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La lunga notte di Vampyr

Finalmente abbiamo provato il nuovo gioco di Dontnod

PROVATO di Marco Perri   —   16/06/2017

Dontnod, oggi, è una casa di sviluppo molto più sicura di sé, più ambiziosa e strutturata rispetto a quando timidamente si presentò anni fa con Remember Me. Dopo un inizio purtroppo non proprio sfolgorante al botteghino, lo studio francese si è fortunatamente ripreso con Life is Strange e ora sono tornati con un progetto decisamente ambizioso. Vampyr si colloca esattamente in quel limbo delle produzioni medie in cui il confine tra prodotto ottimo e delusione è piuttosto labile, eppure non è un caso che il publisher Focus Home Interactive lo abbia selezionato per inserirlo nel proprio artbook delle release dei 2017. Ciò che qui all'E3 abbiamo visto giocare dagli sviluppatori è una alfa già a un ottimo livello di giocabilità, in grado di fornirci tantissimi elementi per dirvi se vale la pena o meno attendere con trepidazione la nuova creatura dei francesi.

Colpi e battute

La sessione di gioco è stata di circa trenta minuti, un tempo sufficiente per prendere il via con la struttura e apprezzarne lo svolgimento. Il protagonista è un dottore vampiro di nome Jonathan Reid, il quale ovviamente può vivere solo di notte pertanto ecco spiegata la scelta di ambientare il racconto in una Londra dell'età Vittoriana.

La lunga notte di Vampyr

Vi starete chiedendo perché, è presto detto: non c'è periodo storico migliore per raccontare una storia gotica di vampiri, di notte, tra distretti malfamati e giochi di illuminazione studiati per aumentare il senso di oscurità. Ci sono molti tratti che accomunano Vampyr a titoli in terza persona rilasciati in precedenza, primo fra tutti il fattore Souls. Per quanto decisamente meno raffinato, tecnico, non studiato nei punti di collisione, il sistema di combattimento che Jonathan utilizza richiama moltissimo la gestione di lock e di attacchi della saga From Software. Siamo a un livello inferiore in termini generali, ma il rimando è palese. Tolto di mezzo il discorso combattimento, è in tutto il resto che Vampyr risplende. Per far avanzare la trama, Dontnod opta per un approccio veramente all-in in cui inserire idee di gameplay non comuni e divertenti sia da un punto di vista ludico che narrativo, ovvero la classica ruota delle decisioni. E se da un lato a BioWare stanno fischiando le orecchie, c'è da dire che il team francese ha aggiunto una chicca interessante sicuramente più in "target" rispetto alle ruote di Mass Effect e Dragon Age. Il funzionamento è semplicissimo: la città è una, i distretti (o zone) sono tanti e ogni distretto ha un suo numero di personaggi non giocanti all'interno. Ebbene, sarà proprio la vostra abilità di scovare indizi e fare domande giuste ed aprire in real time nuove conversazioni con i personaggi.

Problemi con i vicini?

Arriviamo proprio all'elemento investigazione: con un taglio decisamente cinematografico, Dontnod inserisce nel flusso di gameplay anche una parte relativa alla raccolta di indizi, frasi, oggetti così da sbloccare ulteriori opzioni durante la stessa discussione. Il sistema funziona, il doppiaggio è buono, anche le animazioni e la parte autoriale fanno il loro dovere, mandandoci indietro di un po' di decenni.

La lunga notte di Vampyr

Nello stand di Focus Home Interactive, come già accennato, non vi erano postazioni per Vampyr; la dimostrazione guidata - condotta da uno sviluppatore - ha quindi coinvolto una madre anziana e suo figlio problematico. La ricerca di un indizio, fornito da un dialogo quasi casuale, ha aperto la possibilità di spifferare tutto alla madre oppure concludere con il figlio. È in questi frangenti che il titolo mette in difficoltà, poiché mette il giocatore in fronte a scelte complesse che hanno, inoltre, una conseguenza importante sul mondo. Ogni distretto, avendo i suoi personaggi non giocanti a compiere alcune routine, risente moltissimo delle conseguenze delle nostre azioni in termini di uccisioni, quindi mai fare la cosa apparentemente più scontata perché potrebbe portare ad altri tipi di conseguenze. Presente nella demo anche un boss: nulla di eclatante, ci è servito giusto per rimarcare con ancora più forza quanto l'ispirazione dalle opere di Miyazaki sia molto forte.

Ambizioso e corposo al punto giusto, Vampyr sembra decisamente promettente. Con un giusto equilibrio tra combattimento, esplorazione, narrativa e ricerca di indizi, il titolo Dontnod ha le carte in regola per mantenere lo studio all'interno di quella cerchia di studi medi di qualità che ancora non riescono a fare il grande passo e che per questo propongono idee e soluzioni interessanti. A meno di rinvii, per fine anno dovremmo essere tutti in grado di entrare in questo viaggio gotico.

CERTEZZE

  • Ambientazione
  • Ricco di soluzioni di gameplay
  • Sembra piuttosto corposo

DUBBI

  • Combat system derivativo dei Souls, ma meno curato
  • Apparentemente, ancora un po' legnoso nei comandi
  • Protagonista non troppo carismatico