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30 anni di Metal Gear: i dieci personaggi simbolo della serie

Per celebrare i 30 anni della serie, abbiamo scelto quelli che secondo noi sono i personaggi più rappresentativi della serie ideata da Hideo Kojima

SPECIALE di Massimo Reina   —   16/07/2017

La saga di Metal Gear è riuscita a segnare in maniera indelebile la storia dei videogiochi, offrendoci tanti protagonisti e antagonisti di assoluto spessore. Scegliere pertanto dieci personaggi simbolo è un'impresa assai ardua. Inevitabilmente, dovendo limitarsi a una decina, si finisce per lasciarne fuori qualcuno meritevole di far parte della lista. Ad ogni modo, noi abbiamo selezionato quelli che a nostro parere hanno rappresentato e rappresentano meglio di tutti la serie, o che comunque ci hanno colpito maggiormente in questi anni per carisma, ruolo avuto in uno o in più episodi, e così via. Con questo non pretendiamo ovviamente di aver fatto delle scelte condivisibili da tutti, e nemmeno di stilare una classifica definitiva, pertanto ci scuserete per qualche omissione. Ve li presentiamo con una breve scheda, e a ogni nome, elencato senza alcun ordine alfabetico o di preferenze, abbiamo affiancato il capitolo dove ha esordito ufficialmente o a cui è legato maggiormente per motivi di trama, eventi speciali o presenza significativa.

Big Boss – Metal Gear (1987, Konami)

Cinico e quando serve spietato, Big Boss è certamente uno dei personaggi più importanti della serie, soprattutto per carisma, storia personale e a livello di trama generale. Realizzato in origine ispirandosi alla figura dell'attore Sean Connery, il personaggio è uno dei più amati dal pubblico di fan. Nella saga, John (o Jack come lo chiama la sua mentore), non è un semplice militare, ma molto di più. E' il meglio, del meglio del meglio, il "migliore soldato del XX secolo", nato per combattere. Agli inizi della sua carriera, dopo varie esperienze nei reparti speciali dell'esercito americano, entra sotto l'ala protettiva di The Boss, la "madre delle forze speciali statunitensi" che diventa sua amica e mentore, e successivamente si arruola nel gruppo FOX della CIA, per conto del quale va in missione sotto il nome in codice di Naked Snake. E' il periodo nel quale Snake è ancora un giovane soldato integerrimo e ligio al dovere, non "sporcato" dal cinismo e dall'opportunismo crudele dei capi di Stato, della politica, delle persone che gli stanno accanto. Ma col passare del tempo, dopo una serie di eventi tragici che lo toccano da vicino dilaniandone l'anima, di delusioni, tradimenti e scoperte sconvolgenti sul modus operandi non sempre ortodosso della nazione per la quale lavora, cambia radicalmente personalità diventando sempre più disilluso. Prova una profonda sfiducia nel sistema e per questo lascia il proprio paese divenendo un mercenario, esperienza che lo rende più cupo e crudele, carico di odio e desideroso di vendetta verso chi governa per i proprio interessi. E' il fondatore della FOXHOUND e il papà biologico di Solid, Liquid e Solidus Snake, ma solo quello visto che non sembra manifestare interessi verso i figli, anzi. Solo poco prima di morire sembra mostrarne un po' almeno per Solid, che riesce a convincere a trovare una nuova ragione per continuare a vivere e non combattere mai più, poiché un mondo senza guerre non è realizzabile con la forza e la violenza, ma solo con la fiducia verso il prossimo e col dialogo.

30 anni di Metal Gear: i dieci personaggi simbolo della serie

Solid Snake – Metal Gear (1987, Konami)

Eccolo, il protagonista assoluto dei primi episodi della saga (e non solo), colui che ha di fatto contribuito a rendere immortale questa serie. Solid Snake è uno dei figli di Big Boss, nato nell'ambito del progetto genetico Les Enfants Terribles, che mira a ottenere il combattente perfetto usando i geni del "migliore soldato del XX secolo". Questi, impiantati in EVA (ex agente NSA passata al KGB, ma in realtà spia del governo cinese), scelta come madre surrogata, porta alla nascita dei gemelli Solid e Liquid Snake (nomi in codice di David e Eli), cloni imperfetti dell'originale. Uno, infatti, possiede tutti i geni dominanti di Big Boss, l'altro, si dice, tutti quelli recessivi. Un terzo bambino viene invece creato in vitro: si tratta di Solidus Snake (George Sears), che risulta essere una copia perfetta di Big Boss. "Programmato" per portare a termine le missioni più pericolose, "rendere possibile l'impossibile", Solid Snake è molto di più che il protagonista di una serie videoludica. E' un'icona dei videogiochi in generale, oltre che il simbolo della genialità di un artista, Hideo Kojima, che ha cercato con questa saga di esplorare e superarei i confini dell'arte cinematografica applicata al videogioco. Per caratterizzarne taluni aspetti, il modello di riferimento per il game designer giapponese non poteva quindi che essere il cinema, ma contrariamente a quando si pensa, il nome del personaggio non deriva da una passione dell'artista per lo "Snake" Plissken di 1997: Fuga da New York, da noi conosciuto come Jena. Nel marzo del 2014, infatti, Kojima ha rivelato che le origini del nome sono altre: "Snake" fa proprio riferimento ai serpenti e alla loro capacità di muoversi e agire silenziosamente, colpendo se serve all'improvviso, mentre Solidus a qualcosa di duro, forte, opposto a un'immagine "soft". Semmai Kojima dice che per alcuni tratti caratteriali si è ispirato al Lupin III di Monkey Punch. Ma a noi poco importa, innamorati come siamo di un personaggio che "costituisce un modello dove moltissimi giocatori possono rispecchiarsi e che ha contribuito in modo determinante al successo della serie".

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Liquid Snake – Metal Gear Solid (1998, Konami)

In questa nostra lista dei personaggi più importanti della saga di Metal Gear non poeva mancare il fratello gemello un po' sfigato di Solid Snake. Sfigato perché a parte che fa una brutta fine, vive un'esistenza corrosa dall'odio verso il padre biologico e con la convinzione di essere il figlio mal voluto, quello fatto concepire in vitro con gli scarti dei suoi geni. Per anni, infatti, viene portato a credere di esser stato creato per portare avanti i tratti genetici recessivi di Big Boss, e di conseguenza, di essere inferiore a Solid Snake. Questo gli provoca un forte risentimento verso il fratello, che prova a sfidare più volte in combattimento sperando di batterlo per dimostrare di essere invece migliore, che si acuisce quando Solid Snake "uccide" Big Boss a Zanzibar Land. "Gioia" che invece voleva provare il buon Liquid. Insomma, quello che in realtà si chiama Eli non è certo un bell'esempio di amore fraterno e paterno. Non che Solid lo tratti meglio, sia chiaro: da morto, con l'aiuto di Hal, ne ruba il cadavere per usarlo come "sosia" e far credere a tutti che il corpo sia suo e che sia morto. I due, infatti, si somigliano molto, eccezion fatta per il colore della pelle leggermente più scura e quello dei capelli, biondi. Liquid ha inoltre un tatuaggio sul braccio sinistro che somiglia al Bastone di Asclepio, con una spada e la scritta "Temptation Revelation". Liquid Snake è il protagonista negativo del famoso incidente di Shadow Moses, quando insieme ad altri membri della FOXHOUND di cui era entrato a far parte, prende il controllo dell'impianto di smaltimento delle armi nucleari dell'isola, compreso il nuovissimo Metal Gear REX. Ma alla fine della vicenda, muore a causa del retrovirus FOXDIE diffuso dalla CIA usando Solid Snake come vettore. Mai una gioia.

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Gray Fox – Metal Gear (1987, Konami)

Uno dei personaggi più amati dallo stesso autore della saga, cioè a dire Hideo Kojima è Frank Jaeger, nome in codice Gray Fox. E non solo da lui, a dire il vero. Il letale ninja cibernetico, tenuto ormai in vita da un esoscheletro alimentato da nano macchine, è stato classificato più volte ai primi posti tra i migliori "protagonisti" della serie nelle classifiche stilate da diverse riviste del settore tramite i voti dei propri lettori. Tant'è che ancora oggi è uno dei personaggi più popolari e iconici della saga di Metal Gear e Kojima vorrebbe dedicargli un gioco. Il buon Frank, il cui volto nella versione d'esordio su MSX2, home computer degli anni '80, è stato modellato sulle sembianze dell'attore Tom Berenger, è uno dei membri originari della FOXHOUND insieme a Big Boss, suo "padre adottivo", nel senso che a un certo punto questi lo prende sotto la sua ala protettiva, Roy Campbell, Revolver Ocelot, EVA e Zero. A un certo punto della sua "carriera", segue Big Boss che coltiva il sogno della sua mentore The Boss, di creare una nazione libera dal controllo delle superpotenze. Ma dopo il fallimento del progetto Zanzibar Land, e aver rischiato di morire per mano di Solid Snake, per Gray Fox arriva il grande cambiamento. Il suo corpo moribondo viene consegnato alla dottoressa Clark della FOXHOUND, e il povero Frank diventa la cavia per un progetto di terapia sui geni. La scienziata gli impianta anche un esoscheletro sperimentale simile a un completo ninja. Gray Fox può mimetizzarsi alla vista umana per via di una nuova tecnologia stealth, e acquisisce forza e agilità superiori alla media. Caratteristiche che un giorno gli servono per salvare dalla morte Solid Snake per mano di Revolver Ocelot, a cui taglia un braccio un attimo prima che questi uccida l'eroe, ma non per battere del tutto il REX durante le vicende di Shadow Moses, senza pagare dazio, visto che morirà tra atroci sofferenze.

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Revolver Ocelot – Metal Gear Solid (1998, Konami)

Appassionato di spaghetti western, Ocelot, il cui vero nome è Adamska, esprime questo suo amore per le pellicole di Sergio Leone e altri autori nostrani indossando abiti che ricordano proprio il periodo del selvaggio West americano, così come viene raccontato nei lungometraggi italiani, e utilizzando delle armi ad hoc. D'altronde perfino il suo aspetto, almeno nell'episodio in cui fa il suo esordio nella serie, è ispirato a uno degli attori simbolo del genere, Lee Van Cleef. Ocelot parla sette lingue, ed è un formidabile combattente con le armi da fuoco, un grande esperto nelle infiltrazioni, nell'uso della tortura per ottenere dalle sue vittime informazioni vitali e soprattutto, un abile doppiogiochista. Anzi, a volte è capace di prendere in giro tutti, anche più di tre o quattro soggetti nella stessa situazione. Fa parte fin dall'inizio dell'unità FOXHOUND fondata da Big Boss e Roy Campbell, di cui sono membri anche EVA, Zero e Gray Fox. La squadra è specializzata in operazioni top-secret nelle zone di guerra nelle quali non è possibile intervenire con i mezzi convenzionali. Proprio per la sua natura di opportunista, capita di vederlo spesso alleato e poi avversario dei vari Big Boss o Solid Snake. A un certo punto, dopo aver perso un braccio a causa di Gray Fox, si fa impiantare quello del defunto Liquid Snake (sempre lui!), della cui personalità, all'apparenza, comincia a subire l'influenza, quasi che quel nuovo arto avesse una coscienza a sé capace di controllare la mente del "pistolero". A un certo punto le due personalità si fondono, e nasce Liquid Ocelot. Viene ucciso dal solito Solid Snake in un ultimo suggestivo duello al tramonto.

30 anni di Metal Gear: i dieci personaggi simbolo della serie

Otacon – Metal Gear Solid (1998, Konami)

Otacon, al secolo Hal Emmerich, è un altro dei personaggi preferiti da Hideo Kojima, il creatore della serie. E anche uno dei più importanti per diversi motivi, in primis per l'aver progettato e sviluppato il Metal Gear REX, e poi per aver collaborato più volte con Solid Snake nel corso delle varie avventure, fondando con l'amico Philanthropy, un'organizzazione non governativa che ha lo scopo di evitare qualsiasi minaccia proveniente dai Metal Gear. Ma a prescindere da ciò, Otacon è proprio un tipo singolare: grande appassionato di manga e anime giapponesi, come svela egli stesso a Solid Snake durante il loro primo incontro, afferma pure che l'idea del Metal Gear gli è nata durante la visione di un anime con i mech. Non a caso il suo soprannome deriva dall'unione e contrazione del termine Otaku, con cui i giapponesi indicano un grande fan di fumetti e cartoni animati, e Convention, le fiere dedicate a questi settori. Ma anche il vero nome e cognome sono dei riferimenti ad altre opere, in questo caso il cinema: Hal è riferito all'intelligenza artificiale senziente HAL 9000 del film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, mentre il cognome Emmerich è un omaggio al regista Roland Emmerich. Ad ogni modo, Otacon è convinto che la sua famiglia sia "maledetta" dal destino perché suo nonno ha partecipato al Progetto Manhattan, mentre il padre è nato lo stesso giorno della bomba atomica sganciata sopra Hiroshima. Tuttavia per lui i valori familiari e quelli umani sono le basi stesse dell'esistenza, e nel corso delle varie avventura dimostra tutta la sua umanità e il suo senso di amicizia (Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots), quando decide di seguire Snake fino all'ultimo respiro, deciso a tramandare le sue gesta alle generazioni future.

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Raiden – Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty (2001, Konami)

Raiden è una sorta di ninja cyborg che negli ultimi anni ha deciso di combattere per aiutare e difendere i più deboli. Ma il suo passato non è però dei più limpidi. Il suo vero nome è Jack e ha avuto un'infanzia parecchio travagliata: nato in Liberia durante la sanguinosa guerra civile degli anni ottanta, vi partecipa come soldato bambino, e viene soprannominato Demone Bianco e Jack lo squartatore per le sue "gesta". Per sua fortuna viene salvato da una ONG che cerca di restituirgli parte dell'infanzia distrutta e una nuova vita negli Stati Uniti, dove viene adottato a sua insaputa da Solidus Snake, il clone perfetto di Big Boss. Tormentato dalle terribile azioni compiute nel suo passato di soldato e a un certo punto perfino convinto dai Patriots che non ha capacità di libero arbitrio, il povero Jack, cresciuto e diventato membro della FOXHOUND, viene mandato come primo incarico a salvare il presidente degli Stati Uniti prigioniero di un gruppo di terroristi, col nome in codice di Snake. L'incontro con quello vero, Solid, lo cambia e tra i due nasce un rapporto di rispetto e amicizia che porta colui che viene poi chiamato Raiden ad aiutare l'eroe in più di un'occasione, anche a costo di rischiare la vita e qualche parte del suo corpo, che a un certo punto (Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots) è quello di un cyborg. Ciò che resta di umano in lui è racchiuso nella testa e nella spina dorsale. Per la cronaca, Raiden uccide Solidus Snake sulla Federal Hall di Washington.

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Psycho Mantis – Metal Gear Solid (1998, Konami)

Altro giro, altro personaggio "particolare" della serie per la nostra lista. Si tratta di Psycho Mantis, un telepate attratto dalle persone che nutrono sentimenti negativi, ex bambino soldato dell'unità XOF e poi membro attivo della FOXHOUND. Dal 1984 indossa sempre una maschera antigas che in teoria dovrebbe aiutarlo a prevenire i cattivi pensieri delle persone, ma anche per nascondere un viso deturpato. Psycho Mantis ha avuto un infanzia a dir poco difficile: nasce in URSS durante il periodo della Guerra Fredda, odiato dal padre perché lo ritiene la causa della morte della madre, deceduta proprio mentre lo partoriva. Quando scopre i suoi poteri e i sentimenti che il papà nutre nei suoi confronti, infuriato e spaventato al contempo, dà fuoco al suo villaggio uccidendo anche il genitore. Psycho Mantis è anche uno dei boss della serie decisamente più fastidiosi da affrontare. Merito del genio di Hideo Kojima, che è riuscito a sfruttare a dovere le abilità dell'uomo anche a livello di gameplay, abbattendo di fatto le barriere tra videogioco e giocatori in un modo originale e all'epoca sorprendente. Grazie al dono della telecinesi, della telepatia e del controllo della mente, e ovviamente alla bravura degli sviluppatori, questo boss è infatti in grado di anticipare le mosse di Snake, attivare il Dual Shock del joypad, leggere la memory card della console dicendo la frequenza dei salvataggi di Metal Gear Solid o i nomi di alcuni titoli di Konami eventualmente in memoria, e così via. Può perfino oscurare il video gridando "Blackout!", con lo schermo che diventava completamente nero, dando la sensazione di un guasto (un'idea che Kojima ha rispolverato recentemente in P.T.), impedendo al giocatore di agire. L'unica soluzione per resistergli è quella di invertire i controller: in questo modo Psycho Mantis non può più prevedere le mosse del giocatore e quest'ultimo può combatterci contro. Ma anche in quel caso si rivela un avversario alquanto ostico. Il membro della FOXHOUND pende anche il controllo di Meryl Silverburgh per due volte durante lo scontro: in questo caso il giocatore deve stordire la donna mediante granate apposite o metterla KO senza ucciderla, prima di attaccare il vero nemico, poiché in caso di morte della vittima, termina la partita.

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The Boss - Metal Gear Solid 3: Snake Eater (2004, Konami)

Figlia di un importante politico statunitense che faceva parte della ristretta schiera dei Filosofi, un gruppo segreto formato da magnati, scienziati e filosofi provenienti da Russia, Stati Uniti e Cina capace di influenzare le sorti delle singole Nazioni attraverso l'economia, la politica e le guerre, The Boss è una leggendaria soldatessa ammirata e rispettata ovunque. E' considerata la "madre delle forze speciali statunitensi" visto che è lei ad addestrare i migliori militari del Paese, compreso il futuro Big Boss. Tuttavia è mamma per davvero, per l'esattezza di quella banderuola di Ocelot. The Boss, modellata sulla figura dell'attrice Charlotte Rampling, insegue un'utopia, quella di unire le nazioni sotto un unico "vessillo", come ai tempi della guerra contro la Germania nazista, per una pace mondiale duratura e in parte militarizzata, senza patria e nazioni che secondo lei rappresentano il male del mondo. Un sogno spezzato durante una missione dove viene uccisa a malincuore proprio dal suo allievo, Naked Snake, che la crede una traditrice. Ma quando il soldato, che da allora viene ribattezzato Big Boss, viene a sapere che in realtà la sua amica e mentore The Boss non aveva mai tradito gli Stati Uniti d'America, che agiva sotto copertura e talmente ligia al dovere, aveva deciso di sacrificare la propria vita e assumersi colpe non sue per tutelare l'immagine del governo americano su certi fatti per evitare una pericolosa escalation tra U.S.A. e U.R.S.S., ne rimane sconvolto al punto da cambiare radicalmente personalità. Tormentato dal dolore e dal rimorso, con l'eco di parole che per sempre gli rimbomberanno nella testa: "ha sacrificato il suo onore per la Patria, ma nessuno conoscerà mai il suo sacrificio se non tu (Snake)". Insieme a noi, scioccati e commossi videogiocatori.

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Skull Face - Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain (2015, Konami)

Viso sfigurato dal fuoco, che l'ha ridotto quasi a un teschio, corpo infettato da innumerevoli ceppi dei "parassiti delle corde vocali" e mezzo deteriorato, aria truce e pericolosa che va ben oltre il suo brutto aspetto, a Skull Face non manca proprio nulla per schifare a vista: sembra uscito da uno di quei film horror anni sessanta ambientati nell'est europeo, tra lande desolate e castelli che nascondono terribili segreti. Che poi abbia vissuto in Transilvania è solo una simpatica coincidenza. Della sua vita si conosce poco, se non che pure lui, come del resto quasi tutti i personaggi della saga, ha avuto un'infanzia difficile, costretto ad assistere al massacro degli abitanti del suo villaggio, e a combattere sotto una bandiera, quella sovietica, che non era la sua. Tra l'altro è proprio in quella occasione che il suo volto viene deturpato dall'incendio doloso provocato dalle truppe invasori russe. Crescendo, entra nel mondo dello spionaggio per l'Unione Sovietica, ma con in realtà l'intento di vendicare proprio il suo popolo natio. Durante il suo servizio, infatti, provoca la morte di importanti personalità del regime, pare perfino quella di Stalin, prima di disertare, fuggire in occidente e arruolarsi nel SAS, diventando col tempo vicecomandante di Zero, fondatore dell'unità speciale FOX, che lo mette a capo di un'altro gruppo operativo speciale segreto, chiamato XOF.

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