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Pareri e impressioni sul primo raid di Destiny 2

Leviathan offre una sfida particolarmente elevata e impegnativa, era il raid che volevamo?

SPECIALE di Tommaso Valentini   —   22/09/2017

Siamo ormai in dirittura d'arrivo per quanto riguarda la copertura di Destiny 2 tanto che, dopo l'articolo dedicato alle Prove dei Nove e al PvP di qualche giorno fa, con questo speciale su Leviathan andiamo a chiudere il cerchio delle attività di alto livello previste per la versione base dello shooter Bungie. È stato un viaggio intenso che ci ha portato a consumare litri di inchiostro virtuale, che ha regalato altresì tantissimi spunti di discussione ma soprattutto una buona quantità di ore di gioco per tutti i guardiani là fuori. Leviathan è il primo raid incluso in questa tranche iniziale, l'unica sfida degna di questo nome per i clan affamati di gloria, già diventato, nel giro di una settimana, termometro della potenza dei gruppi organizzati che si sfidano a completarlo nel minor tempo possibile. Nel momento in cui scriviamo il record è di circa 27 minuti, e la gloria è tutta italiana visto che il gruppo capace di ottenere questo strabiliante risultato è stato capitanato da Giorgio "Pow3r" Calandrelli, volto noto nel circuito degli FPS competitivi. Per chi non ha ambizioni di portarsi a casa alcun trofeo sulla velocità di esecuzione, Leviathan risulta comunque una sfida complessa e abbastanza stimolante, pur uscendo dai canoni a cui Destiny ci aveva abituato. Pro e contro di una componente inusuale e che, sicuramente, farà discutere.

Pareri e impressioni sul primo raid di Destiny 2

Uno scontro che non c’è

Un'enorme astronave divora pianeti sarà il luogo dell'epico scontro tra Guardiani e Cabal. L'ambientazione colpisce per le immense strutture dorate che adornano questa base mobile e la costruzione labirintica del dungeon regala ore di libera esplorazione ai giocatori più curiosi, che possono perdersi a cercare zone nascoste, passaggi e piccoli segreti. Purtroppo tutta questa vastità viene messa in secondo piano dalla completa assenza di reali cose da fare. Il centro del Leviatano è infatti l'unico luogo in cui l'azione prende il sopravvento e sarà proprio lì che, per ben quattro volte, dovrete tornare per accedere alle sfide a cui l'imperatore Calus vi sottoporrà prima di palesarsi. Aspettavamo con ansia questo contenuto perché avrebbe dovuto chiudere il cerchio di un capitolo nettamente superiore al suo predecessore e da cui ci saremmo aspettati un'istanza finale da lasciare a bocca aperta per intensità e varietà. Succede però che quando si entra nel Leviatano e ci raggruppa per far partire il primo vero combattimento le aspettative iniziano a calare vistosamente, con la conferma nelle ore di gioco successive, che in questo raid, alla fine, si spara davvero pochissimo e che ad attendervi ci sarà un solo boss canonico. Calus si è infatti trincerato dietro a una serie di prove che mettono sotto pressione i giocatori richiedendo coordinazione e abilità nei movimenti, senso dell'orientamento e tempismo perfetto. Bungie ha quindi deciso di far vedere che Destiny 2 non è solo uno sparatutto ma che può proporre interessanti alternative al solo fuoco ignorante. Così in una sfida sarà necessario scambiarsi di posto con i propri compagni per non morire avvelenati in alcune pozze venefiche, nell'altra bisognerà giocare di astuzia e aggirare delle sentinelle pronte ad eliminarvi in un sol colpo e nell'ultima servirà semplicemente correre e saltare alcuni ostacoli in una sorta di minigioco circolare. Le armi in tutto questo vengono prevalentemente lasciate nella fondina e sinceramente avremmo preferito quantomeno degli scontri impegnativi e ben congegnati al termine di queste prove. In questo modo invece, per tutta la prima lunga parte, ci si trova a dover semplicemente dialogare costantemente con i compagni per sbrogliare la matassa e se il combattimento alle terme è ancora piacevole da giocare, le sezioni nei Giardini del Piacere e nel Gauntlet ricordano più altri generi che poco soddisfano chi ama sparacchiare a destra e a manca. Una varietà che dovrebbe essere un fattore positivo ma che purtroppo fatica a far brillare un raid da cui il cuore del gameplay di Destiny 2 viene strappato con così tanta veemenza.

Pareri e impressioni sul primo raid di Destiny 2

Io volevo solo sparare

Completare il primo grosso raid di Destiny 2 senza sparare insomma lascia un po' l'amaro in bocca e ci saremmo aspettati qualcosa di molto diverso. Capiamo la volontà di Bungie di proporre qualcosa di alternativo ma a nostro modo di vedere, Leviathan sarebbe potuto essere un efficace raid di contorno andando ad affiancare esperienze più classiche. Gli stessi giocatori si sentono poco gratificati nel completare le varie sfide prima del boss finale, visto che ci sono poche o nulle ricompense, se non token da utilizzare come valuta solo dopo aver sconfitto Calus. Si gioca per il gusto di giocare insomma, per un'attività che rischia di risucchiarvi ore su ore durante i primi tentativi e a farvi comunque tornare a casa a mani vuote anche in caso di successo. E se questo accade ai clan affiatati per i giocatori meno esperti il Leviatano è un vero incubo: punitivo e feroce. Non lascia spazio al minimo errore e, ad aggravare ulteriormente le cose, ci si mettono revive contati e un timer da trenta secondi scaduto il quale se c'è anche solo un membro del party morto tutti i suoi compagni vengono spazzati via all'unisono. Questo si ricollega però con ciò che dicevamo in sede di recensione: Destiny 2 è troppo facile. L'intera campagna, gli Assalti e persino i Cala la Notte non preparano nessuno adeguatamente ad affrontare un'istanza come questa. Tutto il gioco basa la sua essenza, giustamente, sul mero run and gun e l'intero ecosistema funziona e diverte adeguatamente durante il processo di crescita. Non si muore, quasi mai, e la sfida inizia a essere interessante solo con gli ultimi Cala la Notte a tempo ma il balzo e l'organizzazione richiesta per affrontare questo raid sono semplicemente troppo distanti da tutti gli altri contenuti. È come se mancasse un anello di congiunzione, un tassello che possa rendere la crescita più graduale e che possa, in qualche modo, portare tutti i giocatori a godere dei contenuti in maniera adeguata. Scommettiamo quindi su una patch a breve che aggiusti il tiro e che sistemi alcuni glitch, nel frattempo continueremo a sfondarci di pietre miliari e eventi per alzare il nostro livello, nella speranza di riuscire a prendere abbastanza confidenza con il raid da poter completare l'istanza in tempi ragionevoli.

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