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Bloodstained: nell'ombra del vampiro

Torna il director del più grande metroidvania di sempre: il suo nuovo pargolo riuscirà a rendergli omaggio?

PROVATO di Aligi Comandini   —   09/06/2017

Contrariamente a una miriade di altri generi appartenenti ad ere videoludiche meno dipendenti dal vil denaro, i metroidvania sono rifioriti nell'ultimo decennio, grazie in larga parte al talento di alcuni team indipendenti. Tra eccellenze come Hollow Knight e Valdis Story, tuttavia, si sentiva la mancanza di un reale successore del titolo che ha dato il via a tutto: quel Castlevania Simphony of the Night che ancora oggi è in grado di dare lezioni di stile alla maggior parte dei prodotti in commercio. Evidentemente quel senso di vuoto non lo provavamo solo noi, perché il director del gioco originale, Koji Igarashi, ha deciso di affidarsi a Kickstarter proprio per rendere possibile un progetto di questo tipo, e la campagna è stata un tale successo da attirare l'attenzione di 505 Games, che ha in seguito deciso di pubblicarlo e supportarlo. Il titolo di cui stiamo parlando è ovviamente Bloodstained: Ritual of the Night, e già dalle prime demo era apparso evidente come la vicinanza al classico di Konami non risiedesse esclusivamente nel suo nome. Dopo aver provato un nuovo livello del gioco nella sede di Digital Bros a Milano però, ci siamo fatti le idee più chiare sulla reale natura del gioco, e su cosa aspettarsi dalla sua lenta ma costante evoluzione.

Vampiri sì, ma con moderazione

Il quadro da noi testato era sensibilmente diverso dalla devastata nave su cui si svolgeva la prima demo del lavoro di Igarashi. Abbiamo infatti avuto la possibilità di controllare la protagonista principale del gioco (ma ci saranno personaggi multipli nella versione finale) Miriam, all'interno di un edificio stilisticamente molto vicino al castello dei Castlevania dopo Symphony of the Night, con tanto di melodie classiche in sottofondo, arcate gotiche e marmi a delineare le varie stanze. L'intera mappa, a quanto pare, è un omaggio all'illustre antenato, ma sarebbe più corretto dire che tutto Bloodstained è un omaggio, perché ogni suo elemento sembra studiato per rimandare alle avventure di Alucard, a partire dalla velocità di gioco. Le meccaniche su cui il giocatore può fare affidamento sono infatti praticamente le stesse del predecessore: colpi secchi il cui raggio muta in base all'arma equipaggiata, manovre di movimento inizialmente limitate che si ampliano avanzando, e la possibilità di utilizzare dei poteri speciali che vengono sbloccati durante il gioco.

Bloodstained: nell'ombra del vampiro

Proprio in quest'ultimo elemento, ad ogni modo, Bloodstained si distacca dalle catene di Symphony of the Night per avvicinarsi a una struttura per certi versi più simile a quella vista nel brillante Aria of Sorrow per Nintendo DS: le magie vengono assorbite in luoghi prestabiliti o eliminando certi nemici (hanno una percentuale di ottenimento variabile in quest'ultimo caso), e in seguito vanno equipaggiate in modo da poter sfruttare varie combinazioni di poteri oltre alle armi classiche. La novità reale sta quindi tutta nella barra del mana che si ricarica col tempo e permette di sfruttare tali abilità - laddove queste si "incastonano" nei personaggi tramite schegge di cristallo - con una frequenza nettamente maggiore del normale. Bloodstained è insomma un gioco che vanta una maggiore varietà potenziale rispetto ad altri titoli del genere, e viene limitato solo da un ritmo eccessivamente compassato, che alle volte lo fa apparire abbastanza legnoso.

I have seen this before... let’s kill it

A voler fare un calcolo delle tempistiche, velocità di movimento e di attacco sono estremamente vicine a quelle di Symphony of the Night, ma vuoi per la grafica 3D, vuoi per la scelta di non rendere utilizzabili a raffica manovre come la schivata all'indietro e gli attacchi delle armi leggere, il titolo non vanta una fluidità paragonabile. Questo non significa che sia spiacevole da giocare, tutt'altro, semplicemente è un po' più lento di quanto ci si aspetterebbe da un metroidvania moderno e obbliga ad abituarsi ai suoi ritmi (che inevitabilmente aumenteranno con l'ottenimento di manovre extra e armi più poderose). Per quanto riguarda gli avversari invece, c'è tutto il bestiario tipico dei giochi della saga originale tra cani zombie, cavalieri spettrali, equivalenti delle teste di medusa fluttuanti e via così, con pattern facilmente riconoscibili per chi bazzica nei metroidvania da parecchi anni a questa parte. La missione del gioco dopo la nostra prova appare quindi quanto mai evidente: riportare la formula evoluta dei Castlevania 2D in auge, mantenendo la velocità del precursore del genere, il tutto all'interno di un nuovo background e con le dovute migliorie del caso.

Bloodstained: nell'ombra del vampiro

Difficile fallire quando ci si pone un obiettivo così chiaro, specie se alle redini c'è Igarashi in persona e l'avventura cerca di mantenere una struttura classica. A fine livello dopotutto, abbiamo trovato una vampira boss piuttosto aggressiva, che ci ha ricordato da vicino alcuni boss umanoidi dei Castlevania per Nintendo DS e ci ha costretto a usare un paio di pozioni per essere sopraffatta. Ovvio quindi che ci troveremo ancora una volta in livelli di complessità crescente, con zone sbloccabili grazie alle abilità di movimento ottenute e boss sempre più coloriti man mano che si avanza. L'unico dubbio riguarda pertanto il comparto tecnico, che ha chiaramente ricevuto dei ritocchi sensibili rispetto alla prima demo e ora vanta mappe più dettagliate, effetti grafici più rifiniti, e un cel shading più marcato sulla protagonista e i mostri del gioco. Indubbiamente dell'ottimo lavoro è stato fatto, eppure l'impatto visivo del gioco è ancora un po' sottotono. Quasi un peccato che gli Inti Creates abbiano deciso di scegliere il 3D, visto che il team ha dimostrato più volte di cavarsela meglio con la cara vecchia pixel art. Insomma, le solidissime basi dei metroidvania qui le troverete tutte; resta solo da vedere se Igarashi e il suo team riusciranno a rimescolarle in modo da creare un classico o solo una pallida imitazione.

CERTEZZE

  • Il gioco è estremamente vicino a Simphony of the Night, ma con meccaniche più complesse
  • Migliorie grafiche evidenti nella build provata
  • Grande varietà di armi e poteri

DUBBI

  • Tecnicamente siamo ancora un po' sottotono
  • Ritmo eccessivamente compassato, a cui bisogna abituarsi