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Abbiamo provato il single player di Destiny 2

Dopo un test di oltre quindici ore, vi sveliamo tutti i segreti della European Dead Zone!

PROVATO di Tommaso Valentini   —   24/08/2017

Destiny ha rappresentato tante cose diverse per tante tipologie di videogiocatori. C'è chi lo ha amato alla follia passandoci sopra centinaia di ore, chi, come il sottoscritto, lo ha toccato di sfuggita al lancio solo per poi saggiarne i contenuti aggiuntivi periodici, chi l'ha ignorato del tutto e chi invece ha alternato fasi di dipendenza a fasi di rifiuto completo. Potremmo parlare di gusti, principalmente, se dovessimo cercare le motivazioni di cotanta disparità nell'attaccamento allo sparatutto futuristico targato Activision ma forse la risposta più semplice è anche quella più corretta: Destiny era solo il principio di un progetto più grande, un'idea in incubazione che con il passare dei mesi si è formata ed è maturata, lasciando emozioni differenti a chi si addentrava sui server in base al periodo di crescita. Quando siamo partiti per Seattle per passare due giorni serratissimi in compagnia del nuovo capitolo, ci aspettavamo quindi un salto importante, che ponesse una linea di demarcazione ben visibile rispetto al passato, qualcosa che ci facesse esclamare senza ombra di dubbio che Destiny 2 era pronto a divenire un gioco solido e massiccio sin dal principio. Fortunatamente, siamo stati accontentati, anche se non possiamo svelarvi tutte le ragioni dietro questa nostra affermazione trovando un titolo completo e con tantissime frecce al proprio arco, pronte per fare breccia nel cuore dei vecchi fan così come in quello dei nuovi giocatori.

Abbiamo provato il single player di Destiny 2

L'European Dead Zone, meglio conosciuta come EDZ, è la zona di partenza di Destiny 2, la regione che farà da apripista alle vicende di questo nuovo capitolo e che avrà il compito di insegnare ai giocatori, vecchi e nuovi, come potenziare i propri guardiani durante la rincorsa al livello massimo. La EDZ ha il grandissimo pregio di avere una buona estensione e di non annoiare mai lo sguardo dei giocatori. Ogni più piccola area è curata nel minimo dettaglio e poco sembra essere stato lasciato al caso. Si comincia facendo la conoscenza di Devrim Kay, un cecchino d'avanguardia posizionato all'interno di un campanile diroccato, una similitudine nemmeno troppo velata con le decine di giochi di guerra a cui abbiamo già giocato. Eppure, nonostante le somiglianze che appaiono al primo colpo d'occhio ci vuole veramente poco per capire che è solo un riferimento, un omaggio dovuto, ma da cui Destiny 2 prende subito le distanze. Attorno alla struttura diroccata infatti, sciamano orde di Caduti che tentano con bramosia di accedere a quest'ultimo punto di difesa. Si esce dal portone della cattedrale imbracciando le armi e sparando a qualsiasi cosa si muova, ritrovando quello stesso identico gameplay che tanto era stato apprezzato nel titolo originale. Destiny 2 si gioca esattamente come il suo predecessore e anche i nemici, sempre numerosi e aggressivi, sembrano non aver imparato nessun trucchetto nuovo, muovendosi nel medesimo modo dietro le coperture, ingaggiando il giocatore in furiosi corpo a corpo quando le munizioni vengono meno o cercando riparo non appena una granata gli finisce troppo vicino. Persino le animazioni non sono state stravolte, con piccoli miglioramenti relativi ai movimenti ma senza rivoluzioni di sorta. A farla da padrone è ancora l'ottima varietà di ostili che affronteremo contemporaneamente, un elemento distintivo della serie e che aiuta a nascondere le piccole magagne fin qui descritte, che solo i giocatori più esigenti potrebbero però rilevare. Non mancano però le nuove aggiunte, come i cani per i Cabal, ad esempio, che ricordano vagamente i Felhound di World of Warcraft, diverse nuove unità per i Caduti, ma compaiono anche boss e nemici élite inediti senza però riuscire a togliere del tutto il senso di déjà vu. Ad aggiungere quella varietà indispensabile per uscire dal pericolo copia e incolla ci pensano allora le cose da fare. Le missioni della storia principale portano a esplorare tutta la mappa ma sono i collezionabili, le Adventure e gli Eventi Globali a consentire poi di scandagliare metro per metro l'intera regione. Destiny 2 sembra voler infatti spremere ogni singola area di gioco al massimo, non solo proponendo un quantitativo di attività davvero stupefacente durante il primo passaggio, ma facendo ritornare il giocatore in aree visitate in precedenza in maniera meccanica, con il livello dei nemici che si adatterà per mantenere una sfida sempre bilanciata.

Una galassia nel palmo della mano

Destiny 2 implementa un sistema di trasferimento rapido tra le aree già visitate per velocizzare gli spostamenti, piuttosto tediosi da affrontare inizialmente a causa dell'assenza degli Astori, recuperabili solo in un secondo momento attraverso un metodo che farà sicuramente discutere ma del quale non possiamo ancora parlarvi. Mentre si esplora il mondo le intense attività parallele quasi ci pioveranno addosso in quantità e con estrema frequenza, con tanto di timer ben visibile sulla mappa per permetterci di organizzare e ottimizzare al meglio il nostro tempo di gioco. Che si tratti della caccia agli High Value Target, una sorta di taglia da ottenere sconfiggendo un boss élite, o i più canonici eventi pubblici, c'è sempre del movimento accanto a noi, sempre qualche agguato da affrontare, qualche area da sorvegliare e difendere o attività di ricerca da completare. Non è detto nemmeno che le cose non si mischino insieme in una mega battaglia che coinvolga più razze e nemici contemporaneamente, i quali, come da tradizione, non perderanno occasione di spararsi addosso facilitandoci leggermente il compito. Ci saranno poi eventi pubblici Regolari ed Eroici, con due difficoltà e ricompense ovviamente differenti. Non è inusuale morire negli eventi pubblici più complessi e spesso ci si trova a dover schivare colpi ad area devastanti, ad essere accerchiati con colpi che arrivano da tutte le parti rendendo vani i movimenti in coperture o ad affrontare addirittura carri armati e veicoli leggeri guidati dai caduti, per un caos a schermo esaltate e un livello di sfida sempre esaltante. Non mancano poi nemmeno le missioni di esplorazione, facoltative e denominate Lost Sector: non sono altro che aree nascoste molto difficili da trovare, nonostante sia ben visibile l'icona dell'accesso sulla mappa, infarcite di nemici e adornate dal consueto boss di fine livello. Perché dedicarsi a tutte queste attività per ore e ore giunti a questo punto? Per fama, gloria e nuovi equipaggiamenti, molto semplicemente. Ogni singola attività portata a compimento con successo, infatti, vi ricompenserà con una cassa contenente lumen in quantità, un'arma o un'armatura e soprattutto delle monete speciali da riportare a Devrim nella zona iniziale, indispensabili per aumentare la reputazione e ottenere come ricompensa una collezione di oggetti di livello crescente. Non temete nemmeno per i contenuti narrativi perché le Adventure, parallele alla campagna principale e disseminate per tutta la mappa vi consentiranno di partecipare a mini missioni istanziate dalla durata di circa quindici minuti che vi aiuteranno ad approfondire la storia della regione e di alcuni protagonisti.

Abbiamo provato il single player di Destiny 2

Variety Fair

Parlavamo all'inizio di una buona varietà nell'ambientazione ma non abbiamo poi approfondito il discorso. Ad affiancare la zona da seconda guerra mondiale di partenza, non mancano aree più ad ampio respiro dove la civiltà lascia spazio alla natura, con ampie foreste di conifere che troneggiano su imponenti strapiombi dal panorama fantastico. Si passa dagli avamposti dei Cabal a rovine sparse qua e là per la mappa, il tutto ovviamente accompagnato da quell'atmosfera fantascientifica propria di Destiny e sempre particolarmente riconoscibile. A lasciare davvero sbalorditi sono i paesaggi di Destiny 2, magnifici e particolarmente evocativi, con vedute da ammirare e un cielo meraviglioso sotto cui combattere. Non ci è parso di vedere migliorie sensibili al comparto grafico e oltre a un maggior numero di effetti particellari e a un aumento dei dettagli a schermo, l'impianto sembra essere una semplice evoluzione di quello del primo capitolo. Incredibile invece è il sonoro con una colonna sonora meravigliosa e ritmata alla perfezione con quanto accade a schermo, in grado di tenere sempre avvolto il giocatore, trascinandolo in un universo che non vediamo l'ora di esplorare a fondo e dal quale siamo sicuri non ci staccheremo tanto in fretta.

Abbiamo provato il single player di Destiny 2

Questo è solo un assaggio di quanto abbiamo visto nella nostra visita a Seattle. Non possiamo purtroppo ancora parlarvi di un sacco di cose, dalla costruzione della trama alla crescita ed evoluzione del personaggi. Il prossimo appuntamento è dunque previsto per il prossimo 5 settembre alle 16:00, momento in cui crolleranno tutti gli embarghi che ci imbavagliano. Al momento, possiamo però dirvi che la EDZ ha mostrato tantissime cose positive ma soprattutto un impianto ludico che sembra essere già da ora in grado di reggere per decine e decine di ore di gioco. Il termometro per la valutazione in questi casi è sempre regolato dalla voglia di tornare a calcare l'universo di Destiny e noi, dopo queste prime venti ore di test, abbiamo un desiderio insano di prendere in mano un guardiano e perderci per settimane a fare PvP e a sbrigliare una trama che, come visto in beta, ha un incipit particolarmente interessante. Attendiamo fiduciosi il giorno del lancio.

CERTEZZE

  • Tantissime cose da fare nelle regioni
  • Ambientazioni varie e magnifiche da ammirare
  • Colonna sonora strabiliante

DUBBI

  • Speriamo in una maggior varietà di nemici
  • Il farming è come sempre imperante