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Metroid: Samus Returns è un'operazione di ringiovanimento da manuale

Prendere uno dei Metroid più "anziani" e ammodernarlo non è un'impresa da tutti: ci provano i MercurySteam, spinti da una forte passione per la serie

ANTEPRIMA di Aligi Comandini   —   15/08/2017

Lo hanno presentato quasi in sordina all'E3, fuori dalle luci della ribalta del Nintendo Direct, eppure Metroid: Samus Returns è un titolo che molti appassionati attendevano quasi quanto il nuovo Metroid Prime. Parliamo d'altro canto di un capitolo 2D classico, un ritorno alle radici che non si vedeva da una vita; e se è pur sempre vero che si tratta di un remake, non è facile trattenere l'esaltazione quando tra i ricordi d'infanzia si vantano ore passate davanti a Super Metroid e altri capolavori simili. Solo che alle redini del progetto non c'è Nintendo bensì il team spagnolo MercurySteam, e che la formula di base sembra essere cambiata più di quanto fosse lecito prevedere, stando al gameplay mostrato. Desiderosi di comprendere con maggior chiarezza cosa nasconde il ritorno alle origini di Samus, ci siamo quindi buttati anima e corpo nell'analisi: ecco cosa abbiamo carpito da questo promettente videogame.

Un progetto inaspettato

Varie voci davano per certa una proposta a Nintendo dei MercurySteam riguardante lo sviluppo di un nuovo Metroid, anche se pare si trattasse di un Prime, o addirittura di un titolo completamente diverso dai giochi precedenti scartato dalla casa di Kyoto dopo una serie di attente considerazioni. La passione del team non è comunque andata sprecata: forse per testare le loro capacità, o semplicemente per cogliere due piccioni con una fava vista la disponibilità dimostrata, Nintendo ha deciso di smuovere il buon Sakamoto (storico producer della saga) per ridare vita a quello che quasi all'unanimità viene considerato il più limitato dei Metroid classici - escluso ovviamente il primissimo capitolo - ovvero Metroid II: Return of Samus. Un'impresa questa, in realtà, meno difficile di quanto si possa credere, poiché stiamo parlando sì di un titolo originariamente pensato per Game Boy ed estremamente più semplicistico degli altri capitoli, ma comunque largamente migliorabile con i dovuti accorgimenti.

Metroid: Samus Returns è un'operazione di ringiovanimento da manuale

Meglio entrare nel dettaglio: Metroid II è un gioco più incentrato sul combattimento rispetto ad altri Metroid, e forse a causa delle limitazioni hardware del tempo la sua mappa ad oggi è una delle più lineari e facilmente esplorabili della saga, nonostante non manchino anche in essa una miriade di segreti e passaggi nascosti. La sua scelta per un remake è quanto mai brillante, visto che mantiene le basi che hanno reso il marchio leggendario ma dovrebbe risultare sensibilmente più intuitivo per i neofiti delle avventure di Samus. Il lavoro di MercurySteam non poteva però limitarsi a un secco port: il gioco è invecchiato malamente, le sue meccaniche sono ormai goffe e difficili da gestire, e persino strutturalmente lascia a desiderare. Davanti a queste magagne, dunque, il team spagnolo ha optato per un rimaneggiamento significativo dei sistemi capace di riavvicinare il tutto alla perfezione di Zero Mission, e di aggiungere a quelle granitiche basi una serie di modernizzazioni pensate per "svecchiare" il combattimento.

Cha-cha-chaaange

Il cambiamento più importante riguarda senza dubbio la gestione del cannone da braccio di Samus, ora in grado di sparare con precisione millimetrica se la cacciatrice è ferma e ad angolature fisse se in movimento (in modo simile al già citato Zero Mission). La ragione di tanta importanza non è da ricercarsi esclusivamente nella miglioria meccanica, bensì in una completa trasformazione dei nemici, adattati al nuovo sistema. I Metroid (ma anche i boss non-Metroid) con cui si ha a che fare in Metroid II sono infatti vulnerabili solo in zone molto limitate del corpo, che i comandi originali rendono piuttosto ardue da colpire: facilitazioni simili abbasserebbero eccessivamente il livello di sfida, quindi i MercurySteam sono corsi ai ripari aumentando la velocità generale dei temibili avversari e garantendogli nuove manovre, tra cui proiettili energetici alle evoluzioni iniziali che costringono Samus a muoversi costantemente per non venir colpita. Una trovata indubbiamente furba, che ridona freschezza a battaglie in origine non poi così complesse. Ma qui va considerata pure una seconda novità: il contrattacco.

Metroid: Samus Returns è un'operazione di ringiovanimento da manuale

L'instancabile cacciatrice di taglie dispone infatti anche di un colpo corpo a corpo improvviso, che se piazzato al momento dell'attacco nemico permette di eseguire uno spettacolare contrattacco che ricorda da vicino i colpi di grazia di Metroid Other M. Oltre ad essere scenica, la novità ha spinto i MercurySteam a ritoccare anche l'aggressività delle già incattivite forme avanzate di Metroid, per un generale aumento del ritmo che ci riesce difficile non apprezzare. Qui subentrano però alcuni dubbi, legati in primis alla difficoltà: anche con i cambiamenti apportati il gioco ci è sembrato sensibilmente meno punitivo rispetto ad altri Metroid, una cosa assennata se si considera Samus Returns come una ripartenza per la serie che deve adattarsi anche al pubblico moderno, ma indubbiamente in grado di far storcere il naso ai veterani. La finestra di tempo necessaria per piazzare la contromossa ci è poi parsa fin troppo ampia e la sua presenza rende effettivamente meno temibili certi nemici ostici nell'originale come gli Zeta Metroid.

Metroid: Samus Returns è un'operazione di ringiovanimento da manuale

Insomma, la speranza è che i MercurySteam abbiano evitato di semplificare troppo le cose, anche perché tra i cambiamenti è presente addirittura uno scanner, che - seppur sensato per ricollegare in parte le abilità di Samus a quelle della serie Prime - mostra i passaggi segreti annullando parte del senso di scoperta mentre si vaga per la mappa. Una modalità difficile chiaramente c'è, ma per sbloccarla c'è bisogno di finire il gioco, e l'unica alternativa è l'uso dello speciale Metroid amiibo in arrivo in concomitanza col titolo, che garantisce l'accesso a una "Modalità Fusion" con tanto di tuta speciale. Messi da parte i dubbi sul livello di sfida, comunque, il lavoro di MercurySteam sembra sopraffino: hanno modificato strutturalmente l'avanzamento, rendendo più logico il massacro di Metroid che Samus compie avanzando per la campagna; hanno ampliato la mappa, pur mantenendo invariata la sua struttura di fondo; e pare abbiano persino inserito dei punti di spostamento rapido per evitare il tedioso backtracking di certe fasi. Insomma, le premesse per un classico dei giorni nostri ci sono, non resta che aspettare.

Avere a che fare con un nome come Metroid non è cosa da poco, ma ciò che abbiamo visto di Samus Returns ci ha colpito positivamente. Che questo sia un progetto creato da appassionati è già evidente e gli unici dubbi riguardano il livello di sfida, che sembra decisamente meno punitivo rispetto a quello a cui i capitoli 2D migliori della serie ci hanno abituato. Ciò detto, non vediamo comunque l'ora di mettere le mani sul gioco. Abbiamo aspettato troppo a lungo una nuova avventura della bionda cacciatrice di taglie.

CERTEZZE

  • Meccaniche ammodernate, che velocizzano il ritmo di gioco e sembrano funzionare a dovere
  • Mappa rimaneggiata, ampliata e migliorata in molti aspetti

DUBBI

  • Livello di sfida all'apparenza più basso rispetto ai canoni della serie