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Il contesto storico di Kingdom Come: Deliverance

Riflessioni e curiosità sulla ricostruzione storica di questo piccolo capolavoro

SPECIALE di Simone Pettine   —   15/02/2018

Il Medioevo è un periodo storico molto affascinante. Se non lo fosse, non saremmo stati invasi da sempre da titoli fantasy ambientati in un contesto che ricorda molto da vicino quello dell'Età di Mezzo, ma con gli opportuni elementi magici e irreali. Warhorse Studios ha voluto fare le cose per bene: un titolo ambientato nel Medioevo, e basta. Che raccontasse la realtà di quell'epoca, ovviamente romanzandola con le avventure di Henry, il nostro alter ego. Il mondo che è stato ricostruito è incredibilmente fedele all'epoca storica di riferimento, con una dovizia di dettagli davvero eccezionale. Abbiamo dedicato questo primo speciale al periodo storico di Kingdom Come: Deliverance e alla sua incredibile cura per i particolari: trascurarli significa privarsi di una buona fetta di ciò che il gioco ha da offrire.

Medioevo? Appena in tempo

Se è vero che il Medioevo dura grosso modo mille anni (dal V al XV secolo Dopo Cristo, secondo una precisa tradizione di storici), allora Kingdom Come: Deliverance sì, è ambientato nel Medioevo. Ma appena in tempo. Alcuni degli eventi più dirompenti, che daranno vita alla modernità vera e propria, si sono già messi in moto: l'accentramento delle prime unità statali, la fine della cavalleria, lo sviluppo del settore mercantile e la nascita di un ceto cittadino ben definito. Bisogna considerare che la modernità comincia per tradizione nel 1492, al momento della scoperta dell'America. Kingdom Come: Deliverance comincia nel 1403, e la narrazione si protrae per un ventennio. Già il nipote di Henry potrebbe conoscere l'esistenza delle "lontane americhe". Per un pelo gli sviluppatori non sono finiti fuori tempo massimo. Ma si tratta di una scelta ben precisa, che sottolinea una volta di più la loro maestria nel rendere la ricostruzione storica quanto più fedele possibile. Ci sono degli indizi, naturalmente, che ci mettono sulla buona strada. Proseguendo nella modalità storia, Kingdom Come: Deliverance mette il giocatore a contatto non solo con piccoli villaggi, ma anche con città vere e proprie. Fino al X secolo centri di queste dimensioni, soprattutto in Boemia, erano l'eccezione, non la regola.

Il contesto storico di Kingdom Come: Deliverance

Il concetto di città è moderno: nel Medioevo un centro cittadino era tale solo se ospitava un vescovo. Questa condizione non è più necessaria nel 1400, per quanto segno di prestigio. Né è più indispensabile che la città sia necessariamente quella difesa da mura in pietra. Skalitz è palesemente un piccolo villaggio: nell'alto medioevo l'avremmo visto privo di difese, guarnigioni e senza neppure un castello. All'interno del gioco possiede invece palizzate difensive (per quanto esili), una sede istituzionale (il forte) e anche un commercio che sembra piuttosto sviluppato. È una prosperità che contraddistingue la fine del Medioevo, non i suoi anni centrali, soprattutto in aree marginali come quella di Skalitz, persa nella Boemia rurale. Ma c'è un dettaglio ancora più interessante che i più attenti avranno notato: le armi e le armature. In Kingdom Come: Deliverance sono presenti le balestre, come specifica classe di armi. Le balestre sono un'invenzione moderna, non medievale. Segnano il tramonto della cavalleria come forza militare scelta, assieme all'impiego degli archi in battaglia. Guardate da vicino le armature degli eserciti, sia degli invasori che quelli boemi. Non è la cotta di maglia tipica del Medioevo: è un'armatura a placche, che nasce e si sviluppa invece alla fine dell'Età di Mezzo. Un'altra prova della buona attendibilità storica del titolo è andare a cercare quello che non dovrebbe esserci. Sarebbe stato facile per Warhorse Studios "sbagliare", ad esempio inserendo negli ambienti di gioco più libri di quanto storicamente credibile, all'interno delle abitazioni, delle chiese o dei palazzi signorili. Invece non ci sono più libri del dovuto: ed è giusto, perché la prima cartiera tedesca risale al 1389. Un ventennio non è sufficiente perché si diffonda il libro stampato in Boemia, continuano invece a resistere pochi manoscritti, situati soprattutto nelle cattedrali. Anche da questi piccoli dettagli, il titolo di Warhorse Studios mostra una cura quasi maniacale per il contesto storico.

Il contesto storico di Kingdom Come: Deliverance

La lotta incessante per il potere

Carlo IV fu un tipo impegnato: Re dei Romani, Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Boemia, Conte di Lussemburgo e Magravio del Brandeburgo. Succedere ad una personalità simile non poteva essere facile, soprattutto a Carlo, che si era distinto tra le altre cose per aver fondato università e costruito cattedrali. Il figlio Venceslao IV (detto Il Pigro) era molto più interessato alle donne e al vino, che ad apprendere cinque lingue come il padre. E diversamente dal genitore, era anche meno bravo a tenere fedeli i potenti signori di Boemia, che non lo potevano soffrire sia per la politica interna che per quella estera in fatto di religione. Queste considerazioni sono molto importanti per capire il motore degli avvenimenti di Kingdom: Come Deliverance. Venceslao approvava il comportamento della Chiesa Romana, invece di favore una potente Chiesa Boema, autosufficiente. I nobili chiesero quindi l'intervento di Sigismondo, fratellastro di Venceslao, che di fatto marciò con il suo esercito in Boemia e ne prese il controllo, ma solo dopo anni di guerre civili. All'interno di questa politica che potremmo definire "nazionale" (anche se il termine è più moderno che medievale) si collocano le vicende personali di Henry, il cui villaggio viene annientato dagli invasori esterni. Il potere dei re di Boemia però non può essere pensato, nel 1400, slegato da quello della Chiesa. L'autorità della Chiesa Romana in Boemia aveva sempre avuto dei problemi, anche prima che nascesse il nostro fabbro Henry. Il cristianesimo infatti non aveva nel paese la stessa radice del resto dell'Occidente: era arrivato direttamente da Oriente, senza la mediazione dei romani. Certamente non aiutarono le guerriglie tra i papi e gli antipapi che si protrassero per diversi anni. Un antipapa era, sostanzialmente, un papa che non veniva riconosciuto tale dalla Chiesa, perché eletto con metodi sospetti. Ma in seguito accadde qualcosa di ancora più grave: lo scisma della Chiesa d'Occidente, che divise il Papato tra la corte di Avignone e quella Romana.

Il contesto storico di Kingdom Come: Deliverance

Qui non si trattava più di papi e antipapi, ma dell'opposizione tra due Papi veri e propri, perché ciascuno dei due era stato eletto in modo legittimo, da cardinali. La differenza è molto sensibile: finché un antipapa era riconosciuto tale, i credenti non erano obbligati ad ascoltarlo, né i potenti signori locali ad obbedirgli. Il suo potere era limitato. Ma un Papa vero e proprio poteva contare su appoggi incredibili, esercitare un'autorità morale molto più forte, e sostanzialmente ordire i fili della politica con molta più efficacia. Lo scisma d'occidente si protrasse dal 1378 al 1417, anno in cui terminò il Concilio di Costanza. Il mondo di Kingdom Come: Deliverance vive quindi anche il periodo dell'instabilità morale (e politica) della Chiesa. La Boemia, per quanto lontana, non poteva non sentirne gli effetti. Se ne avverte l'eco subito all'interno del gioco: quando lo straniero tedesco inizia a sparlare dei papi presso l'osteria di Skalitz. Perché la moglie si preoccupa molto, quando Henry la avverte che il marito ha intrapreso una discussione tra la politica e la religione? Perché non c'era sostanzialmente alcuna differenza. Venceslao e Sigismondo appoggiavano rispettivamente uno dei due diversi Papi: parlare male dell'uno in territorio nemico equivaleva a cercarsi la gogna, se non di peggio. All'epoca in cui vive Henry, insomma, la tranquillità era molto lontana dal venire. E comunque, una volta arrivata, non si sarebbe trattenuta a lungo.