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Monster Hunter Stories, ovvero il mio amico Rathalos

Abbiamo provato la lunghissima demo del promettente JRPG ispirato a Monster Hunter

PROVATO di Christian Colli   —   11/08/2017

Mentre tutti si disperano perché Monster Hunter XX per Nintendo Switch e Nintendo 3DS probabilmente non arriverà in Occidente e l'attesa per il rivoluzionario Monster Hunter: World, PlayStation 4, comincia a diventare insostenibile, l'arrivo sui nostri scaffali di Monster Hunter Stories rischia di passare inosservato e forse è anche per questo che Nintendo ha deciso di pubblicare una lunghissima versione dimostrativa sull'eShop. In verità, noi abbiamo sempre avuto un debole per Monster Hunter Stories: fin dal suo annuncio, questo bizzarro esperimento ci aveva rapito grazie a una grafica coloratissima, a un piacevole stile cartoonesco e a un fanservice che pesca a piene mani nel franchise firmato Capcom per strizzare l'occhio agli amanti dei giochi di ruolo tradizionali. Bisogna ammettere che trasformare un gameplay molto specifico come quello di Monster Hunter in un generico JRPG è stato un vero azzardo e, fino a oggi, abbiamo un po' temuto che lo sviluppatore Marvelous avesse soltanto fabbricato un prodotto di poca sostanza. Il paio d'ore trascorso con la demo ci ha tranquillizzati: Monster Hunter Stories sembra davvero un giocone.

Chiamateli Rider

Monster Hunter Stories ci racconta le peripezie di un aspirante Rider, un giovanotto che vive nel villaggio di Hakum insieme ai suoi amici Lilia e Cheval. Tutto inizia con una goliardica bischerata e il ritrovamento di un uovo di Rathalos, ma la storia assume tinte molto più fosche quasi subito quando un Narcacuga corrotto dal misterioso Flagello Nero attacca il villaggio e uccide la madre di Cheval. L'introduzione di Monster Hunter Stories mette subito in chiaro che dietro lo stile da cartone animato nipponico e la morbida stilizzazione dei mostri si nasconde una trama molto meno infantile di come potrebbe apparire a prima vista. Nonostante il drammatico incidente, Monster Hunter Stories riprende quasi subito un ritmo entusiasmante che ci conduce, un anno dopo, alla prova per diventare ufficialmente Rider e all'incontro con uno strampalato Felyne di nome Navirou. I cacciatori di Hakum, infatti, imparano attraverso il Rito del Legame a domare i mostri invece che a ucciderli, addirittura allevandoli in apposite scuderie. In questo senso, Monster Hunter Stories ci ha ricordato Pokémon, poiché la ricerca e la collezione delle uova dei mostri è uno degli aspetti più interessanti e importanti del gameplay. I mostri non servono solo a combattere, come vedremo in seguito, ma anche a esplorare le vaste mappe che circondano Hakum: alcuni mostri come il Velocidrome sono in grado di compiere salti enormi e raggiungere piattaforme sopraelevate, mentre altri possono sfondare pareti rocciose, arrampicarsi e via discorrendo. Esplorare la mappa significa raccogliere risorse e materiali come si farebbe in un qualsiasi altro Monster Hunter e lo sviluppatore Marvelous è stato ben attento a rievocare persino i tradizionali effetti sonori che contraddistinguono le azioni in questione. Monster Hunter Stories tuttavia è un JRPG e quindi è legato a una sorta di progressione forzata, scandita attraverso missioni principali e missioni secondarie. Le prime servono a portare avanti la trama attraverso dialoghi o cutscene sorprendentemente curate; le seconde sbloccano oggetti, equipaggiamenti, riconoscimenti e varie altre ricompense. Fortunatamente, il giocatore può accettare gli incarichi nel villaggio, parlando con gli abitanti o interagendo col tabellone, e completarli in qualsiasi momento mentre esplora o si dedica alla missione principale. La varietà di contenuti, feature e attività secondarie ci ha sorpreso positivamente. Oltre alle missioni suddette, possiamo dedicarci appunto alla gestione dei Monstie (praticamente un gioco di parole che unisce le parole "monster" e... "bestie", cioè migliore amico) nella nostra scuderia, al ritrovamento dei tanti Poogie nascosti in giro per le mappe, al completamento dei vari cataloghi di mostri e oggetti, alla fabbricazione di armi e armature che cambieranno l'aspetto del nostro alter ego e addirittura a una modalità multigiocatore che ci permetterà di sfidare a duello i nostri amici e i loro Monstie.

Forbice, sasso, zampa

La più grande scommessa di Monster Hunter Stories non era neppure quella di abbracciare il genere JRPG, ma piuttosto congegnare un sistema di combattimento a turni classico che rievocasse in qualche modo gli avvincenti scontri all'ultimo sangue tra cacciatori e mostri giganti. Marvelous è riuscito nell'intento soltanto in parte, ma i combattimenti di Monster Hunter Stories ci hanno comunque fatto un'ottima impressione. In termini nostalgici, sono le animazioni eccezionali di Rider e mostri vari a ricordarci la serie madre: ogni attacco è stato traslato fedelmente, seppur riadattato allo stile cartoonesco che contraddistingue lo spin-off. A tal proposito, non possiamo fare altro che dirci ammirati dal comparto tecnico. Monster Hunter Stories è semplicemente splendido a vedersi. La cura riservata ai particolari e alla scelta dei colori fa ben presto dimenticare gli sfortunati effetti di pop-up in lontananza e in un momento in cui persino Nintendo non si cura più di implementare l'effetto stereoscopico ci ha fatto piacere scoprire che lo slider funziona a meraviglia. Purtroppo l'effetto 3D incide sul frame rate e rende le immagini un po' più sporche, ma c'è e questo è importante. Tornando al sistema di combattimento, Marvelous ha scelto la cara, vecchia morra cinese che abbiamo già visto in Pokémon o Fire Emblem.

Monster Hunter Stories, ovvero il mio amico Rathalos

Negli scontri schieriamo il nostro eroe e il suo Monstie primario contro un altro mostro e, occasionalmente, il suo Rider. Possiamo usare medicine e abilità speciali, ma soprattutto attaccare scegliendo tra Potenza, Tecnica e Velocità: se il nostro attacco - o quello del nostro mostro, che è automatico - soverchia quello dell'avversario, infliggeremo più danni. Talvolta dovremo ricorrere a semplici minigiochi in cui bisogna premere velocemente un tasto e abbiamo anche scoperto che alcune combinazioni di attacchi conferiscono a determinate armi dei bonus speciali, ma sostanzialmente il meccanismo è davvero molto semplice e intuitivo e le animazioni, che alla lunga potrebbero stancare, si possono velocizzare premendo semplicemente un tasto. Mettendo a segno vari colpi consecutivi, inoltre, si carica l'indicatore del Legame che, a un certo punto, ci permetterà di cavalcare il nostro Monstie e di accedere a una serie di attacchi nuovi e più potenti, tra i quali spicca una specie di super mossa davvero spettacolare che infligge danni enormi ma, sfortunatamente, separa nuovamente i nostri combattenti. Scegliere quando cavalcare il nostro compagno o addirittura scambiarlo con un altro diventa dunque molto importante, anche se i primi scontri sono stati piuttosto semplici, com'è giusto che sia all'inizio del gioco. La demo di Monster Hunter Stories è tuttavia sorprendentemente lunga e impegnativa, infatti consente di trasferire il salvataggio nel gioco completo per riprendere l'avventura dal momento in cui l'avevamo interrotta, beneficiando anche di qualche ricompensa. In altre parole, se state pensando di acquistare Monster Hunter Stories, vi consigliamo caldamente di scaricare la demo e cominciare l'avventura.

La versione dimostrativa di Monster Hunter Stories ci ha riconfermato la bontà di questo spin-off: il titolo firmato Marvelous e Capcom ha il pregio di rivolgersi sia ai fan del franchise come fosse una letterina d'amore, sia ai giocatori che preferiscono i JRPG a turni tradizionali. La storia ci è sembrata un po' derivativa ma comunque interessante, mentre il comparto tecnico ci ha soddisfatto pienamente, al netto di qualche incertezza a effetto 3D attivo. L'ultima parola l'avrà la recensione, ovviamente, ma al momento siamo davvero molto ottimisti. Tenetelo d'occhio.

CERTEZZE

  • Graficamente è una vera perla
  • Il sistema di combattimento è semplice ma divertente
  • Tanti contenuti

DUBBI

  • L'effetto 3D ammazza un po' la fluidità
  • Profondità della narrazione tutta da verificare
  • Il livello di difficoltà nelle fasi avanzate