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I primi passi nell'universo alternativo di Sine Requie: Snake Eyes

Un interessante ibrido tra avventura e gioco di ruolo basato sull'ambientazione e sulle regole del celebre RPG cartaceo italiano di Sine Requie

PROVATO di Mattia Armani   —   06/11/2017

Sine Requie: Snake Eyes, approdato il primo novembre su Kickstarter, è frutto dell'impegno dell'italianissima Unreal Vision ed è ambientato nell'altrettanto nostrano universo del celebre Sine Requie, un gioco cartaceo collocato in un 1957 alternativo pieno zeppo di cadaveri ambulanti e di regimi totalitari. Ibrido tra avventura a bivi e gioco di ruolo, è un titolo piuttosto modesto dal punto di vista tecnico, ma può vantare una formula intuitiva e intrigante che abbiamo potuto provare grazie alla una demo.

I primi passi nell'universo alternativo di Sine Requie: Snake Eyes

Un viaggio nell'orrore

Lanciata la versione dimostrativa di Snake Eyes ci ritroviamo in pieno autunno nel bel mezzo della mappa di viaggio, che possiamo esplorare balzando da una zona esplorabile all'altra, decidendo in che direzione procedere seguendo i suggerimenti dei quattro personaggi che compongono il gruppo. Dotati di specifiche abilità, i quattro compagni possono compiere azioni diverse, come arrampicarsi per osservare una zona, e possono attivare particolari rami di dialogo interagendo con i personaggi che incontriamo lungo il nostro viaggio. E possono anche dividersi in unità più piccole per esplorare più rapidamente l'area, ma questo può causare qualche problema limitando la forza del gruppo nei combattimenti e le opzioni disponibili in una determinata situazione. Inoltre devono fare i conti con le scorte di cibo, con la stanchezza e con il tempo, come se non bastassero già i numerosi pericoli di un mondo decisamente ostile. Quando all'interno di un'area c'è qualcosa di interessante su cui indagare l'icona sulla mappa ce lo segnala con un punto interrogativo che non rivela, però, l'entità di quello che ci aspetta. Se non si tratta di minacce, che potrebbero comunque spuntare successivamente, veniamo accolti da una descrizione che apre la via a eventuali interazioni.

I primi passi nell'universo alternativo di Sine Requie: Snake Eyes

E se talvolta ci troviamo subito di fronte a interlocutori di vario genere che appaiono come ritratti sulla destra dello schermo, in alcuni casi possiamo esplorare l'area, attraverso una serie di tavole che rappresentano le diverse zone, sfruttando le esclamazioni dei personaggi per prendere una direzione, perquisire una stanza o esaminare eventuali elementi interessanti. Tutta la narrazione avviene attraverso efficaci descrizioni piazzate nel mezzo dello schermo, in modo da essere fruibili anche nella versione mobile che ha senza alcun dubbio influenzato pesantemente il design del titolo. In caso di scontro si entra nella schermata dei combattimenti a turni con un'interfaccia semplice che allinea i ritratti degli eroi sulla sinistra e sulla destra quella dei nemici. La posizione del personaggio rispetto ai nemici ne determina la distanza e influenza le possibilità di attaccare ed essere attaccati. Sotto a ogni combattente, invece, ci sono sei caselle in cui compaiono eventuali status positivi o negativi che possono andare dallo stordimento fino al potenziamento della mira, influenzando nettamente il round successivo. Ogni personaggio, quando arriva il suo turno, ha a disposizione una serie di opzioni che includono difesa, soccorso, incitamento e diversi tipi di attacco a seconda del personaggio. E tutto questo influenza l'estrazione di uno o più Tarocchi, altro elemento distintivo di Sine Requie, da cui dipende la riuscita o il fallimento di determinate azioni. Talvolta un attacco riesce ma l'arma si inceppa mentre altre volte l'azione riesce così bene da causare danni elevatissimi. In alcuni casi invece il fallimento è inevitabile e può causare problemi a tutto il gruppo con i personaggi possono lasciarci le penne tornando, tra l'altro, a molestare il gruppo da non morti. La salvezza, però è possibile, ed è legata ancora legata all'estrazione dei Tarocchi che possono salvarci nel caso in cui tra le carte estratte ci sia quella della Giustizia.

I primi passi nell'universo alternativo di Sine Requie: Snake Eyes

Genesi mobile

Il sistema, basato su un rodatissimo gioco cartaceo, funziona, ma questo non vuol dire che Snake Eyes sia perfetto. La mappa di viaggio è deliziosa e l'interfaccia di combattimento è chiara, ma ci sono diversi elementi che ci lasciano perplessi: un nemico ucciso, per esempio, agisce comunque se l'esito della carta include effetti negativi per uno dei nostri personaggi, e questo sottrae un pizzico di spessore alla dimensione tattica. Inoltre alcune azioni semplici, come l'interazione con un mercante, possono causare fallimenti che hanno effetti nefasti sul gruppo senza che il contesto giustifichi un evenienza di questo tipo. Ma se non altro questo fattore aumenta il numero delle situazioni imprevedibili e aggiunge un pizzico di spessore a un'esperienza che oltre a includere fattori come fame e vigore, ci costringe a tenere conto anche dell'umore, della salute, della scorta di proiettili e dell'equilibrio mentale dei quattro personaggi. Tutti fattori decisivi che dipendono quasi esclusivamente dalle risorse, piuttosto rare, la cui necessità ci costringe ad affrontare non morti, esseri umani ostili e mercanti senza scrupoli. Il risultato è un sistema fatto di diverse variabili e capace dare un peso notevole alla caratterizzazione dei personaggi, ma che risulta decisamente semplice e rischia di risultare piuttosto limitato in quanto a profondità.

I primi passi nell'universo alternativo di Sine Requie: Snake Eyes

Un problema comune a molti titoli pensati per il mobile tra i quali rientra anche Snake Eyes che alla demo PC ne affianca proprio una per dispositivi Android. Ma anche senza toccarla con mano avremmo potuto scommettere sulla sua esistenza viste le scelte di un'interfaccia chiaramente pensata per smartphone e tablet. E se le cose su PC funzionano comunque bene nella mappa e nel combattimento, non vale altrettanto per la schermata del baratto, davvero poco funzionale. Non dipendono invece dall'impostazione i problemi dei dialoghi: talvolta arrivare all'opzione che permette di chiudere un dialogo è difficile e macchinoso. Ed è un peccato perché Sine Requie: Snake Eyes si difende bene dal punto di vista narrativo. Segreti, orrori e uomini in preda alla follia si incontrano e si scontrano in un mondo dominato dall'oscurità, dall'inquisizione e dalla sofferenza. I dialoghi sono semplici ma efficaci e sono valorizzati dalle diverse personalità dei nostri eroi che, se presenti, possono dire la loro e ottenere nuove informazioni e nuove possibilità di interazione. Tutto condito da una veste grafica decisamente modesta ma piacevole. I ritratti inanimati non rappresentano il massimo, soprattutto nel combattimento, ma tratto e stile sono di ottima qualità, caratterizzati da ottimi colori e da uno stile intrigante, ispirato dai ritratti italiani di futuristi e divisionisti combinati con un pizzico di art decò, sempre italiana, della prima metà del '900. Il risultato è piacevole ed è un termine che si adatta bene anche alla mappa di viaggio stilizzata, strumento per esplorare un mondo che pur delineato da linee semplici riesce a coinvolgere, complici un lavoro di colorazione a dir poco efficace e un tema sonoro ripetitivo ma discretamente inquietante.

I primi passi nell'universo alternativo di Sine Requie: Snake Eyes

Sine Requie: Snake Eyes può contare su una solida base cartacea che si traduce in un interessante ibrido tra avventura grafica e gioco di ruolo. Il comparto tecnico è innegabilmente modesto e l'impostazione da titolo mobile mostra il fianco su PC, ma parliamo della demo di un titolo destinato a uscire tra un anno che risulta già piuttosto gradevole grazie a ritratti di ottima fattura, personaggi ben caratterizzati e narrazione degna di nota.

CERTEZZE

  • Interessante ibrido tra avventura e gioco di ruolo
  • Narrazione efficace e buona atmosfera
  • Tratti piacevoli e colori azzeccati

DUBBI

  • Piuttosto limitato per l'ambito PC
  • Qualche problema strutturale nei dialoghi
  • Resta da vedere la profondità complessiva dell'esperienza