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5 Manga che solo in Giappone spopolano su console

Ci sono alcuni manga che in Giappone hanno goduto di un'ottima trasposizione videoludica e non sono mai arrivati da noi. Scopriamoli!

SPECIALE di Claudio Camboni   —   06/07/2017

Il mercato videoludico nipponico ha da sempre fatto storia a sé. Non esiste un territorio o una nazione dove c'è un ecosistema praticamente indipendente di produzioni locali tanto sviluppato e diverso rispetto al resto del mondo. Le produzioni americane ed europee vengono commercializzate ovunque, molte di quelle giapponesi anche, eppure esistono decine, centinaia di titoli che non superano mai i confini del Sol Levante e rimangono per questioni culturali o altri strambi motivi, relegati a quel manipolo di persone. Con il tempo e l'apertura dei mercati, e soprattutto con il commercio online, abbiamo imparato ad apprezzarli lo stesso e a scoprire tutta una fauna di videogiochi altrimenti a noi sconosciuti, perle di rara bellezza (o bruttezza!), titoli simpatici e stranissimi, e tantissimi giochi ispirati ad omonimi manga, i fumetti che da sempre fanno parte della vita stessa di quasi tutti i giapponesi. Scopriamo insieme, in questo breve speciale, cinque titoli che per una ragione o un'altra ci sono rimasti impressi. Dal successo più o meno scontato, questi cinque videogiochi li avremmo voluti anche nella nostra lingua!

5 Manga che solo in Giappone spopolano su console

Shaman King Funbari Spirits

Come tantissime serie di assoluto successo, anche Shaman King fu pubblicato sul popolare settimanale di manga Shonen Jump edito da Shueisha (la stessa casa editrice dei maggiori successi mondiali, Dragon Ball in primis). La serie, sebbene interrotta prematuramente a favore dell'anime, ha goduto in patria di un grande seguito tanto da generare una serie di videogiochi altrettanto amati. Prendiamo in esame uno degli ultimi, uscito su PlayStation 2: Funbari Spirits. Dopo non sono più usciti titoli legati a questo manga, relegando le apparizioni dei protagonisti a titoli come J-Stars Victory su PlayStation 3, dove comparivano un po' tutti i principali personaggi dei manga del momento. Funbari Spirits usa gli stessi doppiatori dell'anime ed è un picchiaduro completamente 3D ma con meccaniche prettamente bidimensionali. La cosa incredibile è che contiene proprio tutti i protagonisti di manga e anime, con l'aggiunta di alcuni appositamente creati dalla casa produttrice Bandai. Sono passati ben 13 anni dall'ultimo videogiochi di Shaman King, ma il titolo è sempre reperibile e giocabile, nonostante la lingua proibitiva.

Bobobo-bo Bo-bobo

Bobobo-bo Bo-bobo è uno dei personaggi e manga più bizzarri mai visti nell'intera storia del Giappone, e solo per questo avremmo voluto una trasposizione in lingua comprensibile. Qualche info sulla serie basterà a farvi volere il videogioco a tutti i costi, seppure in giapponese: Bobobo-bo Bo-bobo è ambientato nel XXXI secolo durante il quale l'imperatore chiamato Calvo Calvi vuole conquistare il mondo per far radere tutta la popolazione. Bo-bobo è un super palestrato che fin da piccolo ha la particolare dote di saper controllare i suoi lunghissimi peli nasali, padroneggiando la sacra arte marziale dello Hanage Shinken (Tecnica dei Peli Nasali o Moccio-Fu nell'anime italiano). Se questo non fosse abbastanza, dalla sua super capigliatura folta e ricciola escono una marea di oggetti e addirittura personaggi, con la capacità di potersi trasformare in robot o addirittura veicoli come aerei o automobili. Il videogioco più popolare, chiamato Hajike Matsuri, è un gioco difficilmente inquadrabile in un genere preciso: è un'avventura dai tratti picchiaduro con sessioni multievento nelle quali affrontiamo nemici fuori di testa e situazioni paradossali con una gag dopo l'altra. Vi basta per volerlo?

Shin Seiki Evangelion

Non servono presentazioni per Evangelion: uno degli anime e manga più popolari in Giappone non ha però avuto fortuna in occidente con tutte le varie trasposizioni videoludiche che sono uscite nel Sol Levante, sempre rimaste lì confinate. Uno degli episodi più amati e belli da vedere (e giocare) è senza ombra di dubbio quello uscito tanti anni fa su Nintendo 64, chiamato semplicemente Shin Seiki Evangelion. Arrivato sugli scaffali dei negozi a metà del 1999, era sviluppato direttamente da uno studio interno a Gainax, l'originale produttore dell'anime e distribuito da Bandai, casa specializzata in questo genere di titoli. Il videogioco era strutturato attraverso tredici missioni che seguivano pedissequamente le vicende narrate nell'anime, con una struttura mista fatta per una buona parte del gioco da livelli picchiaduro a scorrimento orizzontale, con il giocatore che controlla l'Unità Eva, mentre altri spaziavano in vari tipi di gameplay. La cartuccia del Nintendo 64, imponente e bellissima nei suoi colori sgargianti, è sempre stata un sogno da inserire nei nostri Nintendo 64 italiani, ma ci dobbiamo accontentare di un'ottima edizione giapponese.

Hokuto no Ken

Ken il Guerriero è stato uno dei manga di maggior successo al mondo, Italia compresa. Nonostante sia passato molto tempo dalla sua uscita, attraverso anime e altri media le avventure di Kenshiro hanno saputo resistere agli anni passando di generazione in generazione come solo i grandi miti riescono a fare. Esistono svariate trasposizioni videoludiche del capolavoro di Tetsuo Hara, originariamente pubblicato (anche lui!) su Shonen Jump di Shuieisha. Addirittura qualcuno è riuscito ad arrivare anche nei nostri territori grazie a Tecmo Koei, con le avventure in stile Dynasty Warriors. Ma il gioco che veramente invidiamo al mercato nipponico è sicuramente un altro, ovvero il "picchiaduro" classico chiamato semplicemente Hokuto no Ken e originariamente destinato alle sale giochi: fu prodotto da SEGA e sviluppato da Arc System Works già autori di Guilty Gear e BlazBlue. Il gioco gode di un remake per PlayStation 2 che rappresenta il non-plus-ultra per tutti gli amanti della serie: un vero e proprio picchiaduro a incontri 2D con tutti i protagonisti principali. Vale la pena acquistare una PlayStation 2 giapponese solo per quello.

Mobile Suit Gundam Side Story

Anche il popolare robottone giapponese Gundam, esattamente come Ken il Guerriero, gode di una fama talmente vasta da entrare di prepotenza direttamente nella cultura nipponica, a prescindere dal tempo. Esistono svariati videogiochi che vedono protagonisti i robot creati da Yoshiyuki Tomino. Inserire uno di questi giochi nello speciale che state leggendo è in realtà una piccola divagazione sul tema, in quanto Gundam è un raro caso di manga trasposto dall'anime e non il contrario. Esiste una trilogia che non ha mai visto luce in occidente e si tratta della serie Blue Destiny per Sega Saturn chiamata Gundam Side Story, suddivisa in tre capitoli. Questi videogiochi conobbero un discreto successo in patria, tanto da generare (caso più unico che raro all'epoca) addirittura un nuovo manga ispirato proprio alla versione videoludica (che a sua volta era ispirato a un manga, a sua volta ispirato a un anime, roba da manicomio!). I fan di Gundam sono tantissimi anche in Italia e, perché no, ci sarebbe piaciuto poterci godere queste perle anche nella nostra lingua.