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Yakuza Kiwami: re-enter the dragon

La serie di Nagoshi torna con un remake che potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il marchio in occidente

PROVATO di Aligi Comandini   —   17/06/2017

Per una serie da molti ritenuta l'erede degli Shenmue, Yakuza gode davvero di poca considerazione nel mondo occidentale. Da un lato la cosa è comprensibile: la creatura di Toshihiro Nagoshi è un concentrato di cultura nipponica e narrativa portata all'eccesso, che poco si sposa coi ritmi a cui i videogiochi pensati per il nostro mercato ci hanno abituato, e non ha certo su di noi la stessa presa che ha sugli abitanti della sua terra natia. Eppure parliamo comunque di una serie eccelsa, capace in molti capitoli di offrire avventure di rara potenza e varietà che meriterebbero maggiore notorietà al di fuori del Giappone. Proprio per tutte queste motivazioni, Yakuza Kiwami - da noi provato allo stand Altlus durante l'E3 di quest'anno - risulta particolarmente importante. Non si tratta di un nuovo capitolo, bensì di un remake del primissimo episodio, con grafica ammodernata a modino e gameplay perfezionato; un ottimo modo, dunque, per far scoprire questa grande saga a chi non ha mai sentito parlare di Kazuma Kiryu e dei suoi scalmanati comprimari.

Un uomo chiamato drago

Ma chi è Kazuma Kiryu? Ripercorrere la trama di Yakuza è un'impresa piuttosto ardua anche se si considera solo il primo capitolo, proprio perché le vicende che coinvolgono il succitato protagonista - appunto uno yakuza tornato in libertà dopo anni di prigione dovuti all'uccisione del suo boss - sono complicate, ricche di colpi di scena, e percorrono una sottile linea tra la tragedia e l'assurdità, con una lunga lista di carismatici e folli personaggi di contorno (molti dei quali, Goro Majima su tutti, hanno dato vita a vere e proprie fanbase in terra nipponica). La storia alla base del gioco è insomma corposa e degna di essere esplorata, ma stiamo comunque parlando di un titolo che fa anche del gameplay la sua forza, grazie a una lunga lista di minigiochi sparsi per il quartiere di Kamurocho (una versione videoludica di Kabukicho, quartiere a luci rosse di Tokyo) a combattimenti oltre ogni limite, e a quest secondarie comunque piuttosto divertenti, a volte strettamente interconnesse alla città di Tokyo e alle sue usanze.

Yakuza Kiwami: re-enter the dragon

Kiwami ripropone questi fattori, ma va a ritoccarli partendo proprio dal sistema di combattimento, sensibilmente migliorato rispetto a quello piuttosto rozzo del titolo originale. Prendendo spunto da Yakuza Zero, questo capitolo offre infatti stili di attacco multipli (ben quattro) che aggiungono varietà alle battaglie e vantaggi tattici in certe situazioni. Non si parla di un gioco dotato di meccaniche particolarmente affinate o approfondite, tuttavia i tanti combattimenti presenti si trasformano in danze ben coreografate se li si affronta con l'aiuto dello stile più veloce a forza di schivate costanti e colpi improvvisi, con uno stile bestiale che sfrutta gli oggetti nei paraggi per massimizzare i danni ai nemici, o ancora con il bilanciato e potente stile del drago (che risulta però più difficile degli altri da livellare). Questa soluzione aumenta in modo sensibile il divertimento offerto dal gioco, e le cose nella demo da noi provata sono diventate particolarmente esaltanti quando abbiamo dovuto affrontare una versione "potenziata" di Majima con un vestito da ballerino, dotato di potenza e punti vita nettamente maggiori del normale (pare fosse pensata solo per questa demo, ma chissà che non compaia come boss opzionale nel gioco completo).

Yakuza Kiwami: re-enter the dragon

Nel gioco le battaglie rappresentano una buona fonte di guadagno e sono abbastanza costanti (si incontrano altri yakuza per strada che non ci mettono molto a sfidare Kiryu, e gli eccessi della trama si ripercuotono sugli abitanti di Kamurocho, che sono attaccabrighe notevoli), ma per migliorare ulteriormente la campagna gli sviluppatori hanno pensato bene di aggiungere numerose quest secondarie e sottotrame, con lo scopo primario di delineare con ancor più cura l'universo della serie e di creare dei collegamenti diretti al capitolo Zero di cui parlavamo in precedenza. La storia principale è invece rimasta invariata, nonostante vanti scene d'intermezzo completamente rifatte, così come rinnovati sono tutti i modelli poligonali del gioco, ora molto più moderni e piacevoli da vedere. L'unica debolezza del progetto, in parole povere, sembra risiedere nella sua struttura di fondo, visto che il primo capitolo manca dell'estensione della mappa e della varietà di quelli più moderni, e potrebbe risultare noiosetto per alcuni giocatori. Detto ciò, gli assurdi minigiochi (noi abbiamo provato per qualche minuto una variante delle battaglie tra insetti con ragazze in bikini, per fare un esempio lampante), la forza della trama, e le migliorie meccaniche rendono Kiwami un titolo da tenere d'occhio.

Dopo qualche minuto in compagnia di Kiwami abbiamo avuto un forte ritorno di fiamma nei confronti della serie di Nagoshi, e ci è venuta voglia di ripercorrere la prima, storica, avventura di Kiryu, ora graficamente più moderna e sensibilmente più variegata e divertente rispetto al passato. Si tratta di un remake davvero interessante, che può e deve rappresentare un nuovo punto di partenza per la serie in occidente. Non è il caso di ignorarlo.

CERTEZZE

  • Remake con grafica più moderna del primo Yakuza
  • Gameplay migliorato, con nuovi minigiochi e sistema di combattimento completamente rifatto
  • La narrativa del gioco ha sempre il suo perché

DUBBI

  • Le limitazioni legate all'età e alla struttura si sentono