenti sono già stati in grado di creare Focus Tree personalizzati per le nazioni mancanti di qualità pari o superiore a quelli degli sviluppatori, e dunque capaci di rendere ridondanti espansioni a pagamento di questo tipo (che comunque, attorno ai 10 euro,non richiedono chissà quale spesa).

Nella morsa di ferro

Ora, per ovvie ragioni fare un paragone diretto tra l'operato dei modder e la funzionalità delle nuove opzioni di Death or Dishonor ci è assolutamente impossibile al momento, ma è abbastanza evidente come il team di sviluppo si sia impegnato al massimo per rendere i nuovi alberi il più storicamente assennati e bilanciati possibile all'interno del loro prodotto. L'espansione non mette però in campo esclusivamente nuovi generali e nuove scelte per le nazioni appena descritte: una volta installata avrete modo di riconvertire l'equipaggiamento "vecchio" in materiali per produrre armi più avanzate nelle fabbriche - un modo molto utile per mantenere sempre al top la propria armata - senza contare un generale approfondimento dei già complessi menu di produzione e diplomazia del gioco. Non solo, un update successivo chiamato "Oak" (quercia), completamente gratuito, migliorerà in modo sensibile l'intelligenza artificiale (in pratica il comportamento di certe armate sul fronte che tendevano a tergiversare e a bloccarsi in modo eccessivo, e la gestione di certe forze lontane dalla madre patria che venivano a volte quasi abbandonate), perfezionerà la gestione dell'aviazione con evidenti indicatori delle distanze coperte, e renderà più chiara in generale tutta l'interfaccia. Una lunga serie di modiche che dimostra la buona volontà dei ragazzi di Paradox, e non lascia dubbi sull'impegno profuso in questo DLC.

CERTEZZE

  • Nuovi Focus Tree per Romania, Jugoslavia, Ungheria e Cecoslovacchia, molto curati
  • Varie modifiche, tra cui importanti ritocchi all'intelligenza artificiale in un update gratuito successivo

DUBBI

  • Vale davvero la pena acquistarlo, vista l'abilità dimostrata dai modder?